I popoli italici e la Guerra Sociale Movimenti

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I popoli italici e la Guerra Sociale

I popoli italici e la Guerra Sociale

Movimenti migratori di provenienza indoeuropea dal 3. 000 a. C. al 1. 000 a.

Movimenti migratori di provenienza indoeuropea dal 3. 000 a. C. al 1. 000 a. C.

POPOLAZIONI INDOEUROPEE intorno al 1000 a. C.

POPOLAZIONI INDOEUROPEE intorno al 1000 a. C.

Riferimenti temporali

Riferimenti temporali

Lingue parlate dai popoli che abitavano l’Italia nell’età del ferro (dal 1. 200 a.

Lingue parlate dai popoli che abitavano l’Italia nell’età del ferro (dal 1. 200 a. C. )

IL RITO DEL «Ver sacrum» Questi popoli, che vivevano di caccia, pastorizia ed agricoltura,

IL RITO DEL «Ver sacrum» Questi popoli, che vivevano di caccia, pastorizia ed agricoltura, quando la porzione di territorio che occupavano diventava insufficiente per sostentarli tutti, ricorrevano alla pratica rituale detta «Ver sacrum» (Primavera sacra): consacravano un folto gruppo di giovani ad una divinità e assegnavano loro la missione di trovare un nuovo territorio nel quale stabilirsi e fondare una nuova comunità. In tal modo si andarono formando sempre nuovi nuclei, che, nel giro di qualche secolo, diedero origine a nuove popolazioni che parlavano la stessa lingua ed avevano la stessa religione e cultura del popolo d’origine.

Una diramazione degli Umbri si stabilì nella conca di Rieti, dando origine alla comunità

Una diramazione degli Umbri si stabilì nella conca di Rieti, dando origine alla comunità dei Sabini; essi parlavano un dialetto sabellico, che presentava caratteri derivati sia dall’umbro sia dall’osco. Dai Sabini si diramarono altri nuclei che diedero origine ad altre popolazioni di lingua sabellica: Equi, Vestini, Marsi, Peligni, Marrucini. Questi popoli condividevano anche l’aspirazione all’unione politico sociale con i popoli di lingua diversa.

Erano, invece, di lingua osca: Sanniti (Pentri, Caraceni, Irpini), Frentani, Campani, Apuli, Lucani, Bruzi.

Erano, invece, di lingua osca: Sanniti (Pentri, Caraceni, Irpini), Frentani, Campani, Apuli, Lucani, Bruzi. Questi popoli erano fortemente inclini all’indipendenza e al separatismo dalle etnie di lingua diversa. Essi, nel V-IV Sec. a. C. , si unirono nella «Lega Sannitica» , per opporsi alla «Lega Latina» capitanata da Roma.

Le guerre sannitiche Dopo due guerre, dette «Sannitiche» , fra Lega Latina e Lega

Le guerre sannitiche Dopo due guerre, dette «Sannitiche» , fra Lega Latina e Lega Sannitica, fu Roma, nel 304 a. C. , a prevalere, conquistando Campania e Puglia. Inoltre, Roma stabilì accordi di alleanza con Marsi, Peligni, Marrucini e Frentani e fondò due colonie nel territorio degli Equi: Alba Fucens e Carsioli. L’anno successivo, Roma si alleò anche con i Piceni. In tal modo, i Romani avevano accerchiato i Sanniti. I Sanniti combatterono altre due guerre contro Roma: la «Terza Guerra Sannitica» (298 -290 a. C. ) e la «Guerra Tarentina» (282 -272 a. C. ), ma fu sempre Roma ad uscire vittoriosa.

Roma spadroneggia Nel 269 a. C. , furono i Piceni a ribellarsi a Roma,

Roma spadroneggia Nel 269 a. C. , furono i Piceni a ribellarsi a Roma, ma anche la «Guerra Picentina» si risolse con la vittoria dei Romani. Roma era ormai padrona dell’Italia centro-meridionale, le cui popolazioni cominciarono ad assumere la lingua, la cultura e l’organizzazione politica e militare dei vincitori.

I Socii aiutano Roma I nuovi Socii (Alleati) di Roma dimostrarono il loro valore

I Socii aiutano Roma I nuovi Socii (Alleati) di Roma dimostrarono il loro valore e la loro lealtà sostenendola contro i Cartaginesi di Annibale e di Asdrubale e, fatta eccezione per i Sanniti e i Lucani, contro Pirro. Tito Livio (storico romano del I Sec. A. C. ) scrive che, nel 205 a. C. , quando Publio Cornelio Scipione (detto, poi, l’Africano) chiese soldati per andare ad attaccare i Cartaginesi in Africa, dove avrebbe riportato la decisiva vittoria di Zama (202 a. C. ), «Marsi, Peligni e Marrucini si arruolarono in gran numero» Strabone, (storico greco vissuto dal 60 a. C. al 20 d. C. ) riassume così il ruolo storico dei popoli italici: «Questi popoli sono piccoli ma valorosissimi, e spesso mostrarono questo valore ai Romani, dapprima quando li combatterono, poi quando combatterono al loro fianco e in un terzo tempo quando intrapresero la guerra chiamata «Marsica»

Le rivendicazioni dei popoli italici Sul finire del II Sec. a. C. , nacque

Le rivendicazioni dei popoli italici Sul finire del II Sec. a. C. , nacque negli Italici l’aspirazione alla piena cittadinanza romana, che fu anche sostenuta da alcuni importanti uomini politici romani, i quali temevano per Roma la perdita dell’aiuto di così valenti soldati. Il tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco, nel 133 a. C. propose di assegnare dei terreni ai plebei romani ed italici, che, nonostante il prezioso contributo di sangue che Roma chiedeva loro, non avevano che «l’aria, la luce e niente altro» . Questo costò la vita a Tiberio, che fu assassinato da un gruppo di senatori. Nel 125 a. C. , il console romano Marco Fulvio Flacco propose la concessione della cittadinaza agli Italici, ma il Senato di Roma si oppose. Nel 123 a. C. , Caio Sempronio Gracco, tribuno della plebe insieme a M. Fulvio Flacco, riprese la politica del fratello Tiberio e cercò di migliorare la condizione sociale e politica degli Italici, ma anch’egli morì per questo, come pure il suo collega Flacco.

Verso la Guerra Sociale (o Marsica) Nel 91 a. C. , alcuni senatori romani

Verso la Guerra Sociale (o Marsica) Nel 91 a. C. , alcuni senatori romani uccisero anche Marco Livio Druso, un altro tribuno romano che proponeva la concessione della cittadinanza agli Italici. Velleio Patercolo ( storico romano: 19 a. C – 31 d. C) così riferisce: «La morte di Druso fece scoppiare la guerra Italica … Tutta l’Italia…. prese le armi contro i Romani. Di tale guerra, come fu terribile la sorte, così fu giustissima la causa: chiedevano, infatti, quella cittadinanza di cui difendevano l’imperium con le armi. … Questa guerra portò via più di trecentomila giovani Italici» . Il marso Quinto Popedio Silone, informato dell’uccisione di Druso, convocò i capi dei popoli italici, che si riunirono a Corfinium, la nominarono capitale della «Lega Italica» , ribattezzandola «Italia» , decisero di prepararsi alla guerra e nominarono due consoli: lo stesso Quinto Popedio Silone e il sannita Caio Papio Mutilo.

La dichiarazione di guerra Nell’autunno del 91 a. C. , ad Asculum (Ascoli Piceno)

La dichiarazione di guerra Nell’autunno del 91 a. C. , ad Asculum (Ascoli Piceno) scoppiò una rivolta che portò all’uccisione di tutti i cittadini romani presenti nella città. Giunta la notizia del massacro di Asculum, una delegazione di venti nobili italici provenienti da «Italia» (Corfinium), guidata dal pretore marso Publio Vettio Scatone, si presentò al capo del Senato romano e rinnovò la richiesta di cittadinanza. Al netto rifiuto, Scatone consegnò un plico a nome dei Marsi.

Al Senato e al Popolo di Roma. Noi, rappresentanti eletti della nazione dei Marsi

Al Senato e al Popolo di Roma. Noi, rappresentanti eletti della nazione dei Marsi , dichiariamo con questo documento e a nome del nostro popolo di ritirarci dal nostro status di Socii di Roma. Inoltre , dichiariamo che non verseremo a Roma i tributi, le decime , i dazi E altr. I CONTRIBUTI che ci vengano richiesti ; che non contribuiremo alla costituzione degli eserciti romani con le nostre truppe ; che riprenderemo a Roma la città di Alba Fucens e tutte le sue terre. Considerate questo documento una dichiarazione di guerra.

LE POPOLAZIONI IN GUERRA E I LORO TERRITORI

LE POPOLAZIONI IN GUERRA E I LORO TERRITORI

La guerra Nella primavera del 90 a. C. iniziarono i combattimenti della guerra che

La guerra Nella primavera del 90 a. C. iniziarono i combattimenti della guerra che i Romani chiamarono «Marsica» , perché l’unica dichiarazione ufficiale di guerra fu dei Marsi, ma che alcuni storici chiamarono «Italica» , perché fu portata da tutti i popoli di radice italica, e molti altri «Sociale» , perché questi popoli erano stati Socii di Roma. Nel primo anno di combattimenti, gli Italici inflissero ai Romani pesanti sconfitte giungendo ad un passo dalla vittoria e facendo precipitare Roma nello sconforto e nel lutto. Nel secondo anno, l’esercito romano riprese fiducia e, pur avendo subìto perdite più pesanti di quelle dell’esercito italico, vide la situazione bellica volgere in suo favore. Inoltre, per evitare che Umbri ed Etruschi si unissero agli insorti, come si preparavano a fare, Roma, concesse la cittadinanza ai popoli italici rimasti neutrali.

Nel terzo anno, grazie soprattutto all’abilità strategica di Lucio Cornelio Silla, le sorti della

Nel terzo anno, grazie soprattutto all’abilità strategica di Lucio Cornelio Silla, le sorti della guerra volsero decisamente in favore dei Romani, che occuparono prima i territori di Vestini e Frentani, poi di Marrucini e i Marsi. Il 30 aprile caddero anche i Peligni e la capitale fu spostata nella sannita Bovianum (Bojano). Quando anche Bovianum fu sul punto di essere conquistata, il Senato Italico si trasferì ad Aesernia (Isernia). Nel quarto anno (88 a. C. ), restavano in guerra soltanto Sanniti e Lucani.

La lotta italica continuò anche durante le guerre civili romane fra democratici e repubblicani.

La lotta italica continuò anche durante le guerre civili romane fra democratici e repubblicani. L’ultima resistenza italica fu definitivamente spenta nel 79 a. C. , ma i Socii italici avevano ormai ottenuto quella cittadinanza per la quale erano scesi in guerra.

I PELIGNI Il loro territorio era diviso in tre parti, dominate dalle tre città

I PELIGNI Il loro territorio era diviso in tre parti, dominate dalle tre città di Corfinium (Corfinio), Sulmo (Sulmona), e Superaequum (Castelvecchio Subequo), parlavano un dialetto sabellico ed erano devoti ad Ercole Curino. Divennero socii romani nel 304 a. C: Nel 91 a. C. , Corfinium fu scelta come capitale della «Lega Italica» e ribattezzata «ITALIA» . In una delle monete che vi si coniarono compare, nel diritto, una testa femminile coronata d’alloro e la scritta «ITALIA» e, nel rovescio, il giuramento di fedeltà dei capi italici, svoltosi a Corfinium restò capitale fino al 30 aprile dell’ 89 a. C. , quando fu occupata dalle legioni di Cneo Pompeo Strabone. Al termine della Guerra Sociale, durante la quale furono guidati da Publio Presenteio, anche ai Peligni fu riconosciuta la cittadinanza e furono assegnati, insieme ai Marsi, alla tribù Sergia.

I MARSI Erano di lingua sabellica e abitavano la Marsica, intorno al Lago Fucino.

I MARSI Erano di lingua sabellica e abitavano la Marsica, intorno al Lago Fucino. Le loro città principali erano Marruvium (San Benedetto dei Marsi), Cerfennia (Collarmele) e Lucus Angitiae (Luco dei Marsi). Divennero socii romani nel 304 a. C. Erano guerrieri molto coraggiosi: si diceva che non si potesse celebrare una vittoria «né contro i Marsi, né senza i Marsi» . Avevano la particolare capacità di saper domare i serpenti più pericolosi e si diceva che fossero immuni da qualsiasi veleno; più verosimilmente ne sapevano curare gli effetti. Furono i primi propugnatori della «Lega Italica» , sotto la guida di Quinto Popedio Silone, che fu uno dei due consoli italici, e gli unici a consegnare una formale dichiarazione di guerra ai Romani, per mano di Publio Vettio Scatone, che fu loro pretore in guerra. Dopo la Guerra Sociale, furono assegnati, insieme ai Peligni, alla tribù Sergia.

I SANNITI Erano un insieme di popoli (Pentri, Caraceni, Irpini, Caudini, Campani), tutti di

I SANNITI Erano un insieme di popoli (Pentri, Caraceni, Irpini, Caudini, Campani), tutti di lingua osca, che nel V Sec. A. C. si erano uniti nella «Lega Sannitica» per contrastare la «Lega Latina» capitanata da Roma. Le loro città principali furono: Bovianum (Bojano), Aesernia (Isernia), Saepinum (Sepino), Treventum (Trivento), Aufidena (Alfedena), Abellinum (Avellino), Beneventum (Benevento). Dalla metà del IV Sec. A. C. , combatterono quattro guerre contro i Romani, ma, pur avendoli messi spesso in grande difficoltà, alla fine furono sconfitti e, nel 272 a. C. , dovettero accettare la condizione di Socii di Roma. Il sannita Caio Papio Mutilo fu uno dei due consoli che condussero la Guerra Sociale, nella quale furono guidati anche dal pretore Mario Egnatio. Insieme ai Lucani, furono i più irriducibili combattenti della Guerra Sociale, dopo la quale furono assorbiti definitivamente da Roma e assegnati alla tribù «Voltinia»

I FRENTANI Erano di lingua osca ed avevano quali centri principali Ortona (Ortona) e

I FRENTANI Erano di lingua osca ed avevano quali centri principali Ortona (Ortona) e Histonium (Vasto) sulla costa e Larinum (Larino) e Anxanum (Lanciano) nell’interno. Combatterono contro i Romani nelle Guerre Sannitiche, ma già dopo la sconfitta romana di Caudium ( Montesarchio, 321 a. C. ), quando i Sanniti inflissero ai Romani l’umiliazione delle «Forche Caudine» , diventarono socii di Roma. Dopo la Guerra Sociale, durante la quale furono guidati da Gaio Pontidio, furono iscritti nelle tribù romane «Arnense» e «Clustumina» .

I MARRUCINI Erano di stirpe sabellica, probabilmente una diramazione diretta dei Marsi, e avevano

I MARRUCINI Erano di stirpe sabellica, probabilmente una diramazione diretta dei Marsi, e avevano come città principale Teàte (Chieti). Furono sottomessi da Roma alla fine della seconda Guerra Sannitica (304 a. C. ) Nella Guerra Sociale erano guidati dal pretore Herio Asinio. Furono definitivamente sconfitti nell’ 89 a. C. da Servio Sulpicio, pretore di Pompeo Strabone. Ottenuta la cittadinanza, furono inclusi nella tribù «Arnense» .

I VESTINI Erano di lingua sabellica ed avevano preso il nome dal culto per

I VESTINI Erano di lingua sabellica ed avevano preso il nome dal culto per la dea Vesta. Le loro città principali erano: Pinna (Penne), Aufinum (Ofena), Aveia (Fossa), Peltuinum (Ansidonia) e Ostia Aterni (Pescara). Pinna era stata trasformata in colonia romana durante la seconda Guerra Sannitica (302 a. C. ), perché si era opposta al passaggio degli eserciti romani che marciavano contro i Sanniti. All’inizio della Guerra Sociale fu occupata dagli Italici e combattè al loro fianco sotto la guida del pretore Tito Lafrenio. Restarono in lotta fino ai primi mesi dell’ 89 a. C. , quando furono sottomessi da Pompeo Strabone.

I PICENI La lingua picena settentrionale non era né osca né sabellica; quella meridionale,

I PICENI La lingua picena settentrionale non era né osca né sabellica; quella meridionale, invece, apparteneva al gruppo sabellico. Il loro capoluogo era Asculum (Ascoli Piceno) e le altre città importanti: Auxinum (Osimo), Cingulum (Cingoli), Firmum Picenum (Fermo), Castrum Truentinum (Martinsicuro), Interamnia Praetutiorum (Teramo), Castrum Novum (Giulianova) e Hatria (Atri). Dall’inizio del III Sec. A. C. furono alleati dei Romani, ma nel 269 si ribellarono a Roma (Guerra Picentina), che li sconfisse e si appropriò del loro territorio (268 a. C. ), lasciando l’indipendenza soltanto ad Asculum. Fu proprio ad Asculum che nell’autunno del 91 a. C. divampò la rivolta che innescò lo scoppio della Guerra Sociale, durante la quale i Piceni furono capitanati dal pretore Gaio Vidacilio. Nell’ 89 a. C. , dopo un lunghissimo assedio, patirono una crudele punizione ad opera del sanguinario console Romano Cneo Pompeo Strabone. Con il riconoscimento della cittadinanza, furono inseriti nella tribù «Velina» .

GLI APULI Erano di etnia osca ed avevano come centri principali Teanum Apulum (

GLI APULI Erano di etnia osca ed avevano come centri principali Teanum Apulum ( San Paolo di Civitate), Luceria (Lucera), Ausculum (Ascoli Satriano), Sipontum (Siponto), Canusium (Canosa), Barium (Bari), Cannae (Canne della Battaglia), Venusia (Venosa). Furono sottomessi dai Romani nel III Sec. A. C. e ne divennero Socii. Parteciparono alla Guerra Sociale guidati dal pretore Lucio Afranio. Nell’anno 89 a. C. le città apule furono assediate, conquistate e distrutte dai Romani.

I LUCANI Erano di lingua osca; la loro città principale era Grumentum (Grumento Nova).

I LUCANI Erano di lingua osca; la loro città principale era Grumentum (Grumento Nova). Nei loro tentativi di espansione, vennero in conflitto con i Greci della Magna Grecia e con i Tarantini. Nella Seconda Guerra Sannitica oscillarono fra l’alleanza con i Romani e quella con i Sanniti. La Terza Guerra Sannitica fu causata dalla richiesta di aiuto dei Lucani a Roma contro i Sanniti. Insieme a Sanniti, Bruzi e Tarantini parteciparono ad una lega antiromana appoggiata da Pirro, ma la guerra si concluse con la vittoria di Roma (275 a. C. ) a Maleventum, che fu ribattezzata Beneventum. Nella Seconda Guerra Punica, si schierarono dalla parte di Annibale, ma poi tornarono ad essere Socii di Roma. Nella Guerra Sociale, guidati da Marco Lamponio, furono gli ultimi, insieme ai Sanniti a rimanere in lotta contro Roma e soltanto nell’ 82 a. C. ebbero la cittadinanza romana.

Il territorio di Roma dopo la Guerra Sociale F I N E www. renatopatrignani.

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