PENSARE DA ECONOMISTI EMPIRISMO E RAZIONALIT ECONOMIA POLITICA

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PENSARE DA ECONOMISTI EMPIRISMO E RAZIONALITÀ ECONOMIA POLITICA 2016 -2017 LEZIONE 05

PENSARE DA ECONOMISTI EMPIRISMO E RAZIONALITÀ ECONOMIA POLITICA 2016 -2017 LEZIONE 05

B (€/mese) RICAVARE L’EQUAZIONE DI UNA RETTA DAL RELATIVO GRAFICO Scrivere l’equazione del piano

B (€/mese) RICAVARE L’EQUAZIONE DI UNA RETTA DAL RELATIVO GRAFICO Scrivere l’equazione del piano tariffario - A quanto ammonta il canone mensile? 18€ - A quanto ammonta la tariffa per minuto? 0, 4€ B 30 Intercetta = 18 A 24 18 B=18+0, 4 T 5 10 15 20 25 30 35 T (min/mese) 2

B (€/mese) VARIAZIONE DELL’INTERCETTA Mostrare VERTICALE analiticamente e graficamente come cambia il piano telefonico

B (€/mese) VARIAZIONE DELL’INTERCETTA Mostrare VERTICALE analiticamente e graficamente come cambia il piano telefonico se il canone mensile passa da 4 a 8€ 20 C 16 B = 8+0, 2 T B 12 La pendenza rimane invariata La retta trasla A 8 4 10 20 30 40 50 60 70 T (min/mese) 3

B (€/mese) VARIAZIONE DELLA PENDENZA Mostrare analiticamente e graficamente come cambia il piano telefonico

B (€/mese) VARIAZIONE DELLA PENDENZA Mostrare analiticamente e graficamente come cambia il piano telefonico se il la tariffa per minuto scende da 20 a 10 centesimi di euro 20 16 C B = 4+0, 1 T 12 B 8 La pendenza varia A La retta si inclina 4 10 20 30 40 50 60 70 T (min/mese) 4

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Nella tabella sono elencate quattro rilevazioni

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Nella tabella sono elencate quattro rilevazioni su chiamate interurbane di un piano tariffario. Sapendo che tutti i punti giacciono su una reta: trovare l’intercetta verticale, rappresentare analiticamente e graficamente l’equazione. A quanto ammonta il canone mensile? Qual è la tariffa per minuto di conversazione? Qual è l’importo complessivo della bolletta se vengono effettuate chiamate interurbane per un totale di 1 ora Costo interurbane (€/mese) Durata totale interurbane (min/mese) 10, 50 10 11, 00 20 11, 50 30 12 40 5

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Calcolo pendenza (11 -10, 50)/(20 -10)

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Calcolo pendenza (11 -10, 50)/(20 -10) 0, 5/10 0, 05 Costo interurbane (€/mese) Durata totale interurbane (min/mese) 10, 50 10 11, 00 20 11, 50 30 12 Calcolo intercetta So che è una retta Prendo uno dei punti, ad esempio (12, 40) Conosco la pendenza = 0, 05 12 = x + 0, 05 (40) Risolvendo x = 12 – 0, 05 (40) x = 12 - 2 x = 10 40 B = 10 + 0, 05 T 6

B (€/mese) COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE B=10+0, 05 T B

B (€/mese) COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE B=10+0, 05 T B 13 A 12 B = 10+0, 05 (60) B = 10+3 B = 13€ 11 10 10 20 30 40 50 60 70 T (min/mese) 7

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Nella tabella sono elencate quattro rilevazioni

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Nella tabella sono elencate quattro rilevazioni sulle vendite delle auto. Sapendo che tutti i punti giacciono su una reta, rappresentare analiticamente e graficamente l’equazione. P= Prezzo di vendita delle macchine (migliaia €/anno) M= n° macchine vendute (migliaia/anno) 50, 00 10 40, 00 20 30, 00 30 20, 00 40 8

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Calcolo pendenza (40 -50)/(20 -10) -10/10

COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE Calcolo pendenza (40 -50)/(20 -10) -10/10 -1 P= Prezzo di vendita delle macchine (migliaia €/anno) M= n° macchine vendute (migliaia/anno) 50, 00 10 40, 00 20 30, 00 30 20, 00 Calcolo intercetta So che è una retta Prendo uno dei punti, ad esempio (50, 10) Conosco la pendenza = -1 50 = x - 1 (10) Risolvendo x = 50 + 1 (10) x = 50 + 10 x = 60 40 P = 60 - M 9

P (migliaia €) COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE 70 60 50

P (migliaia €) COSTRUIRE GRAFICI ED EQUAZIONI A PARTIRE DA TABELLE 70 60 50 V=60 - M A 40 30 B 20 10 20 30 40 50 60 70 M (n°/anno) 10

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üLe interviste ØIl mezzo più diretto per scoprire se una

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üLe interviste ØIl mezzo più diretto per scoprire se una certa politica economica influenza o meno il comportamento delle persone è chiederlo direttamente agli interessati. ØUn metodo spesso usato dai giornalisti. üInsidie delle interviste ØIl fatto che una persona dica qualcosa sul proprio comportamento non vuol dire che sia vero. Ø (ascolta ciò che un persona dice e poi osserva ciò che fa) ØAlcuni potrebbero essere imbarazzati dall’argomento o avere altri “obiettivi”. 11

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üGli esperimenti – metodo controllato per indagare la relazione causale

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üGli esperimenti – metodo controllato per indagare la relazione causale tra le variabili. ØGruppo di trattamento e gruppo di controllo ØRichiede campioni casuali (randomizzazione) üInsidie degli esperimenti ØProblemi di selezione, anche se inizialmente viene individuato un campione casuale. ØGli esseri umani sanno di partecipare a un esperimento. ØCosti. 12

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üGli esperimenti – alcune teorie economiche sono testate in laboratorio,

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üGli esperimenti – alcune teorie economiche sono testate in laboratorio, spesso con gli studenti. Approccio simile a quello utilizzato dagli psicologi. üSolitamente si offrono ricompense differenti, però: Øl’ambiente è artificiale Øgli studenti non sono rappresentativi della popolazione nel suo complesso 13

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üStudi econometrici – l’analisi statistica dei dati. üI nessi causali

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üStudi econometrici – l’analisi statistica dei dati. üI nessi causali sono ricavati a partire dallo studio dei comportamenti/fenomeni osservati. 14

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üScegliere una forma funzionale che riassuma la relazione che si

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üScegliere una forma funzionale che riassuma la relazione che si vuole studiare. Per esempio: Dove L sono le ore lavorate, wn è il salario netto, e A, X 1, e X 2 sono altri fattori che influenzano l’offerta di lavoro. α 0 - α 4 sono i parametri, ed ε è un errore casuale. 15

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I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üIgnorando tutti gli altri fattori eccetto il salario orario, l’obiettivo

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üIgnorando tutti gli altri fattori eccetto il salario orario, l’obiettivo è interpolare una retta attraverso questa nube di punti. üNon esiste una linea retta che passi attraverso tutti i punti, ma l’obiettivo dell’analisi di regressione multipla è trovare i parametri per tracciare la retta che “meglio si adatta ai dati”. üLa pendenza di questa retta di regressione dà il coefficiente di regressione del salario orario. 17

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üSe α 1=0, il salario netto non ha alcun impatto

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üSe α 1=0, il salario netto non ha alcun impatto sull’offerta di lavoro. üSe α 1>0, l’offerta di lavoro aumenta all’aumentare del salario. L’effetto di sostituzione domina sull’effetto di reddito. üSe α 1<0, l’offerta di lavoro diminuisce all’aumentare del salario. L’effetto di reddito domina sull’effetto di sostituzione. üLa presenza di errori casuali riflette l’influenza di fattori non osservabili sull’offerta di lavoro. 18

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üIn pratica, questo metodo non porta sempre a risultati conclusivi.

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üIn pratica, questo metodo non porta sempre a risultati conclusivi. üDopo aver stimato α 1, bisogna valutarne l’affidabilità. È una stima “vicina” al vero? L’errore standard indica in che misura il parametro stimato può variare dal suo vero valore. Quando l’errore standard è piccolo in relazione al parametro stimato, si dice che il coefficiente è statisticamente significativo. 19

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üLe insidie dell’analisi econometrica ØGruppi eterogenei ØCambiamento dei parametri nel

I METODI DELL’ANALISI EMPIRICA üLe insidie dell’analisi econometrica ØGruppi eterogenei ØCambiamento dei parametri nel tempo ØDistorsioni dovute all’omissione di variabili significative ØAlcune variabili, come la “motivazione”, sono per loro natura non misurabili. ØCausalità inversa (simultaneità) üLe variabili osservate non sempre corrispondono alla teoria ØLe ore di lavoro non equivalgono all’“impegno lavorativo” 20

OBIETTIVI E STRUMENTI üObiettivi fisso Ø si tende ad un valore puntuale di una

OBIETTIVI E STRUMENTI üObiettivi fisso Ø si tende ad un valore puntuale di una certa variabile üObiettivi flessibile ØSi tende al minimo o massimo valore possibile di una funzione (minimizzazione e massimizzazione) üStrumenti controllabili ØSufficientemente isolati dall’influsso di elementi fuori dal controllo dell’Autorità üStrumenti efficaci ØRispetto agli obiettivi che l’Autorità si pone 21

OBIETTIVI FISSI ütanti obiettivi m quante sono le variabili endogene n Øm=n il sistema

OBIETTIVI FISSI ütanti obiettivi m quante sono le variabili endogene n Øm=n il sistema è perfettamente determinato Øm<n il sistema è sotto-determinato (infinite soluzioni) Øm>n il sistema non è risolvibile (gli obiettivi non sono tutti raggiungibili). E’ il caso più verosimile üLasciar perdere alcuni obiettivi (definire delle priorità) üCostruire/inventare nuovi strumenti üPerseguire un obiettivo flessibile 22

OBIETTIVO FLESSIBILE Si convoglia in un’unica funzione obiettivo i valori delle molteplici variabili Es.

OBIETTIVO FLESSIBILE Si convoglia in un’unica funzione obiettivo i valori delle molteplici variabili Es. funzione di perdita (Loss function) che dipende da quanto la realizzazione di una variabile si discosta dal valore ritenuto ottimale dal policy maker 23

MINIMIZZAZIONE DELLA FUNZIONE DI PERDITA üVincoli ØLe variabili obiettivo sono ancora legate tra loro

MINIMIZZAZIONE DELLA FUNZIONE DI PERDITA üVincoli ØLe variabili obiettivo sono ancora legate tra loro ed alle variabili strumento 24

Agenti Economici e Postulato dell'individualismo. Qualsiasi fenomeno sociale deriva dalla combinazione di azioni, credenze

Agenti Economici e Postulato dell'individualismo. Qualsiasi fenomeno sociale deriva dalla combinazione di azioni, credenze e opinioni dei singoli individui che compongono quella società, e deve HOMO OEconomicus quindi essere analizzato come tale. Una ragione è che l'individuo è l'unico depositario dei propri bisogni. Postulato della comprensione. E’possibile comprendere e spiegare un fenomeno sociale solo se si è in grado di capire quale senso hanno per l'individuo le proprie azioni, credenze e opinioni. Postulato della consequenzialità. L'individuo è consapevole delle conseguenze delle proprie azioni, ed esse sono parte delle motivazioni dell' agire. Postulato della razionalità. Le azioni dell'individuo sono intenzionali e sono orientate allo scopo di conseguire determinati fini, tenendo conto della comprensione delle relazioni tra azioni e conseguenze. Infatti siamo interessati a studiare come la società umana realizzi un rapporto attivo ed efficace con l'ambiente attraverso comportamenti orientati al raggiungimento di un obiettivo dato. Non c'interessa, in altre parole, se gli esseri umani per caso riescono a risolvere il problema economico, ma solo se il successo è legato a un preciso tentativo in tal senso. • Individualismo • Comprensione • Consequenzialità • Razionalità Postulato dell'egoismo. Tra tutte le possibili conseguenze derivanti da un’azione, l'individuo è interessato esclusivamente a quelle che lo riguardano personalmente, ignorando le conseguenze su ogni altro individuo. Postulato del comportamento ottimizzante. Nella scelta delle proprie azioni, l'individuo decide sempre di compiere quelle in grado di massimizzare la differenza tra il beneficio personale che ne ricava e il costo personale che deve sostenere per metterle in atto. • Egoismo • Comportamento ottimizzante 25

INDIVIDUALISMO METODOLOGICO 1. È una scelta di metodo (vedi contrapposizione con lo strutturalismo) 2.

INDIVIDUALISMO METODOLOGICO 1. È una scelta di metodo (vedi contrapposizione con lo strutturalismo) 2. Non dovrebbe essere confuso con una posizione normativa, filosofica o etica (anche se alcuni lo fanno) 3. Riconosce i condizionamenti esterni all’azione dell’individuo come vincoli (comportamento contingente –teoria dei giochi - esternalità) 26

COMPORTAMENTO RAZIONALE la teoria economica si interessa delle soluzioni del problema economico che possono

COMPORTAMENTO RAZIONALE la teoria economica si interessa delle soluzioni del problema economico che possono scaturire dal comportamento individuale. Una finalizzato alla soddisfazione propri bisogni. decisione, pur se dei razionale Soluzioni di questo genere richiedono un comportamento dal punto di vista procedurale, finalizzato o intenzionale che si associa al postulato secondo cui gli individuipuò si comportano in maniera razionale. non esserlo in senso Secondosostanziale. Simon (2000) possiamo distinguere una razionalità: Quando ciò succede, • procedurale - l'adozione dei mezzieconomico appropriati al ha si dice che l'agente raggiungimento di un obiettivo dato, tenendo conto di adottato un comportamento eventuali vincoli; soddisfacente. • sostanziale - il raggiungimento del miglior risultato possibile, tenendo conto di eventuali vincoli, mediante l'adozione dei mezzi appropriati. 27

RAZIONALITÀ E PROCESSO DECISIONALE 1. Il paradigma della razionalità assoluta (M. Weber, 1922, Economia

RAZIONALITÀ E PROCESSO DECISIONALE 1. Il paradigma della razionalità assoluta (M. Weber, 1922, Economia e società) 2. Il paradigma della razionalità limitata (H. Simon, 1949, Il comportamento amministrativo) a. La teoria della razionalità strategica (Crozier & friedberg, 1977) b. La teoria della razionalità incrementale (Lindblom, 1963) c. La teoria della razionalità casuale o del garbage can (Cohen, March e Olsen, 1976) d. La teoria della razionalità istituzionale (March & Olsen, 1984) 28

RAZIONALITÀ ASSOLUTA M. WEBER, 1921 29

RAZIONALITÀ ASSOLUTA M. WEBER, 1921 29

RAZIONALITÀ LIMITATA H. SIMON, 1949 30

RAZIONALITÀ LIMITATA H. SIMON, 1949 30

RAZIONALITÀ STRATEGICA M. CROZIER E E. FRIEDBERG, 1977 31

RAZIONALITÀ STRATEGICA M. CROZIER E E. FRIEDBERG, 1977 31

RAZIONALITÀ INCREMENTALE CH. LINDBLOM, 1963 32

RAZIONALITÀ INCREMENTALE CH. LINDBLOM, 1963 32

RAZIONALITÀ CASUALE (GARBAGE CAN) J. COHEN, J. G. MARCH E J. P. OLSEN, 1976

RAZIONALITÀ CASUALE (GARBAGE CAN) J. COHEN, J. G. MARCH E J. P. OLSEN, 1976 33

RAZIONALITÀ ISTITUZIONALE J. G. MARCH, J. P. OLSEN, 1984 34

RAZIONALITÀ ISTITUZIONALE J. G. MARCH, J. P. OLSEN, 1984 34

Quattro errori comuni nel processo decisionale • Misurare costi e benefici in proporzione anziché

Quattro errori comuni nel processo decisionale • Misurare costi e benefici in proporzione anziché in termini monetari assoluti • Ignorare i costi opportunità • Non ignorare i costi non recuperabili • Non distinguere tra valori medi e valori marginali 35