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Università degli studi di Napoli “Federico II” facoltà di Architettura corso di ANALISI DEI

Università degli studi di Napoli “Federico II” facoltà di Architettura corso di ANALISI DEI SISTEMI URBANI Prof. Arch. S. Visone aa 2004/05 tema: P. O. R. Campania allieva Coppola Valeria matr. 325/3509

L’analisi della situazione di partenza Considerazioni sull’economia della regione Il quadro delineato per rappresentare

L’analisi della situazione di partenza Considerazioni sull’economia della regione Il quadro delineato per rappresentare l’economia della regione permane per molti versi allarmante. I tassi di crescita del valore aggiunto complessivo nel corso dell’ultimo decennio ( lo 0, 95% per anno in termini reali) sono nettamente inferiori rispetto alla media nazionale ( 1, 65%) e sono più modesti che nello stesso Mezzogiorno ( 1, 11%). Ciò ha avuto effetti evidenti sull’andamento del PIL pro capite fra il 1988 ed il 1998, posta pari a 100 la media di questa variabile in Italia, il PIL per abitante in Campania è passato da 66, 8 a 61, 5 accusando quindi una contrazione sensibile rispetto alla media nazionale. La scarsa dinamica produttiva si è riflessa nelle condizioni del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione della regione è infatti ancora estremamente elevato ( quasi il 25% nel 1999) e si pone al di sopra della media dello stesso Mezzogiorno.

Le conseguenze n n n La gravissima flessione degli investimenti della regione: posto pari

Le conseguenze n n n La gravissima flessione degli investimenti della regione: posto pari a 100 il valore degli investimenti nel 1980, questo valore sale a 134, 8 nel 1991 per poi diminuire drammaticamente fino ad 89, 3 nel 1996 L’indebolimento dell’articolazione strutturale del sistema produttivo Densità industriale al di sotto della media nazionale ( 4, 03% contro l’ 8, 13%) Il declino del settore delle costruzioni in seguito alla fine dell’intervento straordinario per la ricostruzione ed alla stasi delle opere pubbliche L’incidenza abnorme del settore dei servizi pubblici nell’ambito della struttura produttiva regionale

n n n La performance negativa in termini di redditività del settore agricolo regionale,

n n n La performance negativa in termini di redditività del settore agricolo regionale, con un calo pari al 13% ( in controtendenza rispetto ai risultati produttivi delle altre agricolture del Mezzogiorno e di quella nazionale) La senilizzazione delle forze del lavoro in agricoltura: oltre il 41% degli agricoltori ha più di 65 anni ed un altro 13% è compreso nella fascia di età tra i 55 ed i 64 anni. In Campania questo fenomeno ha un’incidenza del 57%, a fronte del 51% a livello nazionale Il settore dell’allevamento, caratterizzato da una ridotta specializzazione dell’orientamento produttivo aziendale ed a situazioni di arretratezza tecnica ed organizzativa. La scarsa incidenza del fenomeno delle esportazioni; infatti, le esportazioni sul prodotto interno lordo sono pari al 9, 6%, contro il 21, 5% circa della media nazionale. Il sistema produttivo della Campania appare quindi ancora poco aperto agli scambi con l’estero. Le carenze infrastrutturali, che costituiscono probabilmente il maggiore ostacolo allo sviluppo della Regione; posta pari a 100 la media nazionale, l’indice di dotazione infrastrutturale della Campania è pari a 51, 2: dopo la Calabria, la Campania è quindi la regione italiana meno dotata sul piano infrastrutturale.

La necessità di garantire in Campania un’offerta adeguata ed accessibile di servizi reali è

La necessità di garantire in Campania un’offerta adeguata ed accessibile di servizi reali è testimoniata dall’intensità e dall’ampiezza della domanda dei servizi stessi, esercitata dalle imprese della regione. La rilevazione del Mediocredito Centrale evidenzia come: a) l’ 86, 6% delle PMI intervistate ha effettuato investimenti in servizi; b) Il 64, 6% ha effettuato investimenti in servizi informatici; c) Il 29, 9% ha speso in ricerca e sviluppo; d) Il 35, 9% ha avviato la procedura di certificazione ISO 9000. e) Una indagine avente ad oggetto il “confronto tra indici di dotazione infrastrutturale e grado do soddisfazione degli imprenditori circa la collocazione dell’azienda rispetto all’accesso di infrastrutture di rete e servizi” evidenzia come la Campania, fatto 100 l’indice di dotazione infrastrutturale nazionale, si attesti, in ordine ai servizi alle imprese, a 56, 5 punti.

Andamenti demografici e mercato del lavoro La Campania è una delle regioni italiane più

Andamenti demografici e mercato del lavoro La Campania è una delle regioni italiane più densamente popolate, sia per le caratteristiche morfologiche e di posizione dell’area, sia per l’addensamento di funzioni e fattori di attrazione di particolare rilievo. L’alta densità di popolazione si traduce in una formidabile pressione “dal lato della “domanda” sulle infrastrutture e sui servizi ( di mobilità, di approviggionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti, di servizi sociali e sanitari), che soprattutto in alcune aree e nodi del territorio regionale si traduce in congestionamento e degrado della qualità dell’offerta.

Situazione ambientale Il livello di conoscenza dello stato e della qualità delle risorse ambientali

Situazione ambientale Il livello di conoscenza dello stato e della qualità delle risorse ambientali e delle pressioni esercitate sull’ambiente è, in regione Campania, complessivamente deficitario per quantità e qualità dei dati. In particolare la rete di monitoraggio dell’aria è incompleta e i dati da essa forniti non permettono analisi significative, è inoltre inesistente il monitoraggio delle aree industriali. Inadeguato è anche il sistema di monitoraggio del ciclo integrato dell’acqua e del suolo. Per quanto attiene al sistema di gestione dei rifiuti il sistema informativo in corso di realizzazione risulta ancora incompleto e frammentario.

Aria La situazione più preoccupante si riscontra nella città di Napoli, dove, relativamente al

Aria La situazione più preoccupante si riscontra nella città di Napoli, dove, relativamente al Biossido di azoto, i rilevamenti del ’ 97 mostrano un numero di superamenti pari a 2032 (il limite di legge è di 175 superamenti per anno). L’Ozono, cinque valori superiori alla soglia di attenzione fissata a 180 mcg /mc.

Rifiuti In Campania sussiste, ad oggi, una sola metodologia di smaltimento: la discarica. Nel

Rifiuti In Campania sussiste, ad oggi, una sola metodologia di smaltimento: la discarica. Nel territorio regionale sono state censite 207 discariche necessitano di bonifiche. Il Piano Regionale per lo Smaltimento dei Rifiuti del ’ 97 prevede la realizzazione sul territorio regionale di 7 impianti per la produzione di CDR e 2 termovalorizzatori per lo smaltimento di rifiuti non riciclabili e si pone l’obiettivo di raccogliere in maniera differenziata il 30% dei rifiuti prodotti. Ad oggi non è in atto alcuna azione di prevenzione della produzione di rifiuti.

Aree protette La Campania con l’istituzione dei due Parchi Nazionali- Cilento e Vallo di

Aree protette La Campania con l’istituzione dei due Parchi Nazionali- Cilento e Vallo di Diano e Vesuvio- e delle 11 aree protette regionali, Parchi e Riserve Naturali, si pone tra le prime regioni d’Italia come superficie territoriale protetta. Il principale elemento di criticità della aree protette campane deriva dal fatto che esse sono definite solo sulla carta, mancano strumenti di gestione che consentano alle popolazioni locali di percepire i parchi come occasione di sviluppo economico e sociale attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali.

Nel territorio Acque e Coste campano le acque superficiali sono interessate a tre tipologie

Nel territorio Acque e Coste campano le acque superficiali sono interessate a tre tipologie di alterazioni: Denaturalizzazione dei corsi d’acqua, degli argini, delle aree golenali; Inquinamento dei corsi d’acqua; Alterazione delle caratteristiche idrogeologiche. Per quanto attiene al sistema fognario e depurativo il 72% della popolazione regionale è connesso ai sistemi depurativi. Nel complesso gli impianti esistenti ammontano a 229 unità, ma nessuno rispetta gli standard della Direttiva 91/271 CEE. L’inquinamento marino è imputabile alla cementificazione delle coste, al sistema di depurazione insufficiente ed all’inquinamento fluviale. I dati segnalano circa il 20% di costa non balneabile.

Suolo La Campania è ricca di fenomeni di dissesto idrogeologico. Ciò è determinato sia

Suolo La Campania è ricca di fenomeni di dissesto idrogeologico. Ciò è determinato sia dalla natura geologica dei terreni affioranti che dall’uso improprio del suolo. Tra le fenomenologie di dissesto più ricorrenti sono le frane e le alluvioni. La casistica relativa ai movimenti franosi individua 191 comuni interessati a tali fenomeni. Dall’esame dei fenomeni alluvionali emerge che la provincia di Salerno è quella più colpita (37% di località colpite) seguita da quella di Caserta (30%). La Campania è tra le aree a più alto rischio sismico dell’intero territorio nazionale; a ciò si aggiunge un rischio vulcanico consistente soprattutto nella Provincia di Napoli, determinato non solo dalla concentrazione di vulcani (la più alta in Italia) ma soprattutto dall’alta densità demografica ed insediativa delle aree a rischio.

L’ambiente urbano e i rischi industriali Il territorio regionale è storicamente caratterizzato da un

L’ambiente urbano e i rischi industriali Il territorio regionale è storicamente caratterizzato da un forte squilibrio nella distribuzione della popolazione, con una forte pressione insediativa concentrata sulla costa e soprattutto nell’area metropolitana di Napoli. Tale fenomeno ha ricadute, in termini soprattutto di inquinamento atmosferico e da rumore, sulla qualità della vita in ambito urbano, colpendo in modo particolare i settori sociali più deboli ed esposti. Un altro indicatore significativo della bassa qualità della vita, che caratterizza soprattutto l’area metropolitana di Napoli, è la limitata dotazione di spazi verdi, che nel centro storico di Napoli è di 0. 2 mq per abitante, di gran lunga inferiore a quello di qualsiasi altra città europea.

Situazione in termini di pari opportunità La distribuzione per sesso degli indicatori caratteristici del

Situazione in termini di pari opportunità La distribuzione per sesso degli indicatori caratteristici del mercato del lavoro conferma il sensibile ritardo che ancora contraddistingue l’inserimento delle donne nel sistema produttivo. Tanto i tassi di disoccupazione (20, 5% per i maschi e 33, 6% per le donne) che i tassi di attività (47, 8% per i maschi contro 23, 3% per le donne) indicano molto chiaramente la carenza di condizioni di pari opportunità e, di conseguenza, sono alla base di un’incidenza ancora elevatissima fra le donne della regione di comportamenti fondati sulla sfiducia e sulla mancata partecipazione all’offerta di lavoro.

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE CAMPANIA 2000 -2006 Il Programma Operativo Regionale (POR) della Campania traccia

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE CAMPANIA 2000 -2006 Il Programma Operativo Regionale (POR) della Campania traccia le linee strategiche per l’impiego dei fondi strutturali nel periodo 2000 - 2006. Prevede investimenti per un totale di 9. 216. 173. 364, 25 di euro, dei quali 6. 876. 107. 154, 47 di euro di parte pubblica ( il 50% a carico di Stato e Regione e l’altro 50% a carico dei fondi europei). La cifra di 6. 876. 107. 154, 47 di euro corrisponde al 25% circa dei complessivi fondi attribuiti alle regioni italiane dell’Obiettivo 1 per il periodo di programmazione 2000 -2006. A tali risorse vanno aggiunte quelle dei Programmi Operativi Nazionali per opere di particolare interesse regionale da concordare tra le autorità competenti e la Regione Campania, con investimenti per circa tre miliardi di euro di spesa pubblica sul territorio regionale. Le linee di intervento secondo le quali il P. O. R. sta trovando attuazione in Campania sono definite nel Complemento di Programmazione, il documento che specifica gli obiettivi e descrive dettagliatamente gli interventi da realizzare e che viene periodicamente adattato alle esigenze e situazioni che maturano nel corso del periodo di programmazione.

Il POR Campania si articola in sei assi prioritari d’intervento. Tali assi strategici sono

Il POR Campania si articola in sei assi prioritari d’intervento. Tali assi strategici sono a loro volta suddivisi in misure specifiche ne circoscrivono il raggio d’azione POR Campania Assi prioritari di intervento Investimenti previsti Asse 1 Risorse Naturali 2. 560. 593. 305, 68 Asse 2 Risorse Culturali 774. 168. 891, 73 Asse 3 Risorse Umane 1. 232. 782. 618, 12 Asse 4 Sviluppo Locale 2. 897. 839. 660, 79 Asse 5 Città 415. 747. 803, 76 Asse 6 Reti e Nodi di Sviluppo 1. 295. 790. 359, 81

LA STRATEGIA DI SVILUPPO Condizioni di elaborazione del programma Nella predisposizione del POR, la

LA STRATEGIA DI SVILUPPO Condizioni di elaborazione del programma Nella predisposizione del POR, la Regione ha condiviso pienamente gli orientamenti formulati per questa prima fase della programmazione dal MTBPE, in sintonia con i princìpi di: programmazione; concentrazione; integrazione; sussidiarietà e decentramento; partenariato; addizionalità; verificabilità dei risultati. E’ evidente che tale impostazione ha teso a valorizzare fortemente il ruolo degli “attori” dello sviluppo presenti nella nostra regione, il cui contributo di idee e iniziativa a livello locale, rafforza considerevolmente il processo di programmazione in corso, legando strettamente il programma alle esigenze di sviluppo del territorio. Il più ampio coinvolgimento di tutti gli attori locali dello sviluppo è stato ritenuto essenziale per garantire una più forte integrazione con le istanze che vengono dal territorio, e sarà assicurato in tutte le successive fasi della programmazione e dell’attuazione. Ciò comporterà non soltanto la definizione di procedure e modalità di partenariato chiare, condivise e trasparenti, ma anche l’esplicitazione degli oneri e delle responsabilità attuative ed operative collegate all’esercizio di questo ruolo.

Strategia di intervento ed obiettivi globali del programma “L’obiettivo generale del POR Campania viene

Strategia di intervento ed obiettivi globali del programma “L’obiettivo generale del POR Campania viene determinato nella crescita dell’occupazione, per donne ed uomini, da perseguirsi secondo una strategia di sviluppo sostenibile ed equo, di miglioramento della qualità della vita, di un armonico ed equilibrato sviluppo del territorio, accrescendo la competitività regionale nello scenario nazionale, europeo e mediterraneo. ”

Il perseguimento dell’obiettivo generale del POR si traduce e sostanzia nei seguenti target regionali

Il perseguimento dell’obiettivo generale del POR si traduce e sostanzia nei seguenti target regionali di sviluppo che riflettono e sintetizzano i risultati dell’azione strutturale che deve impegnare l’intero sistema delle variabili di rottura: 1) 2) 3) 4) 5) 6) l’abbattimento del tasso di disoccupazione; una crescita consistente del prodotto regionale; L’incremento della dotazione di infrastrutture; Rafforzamento della struttura produttiva regionale; Miglioramento della qualità dell’ambiente; Aumento sostanziale della partecipazione delle donne al mercato del lavoro regionale. Il POR della Campania pone inoltre al centro della propria strategia di sviluppo sostenibile la necessità di assicurare forte concentrazione agli interventi e di dare grande peso alla programmazione integrata, per territorio e per filiera, in modo da collocare una massa critica di risorse sulla creazione di discontinuità nell’economia del territorio, facendo leva sulle potenzialità di sviluppo emerse dall’analisi, dando piena espressione alla domanda di sviluppo delle collettività locali ed alla concentrazione socio-istituzionale.

A valle dell’obiettivo generale del POR vengono determinati sei obiettivi globali, dedicati alla valorizzazione

A valle dell’obiettivo generale del POR vengono determinati sei obiettivi globali, dedicati alla valorizzazione delle risorse naturali, culturali ed umane, alla promozione dello sviluppo locale, al rafforzamento delle funzioni e dei servizi urbani ed infine al miglioramento del sistema delle reti e dei nodi di servizio. Vengono quindividuati altrettanti strumenti di intervento, ovvero assi prioritari diretti a conseguire il soddisfacimento di quegli obiettivi. Il conseguimento degli obiettivi globali di ciascun asse contribuisce all’obiettivo generale del Programma. Il POR definisce quindi gli obiettivi specifici che contribuiscono a conseguire l’obiettivo globale di asse. ASSE I – RISORSE NATURALI: Creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo sostenibile, rimuovere le condizioni di emergenza ambientale e di inefficienza delle reti; assicurare l’uso efficiente e razionale e la fruibilità di risorse naturali, riservando particolare attenzione alla tutela delle coste; garantire il presidio del territorio, a partire da quello montano, anche attraverso le attività agricole; preservare le possibilità di sviluppo nel lungo periodo e accrescere la qualità della vita. ASSE II – RISORSE CULTURALI: Stabilire condizioni per nuove opportunità imprenditoriali nel settore della cultura e delle attività culturali; accrescere la qualità della vita dei cittadini, la fiducia e il benessere sociale; valorizzare, tutelare e rendere maggiormente fruibili le risorse culturali del Mezzogiorno.

ASSE III – RISORSE UMANE: Indurre nuove occasioni di sviluppo espandendo la dotazione, la

ASSE III – RISORSE UMANE: Indurre nuove occasioni di sviluppo espandendo la dotazione, la disponibilità e la qualità delle risorse umane. Far crescere il contenuto scientifico-tecnologico delle produzioni meridionali; rafforzare la rete dei centri di competenza del Mezzogiorno e valorizzare i collegamenti tra sottosistema scientifico ed imprenditoriale: ridurre i tassi di disoccupazione, accrescere la partecipazione al mercato del lavoro e l’emersione delle attività informali ( e quindi la loro produttività), valorizzare le risorse femminili, favorire i processi di recupero della fiducia e benessere sociale e ridurre la marginalità sociale. ASSE IV – SVILUPPO LOCALE: Creare le condizioni economiche per lo sviluppo imprenditoriale e la crescita produttiva; aumentare la competitività, la produttività, la coesione e la cooperazione sociale in aree concentrate del territorio, irrobustendo, anche attraverso l’innovazione tecnologica, le filiere produttive (specie in agricoltura e nello sviluppo rurale); promuovere la localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, ivi incluse quelle nel settore turistico, e l’emersione di imprese dall’area del sommerso; assicurare la sostenibilità ambientale dello sviluppo del sistema produttivo, anche utilizzando le migliori tecnologie disponibili e rispettando nel medio e lungo periodo la capacità di carico dell’ambiente.

ASSE V – CITTA’: Migliorare l’articolazione funzionale e la qualità del sistema urbano del

ASSE V – CITTA’: Migliorare l’articolazione funzionale e la qualità del sistema urbano del Mezzogiorno attraverso la definizione del ruolo delle città nel loro contesto regionale, e in particolare: creare condizioni economiche, amministrative e sociali adatte allo sviluppo imprenditoriale; aumentare la competitività e la produttività strutturale dei sistemi economici territoriali; favorire la localizzazione di nuove iniziative nelle aree urbane e metropolitane specie nei servizi alle persone e alle imprese; combattere la marginalità sociale e favorire i processi di recupero della fiducia sociale; riqualificare il contesto urbano, con particolare attenzione per gli aspetti ambientali. ASSE VI – RETI E NODI DI SERVIZIO: Migliorare e creare le condizioni di contesto (nei trasporti, nella SI, nella sicurezza) per lo sviluppo imprenditoriale e la localizzazione di nuove iniziative e per aumentare la competitività e la produttività dei sistemi economici territoriali, mediante interventi che assicurino la sostenibilità ambientale, promuovano la riduzione degli impatti (riequilibrio modale dei trasporti), rispettino la capacit di carico dell’ambiente e del territorio in generale e favoriscano i processi di recupero della fiducia sociale.

Misure Asse I - Risorse Naturali 1) Sistema Regionale di Monitoraggio Ambientale 2) Ciclo

Misure Asse I - Risorse Naturali 1) Sistema Regionale di Monitoraggio Ambientale 2) Ciclo Integrato delle Acque 3) Sistemazione Idraulico Forestale e Tutela delle Risorse Naturali 4) Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura 5) Miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio 6) Centro di documentazione controllo e monitoraggio per la conoscenza, la prevenzione e la gestione del rischio idrogeologico 7) Sistema Regionale di gestione e smaltimento dei rifiuti 8) Programmi di risanamento delle aree contaminate 9) Recupero, Valorizzazione e Promozione del Patrimonio Storico, Culturale, Archeologico, Naturale, Etnografico e dei Centri Storici delle Aree Protette e dei Parchi Regionali e Nazionali 10) Sostegno allo sviluppo di micro-imprenditorialità nel Parchi Regionali e Nazionali 11) Promozione di una forza lavoro competente e di nuova imprenditorialità a supporto della protezione e valorizzazione del territorio e dello sviluppo di attività produttive nelle aree protette 12) Sostegno alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e al miglioramento dell'affidabilità della distribuzione di energia elettrica a servizio delle aree produttive

Asse II - Risorse Culturali 1) Promozione e valorizzazione integrata del sistema dei Beni

Asse II - Risorse Culturali 1) Promozione e valorizzazione integrata del sistema dei Beni Culturali 2) Sostegno allo sviluppo di Imprese della filiera dei beni culturali 3) Sviluppo delle competenze, del potenziale umano e dell'imprenditorialità nel settore della cultura e del tempo libero Asse III - Risorse Umane 1) Organizzazione dei servizi per l'impiego 2) Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell'approccio preventivo 3) Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei mesi o dodici mesi 4) Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati 5) Adeguamento del sistema di formazione professionale e dell'istruzione 6) Prevenzione della dispersione scolastica e formativa 7) Formazione superiore e universitaria 8) Istruzione e formazione permanente 9) Sviluppo della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI 10) Adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione 11) Sviluppo e consolidamento dell'imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego 12) Sostegno all'imprenditorialità, al lavoro regolare e all'emersione delle attività non regolari 13) Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e dello Sviluppo Tecnologico 14) Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro 15) Adeguamento infrastrutturale dei centri per l'impiego 16) Promozione della ricerca e del trasferimento tecnologico nei settori connessi alla crescita ed allo sviluppo sostenibile del sistema Campania 17) Sostegno ai programmi di ricerca, di innovazione e di trasferimento tecnologico promossi dal tessuto imprenditoriale regionale

ASSE IV - Sistemi Locali di Sviluppo 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7)

ASSE IV - Sistemi Locali di Sviluppo 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) Funzionalizzazione, qualificazione e potenziamento della dotazione infrastrutturale dei sistemi di sviluppo Sostegno allo sviluppo produttivo del tessuto imprenditoriale regionale Promozione del sistema produttivo regionale Rafforzamento del potenziale umano finalizzato allo sviluppo locale Sostegno allo sviluppo ed alla riqualificazione dei sistemi turistici locali e alla realizzazione di itinerari turistici Infrastrutture e strutture complementari allo sviluppo dei sistemi turistici locali e degli itinerari turistici Promozione e Marketing turistico Ammodernamento strutturale delle aziende agricole Adeguamento strutturale e produttivo degli impianti di trasformazione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli Ricomposizione fondiaria Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale Interventi per il miglioramento dei villaggi rurali e per la protezione e la tutela del patrimonio rurale Interventi per favorire la diversificazione delle attività agricole e lo sviluppo di quelle affini allo scopo di implementare fonti alternative di reddito Incentivazione di attività turistiche ed artigianali Primo insediamento dei giovani agricoltori Formazione degli operatori agricoli e forestali Interventi nelle aziende silvicole a scopo produttivo Avviamento di servizi di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole Commercializzazione di prodotti di qualità Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell'agricoltura Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione Interventi a sostegno dell'acquacoltura, della maricoltura, della piccola pesca costiera e adeguamento delle strutture portuali Interventi di contesto ed a sostegno dell'adeguamento infrastrutturale del settore della pesca ASSE V - CITTA' 1) 2) 3) Programmi di recupero e sviluppo urbano Sostegno alla riqualificazione del tessuto imprenditoriale nell'ambito di programmi di recupero e sviluppo urbano Sostegno allo sviluppo di programmi integrati di cooperazione fra Enti locali territoriali: per la prevenzione dell'esclusione sociale e il miglioramento della qualità della vita attraverso la promozione e la riqualificazione di servizi sociali, di servizi di cura alla persona, di servizi di assistenza e la crescita dell'imprenditoria sociale; per la promozione dello sviluppo sociale

ASSE VI - RETI E NODI DI SERVIZIO 1) Sistema Regionale Integrato dei Trasporti

ASSE VI - RETI E NODI DI SERVIZIO 1) Sistema Regionale Integrato dei Trasporti 2) Sviluppo della Società dell'Informazione 3) Sostegno allo sviluppo della Società dell'Informazione nel tessuto produttivo 4) Promozione dello sviluppo della Società dell'Informazione attraverso il rafforzamento del potenziale umano, lo sviluppo dell'imprenditorialità e il miglioramento della competitività delle imprese. Promozione dell'Internazionalizzazione 5) Sviluppo dell'Internazionalizzazione e della cooperazione internazionale ASSE VII - ASSISTENZA TECNICA 1) Assistenza Tecnica

CONCLUSIONI In Campania permane un nodo fortemente critico: la non adeguata consapevolezza della classe

CONCLUSIONI In Campania permane un nodo fortemente critico: la non adeguata consapevolezza della classe politica e dirigente (soprattutto nell’ente Regione) ad avviare una decisa politica di governo e di programmazione con azioni di sistema, mirate a progettare il cambiamento con il coinvolgimento dei vari attori pubblici e privati (imprese – forze sociali – Università – enti di ricerca – centri di eccellenza). In tal senso, la nuova programmazione dei fondi comunitari con Agenda 2000 e l’attuazione del POR (con progetti e misure di attuazione mirate all’innovazione) può offrire un’occasione da non sprecare. Nello specifico, un primo passo (che di per sé non è sufficiente né risolutivo) è stato fatto con la costituzione del Forum regionale per le nuove tecnologie, con il coinvolgimento di competenze del mondo Accademico e della produzione. Ma non basta, bisogna andare ben oltre per dare concreta attuazione a strumenti fondamentali per supportare lo sviluppo e per rendere il nostro territorio "attrattivo" di nuovi investimenti : a partire da una struttura di promozione, una vera e propria Agenzia con visione globale dei problemi e poteri di tipo federale; la organizzazione del SIL (Sistema Informativo del Lavoro); la creazione di strutture ad hoc per consentire la diffusione della cultura dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, in primo luogo a sostegno delle piccole e medie imprese (nell’indotto di settori strategici, come quello aerospaziale, della telematica, della biomedicina e delle biotecnologie, della logistica e delle comunicazioni); incrementare e diffondere attraverso il sistema universitario (ormai presente in quasi tutte le province) programmi ed attività per l’alta formazione, con una politica di radicale rottura e ridisegno di tutta l’offerta formativa in Campania, che può basarsi sulla sperimentazione dell’apprendistato, dei centri territoriali per l’educazione degli adulti e per la formazione continua, sui progetti-pilota per la formazione integrata tecnico-superiore.

Rimangono aperti problemi di definizione delle regole per garantire diritti e condizioni di pari

Rimangono aperti problemi di definizione delle regole per garantire diritti e condizioni di pari opportunità. Infatti, di fronte ai teorici della competizione selvaggia in un mercato liberato da ogni vincolo, vanno combattuti rischi di esclusione sociale e di emarginazione che possono colpire i soggetti più deboli ed esposti, soprattutto nelle aree a ritardo di sviluppo. . A tal riguardo, occorre allargare le basi di accesso alla rete, rimuovendo gli ostacoli di carattere economico, ma ancor più quelli di natura culturale, con la promozione di una grande campagna di alfabetizzazione informatica, che coinvolga tutti i settori della nostra società: dalla pubblica amministrazione al mondo delle imprese, dalla scuola alle organizzazione complesse (come i partiti, i sindacati, le associazioni). Per tale obiettivo è fondamentale il ruolo della scuola, a partire da quella dell’obbligo, che è in via di riforma nei cicli e nei contenuti delle competenze e che (per dirla con un titolo felice di un programma di didattica multimediale promosso dalla IBM) richiede una vera e propria "reinventing education". Ma molto spetta anche alle istituzioni locali che, finalmente anche in Italia, stanno costruendo le "reti civiche", attraverso esperienze come quelle delle cosiddette "piazze telematiche", come luoghi di nuovi servizi centralizzati ai cittadini ed alle imprese ma anche di socializzazione e di opportunità (vedi l’esperienza di Bologna, Siena ed altre città) di accedere e poter far conoscenza (soprattutto da parte dei giovani e dei ceti meno abbienti) dei personal computer e della rete Internet.