sepolta nelle profondit delle nostre disperazioni del nostro

sepolta nelle profondità delle nostre disperazioni, del nostro non-senso, delle nostre patologie,

ricordaci che, il tuo tempo e il tuo fuoco, del carbone è capace di fare diamante,

la più dura, la più lucente, la più preziosa di tutte le pietre,

gioiello tra le dita del Signore: “Tu sei prezioso ai miei occhi”, sei degno di stima e io, il Signore, ti amo.

Tante, troppe volte, noi, costruttori della nostra vita, prendiamo le pietre più preziose e le scartiamo

perché davanti agli occhi del mondo,

abituati alla logica dell’efficientismo

dell’edonismo

del guadagno

della bellezza

della forza della vittoria a tutti i costi… non sono ‘utili’

Ma tu, Signore, sai, tu sai trasformare quello che all’apparenza è inutile e debole in potenza di vita. Le pietre che noi stessi vorremmo eliminare in noi, proprio quelle tu le scegli come testata d’angolo, perché più vicine alla tua logica di salvezza.

“Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà” (Is, 28, 16)

Tu, Padre, hai posto questa pietra nella storia del mondo e nella storia della nostra vita: Cristo.

Le pietre che su questo fondamento si poggiano, come quelle della casa costruita sulla roccia, non potranno cadere.

Tante, troppe volte, però, Signore, noi, dimentichiamo il fondamento nel quale siamo stati innestati, e che rende la nostra vita ‘preziosa’.

E torniamo sabbia, fango, argilla, arena, calcare….

Tante, troppe volte, Signore, ci illudiamo di essere noi i costruttori della nostra vita, di poter a piacimento scegliere come e dove edificare, che cosa tenere e che cosa scartare…

E questo accade perché la tua pietra non è solo quella della vittoria della resurrezione,

ma è anche e sempre (insieme e prima) quella della tomba della morte e del dolore della passione.

La pietra posta in Sion non è solo preziosa e saldamente fondata, ma anche ‘provata’. Il testo di Pietro dice ‘scelta’ (eklektòs), ma Isaia suggerisce qualcosa in aggiunta. ‘Bahan’, prima e più che ‘scegliere’, è esaminare, saggiare, mettere alla prova

È il ‘provare’ l’oro per purificarlo, facendolo passare attraverso il fuoco (Zc 13, 9)

E la pietra della nostra vita, Signore, non vuole ‘umanamente’ passare attraverso la prova del fuoco, della sofferenza.

‘Umanamente’ anche tu, Gesù, hai chiesto, desiderato oltrepassare il calice di questa esperienza. Ma non potevi saltare questa ‘prova’, se volevi provare fino in fondo l’esperienza dell’essere uomo…

e consentire fino in fondo, così, all’uomo di vivere l’esperienza del tuo amore di Dio

Per questo hai “umiliato” te stesso, “fino alla morte, e alla morte di croce”. E per questo Dio ti ha “esaltato”, ‘scelto’, nella prova e attraverso la prova, come pietra angolare.

“popolo del Dio-Padre", “gregge di Dio pastore e Figlio”, “Fraternità nell’amore del Dio-Spirito” … nel cemento ’ provato’ dal fuoco della croce Nella “casa spirituale” della Chiesa:

“La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra angolare, sasso d’inciampo e pietra di scandalo”.

‘Specchio della salvezza universale’, Tu, Signore, pietra/capo dell’edificio, sei il diamante forgiato nel fuoco della sofferenza SPECULUM UMANAE SALVATIONIS, Manoscritto di Monaco, cml. 146, fol. 35 (Lutz e Perdrizet, II, tav. 64)

In te, come te, tutti noi veniamo ‘provati’, scelti, resi preziosi, salvati. Alle volte scartati dai costruttori della terra, ma sempre ‘esaltati’ dal Costruttore del cielo. Perché, in te e come te, "pietra viva", possiamo sorgere come "pietre vive" di un nuovo tempio e possiamo realizzare, nella nostra vita, il culto spirituale dell’offerta di noi stessi al Padre…: chiamata alla santità