Cicerone Ipertesto della prof ssa M G Desogus
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Cicerone Ipertesto della prof. ssa M. G. Desogus e della classe 4 BSU
Vita • Nasce ad Arpino, in Lazio, nel 106 a. C. • Studia a Roma presso i migliori maestri del tempo, imparando benissimo la retorica. • È un giovane ambizioso, che desidera diventare prima un avvocato e poi un politico capace di affrontare i personaggi più potenti all’epoca. • È di famiglia equestre.
Le prime orazioni • Pro Sexto Roscio Amerino: difende un giovane accusato di parricidio (ossia di omicidio del padre) da uno sgherro di Silla. • Verrinae (70 a. C): sono le orazioni (discorsi) contro Verre, ex governatore della Sicilia. Costui era molto corrotto e Cicerone ne dimostra la colpevolezza.
L’apice della carriera politica • Catilinarie (63 a. C. ): sono i discorsi contro Catilina, che voleva fare un colpo di stato. Cicerone quell’anno era console e convinse il senato a fermarlo. Vi fu poi una battaglia, vinta da Roma, durante la quale morì Catilina. • I prigionieri furono portati in carcere e uccisi uno a uno, senza dargli la possibilità di chiedere al popolo di convertire la pena di morte nel carcere a vita. • Per questo Cicerone verrà chiamato pater patriae.
L’esilio • 58 -57 a. C. : Cicerone viene condannato all’esilio perché aveva ordinato la morte di cittadini romani (i complici di Catilina) senza concedere l’invocazione del popolo. • Cicerone ne soffrì molto, tanto più che mentre assente la moglie combinò il matrimonio della figlia Tullia con Dolabella, discutibile seguace di Cesare.
Il rapporto con Cesare • Cicerone dapprima osteggiò Cesare politicamente. • In seguito, come si vede anche nelle sue lettere, Cicerone capì che era quasi impossibile fermare Cesare, perciò gradualmente gli si avvicinò, pur con molto dolore.
Marco Antonio • Alla morte di Cesare, Cicerone prima appoggiò Ottaviano (il futuro Augusto) e si oppose a Marco Antonio, poi fuggì quando vide che costoro si stavano alleando col secondo triumvirato. • Nel 43 a. C. , a Formia, Cicerone fu ucciso dagli sgherri di Marco Antonio, che poi ne fece tagliare la testa e le mani e le fece appendere nel Foro a Roma, come monito per tutti gli oppositori politici.
Le Filippiche • Sono i discorsi di Cicerone contro Marco Antonio. Si chiamano così in onore delle orazioni del politico greco Demostene contro il re Filippo di Macedonia.
Le opere di Cicerone • Si conservano 58 opere complete, più l’epistolario (ossia la raccolta delle poesie). • Opere: - giuridiche (per es. le Verrine) - deliberative (per prendere decisioni, per es. Le Catilinarie) - politiche - filosofiche - poetiche (tra cui alcuni poemetti autocelebrativi) - l’epistolario
Opere giudiziarie • Le “Verrinae”: sono divise in tre parti, le prime due pronunciate realmente al processo contro Verre, l’ultima composta ma mai pronunciata perché l’accusato partì in volontario esilio. • Pro Milone: discorso in difesa del suo amico Milone, accusato dell’assassinio di Clodio, seguace di Cesare. Purtroppo nonostante fosse uno dei discorsi migliori mai scritti, Cicerone non riuscì a pronunciarlo in modo adeguato, perché sopraffatto dall’emozione. Lo pubblicò poi come aveva immaginato di pronunciarlo.
Le orazioni deliberative • Le “Catilinarie” • Le “Filippiche” • E molte altre!
Le opere retoriche • De oratore: dialogo filosofico/retorico su come dev’essere un buon oratore. • Orator: trattato ampio sull’oratoria. • Brutus: dialogo filosofico/retorico.
De oratore • Inventio: il reperimento degli argomenti da trattare. • Dispositio: si riordinano tutte le idee in una scaletta. • Memoria: le tecniche di memorizzazione. • Elocutio: lo stile, che dev’essere ben curato. • Actio: quando il discorso viene pronunciato.
Orator • È un trattato su come dev’essere il perfetto oratore. • Costui secondo Cicerone dev’essere un vir bonus dicendi peritus= “un uomo valoroso esperto nel parlare”. • Infatti deve avere alti ideali, un comportamento corretto e dignitoso, inoltre una vasta cultura che gli permetta di creare discorsi interessanti e ben scritti.
Orator (2) • Cicerone scrive che nei discorsi bisogna - docere: informare - delectare: far piacere il discorso al lettore o all’ascoltatore - movere (o flectere): coinvolgere emotivamente il lettore o l’ascoltatore
La formazione dell’oratore • Secondo Cicerone un politico o un oratore deve conoscere molte discipline: l’oratoria, la filosofia, la letteratura, la storia…. • Nei suoi discorsi l’oratore deve privilegiare la concinnitas, ossia la simmetria e la musicalità di un bel discorso. • Si oppone ai discorsi rapidi e troppo semplici del neoatticismo.
Le opere politiche • De republica (“Lo Stato” o “La Repubblica”) • De legibus • De officis
De republica • Prima Cicerone analizza le tre tipologie di stato esistenti e poi le loro degenerazioni: • la monarchia -> tirannide • l’aristocrazia -> oligarchia • la democrazia -> demagogia Cicerone invece preferisce la forma mista della repubblica romana.
Le opere filosofiche • Cicerone scrisse molti libri di filosofia, tra cui sono notevoli: • le “Tusculanae disputationes” • “Lelius de amicitia”, dedicato al suo carissimo amico Attico.
Tusculanae disputationes • Sono discorsi che si concentrano sulla ricerca della felicità. • La felicità secondo Cicerone nasce dalla virtù, quindi dall’onestà, dal comportamento decoroso, dalla vita attiva in politica per realizzare i propri ideali… • Tutto questo risponde alla filosofia dello stoicismo. • Parla delle passioni che ci allontanano dalla felicità: l’odio, l’invidia, l’ira, la gelosia…
L’epistolario • Nasce come una serie di lettere “spontanee”, realmente scritte solo per i loro destinatari. • Furono pubblicate dopo la morte di Cicerone per intervento del suo amico Attico e dello schiavo Tirone.
L’importanza dell’epistolario • Ci permette di comprendere la reale natura dell’animo di Cicerone, visto anche nelle sue debolezze. • Inoltre le lettere (epistulae) sono la testimonianza del sermo cotidianus, ossia del linguaggio quotidiano usato dai Romani.
Le opere poetiche • Cicerone scrisse anche numerose poesie e alcuni poemi, tuttavia solo una piccola parte è pervenuta a noi. • Infatti queste opere non hanno la stessa qualità di quelle in prosa. • In particolare Cicerone fu visto negativamente dai suoi temporanei per essersi autocelebrato in due poemi: “De consulatu suo” “De temporibus suis”.
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