Losservazione nei contesti educativi osservazione come acquisizione di

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L’osservazione nei contesti educativi • osservazione come acquisizione di conoscenze su un fenomeno specifico,

L’osservazione nei contesti educativi • osservazione come acquisizione di conoscenze su un fenomeno specifico, quindi nel campo educativo per: – avere informazioni sul livello di sviluppo del bambino per organizzare attività – valutare i risultati degli interventi realizzati – analizzare le risorse dell’ambiente per poterle modificare, usare al meglio – valutare il proprio modo di porsi nei confronti degli allievi e/o i colleghi Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 35

L’osservazione nei contesti educativi • nei contesti educativi è possibile riferire le osservazioni a

L’osservazione nei contesti educativi • nei contesti educativi è possibile riferire le osservazioni a diversi soggetti e processi: – il bambino, – l’insegnante, – la classe; – interazione educatore e bambino, – interazione fra pari, – interazioni fra colleghi. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 35

L’osservazione nei contesti educativi • L’osservazione rivolta ai primi si propone di analizzare le

L’osservazione nei contesti educativi • L’osservazione rivolta ai primi si propone di analizzare le caratteristiche principali dei soggetti che concorrono a influenzare il processo educativo e i risultati finali; • quella rivolta ai secondi fanno riferimento alle interazioni che intervengono nel contesto educativo fra gli attori coinvolti.

 • Quando l’osservazione si rivolge al bambino, le caratteristiche osservabili sono molteplici e

• Quando l’osservazione si rivolge al bambino, le caratteristiche osservabili sono molteplici e dipendono dalle finalità conoscitive che l’educatore si pone; raccogliere informazioni – – – sulla personalità del bambino, sui suoi atteggiamenti, sulle sue aspettative, sulle sue competenze, sul suo sviluppo. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 35, 36 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

 • ad esempio, se l’educatore non conosce il bambino, può essere interessato a

• ad esempio, se l’educatore non conosce il bambino, può essere interessato a conoscere: – modalità tipiche di adattamento al contesto del gruppo, – le reazioni tipiche alle situazioni di disagio. Raccogliere, cioè, informazioni per tentare di conoscere l’approccio del bambino alle situazioni che si verificano nel gruppo. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

ancora, • nella fase che precede la progettazione, l’educatore può essere interessato a conoscere

ancora, • nella fase che precede la progettazione, l’educatore può essere interessato a conoscere le competenze del bambino in una certa area di sviluppo, qualora sia interessato a sviluppare delle attività per potenziarle e accrescerle in quella area o che presuppongono il loro possesso; • dopo la realizzazione dell’attività prevista, l’educatore può essere interessato ad osservare gli eventuali risultati raggiunti da parte del bambino. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

esempio 1: si vuole conoscere il livello linguistico dei bambini in un gruppo, per:

esempio 1: si vuole conoscere il livello linguistico dei bambini in un gruppo, per: • • proporre loro delle attività che presuppongono livelli specifici di competenza linguistica, e/o per adottare una modalità di comunicazione verbale al livello di sviluppo raggiunto dai bambini; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

allora: l’insegnante può proporre ai bambini di raccontare un evento piacevole a loro accaduto

allora: l’insegnante può proporre ai bambini di raccontare un evento piacevole a loro accaduto e che ricordano e utilizzare la registrazione per valutare la ricchezza del vocabolario usato, la complessità della struttura delle frasi, la correttezza delle produzioni. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36, 37 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

esempio 2: osservazione che l’insegnante può condurre il primo giorno di inserimento del bambino

esempio 2: osservazione che l’insegnante può condurre il primo giorno di inserimento del bambino al nido; le informazioni rilevate sono di fondamentale importanza perché permettono di conoscere: – le modalità tipiche di interazione e di comunicazione del bambino con il proprio genitore, – le sue reazioni tipiche a situazioni di disagio (il fatto di trovarsi in un contesto sconosciuto e/o essere separato dalla madre), – le strategie tipiche di autoconsolazione adottate. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 37 Il bambino L’osservazione nei contesti educativi

quando l’osservazione si rivolge all’educatore si può indirizzare l’osservazione verso gli aspetti della sua

quando l’osservazione si rivolge all’educatore si può indirizzare l’osservazione verso gli aspetti della sua professionalità: – quanto sia sensibile ai segnali inviati dai bambini, – se sia più sensibile a particolari segnali o specifiche modalità di comunicazione, – se sia capace di rispettare il piano di lavoro programmato, – se le modalità comunicative siano adeguate al livello di sviluppo raggiunto dai bambini. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 37 L’educatore L’osservazione nei contesti educativi

le caratteristiche dell’educatore sono condizionate da: • esperienze di formazione precedenti, • esperienze sul

le caratteristiche dell’educatore sono condizionate da: • esperienze di formazione precedenti, • esperienze sul campo, • proprie teorie di riferimento, • teorie implicite sull’infanzia e sullo sviluppo. Queste caratteristiche sono rilevabili non da osservazione diretta, ma da autodescrizioni fornite dagli insegnanti. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36 L’educatore L’osservazione nei contesti educativi

 • quando l’osservazione è diretta al contesto classe verranno analizzati: – gli aspetti

• quando l’osservazione è diretta al contesto classe verranno analizzati: – gli aspetti di organizzazione degli spazi, degli orari, degli arredi, – la ricchezza dei materiali e dei sussidi didattici disponibili; sono variabili che concorrono a facilitare o ostacolare il processo di insegnamentoapprendimento. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 37 La classe L’osservazione nei contesti educativi

L’osservazione nei contesti educativi • Per valutare il contesto classe si può utilizzare la

L’osservazione nei contesti educativi • Per valutare il contesto classe si può utilizzare la scala SVANI (Scala di VAlutazione dell’asilo NIdo), adattamento di due modelli: – Early childhood environment rating scale (ECERS) – Family day care rating scale (FDCRS) Ideate da Harms e Clifford La scala SVANI è stata tradotta in italiano e rivista da Monica Ferrari e Paola Livraghi. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 38

La classe L’osservazione nei contesti educativi • SVANI è composta da 35 voci (37

La classe L’osservazione nei contesti educativi • SVANI è composta da 35 voci (37 nella vers. Italiana) e valuta la qualità dei servizi educativi per bambini fino a tre anni, in una particolare sezione del nido; indaga su sette aree: – – – – arredi e materiali a disposizione dei bambini (1 -5), routine (6 -14), ascoltare e parlare (15 -16), attività di apprendimento (17 -24), interazione (25 -29; 28, 29 aggiunti nella vers. Italiana), organizzazione delle attività quotidiane (30 -33), bisogni degli adulti (34 -37). Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 38

 • area arredi e materiali (1 -5); l’osservazione prende in esame arredi e

• area arredi e materiali (1 -5); l’osservazione prende in esame arredi e materiali: – necessari per la cura nei momenti di routine (pranzo, sonno, cambio, . . ), – a disposizione nelle attività di apprendimento, nei momenti di relax, gioco libero; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 38 La classe L’osservazione nei contesti educativi

 • routine (6 -14); l’osservazione prende in esame i modi in cui sono

• routine (6 -14); l’osservazione prende in esame i modi in cui sono organizzati tutti i momenti di routine: – – – – – benvenuto e commiato pasti e merende riposo cambi - educazione alla pulizia e ordine personale dei bambini abitudini igieniche norme igieniche gestione della sicurezza norme di sicurezza Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 36 La classe L’osservazione nei contesti educativi

Harmas T. , Cryer D. , Clifford R. M. , Scala per la valutazione

Harmas T. , Cryer D. , Clifford R. M. , Scala per la valutazione dell’asilo Nido, Franco Angeli, Milano, ed. Ital. Ferrari M. , Livraghi P. , pag. 47

 • ascoltare e parlare (15 -16); l’osservazione prende in esame le stimolazioni di

• ascoltare e parlare (15 -16); l’osservazione prende in esame le stimolazioni di tipo verbale che il contesto è in grado di offrire (uso del linguaggio da parte degli educatori, del personale, numero dei ‘libri’ messi a disposizione di ogni bambino, ecc); Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 La classe L’osservazione nei contesti educativi

 • attività di apprendimento (17 -24); “osservazione sulla disponibilità di materiale adatto all’età

• attività di apprendimento (17 -24); “osservazione sulla disponibilità di materiale adatto all’età dei bambini, utile a stimolare lo sviluppo del piccolo attraverso attività motorie e artistiche o attraverso giochi di costruzione e di finzione o attività in giardino”; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 La classe L’osservazione nei contesti educativi

 • interazione (25 -29); osservazione verifica se l’organizzazione degli spazi e dei tempi

• interazione (25 -29); osservazione verifica se l’organizzazione degli spazi e dei tempi favorisce gli scambi fra bambini e adulti; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 La classe L’osservazione nei contesti educativi

 • organizzazione delle attività quotidiane (30 -33); osservazione dell’orario che regola le attività

• organizzazione delle attività quotidiane (30 -33); osservazione dell’orario che regola le attività di routine, di gioco, guidate per verificare la congruenza fra le scelte degli educatori e i bisogni dei bambini; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 La classe L’osservazione nei contesti educativi

 • bisogni degli adulti (34 -37); osservazione sulla disponibilità degli spazi per gli

• bisogni degli adulti (34 -37); osservazione sulla disponibilità degli spazi per gli educatori e/o per i genitori e sulle condizioni che favoriscono lo scambio di comunicazione fra educatori e genitori, . . Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 La classe L’osservazione nei contesti educativi

interazioni fra educatore e bambino • es. modalità di approccio interattivo dell’educatrice in una

interazioni fra educatore e bambino • es. modalità di approccio interattivo dell’educatrice in una situazione di gioco con oggetti; – quando interviene: • l’intervento è in linea con quello che sta facendo il bambino • l’intervento interrompe la sua attività (del bambino) – come interviene: • di ostacolo all’attività del bambino • di sostegno – quali effetti l’intervento ha avuto sull’azione del bambino Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 40 interazioni fra educatore e bambino L’osservazione nei contesti educativi

 • interazioni fra bambini: è importante osservare le dinamiche relazionali caratterizzanti lo scambio

• interazioni fra bambini: è importante osservare le dinamiche relazionali caratterizzanti lo scambio fra i partecipanti all’interazione; l’osservazione è centrata: – sulle strategie adottate per risolvere i conflitti – sulla cooperazione durante i giochi di gruppo – sulle decisioni prese per la distribuzione di ruoli e per il rispetto delle regole, nei giochi di ruolo Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 40 interazioni fra bambini L’osservazione nei contesti educativi : variabili relative al processo

 • interazioni fra bambini: l’attenzione è posta su come i comportamenti adottati dai

• interazioni fra bambini: l’attenzione è posta su come i comportamenti adottati dai bambini possano influire sull’andamento e sull’esito dello scambio interattivo. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 39 interazioni fra bambini L’osservazione nei contesti educativi : variabili relative al processo

 • interazioni fra educatori; utile, ad esempio, per analizzare: – le modalità/strategie di

• interazioni fra educatori; utile, ad esempio, per analizzare: – le modalità/strategie di confronto fra i partecipanti alle riunioni ai fini del raggiungimento di una comune decisione – l’effetto di modalità di intervento ai fini di accettazione o rifiuto di proposte Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 41 interazioni fra educatori L’osservazione nei contesti educativi

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • l’osservazione del bambino è essenziale

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • l’osservazione del bambino è essenziale nella progettazione e programmazione degli interventi educativi e didattici ed anche sulla valutazione dei risultati ottenuti; • occorre conoscere le competenze possedute dai bambini per progettare azioni mirate. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 41

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • L’osservazione ai fini di una

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • L’osservazione ai fini di una progettazione è fondamentale per ‘scoprire’ cosa il bambino sa già fare per poter partire da lì con l’intervento didattico; sapendo cosa ‘già sa fare’ (le risorse che già possiede) e quali sono le possibili linee di sviluppo è possibile tarare l’intervento Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 42

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • l’osservazione è diretta a rilevare:

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione • l’osservazione è diretta a rilevare: – le caratteristiche della situazione educativa (dinamiche fra bambini, dinamiche bambini adulti, spazi, tempi, materiali, . . ) – caratteristiche cognitive, motivazionali del bambino Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 42

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione esempio: • progettazione e programmazione del

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione esempio: • progettazione e programmazione del momento di inserimento del bambino al nido. – analisi dell’ambiente educativo: • organizzazione degli spazi e dei tempi della sezione dove i bambini saranno inseriti • quali materiali di gioco ed arredi si ha a disposizione • esistono spazi dove la madre possa trattenersi queste informazioni definiranno i limiti entro i quali si muoveranno la progettazione e la programmazione dell’intervento. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 42

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione – analisi delle caratteristiche del bambino:

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione – analisi delle caratteristiche del bambino: • come il bambino affronta il nuovo contesto del nido, • come reagisce a piccole frustrazioni, • come reagisce di fronte a conflitti che possono sorgere con altri bambini, • quali sono i comportamenti della madre che hanno successo nell’attirare l’attenzione del bambino o nel calmarlo, • quali sono le sue preferenze rispetto a particolari attività. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 42, 43

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione queste informazioni possono essere rilevate dall’educatrice

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione queste informazioni possono essere rilevate dall’educatrice nel primo giorno di nido e/o nella prima visita della mamma con il bambino al nido. possono servire per programmare i giorni dell’inserimento aiutando: – – nel programmare le attività nell’individuare la modalità per l’uscita della mamma nel preparare il bambino al distacco nel coinvolgerlo nelle attività con gli altri bambini Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 43

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione “conoscere le caratteristiche peculiari del bambino

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione “conoscere le caratteristiche peculiari del bambino serve, quindi, a organizzare su misura il suo inserimento” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 43

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione “va ricordato, comunque, che la scelta

L’osservazione nei contesti educativi : l’osservazione in programmazione “va ricordato, comunque, che la scelta dei comportamenti del bambino e delle caratteristiche del contesto da osservare è frutto delle conoscenze che l’educatrice possiede circa i fattori che contribuiscono a favorire un buon adattamento del bambino al nuovo contesto dell’asilo nido; tali conoscenze sono legate, in parte, al sapere teorico dell’educatrice e, in parte, alla conoscenza che le deriva dalla sua esperienza di lavoro coi bambini e all’efficacia constatata di certe scelte educative operate nel passato” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 43