tra le mura e nello Spirito viaggio in

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tra le mura e nello Spirito… viaggio in San Damiano

tra le mura e nello Spirito… viaggio in San Damiano

Qui Francesco all’inizio della sua vita è stato condotto mentre era nel dubbio, nella

Qui Francesco all’inizio della sua vita è stato condotto mentre era nel dubbio, nella confusione, nelle “tenebre del core” suo, qui Dio lo ha chiamato a riparare la Sua casa, qui è scappato nei momenti di paura, di persecuzione da parte della famiglia, qui ha lasciato in custodia il cuore del carisma, qui è tornato alla fine della vita, segnato nel corpo dall’Amato, per cantare l’inno a Colui che tutto crea, dona e abita. Qui Chiara viene condotta da Francesco nella sua ricerca e vi trova casa. Qui Chiara ha vissuto 42 anni di cui 28 inferma. Qui Chiara e le sue sorelle nello scorrere dei giorni vivono l’ incontro con Gesù. Qui custodiscono il germe del carisma, il volto da cui tutto è partito. Qui ogni giorno come vergini poverelle , abbracciano Cristo povero. Qui vivono il privilegio di non avere nulla di proprio. Qui ogni giorno vivono quella santa unità che le fa piccolo gregge voluto dal Padre delle misericordie. Qui Chiara si prende cura dell’umanità sofferenza e protegge ogni fratello.

edifici (chiesa e ospizio) preesistenti dal sec VIII-IX riparati da Francesco nel 1205 e

edifici (chiesa e ospizio) preesistenti dal sec VIII-IX riparati da Francesco nel 1205 e poi adattati a monastero per Chiara locali del monastero di Santa Chiara e delle sue sorelle (1211 -1257) zona più recente

piccolo percorso negli studi sulla storia della struttura di San Damiano

piccolo percorso negli studi sulla storia della struttura di San Damiano

Nel 1882 nel suo testo “Storia della Chiesa e del Chiostro di san Daminao”

Nel 1882 nel suo testo “Storia della Chiesa e del Chiostro di san Daminao” A. Cristofani, nel tentativo di definire l’identità dei restauri di Francesco, per primo pone in luce le anomalie presenti nella chiesa e in particolare la differenza dei livelli pavimentali fra presbiterio e navata. In base all’analisi di vari elemento lo studioso intuì l’anteriorità del blocco presbiterio-abside rispetto alla navata, “opera di qualche secolo posteriore” attribuendo a Francesco solo interventi di restauro non sostanziale.

Un altro importante studio fu quello di p. Bracaloni del 1926 (Storia di San

Un altro importante studio fu quello di p. Bracaloni del 1926 (Storia di San Damiano in Assisi). Ribadisce le intuizioni di Cristofani, ma non concorda sulla datazione degli interventi. Egli ritiene che l’ampliamento della chiesa nella navata e la costruzione dell’ambiente adibito poi a dormitorio, siano da attribuire ad un momento anteriore ai restauri di Francesco. Ma questa ipotesi non ha solide basi che la confermino.

Ipotesi secondo p. Maurizio Bigaroni …È mio convincimento anzitutto che l'intervento di Francesco a

Ipotesi secondo p. Maurizio Bigaroni …È mio convincimento anzitutto che l'intervento di Francesco a S. Damiano fu duplice, o meglio, avvenne in due tempi. Un primo restauro il santo lo curò subito dopo aver udito dal Crocifisso le parole: « Va', Francesco, ripara la mia casa » . Esso però non poté che limitarsi ad un semplice riadattamento piuttosto sommario e d'urgenza. Non aveva allora né il denaro, né ancora la fiducia dei cittadini per fare di più. Di modesta portata sarà stato anche l'intervento alla Porziuncola e a S. Pietro.

… Più tardi però Francesco tornò ad operare a S. Damiano: quando nel 1211/12

… Più tardi però Francesco tornò ad operare a S. Damiano: quando nel 1211/12 si trovò a dover provvedere a Chiara e Agnese. Allora l'intervento fu radicale; si trattò di adattare lo stabile e renderlo idoneo ad una comunità femminile per la quale non sarebbero bastate capanne di stuoie o di rami d'albero imbottiti di felci, come per i frati della Porziuncola. Fu allora che egli chiese aiuto ai cittadini che ormai avevano cambiato opinione su di lui e i suoi compagni. È in questo contesto che vanno ricercati gli interventi di Francesco a S. Damiano. San Damiano in una stampa prima del 1728

“Venite ed aiutatemi in quest’opera del monastero di San Damiano, perché tra poco verranno

“Venite ed aiutatemi in quest’opera del monastero di San Damiano, perché tra poco verranno ad abitarlo delle donne, e per la fama e santità della loro vita si renderà gloria al Padre nostro celeste in tutta la sua santa Chiesa» . (Tests. C 2827)

Dalla sua ipotesi scaturisce che S. Damiano in origine fu una chiesa articolata secondo

Dalla sua ipotesi scaturisce che S. Damiano in origine fu una chiesa articolata secondo il solito modulo romanico: presbiterio, cripta, navata. Questa la chiesa che Francesco trovò, su questa struttura intervenne quando volle ricavarne un monastero. Articolata com'era non rispondeva agli scopi a cui doveva servire. Gli occorreva un coro chiuso, non un presbiterio, d'altronde troppo piccolo allo scopo. La chiesa per semplicità doveva essere del tipo delle più povere cappelle rurali sparse ovunque nei dintorni di Assisi (Porziuncola): un unico vano absidato senza altre divisioni o distinzioni. Modulo questo già adottato nei monasteri femminili delle campagne (S. Paolo delle Abbadesse, S. Croce dei Galli, S. Donato di Flebulle, ecc)

Se il limite del vecchio santuario è da porre tra l'abside e il presbiterio

Se il limite del vecchio santuario è da porre tra l'abside e il presbiterio della chiesa attuale, allora il grande arco sopra l'altare maggiore rappresenta ciò che resta dell'antica facciata. Altri indizi fanno credere che ai tempi di Francesco esistessero ancora i resti di un antico porticato, o meglio nartece o pronao, nella zona occupata attualmente dalla navata e dalle cappelle di san Girolamo e del Crocifisso. Di questa appendice, assai comune nelle chiese dei primi secoli cristiani, possono testimoniare: una specie di porticato rappresentato nell'affresco presso la finestra del danaro;

Gli elementi emersi nelle ultime indagini archeologiche , portano ad esludere l’esistenza di una

Gli elementi emersi nelle ultime indagini archeologiche , portano ad esludere l’esistenza di una cripta nella chiesa di età romanica, poiché la pavimentazione di tale periodo è stata rinvenuta praticamente intatta e non prevede ne la scala, che doveva ricondurre al presbiterio rialzato, ne gli accessi laterali alla cripta.

Ultimo importante studio è quello di Angiola Maria Romanini che individua tre fasi costruttive

Ultimo importante studio è quello di Angiola Maria Romanini che individua tre fasi costruttive fondamentali. Individua con la navata attuale la chiesa attestata dalle fonti documentarie nella prima metà del XI secolo. Qui intervenne Francesco nel 1207 quando realizza la volta e nel 1212 dopo l’arrivo delle prime sorelle, costruendo il dormitorio giunto fino a noi nella sua dimensione originaria. Nella prima metà del XIII viene realizzato il presbiterio absidato e il sovrastante Oratorio di S. Chiara. La studiosa però auspicava una nuova campagna di studi archeologici per la ricostruzione della storia di San Damiano. Nel 2005 è uscito uno studio “indagini archeologiche nella Chiesa di san Damiano in Assisi” , che raccoglie il lavoro compiuto sia negli scavi a partire dal 1989 fino agli ultimi interventi post-terremoto del 1997. Angiola Maria Romanini (1926 - 2002)

Sulla base dei dati emersi dalle indagini archeologiche ciò che trovò Francesco fu un

Sulla base dei dati emersi dalle indagini archeologiche ciò che trovò Francesco fu un piccola chiesa a navata unica, con abside ad est, larga m 4. 75. La lunghezza dell’edificio vede varie ipotesi una delle quali la fisserebbe a m 10. 20. Questa ipotesi trova un confronto interessante e significativo nella chiesetta della Porziuncola, la quale si presenta quasi identica nelle dimensioni e nelle proporzioni oltre che essere in un contesto topografico analogo. Colpisce l’importanza che questi due luoghi hanno avuto nella storia di Francesco e del movimento francescano.

L’area oggi occupata dal complesso conventuale di San Damiano era già sicuramente frequentata in

L’area oggi occupata dal complesso conventuale di San Damiano era già sicuramente frequentata in epoca romana e dai dati disponibili sembra che sia stato anche un edificio di una certa importanza che si adattava anche alla morfologia della collina. All’interno della chiesa è stata trovata una stele funeraria inglobata nelle murature nei lavori successivi. Questo elemento testimonia un area con destinazione funeraria.

Tutta l’area prima della fase altomedioevale, è stata colpita da un evento distruttivo di

Tutta l’area prima della fase altomedioevale, è stata colpita da un evento distruttivo di notevole violenza con uno sconvolgimento anche degli strati geologici: o un forte terremoto o lo smottamento del versante meridionale della collina su cui sorge il complesso di San Damiano.

La storica finestra si trova sulla parete destra della navata, accanto alla porta della

La storica finestra si trova sulla parete destra della navata, accanto alla porta della chiesa, e consiste in un'apertura quasi quadrata inserita nello spessore del muro, di metri 0. 62 x 0. 65, ed altezza dal terreno di metri 1. 70. La sua remota origine è attestata dai primi biografi di Francesco (Tommaso da Celano e Tres Socii), che ricordano come essa rispondeva nell'interno della casa dove abitava il sacerdote custode del santuario, prima che Francesco iniziasse la sua opera di restauro; Si può pensare che rimaneggiando questo diruto porticato, Francesco abbia restaurato e ingrandito la chiesa di San Damiano, che nella sua parte anteriore risulta alquanto disarmonica. Solo dopo vi edificò sopra il camerone che servì come dormitorio delle sorelle povere.

Sotto la finestra si leggono queste parole: In hanc fenestram iniecit divus Franciscus crumenam

Sotto la finestra si leggono queste parole: In hanc fenestram iniecit divus Franciscus crumenam nummis in huius templi reparationem. La decorazione che la circonda è un avanzo di affresco della scuola di Giotto e rappresenta il fatto storico che deve essersi svolto qui dinanzi. Vi si scorge Bernardone, in atto ostile, e Francesco che fa il gesto di buttare nel vano della finestra la borsa di danaro, mentre il prete attonito assiste alla scena. La città d'Assisi si vede o s'indovina al di sopra delle tre figure storiche; ed è da notare una porta, che doveva essere in quel tempo in corrispondenza con la strada di San Damiano. Si crede che sia la più antica pittura, in cui si veda rappresentata la città di Assisi.

Appena a sinistra di chi guarda, è l'altra pittura rappresentante Francesco inginocchiato davanti al

Appena a sinistra di chi guarda, è l'altra pittura rappresentante Francesco inginocchiato davanti al Crocifisso.

Per quanto riguarda i secoli dell’Altomedioevo le unice testimonianze archeologiche parlano di un uso

Per quanto riguarda i secoli dell’Altomedioevo le unice testimonianze archeologiche parlano di un uso funerario soprattutto nella zona dell’attuale presbiterio. All’età romanica risale la prima attestazione documentaria riferita alla chiesa di S. Damiano. Si tratta dello istrumento di manomissione di Petruzzuolo di Marzuolo, datato all’anno 1030 in cui si nomina anche il “presbyter Runtum”. E’ importante notare che la presenza di un presbitero possa indicare la funzione di cura d’anime svolta dalla chiesa in questo momento. P. Bracaloni propone la datazione dell’affresco nel catino absidale proprio in questo periodo, sia per gli elementi stilistici sia perché accanto alla Vergine con il Bambino vi sono i santi Rufini, patrono di Assisi, e Damino martire e non Francesco e Chiara, come sarebbe stato logico aspettarsi se fosse stato eseguito dopo la loro morte. Inoltre l’affresco presuppone una visione completa del catino absidale e sembra quindi precedere anche la collocazione del grande crocifisso ligneo legato alla storia di Francesco, che viene datato alla metà circa del secolo XII.

il restauro di Francesco

il restauro di Francesco

La presenza di Francesco a San Damiano inizia con l'anno 1205 e termina il

La presenza di Francesco a San Damiano inizia con l'anno 1205 e termina il 4 ottobre 1226. *Verso il 1205, o anche prima, Francesco scende a San Damiano spesse volte, mentre si reca a Foligno per il commercio delle stoffe. Sulla fine del 1205, o agli inizi del 1206, il Crocifisso lo invita a riparare la chiesa. Francesco vi rimane nascosto un mese intero. *Nel 1206, dopo il processo fattogli dal padre, vi ritorna per riparare la chiesa. Intanto matura la sua vocazione nella preghiera, povertà, penitenza e nel chiedere l'elemosina. Il lavoro si protrae anche nell'anno 1207. *Nella primavera del 1211 - o 1212 secondo altri - Francesco conduce Chiara e Agnese a San Damiano. Il santo vi ritornerà più volte all'anno, specialmente agli inizi della vita di Chiara per la formazione delle due sorelle. *Nel 1225 - fine inverno - ritorna ancora una volta e vi rimane cinquanta giorni perché gravemente malato e vi compone il Cantico di frate Sole. *Il 4 ottobre 1226 vi è ricondotto per l'ultima volta, già morto, con il corteo funebre che riporta il suo corpo stimmatizzato in città. (p. Boccali, Dizionario Francescano)

Mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, fu ispirato a entrarvi. Andatoci prese

Mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, fu ispirato a entrarvi. Andatoci prese a fare orazione fervidamente davanti all’immagine del Crocifisso, che gli parlò con commovente bontà: «Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela» . Tremante e stupefatto, il giovane rispose: «Lo farò volentieri, Signore» . Egli aveva però frainteso: pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina. Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell’anima ch’era stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio. (3 Comp. 1411)

Della struttura muraria non è semplice indicare cosa sia opera di Francesco anche a

Della struttura muraria non è semplice indicare cosa sia opera di Francesco anche a causa dei lavori successivi. All’interno della chiesa sicuramente operò dei lavori di sistemazione (negli anni 1202. 1207) del presbiterio, del pavimento e degli arredi liturgici. Sono stati ritrovate le basi di una base per un muretto divisorio o una transenna e di una struttura quadrangolare che poteva essere, vista la posizione, l’ambone. Tutto era stato realizzato con materiali recuperati e con semplice argilla che stesa in uno strato di spessore variabile, costituisce il nuovo pavimento della chiesa e dell’intonaco grigio sulle pareti.

E’ i mportante notare che nonostante la semplicità delle tecniche e la povertà dei

E’ i mportante notare che nonostante la semplicità delle tecniche e la povertà dei materiali i lavori sono stati fatti con estrema cura tanto da armonizzarsi con la struttura già esistente. Un aggancio cronologico fondamentale per la datazione di questi interventi è stato il ritrovamento in una buca scavata apposta sotto il pavimento, del “tesoretto”. Nove monete in lega d’argento poste in una fossa intenzionalmente scavata nella zona dell’ambone. Le monete sono state datate fra il 1181 e il 1200 ed è significativo che siano simili a quelle rinvenute nel sarcofago contenete il corpo di Francesco. 246: buca del tesoretto

Il significato di questo “gruzzolo” sepolto può essere un “ex voto” e ciò lo

Il significato di questo “gruzzolo” sepolto può essere un “ex voto” e ciò lo porta a pensarlo anche il suo stesso valore. Dagli statuti del Comune di Pistoia risulta come negli anni 1140 -1180, da 7 a 12 denari lucchesi, come quelli ritrovati, costituissero il salario giornaliero di un operaio. I 9 esemplari di san Damiano potrebbero rappresentare la mercede per una giornata di lavoro: una cifra simbolica adatta ad un ex-voto al quale un “lavoratore” avesse voluto affidare il ricordo della natura spirituale dell’opera appena compiuta, se poi pensiamo che il lavoratore era Francesco e a chi obbediva con questa sua opera, e consideriamo anche il fatto che il rito fortemente religioso della deposizione di monete nella costruzione di un edificio sacro rimane fino al XV secolo, questa ipotesi può trovare vari sostegni.