XXXIII Canto Inferno Il Conte Ugolino Dante si

  • Slides: 8
Download presentation
XXXIII Canto Inferno Il Conte Ugolino

XXXIII Canto Inferno Il Conte Ugolino

Dante si trova con Virgilio nel IX cerchio dell’Inferno e, precisamente, nell’Antenora, dove vengono

Dante si trova con Virgilio nel IX cerchio dell’Inferno e, precisamente, nell’Antenora, dove vengono puniti i traditori della patria. Tale zona del Doloroso ospizio deve il suo nome ad Antenore, vecchio Troiano, che tradì la sua patria durante la guerra contro gli Achei, consegnando il Palladio ad Ulisse e Diomede avendo in cambio salva la vita. In questo luogo, i due poeti assistono ad una scena raccapricciante: un peccador stava mangiucchiando un cranio umano!

Costui è il Conte Ugolino della Gherardesca e il cranio è dell’Arcivescovo Ruggieri degli

Costui è il Conte Ugolino della Gherardesca e il cranio è dell’Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini. Questi rinchiuse il povero Ugolino nella cosiddetta Torre della Muda insieme a sette tra figli e nipoti senza cibo né acqua. Tale punizione gli venne impartita per l’appartenenza al partito ghibellino di Pisa, sua città natale di cui fu podestà e duumviro con Nino Visconti. La sconfitta della sua fazione e l’antipatia con il potente arcivescovo segnarono il suo destino, morendo, così, di inedia.

…quand’io feci il mal sonno che del futur mi squarciò il velame…

…quand’io feci il mal sonno che del futur mi squarciò il velame…

Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi. : tu ne

Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi. : tu ne vestisti queste misere carni, e tu le spoglia. Discusso tra gli studiosi è l’esito della vita di Ugolino. Secondo una buona parte dei critici, infatti, il Conte, spinto da una fame opprimente, si cibò dei suoi stessi figlioli nella speranza di sopravvivere. Questa teoria sembra essere avvalorata dal verso finale dell’episodio: poscia più che ’l dolor potè ‘l digiuno!

Tu dei saper ch’io fui Conte Ugolino. . . or ti dirò perché i

Tu dei saper ch’io fui Conte Ugolino. . . or ti dirò perché i son tal vicino. . . In occasione del Dantedì, ho voluto interpretare l’interessante quanto complesso personaggio del Conte Ugolino. Ho deciso di recitare alcuni versi del Canto dantesco in modo tale da evidenziarne i tratti umani e, al contempo, l’ambiguità, dando molto risalto alla reticenza finale. Il luogo dove ho realizzato la mia performance è il pianerottolo di casa mia, dinanzi ad una fontana inserita in un bassorilievo dal tema inquietante che veicola il senso generale dei versi trattati. Buona visione!

Paolo Ciampà V E Liceo Classico Pitagora

Paolo Ciampà V E Liceo Classico Pitagora