Capitolo 18 Limposta personale sul reddito Rosen Gayer

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Capitolo 18 L’imposta personale sul reddito Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright

Capitolo 18 L’imposta personale sul reddito Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche Una delle possibili modalità di classificazione delle entrate

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche Una delle possibili modalità di classificazione delle entrate considera la loro maggiore o minore vicinanza con i prezzi di mercato ed è stata proposta da Einaudi nel 1941. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche • I prezzi di mercato sono quanto l’amministrazione

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche • I prezzi di mercato sono quanto l’amministrazione pubblica ricava dalla vendita di beni e servizi prodotti dal settore pubblico secondo criteri di efficienza. • I prezzi quasi privati sono il corrispettivo delle vendite di beni e servizi prodotti dal settore pubblico perseguire un obiettivo politico o sociale. • Il prezzo pubblico si applica quando l’operatore pubblico è un monopolista che può discriminare il prezzo praticato ai diversi consumatori, ma deve fare in modo che i costi siano completamente coperti dai ricavi; quando i ricavi complessivi sono inferiori ai costi si parla di prezzo politico. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche • La tassa è il compenso corrisposto da

Criteri di classificazione delle entrate pubbliche • La tassa è il compenso corrisposto da chi domanda un bene o servizio il cui consumo va a beneficio sia del richiedente sia del resto della collettività, per effetto di esternalità positive; in questo caso il costo del bene o servizio offerto dal settore pubblico non è interamente coperto dai ricavi, perché il finanziamento di una parte dei costi con la fiscalità generale è giustificato dalla presenza di esternalità; sono un buon esempio di questo tipo di entrate le tasse scolastiche, che sono pagate solo da chi frequenta la scuola o l’Università, ma che non coprono i costi del servizio che, per la restante parte, è finanziato dallo Stato con l’obiettivo di diffonderne il consumo. • Le imposte sono un prelievo coattivo del settore pubblico la cui misura è stabilita con criteri politici. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Imposte dirette e imposte indirette Le imposte sono generalmente distinte in imposte dirette e

Imposte dirette e imposte indirette Le imposte sono generalmente distinte in imposte dirette e indirette, anche se la distinzione non è sempre univoca. Secondo un criterio puramente amministrativo, sono imposte dirette quelle che sono riscosse periodicamente mediante ruoli nominativi, mentre sono indirette quelle riscosse in occasione di determinati atti compiuti anche occasionalmente dal contribuente. Secondo la natura economica dell’imposta, sono dirette le imposte che non si trasferiscono e che colpiscono una manifestazione immediata della capacità contributiva (le imposte sul reddito o sul patrimonio), mentre sono indirette le imposte che si possono trasferire dai soggetti che sono tenuti a pagarle su altri soggetti e che colpiscono una manifestazione non immediata della capacità contributiva (come, per esempio, il consumo). Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Imposte reali e imposte personali Un altro criterio per distinguere le imposte è quello

Imposte reali e imposte personali Un altro criterio per distinguere le imposte è quello di considerare se l’imponibile è definito con riferimento alle caratteristiche del contribuente o meno: così sono imposte reali quelle che si riferiscono in modo esclusivo a un oggetto imponibile, mentre sono imposte personali quelle che colpiscono un oggetto imponibile non in quanto tale, ma riferendolo alla situazione personale del contribuente. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Principio del beneficio e principio della capacità contributiva Infine, i tributi si possono classificare

Principio del beneficio e principio della capacità contributiva Infine, i tributi si possono classificare a seconda del criterio utilizzato per la loro applicazione: il principio del beneficio e il principio della capacità contributiva. Se si applica il criterio del beneficio, il tributo deve essere correlato al consumo di un bene o servizio che assicura all’individuo un certo beneficio a cui dovrebbe essere commisurato il corrispettivo pagato. Se si fa riferimento alla capacità contributiva, il tributo deve essere commisurato a un qualche indicatore della situazione economica del contribuente. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le entrate tributarie del Bilancio dello Stato Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e

Le entrate tributarie del Bilancio dello Stato Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

L’imposta personale sul reddito italiana è un’imposta progressiva per scaglioni. I soggetti passivi dell’IRPEF

L’imposta personale sul reddito italiana è un’imposta progressiva per scaglioni. I soggetti passivi dell’IRPEF sono sia le persone fisiche residenti sia quelle non residenti, limitatamente al reddito conseguito nel territorio dello Stato. L’imposta dovuta si calcola sottraendo dal reddito complessivo le deduzioni e ottenendo così il reddito imponibile. Al reddito imponibile si applica la scala delle aliquote e il risultato è l’imposta lorda da cui si devono ancora sottrarre le detrazioni. L’importo così calcolato è detto imposta netta. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le possibili definizioni di reddito L’imposta personale sul reddito è un’imposta diretta che si

Le possibili definizioni di reddito L’imposta personale sul reddito è un’imposta diretta che si applica in base al principio della capacità contributiva. La definizione della capacità contributiva è un aspetto discusso dalla teoria economica e sul quale noi non ci soffermeremo. Ci limiteremo ad assumere che il reddito sia una buona approssimazione della capacità contributiva e ci concentreremo maggiormente sulla nozione di reddito. Quelle comunemente discusse come punto di riferimento per la normativa fiscale sono le seguenti: • reddito-prodotto; • reddito-entrata; • reddito-consumo. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Reddito-prodotto L’adozione della nozione di reddito-prodotto, teorizzata da De Viti De Marco (1934), implica

Reddito-prodotto L’adozione della nozione di reddito-prodotto, teorizzata da De Viti De Marco (1934), implica che si considerino come componenti della base imponibile tutte le remunerazioni derivanti dalla partecipazione a un’attività produttiva. Detto altrimenti, sono tassabili solo i redditi da capitale e da lavoro, mentre sono escluse donazioni e plusvalenze patrimoniali. L’esclusione delle plusvalenze patrimoniali è l’aspetto più discusso di questo approccio, per le sue rilevanti implicazioni distributive: si considerino due individui che hanno lo stesso reddito da lavoro, poniamo 1000 euro al mese, ma uno dei due alla fine dell’anno ricava plusvalenze sul suo patrimonio che ammontano a 10 000 euro. È giusto che i due siano tassati nella stessa misura, ovvero con la stessa aliquota? Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Reddito-entrata In alternativa è stata proposta la nozione di reddito-entrata nella prima metà degli

Reddito-entrata In alternativa è stata proposta la nozione di reddito-entrata nella prima metà degli anni ’ 20 da Haig e Simons. Costituisce reddito fiscalmente rilevante quanto un individuo può consumare senza ridurre il valore del patrimonio iniziale. Rispetto alla precedente, la differenza principale è l’inclusione delle plusvalenze patrimoniali nella base imponibile. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Reddito-entrata Ma quando tassare i guadagni in conto capitale: al momento della maturazione o

Reddito-entrata Ma quando tassare i guadagni in conto capitale: al momento della maturazione o della realizzazione? Da un punto di vista amministrativo è più semplice tassare i guadagni in conto capitale al momento della loro realizzazione. Ma, con un’imposta personale sul reddito progressiva, questo criterio può comportare un passaggio a scaglioni con aliquote più alte che probabilmente non si verificherebbe se il guadagno in conto capitale fosse tassato al momento della maturazione. Inoltre, l’adozione del criterio della tassazione alla maturazione comporta l’imposizione su importi che in valori nominali sono sicuramente superiori al valore reale del guadagno in conto capitale. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Reddito-consumo Una terza alternativa è stata teorizzata da Einaudi negli anni ’ 40 e

Reddito-consumo Una terza alternativa è stata teorizzata da Einaudi negli anni ’ 40 e poco dopo da Kaldor. Si tratta della nozione di reddito-consumo, secondo la quale la base imponibile tassabile dovrebbe coincidere con il consumo annuale del contribuente. Il consumo annuale del contribuente è dato dalla differenza tra tutte le entrate (reddito da lavoro, da capitale, donazioni ecc. . . ) e il risparmio. Rispetto alle definizioni precedenti le differenze sono due: adottando questo approccio non sono soggetti a tassazione i risparmi e le plusvalenze sono tassate solo nel momento in cui diventano strumento di finanziamento del consumo. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Reddito-consumo Il primo a sostenere l’idea di tassare il consumo e non il risparmio

Reddito-consumo Il primo a sostenere l’idea di tassare il consumo e non il risparmio è stato Thomas Hobbes, mentre a Stuart Mill si deve la cosiddetta tesi della doppia tassazione del risparmio. Difficilmente le imposte sul reddito hanno basi imponibili corrispondenti alla nozione di reddito-consumo, sia per le complessità amministrative che una tale imposta implica , sia perché la sua adozione lascia aperte diverse questioni sul suo impatto distributivo. Solo per citarne alcune, non tassando in alcun modo il risparmio si favoriscono le classi più abbienti che sono le sole nella condizione di scegliere se consumare o meno, ma è questo l’obiettivo che si persegue con le imposte progressive sul reddito? Inoltre, i consumi devono essere considerati tutti alla stessa stregua o sono da escludere quelli (come l’istruzione e la sanità) che creano esternalità positive? Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La base imponibile dell’IRPEF La definizione di reddito adottata per l’IRPEF è una mediazione

La base imponibile dell’IRPEF La definizione di reddito adottata per l’IRPEF è una mediazione tra il reddito-prodotto e il reddito-entrata, con alcuni elementi che tengono conto della spesa. In effetti, le plusvalenze sono solo in parte considerate imponibili e le componenti di risparmio di natura previdenziale sono escluse dall’imponibile. Il reddito complessivo è dato dalla somma delle seguenti categorie di entrate: i redditi fondiari comprendono i redditi dominicali, agrari e da fabbricati; i redditi da capitale sono costituiti dai proventi derivanti da rapporti aventi a oggetto l’impiego di capitale; i redditi da lavoro dipendente; i redditi da lavoro autonomo; i redditi d’impresa e i redditi diversi. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La base imponibile dell’IRPEF Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018

La base imponibile dell’IRPEF Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Aliquote, detrazioni e deduzioni L’IRPEF che è stata introdotta in Italia nel 1974 aveva

Aliquote, detrazioni e deduzioni L’IRPEF che è stata introdotta in Italia nel 1974 aveva 32 scaglioni e l’aliquota marginale massima pari all’ 82%. Nei vent’anni successivi scaglioni e aliquote sono stati ridotti, seguendo una tendenza comune ai Paesi industrializzati. Nel 1998, con la Riforma Visco, gli scaglioni sono stati portati a 5 e l’aliquota marginale massima era pari al 46%. Il disegno di riforma previsto dal Ministro Tremonti con la Legge 80/03, anche se solo parzialmente attuato nel corso della legislatura, ha ulteriormente ridotto gli scaglioni (4), stabilito l’aliquota marginale massima al 43% e realizzato parte della progressività dell’imposta con le deduzioni. Infine, la Legge 296/06 ha reintrodotto un’imposta personale sul reddito basata principalmente su più scaglioni, riportandoli a 5, e l’uso delle detrazioni dall’imposta per ottenere la progressività. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le aliquote dell’IRPEF in vigore Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright ©

Le aliquote dell’IRPEF in vigore Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le deduzioni in vigore Superato il sistema della no tax area della Riforma Tremonti,

Le deduzioni in vigore Superato il sistema della no tax area della Riforma Tremonti, con la legislazione vigente le principali voci deducibili sono le seguenti: • un importo pari al reddito dell’abitazione principale e delle sue pertinenze; • i contributi previdenziali e assistenziali versati per obbligo di legge; a questo proposito si osservi che il reddito da lavoro dipendente è imputato al netto dei contributi sociali, quindi questa deduzione ha il solo obiettivo di equiparare il trattamento del lavoro autonomo a quello dipendente; • le spese mediche per l’assistenza a portatori di handicap; gli assegni corrisposti al coniuge, quelli alimentari e le erogazioni liberali. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

Le principali detrazioni in vigore Le principali detrazioni previste nel nostro ordinamento sono: •

Le principali detrazioni in vigore Le principali detrazioni previste nel nostro ordinamento sono: • per carichi familiari: il coniuge a carico e i figli a carico hanno diritto a somme maggiorate se sono portatori di handicap, minori di tre anni e variano in relazione al numero dei figli; • per chi dichiara redditi da lavoro e da pensione; • per gli oneri personali al 19%. Insieme a quella per i familiari a carico, questa detrazione permette di personalizzare l’imposta sul reddito tenendo conto di alcune caratteristiche del contribuente che ne modificano la capacità contributiva. Nell’elenco sono comprese le spese mediche, i premi assicurativi, gli interessi passivi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale, le spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria; • sono infine previste altre detrazioni (per le spese per l’affitto, se il reddito complessivo è inferiore a una certa soglia; le spese legate alla mobilità del lavoratore dipendente e quelle per le ristrutturazioni edilizie). • A partire dal 2015 è stata introdotta una misura di riduzione della pressione fiscale destinata ai lavoratori dipendenti sotto forma di credito d’imposta. Si tratta di 960 euro annui destinati ai contribuenti che abbiano redditi complessivi non superiori a 24 600 euro. Tale importo si riduce progressivamente fino ad annullarsi a 26 600 euro. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? La progressività dell’imposta personale sul reddito

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? La progressività dell’imposta personale sul reddito pone un problema di non facile soluzione: tassare il reddito individuale o quello familiare? E inoltre: come integrare tassazione individuale e familiare? Per capire, si consideri la tavola che segue. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Le due alternative sono la tassazione

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Le due alternative sono la tassazione del reddito complessivo familiare e la tassazione separata del reddito di ciascun individuo. La principale giustificazione teorica della tassazione del reddito familiare risiede nel fatto che la capacità contributiva di un individuo non è determinata solo dal suo reddito, ma dalle risorse dell’intero nucleo familiare e dalla composizione di quest’ultimo. La scelta della tassazione individuale si basa, invece, sull’ipotesi che ciascuno può disporre del proprio reddito e che le scelte di ciascun individuo non influenzano quelle degli altri componenti della famiglia. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Soluzioni intermedie ai due estremi citati

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Soluzioni intermedie ai due estremi citati sono rappresentate dai metodi adottati nei sistemi tributari di vari Paesi che inseriscono qualche forma di “correzione” nel reddito familiare o in quello individuale per tener conto delle caratteristiche del nucleo. Il cumulo del reddito, detto splitting, adottato Germania, il quoziente familiare utilizzato in Francia, la doppia scala di aliquote per il single e per le coppie utilizzata negli Stati Uniti e le detrazioni d’imposta italiane sono solo alcuni esempi. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? In Italia il sistema di tassazione

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? In Italia il sistema di tassazione è individuale e le detrazioni per familiari a carico rappresentano lo strumento adottato per tener conto delle caratteristiche della famiglia di appartenenza del contribuente; in particolare, le detrazioni sono articolate in modo da considerare la numerosità del nucleo familiare e il numero di percettori di reddito. La detrazione per il coniuge a carico ha la finalità di evitare che a parità di reddito, data la progressività e la natura individuale dell’imposta, la famiglia monoreddito sia soggetta a un’aliquota media superiore a quelle a cui sono sottoposti due coniugi che pagano il tributo separatamente. Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? L’obiettivo di tassare con la stessa

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? L’obiettivo di tassare con la stessa aliquota un dato livello di reddito, indipendentemente dal fatto che sia stato percepito da uno o da due individui, si contrappone ad altre due necessità. 1. per non scoraggiare la partecipazione al lavoro di entrambi i coniugi, può essere opportuno non eliminare completamente il vantaggio garantito alla coppia bireddito da un regime di tassazione separata e progressiva…sempre che l’alternativa tra lavorare e non lavorare sia effettiva e non determinata dal mercato del lavoro; 2. si potrebbe voler mantenere il vantaggio per la coppia bireddito in considerazione del fatto che per questa fattispecie la gestione della vita familiare ha dei costi aggiuntivi rispetto al caso in cui il lavoratore sia uno solo (collaboratrici domestiche ecc. ). Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Anche sotto il profilo della numerosità

La scelta dell’unità impositiva: l’individuo o la famiglia? Anche sotto il profilo della numerosità del nucleo familiare non è facile individuare prescrizioni univoche per differenziare il trattamento fiscale di contribuenti appartenenti a nuclei familiari diversi per composizione. Da un lato, se il reddito pro capite è un valido indicatore del benessere individuale, a parità di reddito familiare i nuclei più numerosi dovrebbero essere tassati in misura minore, perché aliquote medie decrescenti sarebbero la garanzia che il sistema tributario non scoraggi la scelta di avere figli. Dall’altro, il reddito pro capite non tiene conto che all’aumentare del nucleo familiare la capacità contributiva non diminuisce in maniera proporzionale, essendo presenti economie di scala nel consumo di gran parte dei beni durevoli (abitazione, mezzi di trasporto ecc. ). Rosen, Gayer, Scienza delle finanze 5 e Copyright © 2018 Mc. Graw-Hill Education (Italy) srl