Il piano economicofinanziario Il piano economico finanziario rappresenta

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Il piano economico-finanziario Il piano economico finanziario rappresenta una delle parti fondamentali del business

Il piano economico-finanziario Il piano economico finanziario rappresenta una delle parti fondamentali del business plan. Esso consegue alla redazione del piano di marketing e costituisce la verifica della fattibilità economico-finanziaria dell’iniziative che si vuole intraprendere. La struttura ed il contenuto del piano economicofinanziario richiamano quella del bilancio d’esercizio, ma mentre quest’ultimo viene redatto alla fine dello stesso, e quindi contiene cifre consuntive, il primo contiene previsioni per il futuro. Esso rappresenta un valido strumento di gestione e controllo dell’idea da realizzare.

Contenuto del piano economi-finanziario Esso dovrebbe contenere i seguenti elementi: - Piano degli investimenti;

Contenuto del piano economi-finanziario Esso dovrebbe contenere i seguenti elementi: - Piano degli investimenti; - Piano delle fonti di finanziamento degli investimenti; - Conti economici previsionali; - Stati patrimoniali previsionali; - Cash-flow (budget dei flussi di cassa)

Il piano degli investimenti Il fabbisogno dell’impresa si distingue in: - fabbisogno strutturale: dato

Il piano degli investimenti Il fabbisogno dell’impresa si distingue in: - fabbisogno strutturale: dato dall’ammontare delle attività fisse che costituiscono il sistema aziendale e la sua struttura (immobilizzazioni). Queste ultime comportano un investimento di risorse iniziali molto elevato. - fabbisogno corrente: dato dall’ammontare delle attività correnti (capitale circolante) composte da: A) liquidità: tutto ciò che è monetariamente disponibile per far fronte agli impegni di spesa dell’immediato o breve periodo (cassa, crediti commerciali); B) disponibilità: l’investimento per costituire il magazzino (valore dei prodotti finiti, delle materie prime, dei semi-lavorati).

Il piano degli investimenti serve a quantificare il capitale (investito), necessario per la costituzione

Il piano degli investimenti serve a quantificare il capitale (investito), necessario per la costituzione dell’impresa e la sua gestione corrente: prevede, quindi, gli investimenti effettuati in immobilizzazioni ed in capitale circolante (cosiddetti impieghi del capitale investito). Le immobilizzazioni sono beni materiali (immobili, macchinari, automezzi, dotazioni informatiche e altre attrezzature) e immateriali (brevetti marchi ecc) che presumibilmente rimarranno in azienda per un lungo periodo. Con il capitale circolante (liquidità, scorte crediti verso clienti) si sosterranno i costi per le materie prime e i costi di produzione.

Il piano delle fonti di finanziamento Per realizzare un piano di investimenti è necessario

Il piano delle fonti di finanziamento Per realizzare un piano di investimenti è necessario procedere alla ricerca della relativa copertura finanziaria (fonti di finanziamento). L’imprenditore, dopo aver deciso natura ed ammontare del fabbisogno dell’impresa dovrà, pertanto, illustrare le forme di finanziamento con cui prevede di sostenere la sua attività. Le fonti di finanziamento, cui un’impresa può ricorrere, si dividono in: - interne: capitale sociale (quote di capitale versate dai soci), riserve, utili non distribuiti e prestiti dei soci; - esterne: debiti verso fornitori, debiti verso banche ed istituti finanziari a breve termine , mutui a lungo termine, leasing e pagamenti rateali, fondi pubblici ed agevolazioni finanziarie e/o fiscali.

Conti economici previsionali Il conto economico previsionale permette di determinare, per ciascuno degli esercizi

Conti economici previsionali Il conto economico previsionale permette di determinare, per ciascuno degli esercizi oggetto di previsione (solitamente tre), il risultato economico atteso (utile o perdita) che scaturisce dalla contrapposizione dei ricavi e dei costi previsti alla fine dell’anno solare. E’ il prospetto che evidenzia la capacità o incapacità dell’impresa di vendere acquistare o produrre in modo profittevole, dando la possibilità di esprimere un giudizio qualitativo in relazione con la gestione economica di un preciso periodo di tempo. E’ un prospetto redatto in forma scalare.

AREE DEL CONTO ECONOMICO Il reddito è frutto di tutte le aree di gestione

AREE DEL CONTO ECONOMICO Il reddito è frutto di tutte le aree di gestione dell’impresa: Area caratteristica Area finanziaria Area non caratt. e straord. Area fiscale Utile o perdita d’esercizio

Punti cardine del conto economico I punti cardine del conto economico previsionale sono: -

Punti cardine del conto economico I punti cardine del conto economico previsionale sono: - i ricavi netti di vendita: che rappresentano il volume di vendita previsto in ciascun esercizio contabile (relativo al prodotto/servizio che l’impresa intende offrire) - Il margine lordo di contribuzione: dato dalla differenza fra i ricavi netti di vendita (fatturato) ed il costo del venduto (rimanenze iniziali di magazzino + acquisti del periodo – rimanenze finali di magazzino) - I costi fissi operativi: di natura commerciale, amministrativa e generale dell’attività d’impresa. Sono i costi di funzionamento dell’attività caratteristica ed ordinaria dell’impresa, indipendenti e non direttamente proporzionali al volume di vendite e della produzione( costi del personale fisso, costi commerciali, di marketing e pubblicità, spese generali ed amministrative, ammortamenti). - Il reddito (margine) operativo: dato dalla differenza fra margine lordo di contribuzione e costi fissi operativi.

Punti cardine del conto economico - Il reddito della gestione finanziaria: dato dalla somma

Punti cardine del conto economico - Il reddito della gestione finanziaria: dato dalla somma algebrica tra i proventi e gli oneri finanziari (interessi attivi e passivi); - Il reddito della gestione straordinaria: dato dalla somma algebrica fra i proventi e gli oneri straordinari che maturano in relazione ad eventi che non si verificano necessariamente ogni anno, ma che rientrano nell’attività aziendale (ad es. vendite di beni strumentali che generano plusvalenze o minusvalenze, sopravvenienze attive e passive) - Il reddito della gestione non caratteristica: dato dalla somma algebrica tra i proventi e gli oneri extracaratteristici che maturano in relazione ad eventi che non rientrano nell’attività aziendale (costi e ricavi extracaratteristici).

Riclassificazione del conto economico Ricavi netti Costo del venduto Margine lordo di contribuzione Costi

Riclassificazione del conto economico Ricavi netti Costo del venduto Margine lordo di contribuzione Costi fissi operativi Reddito operativo Oneri/prov. Finanziari Oneri/proventi straordinari Oneri/proventi non caratteristici Risultato prima delle imposte Imposte e tasse Utile netto (perdita) d’esercizio = = +/+/+/= =

Stati patrimoniali previsionali Lo stato patrimoniale previsionale è un prospetto contabile che proietta la

Stati patrimoniali previsionali Lo stato patrimoniale previsionale è un prospetto contabile che proietta la situazione patrimoniale e finanziaria al termine di ciascuno degli esercizi contabili oggetto del business plan. E’ composto da due sezioni: -una delle quali evidenzia le risorse a disposizione dell’impresa; -l’altra indica l’utilizzo e l’impiego di tali risorse. L’utilizzo e l’impiego delle risorse evidenzia quelle che sono definite le “attività patrimoniali”. Le risorse finanziarie evidenziano invece le “passività patrimoniali”, cioè i debiti e gli impegni contratti dall’impresa per poter svolgere la propria attività. La differenza fra attività e passività, cioè tra i beni posseduti ed i debiti, determina il “Patrimonio Netto”, ossia i mezzi che i proprietari dell’impresa (soci o azionisti) hanno messo a disposizione, o hanno lasciato investito in azienda rinunciando a prelevare utili, per contribuire alle necessità di finanziamento dell’attività d’impresa.

Obiettivo dello stato patrimoniale E’ di misurare il Patrimonio netto (o Capitale Netto, o

Obiettivo dello stato patrimoniale E’ di misurare il Patrimonio netto (o Capitale Netto, o “Mezzi Propri”) dell’impresa, in quanto esso rappresenta un importante indicatore del valore globale dell’impresa. In uno Stato Patrimoniale esiste un’equazione fondamentale: Attivo=Passivo+Patrimonio Netto cioè gli impieghi sono uguali alle fonti, in quanto tutto il denaro di un’impresa deve venire da qualche parte. Se questa equazione dovesse venire a mancare, l’impresa morirebbe, in quanto non sarebbe in grado di reperire le fonti di finanziamento necessarie per alimentare gli impieghi richiesti dal processo produttivo e dall’attività d’impresa in generale. Il collegamento tra stato patrimoniale e conto economico si verifica con l’attribuzione dell’utile (perdita ) d’esercizio al Patrimonio netto.

Riclassificazione dello Stato Patrimoniale La riclassificazione delle fonti e degli impieghi, in categorie omogenee,

Riclassificazione dello Stato Patrimoniale La riclassificazione delle fonti e degli impieghi, in categorie omogenee, è utile per comprendere se l’impresa ha una situazione finanziaria qualitativamente buono o meno. Per le fonti si utilizza il criterio della esigibilità: a breve, medio, a lungo termine. Tale criterio sottolinea la scadenza dell’impegno assunto dall’impresa per ottenere la disponibilità di una risorsa finanziaria. Per gli impieghi si utilizza il criterio della liquidità: investimenti di breve, medio o lungo periodo. Tale criterio sottolinea l’arco di tempo necessario affinchè l’investimento possa tramutarsi in liquidità o denaro liquido. Questo tipo di riclassificazione è utile per comprendere fino a che punto le fonti siano in grado di finanziare gli impieghi, tenuto conto che le attività correnti dovrebbero essere finanziate dalle passività correnti (debiti a breve), mentre le attività fisse (immobilizzazioni) dovrebbero essere finanziate dalle passività consolidate (debiti medio/lungo termine) e dal Patrimonio Netto per evitare un eccessivo indebitamento o un eccesso di capitale proprio.

SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO ATTIVO PASSIVO ATTIVITA’ CORRENTI PASSIVITA’ CORRENTI ATTIVITA’ FISSE PASSIVITA’

SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO ATTIVO PASSIVO ATTIVITA’ CORRENTI PASSIVITA’ CORRENTI ATTIVITA’ FISSE PASSIVITA’ CONSOLIDATE CAPITALE NETTO

VOCI DELL’ATTIVO Attività correnti: attività liquide o destinate a tramutarsi in liquidità entro un

VOCI DELL’ATTIVO Attività correnti: attività liquide o destinate a tramutarsi in liquidità entro un anno. Esse sono: - cassa e depositi attivi di conto corrente bancario; - crediti verso clienti o derivanti dall’attività commerciale; - magazzino (materie prime, prodotti semilavorati, prodotti finiti). Attività fisse: investimenti a lungo termine in immobilizzazioni. Queste ultime si distinguono in: - immobilizzazioni materiali (impianti, macchinari, automezzi ecc); - immobilizzazioni immateriali (marchi, brevetti ecc); - immobilizzazioni finanziarie (collocamenti obbligazionari ecc).

VOCI DEL PASSIVO Passività correnti: cioè debiti che devono essere estinti entro l’anno. Ne

VOCI DEL PASSIVO Passività correnti: cioè debiti che devono essere estinti entro l’anno. Ne fanno parte: - i debiti verso fornitori - i finanziamenti bancari e non rimborsabili entro i 12 mesi Passività consolidate: passività che devono essere estinte oltre l’anno. Esse comprendono: - i finanziamenti rimborsabili oltre i 12 mesi. Capitale (Patrimonio) Netto: composto da: - capitale sociale; - riserve obbligatorie e non; - utile (perdita) d’esercizio.

Cash-flow E’ un importante strumento di programmazione e controllo della liquidità dell’impresa che ne

Cash-flow E’ un importante strumento di programmazione e controllo della liquidità dell’impresa che ne evidenzia la capacità di rendersi indipendente da fonti di finanziamento esterne. Il documento stima le entrate e le uscite dell’impresa e dovrebbe mostrarne la capacità di incassare dai suoi clienti e prima, più denaro di quanto non paghi ai suoi debitori e fornitori. Il rendiconto di cash-flow identifica quanto e quando si prevede di incassare e quanto e quando deve essere speso per pagare fatture e debiti. Dovrebbe essere preparato su base mensile per il successivo anno fiscale dell’impresa. Contiene solo “transazioni reali di contante” (rimanendone escluse tutte le voci di spesa non in contante come ammortamenti ecc).

Entrate di cassa previste Tra le entrate è necessario inserire: - l’incasso che deriva

Entrate di cassa previste Tra le entrate è necessario inserire: - l’incasso che deriva dal versamento del capitale iniziale da parte dell’imprenditore (o soci o azionisti); - entrate derivanti dalle vendite previste (ricavi); - entrate varie (es. interessi attivi, rimborsi prestiti); - eventuali introiti finanziari derivanti da finanziamenti agevolati e non.

Uscite di cassa previste Tra le uscite è necessario indicare: - spese di costituzione

Uscite di cassa previste Tra le uscite è necessario indicare: - spese di costituzione (costi di avviamento); - quelle previste per gli investimenti fissi; - cauzioni per affitto di locali o per allacciamento alle varie utenze (energetiche, telefoniche ecc); - uscite per i cosiddetti costi d’esercizio: a) personale b) per materie prime c) per affitti d) per pubblicità e) per consulenti f) per interessi bancari passivi g) per imposte h) ecc.