limiti nel trattamento degli input La capacit di

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limiti nel trattamento degli input La capacità di un sistema di calcolare gli input

limiti nel trattamento degli input La capacità di un sistema di calcolare gli input non è illimitata. I nostri dispositivi cognitivi (percezione, attenzione, memoria) sono in grado di gestire solo un numero finito di informazioni. Dunque il sistema deve essere in grado di selezionare gli input da elaborare e decidere anche in quale ordine farlo. Questo meccanismo di selezione dovrebbe agire come un filtro che consente il passaggio dell’informazione considerata dai nostri processi di attenzione e blocca l’informazione che gli stessi processi trascurano, Non tutti gli input superano il filtro, ma solo quelli selezionati dai nostri meccanismi di attenzione.

Pertinenza • La pertinenza è una proprietà degli input ai processi cognitivi. • E’

Pertinenza • La pertinenza è una proprietà degli input ai processi cognitivi. • E’ una proprietà che può essere posseduta tanto degli stimoli esterni, (percezioni, proferimenti, azioni) quanto da rappresentazione interne (pensieri, ricordi) • Diciamo che un input è pertinente per qualcuno quando si lega al suo retroterra di informazioni disponibile per produrre un output interessante. • Esempi di output interessanti: • rispondere a un domanda; • aumentare la nostra conoscenza riguardo un determinato argomento; • • sciogliere un dubbio; corregge un’impressione errata.

effetti cognitivi • Un input è pertinente per qualcuno quando la sua elaborazione, in

effetti cognitivi • Un input è pertinente per qualcuno quando la sua elaborazione, in un contesto di informazioni disponibile, produce un effetto cognitivo su di lui: produce una differenza nella sua rappresentazione del mondo. • gli effetti cognitivi che un input può produrre sono di tre tipi: • a) implicazioni contestuali; • b) corroborazione di un assunto esistente (le convinzioni del soggetto sono rafforzate); • c) revisione o eliminazione di un assunto esistente (le convinzioni del soggetto sono riveste o eliminate).

implicazioni contestuali • Le implicazioni contestuali sono inferenze che generano una modificazione alla rappresentazione

implicazioni contestuali • Le implicazioni contestuali sono inferenze che generano una modificazione alla rappresentazione del mondo del soggetto, in seguito all’elaborazione degli input a disposizione e del contesto. Un esempio. Sento il telefono squillare. Leggo l'ora sul mio orologio (input), ricordo l'ora di un appuntamento fissato con Paola (informazione contestuale), derivo anzitutto l'implicazione contestuale che sono in ritardo, ed in secondo che Paola sarà seccata. Guardo il numero che è apparso sullo schermo del telefonino: è Paola davvero. Quest'ultima informazione interagisce con altre informazioni contestuali che ho a disposizione (ad esempio so che Paola è una persona che detesta i ritardi) per confermare la mia ipotesi che Paola sarà arrabbiata con me e mi fa rivedere il mio piano di prendere un caffè prima di recarmi a un appuntamento.

effetti cognitivi e pertinenza • In conclusione: maggiori sono gli effetti cognitivi ottenuti dall’elaborazione

effetti cognitivi e pertinenza • In conclusione: maggiori sono gli effetti cognitivi ottenuti dall’elaborazione dell’input maggiore sarà la pertinenza dell’input per il soggetto. • La pertinenza è una proprietà continua: ciò che rende un input meritevole di elaborazione non è che è pertinente, ma che il più pertinente degli input a disposizione.

pertinenza e sforzo di elaborazione L’effetto cognitivo ottenuto non è il solo elemento in

pertinenza e sforzo di elaborazione L’effetto cognitivo ottenuto non è il solo elemento in base al quale uno stimolo viene selezionato. l’elaborazione di un input e la derivazione degli effetti cognitivi richiedono un certo sforzo mentale: rappresentare l’input, accedere all’informazione disponibile, derivare gli effetti cognitivi. Tutto ciò richiede un costo in termini di elaborazione di percezioni, utilizzo della memoria e attivazione di procedure inferenziali. L’elaborazione di un input richiede infatti uno sforzo (se l’input non è chiaro c’è bisogno, ad esempio, di molta memoria, molte inferenze, ecc) che influisce sulla pertinenza dello stimolo: a parità di condizioni, maggiori sono gli sforzi di elaborazione richiesti, minore è la pertinenza. Il grado di pertinenza di un’informazione sarà quindi inversamente proporzionale allo sforzo di elaborazione. • MINORE è lo SFORZO di elaborazione dell’input MAGGIORE sarà la PERTINENZA dell’input.

pertinenza e rapporto costo/benefici. La pertinenza è così una nozione costi/benefici, laddove il costo

pertinenza e rapporto costo/benefici. La pertinenza è così una nozione costi/benefici, laddove il costo è lo sforzo mentale richiesto, mentre i benefici sono gli effetti cognitivi (positivi) ottenuti. Un’informazione è pertinente nella misura in cui merita lo sforzo di essere elaborata. I costi che dobbiamo pagare per il trattamento dell’input devo essere ripagati dai benefici che traiamo dagli effetti cognitivi conseguiti.

Principio cognitivo di pertinenza • I nostri processi cognitivi tendono alla massimizzazione della pertinenza.

Principio cognitivo di pertinenza • I nostri processi cognitivi tendono alla massimizzazione della pertinenza. • La teoria della pertinenza sostiene che il nostro sistema cognitivo è stato evolutivamente selezionato per massimizzare automaticamente la pertinenza. • in sostanza: • i nostri meccanismi percettivi tendono automaticamente a cogliere gli stimoli potenzialmente pertinenti; • i nostri meccanismi di recupero delle informazioni tendono automaticamente ad attivare le ipotesi potenzialmente pertinenti; • i nostri meccanismi inferenziali tendono a trattare gli stimoli potenzialmente pertinenti.

esempio Ecco un esempio che chiarisce in che modo funziona l’analisi costi benefici e

esempio Ecco un esempio che chiarisce in che modo funziona l’analisi costi benefici e si applica il principio cognitivo di pertinenza Supponiamo che Maria sia vegetariana e allergica alla carne di pollo. Invitata a cena, telefonando per informarsi del menu, le viene data una delle seguenti risposte: (5) Ci (6) Ci (7) Ci sarà pollo o (72 – 3) = 46 sarà carne pollo Dal momento che (6) implica (5), gli effetti cognitivi di (5)sono ottenuti anche da (6), poi, è più pertinente anche di (7) per il minor sforzo d’elaborazione richiesto: anche se (6) e (7), essendo logicamente equivalenti, comportano gli stessi effetti cognitivi, (7) richiede uno sforzo supplementare d’analisi grammaticale e logica, nonché d’interpretazione semantica. Perciò, per ragioni di economia cognitiva, l’attenzione di Maria sarà attirata dall’informazione veicolata da (6), che risulta essere l’espressione più pertinente.

Come calcolare la pertinenza: difficoltà • La teoria della pertinenza è una teoria descrittiva.

Come calcolare la pertinenza: difficoltà • La teoria della pertinenza è una teoria descrittiva. Gli esseri umani sono di fatto massimizzatori di pertinenza. • Tuttavia: • se per selezionare quale informazione elaborare il sistema utilizza il principio cognitivo di pertinenza e se il sistema calcola i possibili costi/benefici di ciascun input, allora il sistema dovrebbe trattare tutte le informazioni disponibili prima di decidere quale scegliere. In conclusione un dispendio enorme di energia. • Secondo Sperber noi non effettuiamo dei veri e propri calcoli, ma ci affidiamo a indicatori fisiologici (attività chimica, elettrica in aree cerebrali) per valutare in modo implicito il rapporto costi/benefici.

strategie per selezionare la pertinenza • un sistema seleziona l’input che richiede uno sforzo

strategie per selezionare la pertinenza • un sistema seleziona l’input che richiede uno sforzo cognitivo minore (gli oggetti che si muovono da soli attirano maggiormente la nostra attenzione) • in presenza di un input si attivano le informazioni disponibili in memoria relative a quello stimolo. • Il sistema non abbandona la linea di ragionamento in cui è impegnato dal momento che, anche in questo caso, vi sono informazioni già attive in memoria che, salvo smentita, sarebbe uno spreco perdere.

Da Grice a Sperber & Wilson L’importanza di Grice è di aver sottolineato come

Da Grice a Sperber & Wilson L’importanza di Grice è di aver sottolineato come il successo della comunicazione consista non nel riconoscimento, da parte di Destinatario, del significato convenzionale delle espressioni utilizzate dal Mittente (e quindi non nella “decodifica” del messaggio inviato da P), ma nell’identificazione del voler dire del Mittente, delle sue intenzioni comunicative – anche in assenza di un codice. Sulla scia di Grice, Sperber e Wilson si propongono di spiegare la comunicazione in modo indipendente dai processi di codifica (anche se processi di codifica e decodifica continuano a svolgere un ruolo, pur ausiliario), secondo un modello di tipo inferenziale. [C. Bianchi 2003, Pragmatica del linguaggio, p. 106] 12

La comunicazione ostensiva Il codice non fornisce un significato letterale condiviso, ma è un

La comunicazione ostensiva Il codice non fornisce un significato letterale condiviso, ma è un meccanismo per produrre indizi altamente sofisticati, i quali vengono elaborati inferenzialmente come tutti gli altri indizi che entrano in gioco nella comunicazione. […] Per comunicazione ostensiva si intende un processo che si realizza attraverso la produzione e l’analisi di indizi di vario genere e natura. Un indizio, nel senso comunicativo, non è altro che un atto di ostensione. [Pisanty & Zijno 2009, p. 224] 13

Comunicazione ostensiva Un atto ostensivo 1) Rende manifesta un’informazione (intenzione informativa) 2) Rende manifesta

Comunicazione ostensiva Un atto ostensivo 1) Rende manifesta un’informazione (intenzione informativa) 2) Rende manifesta l’intenzione di rendere manifesta quell’informazione (intenzione comunicativa) 3) Crea delle aspettative (principio di pertinenza) 14

La comunicazione ostensiva Chiamiamo comportamento ostensivo, o più semplicemente ostensione, un comportamento che rende

La comunicazione ostensiva Chiamiamo comportamento ostensivo, o più semplicemente ostensione, un comportamento che rende manifesta un’intenzione di rendere qualcosa esplicito, evidente. Mostrare qualcosa a qualcuno è un atto di ostensione. Sosterremo che anche la comunicazione umana intenzionale è un caso di ostensione. Bisogna distinguere, in un atto di ostensione, due livelli di informazione: prima di tutto vi è l’informazione messa in evidenza; in secondo luogo vi è l’informazione che l’informazione di primo livello è stata messa in evidenza in maniera intenzionale. [Sperber & Wilson 1986, trad. it. pp. 79 -81] 15

Intenzione informativa e intenzione comunicativa Comunicare in modo ostensivo-inferenziale consiste nel rendere manifesta a

Intenzione informativa e intenzione comunicativa Comunicare in modo ostensivo-inferenziale consiste nel rendere manifesta a un destinatario la propria intenzione di rendergli manifesta un’informazione di primo livello. Si può pertanto descrivere la comunicazione ostensivo-inferenziale come un processo che comporta un’intenzione informativa e un’intenzione comunicativa. [ Sperber & Wilson 1986, trad. it. p. 86] 16

Intenzione informativa e intenzione comunicativa La comunicazione mette in gioco la produzione di un

Intenzione informativa e intenzione comunicativa La comunicazione mette in gioco la produzione di un certo stimolo con: I) l’intenzione informativa: informare i destinatari di qualcosa II) l’intenzione comunicativa: informare i destinatari della propria intenzione informativa. [Sperber & Wilson 1986, trad. it. p. 51] 17

Principio comunicativo di pertinenza • • Principio comunicativo di pertinenza Ogni proferimento (ogni atto

Principio comunicativo di pertinenza • • Principio comunicativo di pertinenza Ogni proferimento (ogni atto di comunicazione ostensivo-inferenziale) comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale. Più precisamente, uno stimolo ostensivo è ottimamente pertinente se e solo se: a) è abbastanza pertinente da meritare di essere processato; b) è il più pertinente, compatibilmente con le capacità e le preferenze del comunicatore (è quello che genera il maggior numero di effetti con il minor sforzo). Il principio comunicativo di pertinenza non possiede lo stesso status del principio di cooperazione di Grice e delle massime conversazionali, in quanto è una semplice generalizzazione sulla comunicazione ostensivo-inferenziale. • Non ha un valore normativo, ma descrittivo. Questa generalizzazione si applica senza eccezioni: non è qualcosa che il parlante “segue” o da cui può “chiamarsi fuori”.

pertinenza attesa Quanta pertinenza gli individui hanno il diritto di aspettarsi? Secondo la teoria

pertinenza attesa Quanta pertinenza gli individui hanno il diritto di aspettarsi? Secondo la teoria della pertinenza, la pertinenza massima è un’aspettativa irragionevolmente alta nella comunicazione perché, per esempio, i nostri interlocutori potrebbero non essere disposti o essere incapaci a produrre l’effetto cognitivo più positivo con il minor sforzo di elaborazione. Infatti, un comunicatore non è onnisciente, né ci si può aspettare che vada contro i propri interessi nel produrre un certo proferimento. Anzitutto il comunicatore può non comunicare informazioni pertinenti perché ne è sprovvisto, ovvero perché ha buone ragioni per non fornirle (potrebbe andare contro i suoi interessi). Poi, il comunicatore può non esprimersi nel modo più economico perché non si trova nelle condizioni di poter generare un proferimento di questo tipo ovvero perché le sue preferenze glielo impediscono (potrebbe usare, per esempio, perifrasi ed eufemismi per essere più diplomatico e meno brusco). Alla luce di questo, Sperber e Wilson hanno argomentato che mentre la cognizione tende a essere rivolta alla massimizzazione della pertinenza, gli atti di ostensiva comunicazione creano semplicemente un aspettativa di pertinenza ottimale.

pertinenza attesa 2 In altre parole, per ogni stimolo ostensivo (per esempio, un proferimento

pertinenza attesa 2 In altre parole, per ogni stimolo ostensivo (per esempio, un proferimento verbale) i destinatari sono in diritto di a aspettarsi un grado di pertinenza che è sufficiente a meritare, giustificare lo sforzo impiegato nella sua elaborazione e che è , anche, il più alto grado di pertinenza che i loro interlocutori sono capaci di conseguire date le loro abilità, i loro scopi e le loro preferenze.

procedura di comprensione la presunzione di pertinenza ottimale suggerisce le seguente proceduta generale di

procedura di comprensione la presunzione di pertinenza ottimale suggerisce le seguente proceduta generale di comprensione: “Controlla le ipotesi interpretative in ordine di accessibilità, cioè, segui la strada del minimo sforzo, fino a che sia trovata un’interpretazione che soddisfa le aspettative di pertinenza, e poi fermati. ” (Carston: 2002, 45) Ogni proferimento origina un certo numero di possibili ipotesi interpretative con sono compatibili con il significato linguistico dell’enunciato proferito. Secondo questo criterio generale, i destinatari seguono un percorso di minimo sforzo nella considerazione di tali ipotesi, fermandosi una volta che raggiungono quella che soddisfa la loro aspettativa di pertinenza ottimale. Si deve notare che il termine “ipotesi interpretativa” come è stata usata sopra include non solo la proposizione che il parlante intende comunicare, ma anche le assunzioni contestuali, implicature e atteggiamenti che sono intesi dal parlante.

procedure di comprensione 2 Si è detto che la comunicazione, secondo il modello inferenziale,

procedure di comprensione 2 Si è detto che la comunicazione, secondo il modello inferenziale, è produzione ed interpretazione di indizi: il parlante produce un indizio del suo voler dire ed il destinatario inferisce il senso inteso dal parlante a partire da quell'indizio e dal contesto. Ora, secondo i teorici della pertinenza, nel corso della comprensione verbale il destinatario userà una procedura guidata dal principio comunicativo del seguente tipo: I. Nell’elaborare gli effetti cognitivi, segui il percorso che minimizza lo sforzo: controlla le ipotesi interpretative (del proferimento del comunicatore) in ordine d'accessibilità; II. Fermati quando le tue aspettative di pertinenza sono soddisfatte. L'interprete prende le mosse dal significato del proferimento decodificato linguisticamente; segue un percorso tale che il suo sforzo d'elaborazione sia minimo; arricchisce il significato del proferimento con le informazioni contestuali disponibili. Una volta pervenuto a un'interpretazione che soddisfi la sua aspettativa di pertinenza (variabile da contesto), il processo inferenziale ha termine.

esempio Paola: “Credi che Poldo verrà alla festa in discoteca? ” Pippo: “Poldo è

esempio Paola: “Credi che Poldo verrà alla festa in discoteca? ” Pippo: “Poldo è un orso!” Il concetto di “orso” agirà nella mente di Paola in modo da attivare una serie di attributi (ad esempio, riservatezza, goffaggine, pigrizia, solitudine) riconducibile all'uso che Pippo fa dell'espressione ‘orso’ in quel contesto. Alcuni di questi attributi sono, per ragioni contestuali (per via del riferimento ad una festa in discoteca, per l'informazione su Poldo condivisa dagli interlocutori), più accessibili di altri. In quel particolare contesto, dal momento che Pippo si attende una risposta pertinente alla sua domanda, l'enunciato di Paola darà luogo a varie possibili implicazioni: 1. Poldo è riservato. 2. Poldo è pigro. 3. Poldo è solitario. 4. Poldo non ama uscite di gruppo in discoteca. 5. Poldo è ghiotto di miele. 6. Poldo ha la pelliccia. 7. Poldo è un mammifero di grandi dimensioni della famiglia degli Ursidi. Guidata da aspettative di pertinenza, Paola, considerando queste possibilità in ordine d'accessibilità, giunge all'interpretazione 4), un'interpretazione metaforica, e qui si ferma. Non esamina ulteriori implicazioni possibili 5) – 7). Segue la via del minimo sforzo e si arresta quando gli sforzi d'elaborazione sono compensati dagli effetti ottenuti, avendo soddisfatto le proprie aspettative di pertinenza.

esplicito e implicito La procedura di comprensione teoretico-pertinente non garantisce che la comunicazione avrà

esplicito e implicito La procedura di comprensione teoretico-pertinente non garantisce che la comunicazione avrà sempre successo, incomprensioni possono capitare di volta in volta; piuttosto, questa euristica offre una spiegazione di come l’ipotesi interpretativa che destinatari sono legittimati ad assumere sia quella apertamente intesa dai loro interlocutori. La teoria della pertinenza rifiuta la tradizionale assunzione che ogni aspetto pragmaticamente determinato nell’interpretazione di un proferimento debba essere una implicatura. Centrale in questa struttura è l’affermazione che anche il lato esplicito della comunicazione dovrebbe cadere all’interno degli scopi di una teoria della pragmatica.

esplicito implicito • il livello esplicito è quello considerato più propriamente semantico, stabilisce le

esplicito implicito • il livello esplicito è quello considerato più propriamente semantico, stabilisce le condizioni di verità di un enunciato. • Si ottiene attraverso un’operazione di saturazione, ossia di disambiguazione di tutte le espressioni referenziale. Attraverso questa operazione attribuiamo un riferimento alle espressioni indicali (io, qui, ora), dimostrative (questo, quello). Ora questa operazione è ritenuta un proseguimento della codifica linguistica. • Il contenuto implicito è invece quello ottenuto da inferenze pragmatiche tramite l’analisi del contesto e dell’intenzione comunicativa degli interlocutori: dato un particolare contesto il senso che A comunica a B va oltre l’enunciato effettivamente proferito.

contenuti espliciti e pertinenza Secondo i teorici della pertinenza ogni atto comunicativo è soggetto

contenuti espliciti e pertinenza Secondo i teorici della pertinenza ogni atto comunicativo è soggetto ad interpretazione pragmatica di questo genere. Vale a dire, anche al livello di comunicazione esplicita, il significato esplicito è sistematicamente superato, proprio perché anche a questo livello agiscono processi inferenziali guidati dal principio comunicativo di pertinenza. Sperber e Wilson, infatti, sostengono che i processi di saturazione coinvolti nell'identificazione del contenuto esplicito di un enunciato non hanno natura differente dai processi attraverso cui arriviamo ad afferrare il suo significato implicito. Ciò che viene comunicato esplicitamente è il primo sviluppo inferenziale del significato linguistico codificato. Ricordando che per i teorici della pertinenza lo scopo del destinatario di un enunciato è di costruire un'ipotesi circa il voler dire del parlante che soddisfi la presunzione di pertinenza veicolata dal proferimento, e tenendo presente la distinzione esplicito – implicito, possiamo caratterizzare il processo di comprensione nel modo seguente.

Sottoprocessi del processo di comprensione globale A. Costruzione di un'ipotesi appropriata sul contenuto esplicito

Sottoprocessi del processo di comprensione globale A. Costruzione di un'ipotesi appropriata sul contenuto esplicito (che i teorici della pertinenza chiamano esplicatura) attraverso la codifica, la disambiguazione, la determinazione del riferimento; B. Costruzione di un'ipotesi appropriata sulle assunzioni contestuali intese (premesse implicite); C. Costruzione di un'ipotesi appropriata sulle implicazioni contestuali intese (conclusioni implicite).

esplicature Quando un’assunzione comunicata da un proferimento è esplicita? Sperber e Wilson suggeriscono che

esplicature Quando un’assunzione comunicata da un proferimento è esplicita? Sperber e Wilson suggeriscono che una esplicatura è uno sviluppo inferenziale del modello proposizionale o forma logica codificata da un proferimento. In altre parole, una esplicatura implica una combinazione di materiale linguisticamente codificato e arricchimento pragmatico. Si consideri “Giuseppe e Maria sono sposati”, per costruire un’ipotesi appropriata sul significato dell’enunciato devo assumere che Giuseppe e Maria sono sposati tra loro. Consideriamo un esempio di esplicatura teoretica pertinente che implica la restrizione del dominio di una espressione quantificata. Un proferimento dell’enunciato “Tutti i gatti hanno le zampe bianche” non rende palesemente falsa una affermazione sui gatti, ma sarà tipicamente usata per esprimere una proposizione vera più ristretta- per esempio una proposizione sui gatti nel nostro rifugio. Così un’esplicatura di questo proferimento sarebbe “Tutti i gatti nel nostro rifugio locale ha le zampe bianche”. Come sottolineato sopra, questa rappresentazione concettuale è uno sviluppo pragmatico dello schema proposizionale che corrisponde al significato convenzionale dell’enunciato proferito.

pragmatica lessicale Il concetto comunicato esplicitamente dall'uso di una parola può essere un arricchimento

pragmatica lessicale Il concetto comunicato esplicitamente dall'uso di una parola può essere un arricchimento inferenziale del significato letterale codificato. Vi sono due tipi di arricchimento: l'allargamento (in inglese: “loosening”) e il restringimento (in inglese: “narrowing”); questi due processi occorrono il più delle volte separatamente, tuttavia ci sono casi in cui agiscono al contempo su una determinata parola. Detto in maniera più semplice, attraverso il restringimento una parola è usata per veicolare un concetto più specifico rispetto a quello codificato. Così nell'enunciato: (a) Molti filosofi bevono. la denotazione intesa del verbo ‘bere' è ristretta al concetto di “bere alcolici”. Alcune proprietà importanti in altri contesti sono ignorate. Il secondo tipo di arricchimento contestuale è quello di allargamento. Consideriamo: (b) L'Irlanda è piatta. Il concetto comunicato da quest'uso della parola "piatta" è più ampio del concetto codificato linguisticamente di “ciò che ha superficie piana, priva di rilievi e di depressioni”. In tal caso, perciò, "piatto" è usato per veicolare un concetto più generale applicabile anche al territorio irlandese, privo di rilievi e di depressioni notevoli, rispetto a quello codificato da un dizionario

metafora Per i teorici della pertinenza, la metafora è un genere di allargamento concettuale

metafora Per i teorici della pertinenza, la metafora è un genere di allargamento concettuale e, come tale, se ne può dar conto con lo stesso processo di aggiustamento lessicale Per esempio, in (1) Il pranzo di Natale è stato una maratona. "maratona" è adoperato metaforicamente nel senso di “lunga ed estenuante esperienza fisica e mentale”. L'idea della teoria della pertinenza è che la natura metaforica dell'uso di un'espressione sia una questione di grado. La metafora ed i modi di dire sarebbero gradi differenti di uno stesso processo di arricchimento inferenziale (di allargamento, nel caso specifico della metafora). Così, mettendo a confronto gli enunciati: (2) Un rettangolo con quattro lati uguali è un quadrato. (3) La pianta del tuo studio è quadrata. (4) Pippo ha una mentalità quadrata. Assistiamo ad un continuo ampliamento del concetto di “quadrato”. In (2) abbiamo a che fare con il significato linguistico, come da dizionario, di "quadrato". (3) comunica un'approssimazione del significato letterale, ossia “tendente al quadrato”. In (4) "quadrato" veicola un senso metaforico, vale a dire: “Pippo ha una mentalità chiusa, rigida”.

implicature forti e deboli Pertanto, la metafora e gli effetti poetici sono esempi estremi

implicature forti e deboli Pertanto, la metafora e gli effetti poetici sono esempi estremi di allargamento inferenziale. Gli enunciati in cui occorrono le metafore generano un gran numero di implicature che aiutano l'ascoltatore a ricostruire un'interpretazione che soddisfa le sue aspettative di pertinenza. Come affermano Sperber e Wilson “alcune implicature sono rese così fortemente manifeste che l’ascoltatore può appena evitare di recuperarle. Altre sono rese meno fortemente manifeste”.

implicature deboli e forti Consideriamo il proferimento “Non mi piacciono i film d’azione” come

implicature deboli e forti Consideriamo il proferimento “Non mi piacciono i film d’azione” come risposta alla domanda “ Hai visto l’ultimo film di Harrison Ford? ” Non è difficile vedere che una tale risposta può essere usata per comunicare implicitamente l’assunzione che “L’ultimo film di Harrison Ford è un film d’azione” e in aggiunta che “Non ho visto l’ultimo film di Harrison Ford”. Secondo la teoria della pertinenza queste assunzioni sono implicazioni forti perché il loro recupero è essenziale per comprendere il significato inteso del parlante. In altre parole, l’aspettativa di pertinenza ottimale originata da un proferimento di “Non mi piacciono i film d’azione” richiede che il destinatario assuma queste altamente salienti assunzioni (o altre molto simili) come implicitamente comunicate. La risposta data sopra può anche implicitamente comunicare l’assunzione che il parlante in generale non ama i blockbusters, per esempio. Comunque questa assunzione è un’implicatura debole non deve necessariamente essere fornita dal destinatario per soddisfare la sua aspettativa di rilevanza ottimale. Invero vi sono molte altre implicature simili che possono essere derivate sulla base della risposta del parlante, per esempio che non ama andare al cinema, oppure che censura l’uso della violenza. in generale, più sono ovvie le intenzioni comunicative del parlante, più forte è la comunicazione. Di contro, più ampia è la gamma di possibilità interpretative permesse da parlante, più debole è la conversazione.