FORMARSI NELLA RELAZIONE DI AIUTO lesperienza della Visita

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FORMARSI NELLA RELAZIONE DI AIUTO: l’esperienza della Visita Ivan Raimondi, Vicedirettore Ufficio Pastorale Salute

FORMARSI NELLA RELAZIONE DI AIUTO: l’esperienza della Visita Ivan Raimondi, Vicedirettore Ufficio Pastorale Salute Torino

PER INIZIARE……. alcune parole “chiave” n n n n ASCOLTO: recepire le necessità ed

PER INIZIARE……. alcune parole “chiave” n n n n ASCOLTO: recepire le necessità ed i bisogni con rispettosa attenzione; CONDIVISIONE: per una comunità che si faccia carico e non deleghi; FORMAZIONE: saper interagire nel modo più opportuno con la sofferenza ed il disagio; INFORMAZIONE: saper indirizzare i bisogni; RETE: ognuno protagonista con le proprie competenze; PROSSIMITA’ : Per una Carità “del Cuore” e Testimonianza di Fede; AFFIANCAMENTO senza sostituirsi: per rispetto della dignità e delle capacità della persona, per non effettuare interventi solo assistenziali ma di più largo respiro.

ASCOLTO… Alcune “suggestioni” tratte da “Piccolo lessico per l’ascolto”, a cura dell’osservatorio delle povertà

ASCOLTO… Alcune “suggestioni” tratte da “Piccolo lessico per l’ascolto”, a cura dell’osservatorio delle povertà e delle risorse, , Caritas diocesana di Torino. L’Ascolto è il primo, grande, completo modo di riconoscere l’altro nella sua alterità e nel suo valore, nel suo essere persona. L’Ascolto non indugia, non scappa e non corre. L’Ascolto guarda dentro. L’Ascolto è il Cuore di Dio che alberga in noi. L’Ascolto pervade tutti i sensi. Guardare, percepire, osservare…. .

PERCHE’ Formare alla Prossimità, alla Relazione di Aiuto? n Per favorire una società NON

PERCHE’ Formare alla Prossimità, alla Relazione di Aiuto? n Per favorire una società NON DI ESPERTI, ma di persone che sanno comunque affrontare chi vive la sofferenza e la malattia, dimensioni inevitabili della nostra essenza umana; n Le istituzioni ed i servizi pubblici possiedono il loro “specifico” professionale ed amministrativo, ma il RAPPORTO QUOTIDIANO appartiene alla comunità, appunto per NON istituzionalizzare le fragilità; n Una Comunità cristiana in DIALOGO con il territorio può favorire la qualità e la solidità della rete sociale di supporto alla fragilità; n Per ribadire il concetto che Carità non è sinonimo di ASSISTENZA e non basta la buona volontà per farla BENE: può e deve essere elaborata e concretizzata anche tramite la formazione, la sensibilizzazione.

“L'amore del prossimo radicato nell'amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo

“L'amore del prossimo radicato nell'amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l'intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità”. (cfr. DCE, 20). “Dio è carità (Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza” (Caritas in Veritate). “Il concetto di bene integrale della persona, esige di stare dentro un’ampia scelta educativa che chiede alcune attenzioni particolari: l’attenzione a ordinare le cose, i beni rispetto al bene, che è la persona; l’attenzione al corpo offeso, tradito, umiliato, venduto, violato, abbandonato, …; l’attenzione a una cultura, che impasti l’unità del sapere, assuma l’alterità, rispetti le differenze, eviti ogni chiusura identitaria. Tutto questo impegna a mettere in atto alcuni percorsi educativi: la scelta pastorale delle relazioni, l’uso dei beni, i percorsi di incontro con i poveri; il ritorno alla partecipazione, la promozione dell’integrazione e dell’interculturalità; la proposta e la

Sapere, saper essere, saper fare, saper DIVENIRE

Sapere, saper essere, saper fare, saper DIVENIRE

COME SI PROGETTA LA FORMAZIONE: Ø Ø Ø Analisi dei bisogni; Definizione destinatari; Individuazione

COME SI PROGETTA LA FORMAZIONE: Ø Ø Ø Analisi dei bisogni; Definizione destinatari; Individuazione obiettivi; Azioni; Monitoraggio – resoconto – criticità miglioramenti; Eventuale replicabilità

Alla fine di un percorso formativo efficace, io devo necessariamente essere «diverso» da prima:

Alla fine di un percorso formativo efficace, io devo necessariamente essere «diverso» da prima: nelle conoscenze, nelle competenze, nella sensibilità, nella capacità…

CAPACITA’ DA SVILUPPARE NEL CONTATTO CON LE FRAGILITA’ E LA SOFFERENZA: - RELAZIONE -

CAPACITA’ DA SVILUPPARE NEL CONTATTO CON LE FRAGILITA’ E LA SOFFERENZA: - RELAZIONE - DISCREZIONE - FARSI PROSSIMO - ASCOLTO EMPATICO - MESSAGGERO DI SPERANZA…

Una grande sfida per la Chiesa (verso i malati): PASSARE DA UNA PASTORALE SOLO

Una grande sfida per la Chiesa (verso i malati): PASSARE DA UNA PASTORALE SOLO SACRAMENTALE AD UNA PASTORALE ANCHE DI EVANGELIZZAZIONE CHE PASSI NECESSARIAMENTE ATTRAVERSO LA CAPACITA’ DI ENTRARE IN RELAZIONE CON LA PERSONA FRAGILE, PER ESSERE SEGNO DI PRESENZA, SPERANZA, CONSOLAZIONE.

MALATTIA CRISI di COMUNICAZIONE Con sé n Con gli altri n Con il mondo

MALATTIA CRISI di COMUNICAZIONE Con sé n Con gli altri n Con il mondo n Con la Chiesa n CON DIO n

COMUNICARE: ENTRARE IN RAPPORTO CON UNA PERSONA “DIVERSA” DA ME

COMUNICARE: ENTRARE IN RAPPORTO CON UNA PERSONA “DIVERSA” DA ME

RELAZIONE D’AIUTO E’ ASCOLTARE

RELAZIONE D’AIUTO E’ ASCOLTARE

COMUNICARE PARLANDO…. Con i gesti…. Con il linguaggio… Con il tatto…. Con il corpo…

COMUNICARE PARLANDO…. Con i gesti…. Con il linguaggio… Con il tatto…. Con il corpo… Con la posizione… ASCOLTANDO… Con gli atteggiamenti….

LA VISITA CAMMINO DI CONDIVISIONE INCONTRO RELAZIONE D’AIUTO

LA VISITA CAMMINO DI CONDIVISIONE INCONTRO RELAZIONE D’AIUTO

RELAZIONE D’AIUTO Entrare in punta dei piedi nell’intimità altrui, sapendosi ritirare al momento giusto

RELAZIONE D’AIUTO Entrare in punta dei piedi nell’intimità altrui, sapendosi ritirare al momento giusto E’ UN INCONTRO UN DIALOGO IN CONTINUO DIVENIRE che necessita di essere continuamente riformulato

Difficoltà nella visita: Comunicazione/ascolto Ambiente fisico dei sentimenti. Presenza di altre persone IMBARAZZO TIMORE

Difficoltà nella visita: Comunicazione/ascolto Ambiente fisico dei sentimenti. Presenza di altre persone IMBARAZZO TIMORE PUDORE SENTIRSI OBBLIGATO A DIRE O A FARE

E’ MEGLIO EVITARE DI: Prendere “alla lettera” l’ammalato che dice: “Sono proprio alla fine”

E’ MEGLIO EVITARE DI: Prendere “alla lettera” l’ammalato che dice: “Sono proprio alla fine” Fare supposizioni sui rapporti tra malato e famigliari Parlare per primi della sua malattia, interessarsi poco dei suoi sentimenti, dirgli che ha”un buon aspetto” Parlare dei propri problemi Scusarsi per brevi visite perché “troppo affaccendati” Sostenere che non si deve aver paura Condannare il malato che, in collera, inveisce contro Dio Tenere piccoli “sermoni” Essere troppo curiosi Cambiare argomento se il malato parla della sua sofferenza Difendere per principio ospedale – medici- infermiere Rimproverare o sgridare il malato

Preoccuparsi dei silenzi e voler sempre suscitare un dialogo”di parole” Dare rassicurazioni premature Rivelare

Preoccuparsi dei silenzi e voler sempre suscitare un dialogo”di parole” Dare rassicurazioni premature Rivelare al malato che sappiamo “già” della sua malattia Parlare con due malati in contemporanea Esprimere giudizi Esprimere commenti personali, manifestare interessi, ricercare reciproche conoscenze Dirigere la conversazione secondo i nostri schemi Essere troppo presi dal nostro ruolo perdendo di vista il malato Rispondere a ciò che il malato dice piuttosto che ai sentimenti sottesi dalla sue parole PENSARE DI ESSERE UN “RISOLUTORE DI PROBLEMI”

Efficacia della Relazione di Aiuto Quando l’aiutato. . . • è riuscito a comunicare

Efficacia della Relazione di Aiuto Quando l’aiutato. . . • è riuscito a comunicare i propri vissuti • ha compreso i propri meccanismi interni • si analizza più realisticamente • è più attento ai propri bisogni, valori, ecc. • valuta le risorse proprie con più realismo • accetta la realtà con meno difficoltà • gode di maggiore autonomia personale • si comporta in modo più autentico • si relaziona in modo più adeguato • gestisce meglio i conflitti • accetta il passato e programma il futuro più serenamente • gode delle gioie ed affronta le sofferenze. . .

LA “VERA” VISITA Andare e ascoltare Il malato è soprattutto una persona che necessita

LA “VERA” VISITA Andare e ascoltare Il malato è soprattutto una persona che necessita di esprimere i propri sentimenti ad un altro essere umano. Ascoltatelo: vi dirà di cosa necessita. Signore, apri le nostre orecchie perché possiamo sentire il grido di coloro che hanno paura…

Ascolto ed Accompagnamento…. . n n n Mente libera da pregiudizi; Mente libera da

Ascolto ed Accompagnamento…. . n n n Mente libera da pregiudizi; Mente libera da paura; Atteggiamento cortese ma fermo: occorre trasmettere sicurezza, dare una immagine stabile ed autentica di se stessi; Non essere ambigui, ma coerenti: dare delle certezze perché il malato potrebbe facilmente essere sospettoso ed insicuro; Dare regole chiare: tempi certi e luoghi che non cambiano continuamente; Non dimenticare l’importanza di operare “in rete”; Ricordare che il compito del volontario non è quello del medico ma dell’”Amico” e confidente; Non “fidarsi” troppo della diagnosi: occorre avere la volontà di entrare in contatto con la persona non con il malato; Non creare mai grosse aspettative, che poi andrebbero deluse; Non affrontare argomenti “troppo diretti” perché non conosciamo il passato del malato; Non dobbiamo credere di riuscire nel recupero del malato: né dobbiamo essere delusi per lo scarso contraccambio o risultati raggiunti dovuti al nostro impegno;

LA SPIRITUALITA’ La spiritualità può essere definita come quel cammino di crescita dell’uomo interiore,

LA SPIRITUALITA’ La spiritualità può essere definita come quel cammino di crescita dell’uomo interiore, che, attraverso una serie di processi raggiunge la sua completa e definitiva identità. Dobbiamo stare attenti a non considerare “sinonimi” i termini religione e spiritualità poiché anche tanti non credenti rivendicano una loro dimensione spirituale

Quando si parla di spiritualità, c'è chi è portato a considerarla come sinonimo di

Quando si parla di spiritualità, c'è chi è portato a considerarla come sinonimo di appartenenza a una determinata religione. Per TRADIZIONE RELIGIOSA si intende quell'insieme di valori, pratiche, riti e manifestazioni che costituiscono il patrimonio di una storia di fede trasmessa tramite il canale comunitario. Tutte le religioni affrontano il tema della spiritualità, ma la spiritualità esiste nell'uomo indipendentemente dalla religione Un documento della Società italiana cure palliative del 2007 afferma: …Per dimensione spirituale non si intende solo l'aspetto religioso o confessionale, ma i più ampi ambiti di valori e convinzioni profonde che compongono la complessità della spiritualità umana. Le linee guida olandesi sulla spiritualità, pubblicate nel 2013, affermano: La spiritualità è quella dimensione dinamica della vita umana relativa al modo in cui le persone vivono le esperienze, esprimono e/o ricercano significati, proposte e trascendenza, e il modo in cui cercano di connettersi al momento, a se stessi, agli altri, alla natura, alle cose di significato e/o al sacro. 24

Il seguente decalogo propone indicatori di spiritualità: 1. Il rapporto con il divino Ognuno,

Il seguente decalogo propone indicatori di spiritualità: 1. Il rapporto con il divino Ognuno, a seconda della propria storia, elabora diverse immagini di Dio e del suo agire nel mondo. 2. Il rapporto con gli altri La spiritualità cresce dove c'è apertura e comunione con gli altri, dove si promuove l'accoglienza per la diversità, dove si alimentano buone amicizie che aiutano a sentirsi amati e ad amare. 3. Il rapporto con se stessi Per essere vivi e dinamici occorre volersi bene che significa accettarsi con le proprie luci e le proprie ombre, sapendo sorridere dinnanzi alle proprie inadeguatezze e alle incongruenze della vita. 4. Il rapporto con il creato Per molti il linguaggio spirituale più sentito è il contatto con la natura. 5. Apprezzare il trascendente nel quotidiano Il saper guardare e apprezzare ogni cosa, con gli occhi del bambino che scopre e del saggio che riflette, permette di fare tesoro 25 della preziosità del tempo e imparare

Per vivere consapevolmente la celebrazione e per passare dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia vissuta, è bene

Per vivere consapevolmente la celebrazione e per passare dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia vissuta, è bene tenere presenti alcuni elementi di spiritualità eucaristica, ricordando che L’Eucaristia è culmen et fons della vita spirituale in quanto tale, al di là delle molteplici vie della spiritualità. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

La Spiritualità eucaristica… San Tommaso afferma che «l‘Eucaristia è come «il coronamento» della vita

La Spiritualità eucaristica… San Tommaso afferma che «l‘Eucaristia è come «il coronamento» della vita spirituale e «il fine di tutti i sacramenti» . A partire da questa (ed altre) affermazioni possiamo dire con certezza che la vita cristiana è così incentrata nell’eucarestia al punto che si «potrebbe descrivere tutta la spiritualità a partire da essa» . Nell’eucarestia rendiamo grazie a Dio per averci salvati attraverso il sacrificio di Cristo, olocausto che si rinnova puntualmente sull’altare, assicurandoci la comunione con Dio e la vita

Cristo è presente nell’eucarestia, ma anche nei nostri fratelli e sorelle, in questa umanità

Cristo è presente nell’eucarestia, ma anche nei nostri fratelli e sorelle, in questa umanità sofferente, che ogni giorno chiede una parola, un gesto di misericordia, il riconoscimento della propria dignità spesso calpestata

La Spiritualità eucaristica… n n ascolto attento della Sacra Scrittura e sua conoscenza Contemplazione:

La Spiritualità eucaristica… n n ascolto attento della Sacra Scrittura e sua conoscenza Contemplazione: L’eucarestia si trasforma in una scuola di contemplazione. Cosa vuol dire contemplare? il contemplativo è colui che ha sviluppato una profonda «amicizia» con Cristo e, di conseguenza, può crescere a livello di vita spirituale. La nostra fede deve essere contemplativa, ma mai staccata dalla realtà quotidiana: è in essa che dobbiamo

La Spiritualità eucaristica… n n n Adorazione: atteggiamento interiore di amore, riconoscimento del Dio

La Spiritualità eucaristica… n n n Adorazione: atteggiamento interiore di amore, riconoscimento del Dio trascendente La Carità garantisce e purifica la nostra capacità umana di amare. La eleva alla perfezione soprannaturale dell’amore divino Unità dei Fedeli: sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto, che vivono accanto a noi

La Spiritualità eucaristica… n Preghiera: Ignazio di Loyola prima dell’orazione personale propone sempre di

La Spiritualità eucaristica… n Preghiera: Ignazio di Loyola prima dell’orazione personale propone sempre di “mettersi alla presenza del Signore”: cioè essere coscienti, con tutti i sensi, di avere con noi qualcuno che ci ascolta e ci guarda. Nella preghiera si tratta di “stare” con Gesù, lasciarsi «riscaldare» dal fuoco del suo amore per noi.

GRAZIE !!! Ivan Raimondi Vicedirettore Ufficio Pastorale Salute Torino 011. 56. 362 Salute. progetti@diocesi.

GRAZIE !!! Ivan Raimondi Vicedirettore Ufficio Pastorale Salute Torino 011. 56. 362 Salute. progetti@diocesi. torino. it