Kurt Lewin teoria e ricerca 1 1 Kurt

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Kurt Lewin teoria e ricerca 1

Kurt Lewin teoria e ricerca 1

1. Kurt Lewin, teoria e ricerca - Introduzione Le influenze gestaltiste: • percezione e

1. Kurt Lewin, teoria e ricerca - Introduzione Le influenze gestaltiste: • percezione e conoscenza non si originano da uno stimolo esterno, ma sono costruite in modo attivo dal percipiente si comprende una struttura soltanto attraverso l’esame del tipo di relazioni e delle proprietà che caratterizzano le parti. • è necessario esaminare le modalità in cui le situazioni e le impressioni possono influenzare i processi cognitivi e percettivi di una persona. • per comprendere e spiegare il comportamento di una persona è fondamentale esaminarlo in relazione alla situazione concreta in cui ha luogo. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 2

2. La teoria di campo • “Insieme di concetti per mezzo dei quali è

2. La teoria di campo • “Insieme di concetti per mezzo dei quali è possibile rappresentare la realtà psichica”. • “Metodo di analisi dei rapporti causali e di elaborazione di costrutti scientifici” formalizzato in asserzioni generali sulle condizioni di mutamento. I mutamenti sono distinguibili in 3 aree: a) spazio di vita = la persona e l’ambiente percepito dalla persona. Contiene tutti i fatti possibili, oggetti ed elementi significativi dal punto di vista psicologico, che determinano il comportamento. b) processi e fatti che accadono nel mondo fisico e sociale senza influenzare momentaneamente lo spazio di vita dell’individuo. c) parti del mondo fisico e sociale e) che influiscono sullo stato di vita in quel dato momento (esempio: percezione). 3

Rappresentazione del campo psicologico e della persona come area privilegiata. Le regioni sono più

Rappresentazione del campo psicologico e della persona come area privilegiata. Le regioni sono più dense nella zona interna della personalità A: ambiente sociale esterno al campo; E: ambiente psicologico; M: regione percettivomotoria della persona; P: regioni periferiche della zona centrale della personalità; C: regioni centrali della zona più interna della personalità; Bm: barriera dinamica tra la persona e l’ambiente psicologico; Bc: barriera dinamica tra regioni interne e regione percettivo-motoria; B: Barriera dinamica del campo psicologico con l’esterno 4

CAMPO PSICOLOGICO: • “Totalità dei fatti coesistenti che sono concepiti come mutualmente interdipendenti per

CAMPO PSICOLOGICO: • “Totalità dei fatti coesistenti che sono concepiti come mutualmente interdipendenti per l’individuo a un momento dato” Quindi la causa di un atto è da ricondurre ai rapporti tra le diverse forze presenti nel campo psicologico (non in una tendenza dell’individuo). • Costituisce l’unità di analisi che lega costruttivamente il comportamento o qualsiasi avvenimento mentale, la persona e l’ambiente. C = (P, A) = (Sp. V) Comportamento (C) = funzione della persona (P) e dell’ambiente (A) = funzione dello spazio di vita. La funzione rappresenta una legge. Per essere applicata alla situazione concreta, è necessario sostituire alle variabili della formula le costanti caratteristiche del caso in esame. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 5

La persona forma con il suo ambiente una totalità interagente unitaria, quindi la possibilità

La persona forma con il suo ambiente una totalità interagente unitaria, quindi la possibilità di sollecitare una risposta o innescare un comportamento dipende dal modo in cui l’organismo sperimenta l’ambiente in cui è inserito AMBIENTE PSICOLOGICO = l’insieme di oggetti, persone, attività e situazioni con cui l’individuo è in rapporto in modo più o meno consapevole. - Dimensione temporale: può comprendere elementi che non rientrano nel presente - Dimensione di realtà-irrealtà relativa agli eventi possibili ed eventuali La struttura dell’ambiente e le forze presenti variano anche con i desideri e i bisogni dell’individuo. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 6

PERSONA • strato percettivo motorio: - funzione strumentale - occupa una posizione di frontiera

PERSONA • strato percettivo motorio: - funzione strumentale - occupa una posizione di frontiera tra le regioni interne-individuali e l’ambiente - linguaggio • sfera interno-personale - divisa in regioni periferiche e centrali Caratteristiche delle regioni della persona e dell’ambiente • separate da frontiere permeabili, di diversa stabilità e consistenza • il numero è determinato dal numero dei fatti psicologici esistenti nell’hic et nunc Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 7

 • le regioni dello spazio di vita sono interconnesse: esiste un’influenza reciproca dalla

• le regioni dello spazio di vita sono interconnesse: esiste un’influenza reciproca dalla quale dipende il loro grado di accessibilità • una persona che si sposta tra le regioni del campo compie una locomozione • la direzione di una locomozione è determinata da: - la fluidità delle regioni - la resistenza delle frontiere - il valore acquisito per la persona da una regione nel corso del tempo • comunicazione: descrive la connessione tra le regioni della persona Persona complesso sistema energetico con cui si compie il lavoro psicologico. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 8

Relazioni fra i vari strati dell’individuo in differenti circostanze Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a

Relazioni fra i vari strati dell’individuo in differenti circostanze Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 9

Manifestazione di un bisogno Squilibrio: aumento di tensione di una regione interno-personale Ricerca di

Manifestazione di un bisogno Squilibrio: aumento di tensione di una regione interno-personale Ricerca di un equilibrio Entra in azione l’energia psichica Gli oggetti dell’ambiente hanno effetto sul comportamento della persona. Infatti: oggetti = mezzo per il soddisfacimento di un bisogno Il valore (segno e intensità) di un oggetto dipende dallo stato dei bisogni di un certo individuo in un dato momento. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 10

3. I gruppi Una tematica molto importante è la “dinamica di gruppo”: • definizione

3. I gruppi Una tematica molto importante è la “dinamica di gruppo”: • definizione operativa di gruppo: “una totalità dinamica basata sull’interdipendenza piuttosto che sulla similarità” • le persone hanno il potere di modificare alcune caratteristiche dell’ambiente psicologico dell’individuo • le persone possono rappresentare una regione dell’ambiente psicologico (gruppo di appartenenza) • il gruppo ricopre un ruolo di mediazione tra individuo e sistema sociale • attraverso l’analisi di gruppo si possono indagare i meccanismi alla base di aggregazioni più ampie Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 11

 • interazione sociale (o altri tipi d’interdipendenza: destino comune, sentimento di fedeltà o

• interazione sociale (o altri tipi d’interdipendenza: destino comune, sentimento di fedeltà o appartenenza): criterio primo che tiene unito il gruppo • in un gruppo l’individualità di ciascuno è in relazione all’appartenenza • unità di analisi del gruppo: attività del singolo o del gruppo • analisi del gruppo: esaminare proprietà ed eventi della vita di gruppo (organizzazione, sottogruppi, rapporti tra membri, atmosfera generale) 4. Le ricerche empiriche: stili di leadership e atmosfera sociale Interesse principale alla base di questi studi: analisi del problema del cambiamento individuale e di gruppo. Obiettivo dei primi studi (1937 -40): sviluppare metodi e procedure per descrivere gli aspetti che caratterizzano la leadership e la vita di gruppo. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 12

Funzione importante del leader: creare un buon clima sociale nel gruppo. Lewin e collaboratori:

Funzione importante del leader: creare un buon clima sociale nel gruppo. Lewin e collaboratori: dimostrare che lo stato d’animo e l’efficienza del gruppo dipendono dal tipo di clima esistente e che l’individuo è influenzato dai modelli di gruppo a cui appartiene. 1° esperimento (Lippitt): 2° esperimento: • scopo: indurre climi sociali ed esaminare gli aspetti di 2 stili di leadership (democratica vs. autoritaria) su dei ragazzini • introduzione di un terzo stile di leadership: stile permissivo • soggetti: 2 gruppi costituiti ognuno da 5 ragazzini di 10 -11 anni • compito: costruire maschere teatrali • esame delle reazioni nei passaggi da uno stile all’altro • soggetti: 4 gruppi costituiti ognuno da 5 ragazzini di 10 anni • durata: 5 mesi, i 4 leader si alternavano ogni 6 settimane Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 13

4. 1 Il comportamento dei leader I comportamenti dei leader furono codificati in alcuni

4. 1 Il comportamento dei leader I comportamenti dei leader furono codificati in alcuni profili di comportamento per esaminare le differenze tra i vari tipi di leadership. • I leader autocratici imponevano l’attività al gruppo. • I leader democratici coinvolgevano l’intero gruppo nelle decisioni sulla linea di condotta da adottare. • I leader permissivi presentavano una varietà di materiale tra cui scegliere, i ragazzini non erano influenzati nella scelta e non venivano controllati nelle attività. I leader hanno adottato diverse tecniche per creare le tre atmosfere sociali. Qualche esempio: • stile autocratico: ordini, ordini che interrompono l’attività in corso, critiche non costruttive Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 14

 • stile democratico: aiuto e suggerimenti, stimolo dell’iniziativa personale, cordialità e fiducia, realismo

• stile democratico: aiuto e suggerimenti, stimolo dell’iniziativa personale, cordialità e fiducia, realismo • stile permissivo: informazioni, stimolo dell’iniziativa personale, realismo 4. 2 Gli stili di vita di gruppo Gruppi autoritari: • “autocrazia apatica”: totale incapacità d’iniziativa all’attività di gruppo • “autocrazia aggressiva”: frustrazione e aggressività rivolta verso il leader • maggiore dipendenza dal leader • maggiore richiesta (dei soggetti) di attenzione da parte del leader • creazione di differenze di status molto accentuate (leader vs. soggetti) Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 15

 • costituzione di sottogruppi (coppie soggetto-leader) • emerge la potenza dello scopo e

• costituzione di sottogruppi (coppie soggetto-leader) • emerge la potenza dello scopo e del sottogruppo Gruppo democratico: • differenze di status meno evidenti • formazione di sottogruppi meno rigida • tempo trascorso assieme maggiore • emerge la potenza del gruppo nella sua totalità • approcci personali con il leader • rapporti più spontanei • più libertà nel dare suggerimenti per l’organizzazione del gruppo Gruppo permissivo: • maggiori richieste di informazioni Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 16

4. 3 Relazioni fra i membri dei gruppi Aggressività: • più frequente nei gruppi

4. 3 Relazioni fra i membri dei gruppi Aggressività: • più frequente nei gruppi autocratici e aggressivi • nei gruppi democratici, i soggetti la rivolgono verso gli altri gruppi per evitare tensioni interne Conferma dell’ipotesi dell’influenza esercitata dal tipo di atmosfera: quando il soggetto tipico del gruppo democratico va nel gruppo autoritario quando il soggetto tipico del gruppo autoritario va nel gruppo democratico il comportamento dei 2 partecipanti rispecchia presto l’atmosfera del gruppo in cui agisce. In relazione al tipo di linguaggio utilizzato (“io” vs. “noi”) emerge un differente sentimento di appartenenza: più intenso nel gruppo democratico. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 17

4. 4 Differenze tra i gruppi emerse durante le situazioni-test Motivazione al lavoro: •

4. 4 Differenze tra i gruppi emerse durante le situazioni-test Motivazione al lavoro: • nei gruppi autoritari: indotta dal leader • nei gruppi democratici: la presenza o l’assenza del leader non ha rilevanza Frustrazione: • nei gruppi autoritari apatici: accettazione e interiorizzazione della critica ingiusta oppure manifestazioni di aggressività verso altri gruppi • nei gruppi autoritari aggressivi: lotte fra gruppi • nei gruppi democratici e permissivi: reazione alla fonte di frustrazione (esempio: aumento della cooperazione) Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 18

4. 5 In sintesi I risultati confermano: • interdipendenza tra ruolo del leader -

4. 5 In sintesi I risultati confermano: • interdipendenza tra ruolo del leader - storia del gruppo - personalità dei membri mostrando: • una stretta relazione tra storia individuale dei singoli - percezione della situazione - condotta individuale e collettiva “… Il gruppo, a cui la persona appartiene, e la cultura in cui vive ne determinano il comportamento e il carattere…” La ricerca di Lewin apre nuove prospettive: • problemi di gestione del gruppo potevano essere sottoposti al metodo sperimentale • metodi della ricerca scientifica utilizzati per risolvere questioni importanti per la società Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 19

5. Il cambiamento sociale 1943 -47 (II Guerra Mondiale). Lewin: studi sulle decisioni prese

5. Il cambiamento sociale 1943 -47 (II Guerra Mondiale). Lewin: studi sulle decisioni prese individualmente e in gruppo metodi per indurre la popolazione americana a ridurre il consumo di certi tagli di carne 6. Canali, porte e guardiani Teoria dei canali: modello esplicativo per analizzare come elementi della situazione, che possono sembrare irrilevanti, creino processi e forze che possono influenzare atteggiamenti, produrre decisioni, che favoriscono o mutano le condotte e le interazioni delle persone. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 20

Cambiamento di forze all’interno del canale (economici e sociali) Individuare punti di controllo (snodi

Cambiamento di forze all’interno del canale (economici e sociali) Individuare punti di controllo (snodi delle decisioni e delle scelte) Norme imparziali e guardiani dotati di potere decisionale. Le loro decisioni dipendono da: • ideologia = credenze e valori che determinano ciò che essi considerano bene o male • percezione della situazione Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 21

Lewin applica questo modello al problema del cibo: considerando le modalità di approvvigionamento e

Lewin applica questo modello al problema del cibo: considerando le modalità di approvvigionamento e le motivazioni che portano alla scelta e al consumo degli alimenti, è possibile rispondere alla domanda: perché le persone mangiano ciò che mangiano? Ricerca: • raccolta dati: maggio - giugno 1942 • soggetti: 107 massaie appartenenti a 3 diverse classi socio -economiche e a 2 minoranze etniche (cecoslovacchi, afro-americani) • modalità sperimentale: intervista (alimenti preferiti, alimenti considerati essenziali, rappresentazioni e valori associati all’alimentazione e ai pasti) • classificazione degli alimenti in 6 macro categorie: fresco alimentare pesce e carne - verdure - frutta - dolciumi - pane. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 22

- L’uso dei canali. Canale più utilizzato: acquisto; le minoranze utilizzavano più cibi conservati

- L’uso dei canali. Canale più utilizzato: acquisto; le minoranze utilizzavano più cibi conservati rispetto agli altri gruppi. - La rappresentazione del cibo. La carne era il cibo tipico per i mariti; le verdure quello per i bambini. Gli afro-americani consideravano le verdure il cibo tipico per i mariti e i dolciumi quello per i bambini. - La motivazione. I sistemi di valore utilizzati per giudicare i cibi si riconducano a 4 schemi: costo - salute - sapore - status. Il costo e la salute erano i valori più citati in assoluto. Le persone di alto reddito annoveravano anche il sapore. L’importanza della salute diminuiva in funzione del reddito. - Valore dei cibi. L’aumento dei prezzi agiva da deterrente all’acquisto dei cibi a cui le persone erano abituate, generando un conflitto un po’ per tutti i gruppi. - Situazione al momento dell’indagine. I prezzi erano aumentati notevolmente ed era iniziato il razionamento dello zucchero e di altri prodotti. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 23

- L’acquisto come momento decisionale. Il gruppo con reddito alto aveva compiuto meno tagli

- L’acquisto come momento decisionale. Il gruppo con reddito alto aveva compiuto meno tagli alla spesa, come anche quello dei cechi, il cui passato di emigranti li aveva abituati a vivere con pochi cibi. Il gruppo con reddito basso sentiva più conflitto rispetto al gruppo con alto reddito, in quanto la scelta dei cibi si limitava ulteriormente. Il gruppo con reddito medio provava il conflitto maggiore: il futuro rappresentava una minaccia per la loro classe e perciò essi cercavano di resistere, ma erano quelli meno abituati a conservare i cibi o ad adottare misure di risparmio. - Conflitto. La carne, alimento tra i più costosi, era la più razionata e di conseguenza era il cibo che suscitava un maggiore conflitto. I risultati dell’indagine non offrivano indicazioni sulle procedure da adottare per produrre un cambiamento. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 24

Lewin delinea i motivi che avrebbero portato a cambiare le abitudini alimentari. Individua 2

Lewin delinea i motivi che avrebbero portato a cambiare le abitudini alimentari. Individua 2 livelli: 1) livello socio-economico: l’aumento dei prezzi porta a cercare fonti alternative di approvvigionamento - a scegliere altri prodotti – e a usare altri canali. 2) livello psicologico: un cibo considerato “un cibo per altri ma non per noi” può diventare “cibo per noi” e le circostanze sociali possono facilitare tali mutamenti. 7. Il consumo di pane integrale: il metodo della richiesta vs. la decisione di gruppo Per promuovere il cambiamento di abitudini alimentari Lewin adottò il metodo delle decisioni di gruppo: • gruppi di 15 -50 persone • metodo democratico • discussione della durata di 45 minuti Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 25

 • interazione faccia a faccia - libero scambio di idee - iniziativa •

• interazione faccia a faccia - libero scambio di idee - iniziativa • definizione di obiettivi concreti stabiliti e perseguiti dal gruppo o dal singolo 1942: Esperimento Obiettivo: stimare l’efficacia di 2 metodi nella formazione di nuove abitudini - decisione autonoma di gruppo - adesione a una richiesta esplicita di cambiamento (da parte di uno studente, responsabile del servizio mensa, a nome di un’autorità del campus) Scopo: far aumentare il consumo di pane integrale Soggetti: studenti universitari (età media 21 anni) • 8 gruppi suddivisi in 4 coppie in base al consumo di pane integrale Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 26

 • per ciascuna delle 4 coppie di gruppi: uno utilizzava il metodo delle

• per ciascuna delle 4 coppie di gruppi: uno utilizzava il metodo delle decisioni, l’altro quello della richiesta • nella condizione “decisione di gruppo”: si chiede di discutere la proposta di modificare il consumo di pane e di decidere di quanto lo avrebbero fatto • nella condizione “richiesta”: viene formulata la richiesta di cambiamento e poi lasciato spazio ai commenti • questionario sul tipo di pane preferito e su vari aspetti relativi all’esperimento (reazioni alla proposta, entusiasmo. . . ) Risultati: - i “gruppi di decisione” votarono per un aumento del consumo di pane integrale dal 50% al 66%, 90% e due al 100% - i gruppi “richiesta” a cui era stato chiesto di passare al 100% di consumo di pane integrale non accettarono Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 27

Riguardo all’effettivo cambiamento nei consumi è stato rilevato che i “gruppi di decisione” che

Riguardo all’effettivo cambiamento nei consumi è stato rilevato che i “gruppi di decisione” che avevano votato per un aumento del 66% e del 90% raggiunsero lo scopo. Le reazioni alla proposta • Il gruppo di decisione aveva un atteggiamento più favorevole, più cooperativo, più motivato a perseguire gli obiettivi. I membri erano orientati a perseguire il successo del gruppo, indipendentemente dalle loro preferenze personali. • Nel gruppo “richiesta” si osservava una relazione tra le preferenze personali e la volontà di ottenere successo: chi preferiva il pane integrale si mostrava più impaziente nel raggiungere l’obiettivo. 8. Il consumo di carni: conferenze e decisioni di gruppo Secondo Lewin, la motivazione personale non è sufficiente a modificare la condotta alimentare. Il mutamento si raggiunge quando si passa dal livello dei desideri a quello delle decisioni. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 28

Esperimento Obiettivo: confrontare l’efficacia di 2 metodi • le discussioni di gruppo • le

Esperimento Obiettivo: confrontare l’efficacia di 2 metodi • le discussioni di gruppo • le conferenze di un esperto Scopo: incoraggiare le persone a consumare rognoni, cervella e cuore Soggetti: 6 gruppi di differente livello socio-economico (2 di classe elevata, 2 di classe media, 2 di classe bassa) • condizione “conferenza”: i soggetti ascoltavano le lezioni di noti dietisti (collegamento tra nutrizione e guerra, proprietà nutritive delle frattaglie, ricette. . . ) • condizione “discussione di gruppo”: il conduttore presentava brevemente il problema e chiedeva poi alle donne le loro opinioni e le loro proposte per un efficace appello. Risultati: dopo 7 giorni il 32% delle donne del gruppo di discussione aveva servito tali cibi, mentre solo il 3% del gruppo della conferenza provò le ricette suggerite. 29 Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2

L’indagine sul cambiamento delle abitudini alimentari può essere distinta in 3 fasi: 1) l’analisi

L’indagine sul cambiamento delle abitudini alimentari può essere distinta in 3 fasi: 1) l’analisi descrittiva delle abitudini sociali in un particolare momento storico, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione americana; 2) la validazione delle procedure sperimentali e degli strumenti adottati (esperimento sul consumo di pane); 3) verifica dell’attendibilità del metodo (studio sul consumo di frattaglie). A questi studi è legata la pratica della ricerca-azione (action-research) in cui le soluzioni sono provvisorie, suscettibili di aggiustamenti e cambiamenti in itinere, sottoposte a una costante valutazione dell’effettiva efficacia del modo in cui è analizzato il problema. Augusto Palmonari, Nicoletta Cavazza (a cura di): “Ricerche e protagonisti della psicologia sociale”, Il Mulino, 2003, capitolo 2 30