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LE POLITICHE DELLA CASA COME POLITICHE SOCIALI Le problematiche connesse all’abitare: per un bilancio

LE POLITICHE DELLA CASA COME POLITICHE SOCIALI Le problematiche connesse all’abitare: per un bilancio conoscitivo Stefano Sampaolo, Censis Pisa, 5 aprile 2013 : C

Le problematiche connesse all’abitare: il quadro nella crisi I fattori preesistenti alla crisi -

Le problematiche connesse all’abitare: il quadro nella crisi I fattori preesistenti alla crisi - La proprietà, unico modello di offerta - L’assenza di grandi proprietari istituzionali - La debolezza del comparto dell’affitto La crisi e i suoi effetti - Impoverimento - Incremento dei costi dell’abitare - Restrizione del credito - Il tracollo del mercato immobiliare Le determinanti socio-demografiche della domanda - Frammentazione e diversificazione del format familiare - L’invecchiamento della popolazione - L’evoluzione del fenomeno immigratorio

I fattori preesistenti alla crisi La proprietà abitativa, unico modello di offerta

I fattori preesistenti alla crisi La proprietà abitativa, unico modello di offerta

I fattori preesistenti alla crisi La proprietà abitativa, unico modello di offerta Quota di

I fattori preesistenti alla crisi La proprietà abitativa, unico modello di offerta Quota di abitazioni godute in proprietà o in usufrutto gratuito in alcuni paesi europei: confronto 1981 -2008 Svezia 38 Germania* 46 Danimarca 46 Austria Olanda Francia Belgio Regno Unito Italia Spagna Famiglie per titolo di godimento alloggio 56 1980 58 2008 Numero di anni di permanenza nell’alloggio attualmente occupato (media per titolo di godimento dell’alloggio) 66 68 24 27 21 14 13 69 81 Affitto 85 Proprietà Usufrutto Uso gratuito da parte di parenti/amici Media generale

I fattori preesistenti alla crisi Il decentramento residenziale Nelle 10 province considerate in 20

I fattori preesistenti alla crisi Il decentramento residenziale Nelle 10 province considerate in 20 anni la popolazione è aumentata complessivamente di circa 1 milione di residenti (da 18, 8 a 19, 8 milioni, incremento del 5%). Nel 1991 i capoluoghi ospitavano 8, 9 milioni di abitanti, nel 2001 8, 3 milioni e nel 2011 8, 5 milioni. Il decremento è stato del 4, 5%. Il resto del territorio provinciale ospitava 9, 9 milioni di abitanti nel 1991, 10, 3 milioni nel 2001 e 11, 3 milioni nel 2011. Un incremento in 20 anni di 1, 4 milioni di residenti (+14%). 1991 -2011 Comune 39, 5% Resto della Provincia 21, 7% 13, 2% 11, 6% 11, 1% Resto della Provincia Palermo Bari -6, 1% 8, 5% 8, 4% 3, 2% -4, 5% 8, 1% 7, 7% 1, 2% -4, 5% Palermo 4, 3% Bari -0, 1% Bologna 2, 4% Venezia -0, 4% 12, 5% Napoli 2, 6% -6, 4% -10, 1% 24, 2% Firenze 10, 0% 9, 4% Napoli -7, 9% Firenze -6, 0% Bologna -6, 3% Venezia Genova Milano 5, 4% -10, 4% Genova Torino 4, 9% 7, 3% Comune Milano Torino 2001 -2011 -3, 3% Roma 1, 0% -5, 7% 12, 8% 9, 0% 8, 9% Roma 9, 5%

I fattori preesistenti alla crisi Famiglie protagoniste, ma mancano i grandi proprietari Patrimonio edilizio

I fattori preesistenti alla crisi Famiglie protagoniste, ma mancano i grandi proprietari Patrimonio edilizio registrato al Catasto per tipologia NON RESIDENZIALE 7, 9 RESIDENZIALE 56 Patrimonio edilizio registrato al Catasto per proprietario PERTINENZE 36, 2 U. I. di proprietà di PERSONE NON FISICHE 12, 5 U. I. di proprietà di PERSONE FISICHE 87, 5

I fattori preesistenti alla crisi La debolezza del comparto dell’affitto La prolungata permanenza dei

I fattori preesistenti alla crisi La debolezza del comparto dell’affitto La prolungata permanenza dei giovani in famiglia, un primato italiano (Eurostat 2008) Fascia 18 -24 anni 84, 4 75, 6 71, 9 Donne Uomini Italia Portogallo Spagna Belgio Grecia Irlanda Germania Austria Regno Unito 31, 9 Olanda Svezia Danimarca 27, 1 Francia 37, 0 52, 6 Finlandia 40, 4 47, 1 72, 2 65, 9 64, 2 57, 7 55, 8 83, 5 83, 8 77, 9 75, 6 70, 8 67, 7 66, 4 91, 6 91, 8 86, 2 87, 8 82, 5 84, 8

I fattori preesistenti alla crisi La debolezza del comparto dell’affitto La prolungata permanenza dei

I fattori preesistenti alla crisi La debolezza del comparto dell’affitto La prolungata permanenza dei giovani in famiglia, un primato italiano (Eurostat 2008) Fascia 25 -34 anni 55, 7 47, 6 47, 7 41, 1 Donne Uomini 29, 8 32, 7 35, 9 Grecia Italia 17, 9 Portogallo 10, 5 14, 7 34, 9 Spagna 20, 0 Austria 9, 0 Belgio Germania Francia Olanda Finlandia Svezia Danimarca 11, 8 13, 0 9, 2 8, 0 3, 1 2, 8 2, 03, 9 1, 9 0, 5 18, 8 Regno Unito 18, 7 Irlanda 30, 7 32, 2

La crisi e suoi effetti L’impoverimento (Censis 2012) Durante la crisi il reddito medio

La crisi e suoi effetti L’impoverimento (Censis 2012) Durante la crisi il reddito medio pro-capite delle famiglie è tornato ai livelli del 1993 e negli ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria si è quasi dimezzata (Banca d’Italia 2013) Nel 2010 è aumentata al 65% (era al di sotto del 40% nel 1990) la quota di quelli che valutano il proprio reddito inferiore a quanto ritenuto necessario Chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata, in presenza di una marcata contrazione del reddito disponibile e del contestuale obiettivo di contenerne l’impatto sul proprio tenore di vita

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: i giovani (Banca d’Italia 2013) La corrispondenza tra

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: i giovani (Banca d’Italia 2013) La corrispondenza tra la giovane età ed il reddito basso è aumentata negli ultimi venti anni: - nel 1991 il 19% dei giovani ricadeva nel primo quartile di reddito - nel 2008 questa quota è salita al 30% - nel 2010 si è arrivati al 38% La propensione al risparmio dei nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 35 anni si è ridotta in misura marcata rispetto alle altre fasce di età (Censis 2012) Se nel 1991 i nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni detenevano il 17, 1% della ricchezza totale delle famiglie, nel 2010 la loro quota è scesa al 5, 2%.

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: le famiglie in affitto (Banca d’Italia 2013) La

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: le famiglie in affitto (Banca d’Italia 2013) La corrispondenza tra l’assenza di abitazione di proprietà ed il reddito basso è aumentata negli ultimi venti anni: - nel 1991 il 35% degli affittuari ricadeva nel primo quartile di reddito - nel 2008 questa quota è salita al 50% - nel 2010 si è arrivati al 55% Viceversa tra le famiglie a basso reddito quelle in affitto pesano sempre di più, infatti: - erano il 33% del totale nel 1991 - sono salite al 41% nel 2008 -. . ed al 46% nel 2010

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: le famiglie in affitto (Ministero dell’Interno) 70 000

La crisi e suoi effetti L’impoverimento: le famiglie in affitto (Ministero dell’Interno) 70 000 63 846 60 000 55 453 50 000 40 500 40 000 30 000 26 937 20 000 10 000 0 2001 2002 2003 2004 2005 Sfratti emessi 2006 2007 2008 2009 2020 2011 Di cui per morosità Nel decennio si passa dai 40 mila sfratti emessi all’anno a più di 60 mila. La quota di sfratti per morosità sale di ben 20 punti percentuali (dal 66% all’ 86%)

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i mutui Dopo l’allargamento della

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i mutui Dopo l’allargamento della platea di mutuatari, avvenuta nel periodo precedente la crisi finanziaria, le hanno attuato politiche maggiormente selettive nei confronti della clientela caratterizzata da una più elevata rischiosità 41, 8 36, 4 36, 5 2004 -2007 38, 4 2008 -2011 Mutui per età della clientela (Banca d’Italia) 15, 5 18, 1 6, 2 Meno di 35 anni da 35 a 44 anni da 45 a 54 anni 7, 1 Oltre 45 anni Il calo delle erogazioni ha interessato soprattutto i giovani e gli stranieri extra Ue

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i mutui • aumenta la

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i mutui • aumenta la difficoltà ad accendere un mutuo • diminuisce la quota finanziata • diminuisce la quota acquisti con mutuo

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: le compravendite e l’edilizia (Agenzia

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: le compravendite e l’edilizia (Agenzia del Territorio) 900 845 800 700 600 500 483 444 400 306 300 200 121 100 Abitazioni scambiate Permessi di costruire Il mercato immobiliare residenziale è tornato ai valori di metà anni ’ 90. Dal 2008 al 2013 la produzione di nuove abitazioni perde il 54, 2% 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0

La crisi e suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare (Agenzia del Territorio) COMUNE CAPOLUOGO RESTO

La crisi e suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare (Agenzia del Territorio) COMUNE CAPOLUOGO RESTO DELLA PROVINCIA 2012 2006 Variaz. % 2006 -2012 2006 Variaz. % 2006 -2012 Roma 33. 633 38. 865 -13, 5% 18. 191 25. 836 -29, 6% Milano 19. 182 25. 127 -23, 7% 33. 816 50. 832 -33, 5% Napoli 6. 633 9. 270 -28, 4% 10. 279 16. 031 -35, 9% Torino 12. 036 16. 859 -28, 6% 16. 964 23. 438 -27, 6% Palermo 5. 458 7. 449 -26, 7% 4. 929 6. 966 -29, 2% Genova 7. 006 8. 873 -21, 0% 3. 417 4. 647 -26, 5% Bologna 4. 791 6. 295 -23, 9% 7. 099 11. 644 -39, 0% Firenze 4. 613 5. 129 -10, 1% 5. 524 8. 324 -33, 6% 934 1. 454 -35, 8% 2. 636 5. 509 -52, 2% Pisa Il calo è più forte negli hinterland, cioè proprio nelle aree in cui nel periodo del boom si vendeva di più, grazie a prezzi più accessibili

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare In una prima fase i

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare In una prima fase i prezzi tengono mentre crollano i volumi delle compravendite

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare (Istat) 2010=100 106 104, 9

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare (Istat) 2010=100 106 104, 9 104 102, 7 102 100, 8 99, 8 100 98, 1 98 96 95, 2 94 92 90 2011 Totale Nuove 2012 Esistenti Più recentemente i prezzi iniziano a risentire della crisi…

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i potenziali compratori «respinti» L'andamento

La crisi e i suoi effetti Il tracollo dell’immobiliare: i potenziali compratori «respinti» L'andamento della domanda espressa complessiva a livello nazionale (famiglie con propensione all'acquisto di un'abitazione) a confronto con l'andamento delle transazioni residenziali (v. a. in migliaia)

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione del format familiare Andamento della popolazione

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione del format familiare Andamento della popolazione e del numero di famiglie 2004 -2010 (v. a. ) Fonte: elaborazione Censis su dati Istat L’incremento del numero di famiglie (+8, 9%) è più che doppio rispetto a quello della popolazione (+4, 2%)

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Famiglie per numero

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Famiglie per numero di componenti 2006/2011 (val. %) La dinamica delle tipologie familiari 2006/2011

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Numero persone che

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Numero persone che vivono da sole % persone sole sul totale popolazione in questa fascia di età Variazione % 15 -45 anni 2 milioni 8, 5% +66, 0% 46 -64 anni 1, 7 milioni 10, 5% +59, 9% 65 anni e oltre 3, 3 milioni 27, 8% +19, 0% Fascia di età 2000 -2010 Fonte: elaborazione Censis su dati Istat, 2011 Dal 2000 al 2010 forte incremento del numero di persone che vivono da sole: +39% Un fenomeno che riguarda 7 milioni di persone

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Un esempio: Roma

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Un esempio: Roma V. a. Val. % Variazione % 2001 -2010 Persone sole Coppie con figli Monogenitore Coppie senza figli Altro Totale 595. 918 317. 135 225. 882 157. 709 60. 030 43, 9 23, 4 16, 6 11, 6 4, 4 +103, 6 -14, 3 +84, 4 -23, 9 +29, 2 1. 356. 674 100, 0 +30, 6

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Ambito Fenomenologia Dati

Le determinanti socio-demografiche della domanda Frammentazione e diversificazione dei format familiari Ambito Fenomenologia Dati Effetti sul quadro della domanda Dinamiche della Crescita Dal 2000 al 2011 incremento di ben 3 milioni Accanto alla famiglia numerica di unità: da 22, 2 milioni a 25, 4 milioni di domanda famiglie tradizionale, in calo, crescita Diminuzione del 2, 33 componenti nel 2011. della domanda di numero medio Erano 2, 7 all’inizio degli anni Novanta abitazioni, idonee di componenti ad un progetto Diminuzione del peso La coppia coniugata con figli, rappresenta transitorio del format oggi appena un terzo del totale delle famiglie tradizionale (33, 7%): era il 45% all’inizio degli anni Novanta Crescente Tra il 2000 ed il 2010 i matrimoni sono instabilità diminuiti del 23, 5%, mentre i divorzi sono aumentati del 44% e le separazioni del 22% Diffusione nuove forme familiari (single non vedovi, monogenitori, libere unioni, famiglie ricostituite coniugate) Uscita ritardata dei figli dalla famiglia L’insieme delle nuove forme rappresenta oggi 7, 2 milioni di famiglie corrispondenti a 11, 8 milioni di persone. Si tratta del 20% circa della popolazione, un dato quasi raddoppiato rispetto al 1998 Vive nella famiglia di origine il 41, 9% dei giovani tra 35 e 44 anni. Era il 33, 2% all’inizio degli anni Novanta

Le determinanti socio-demografiche della domanda L’invecchiamento della popolazione Andamento 2000 -2010 delle classi di

Le determinanti socio-demografiche della domanda L’invecchiamento della popolazione Andamento 2000 -2010 delle classi di età 18 -34 anni e 65 anni ed oltre (val. %) 18 -34 anni 65 anni e oltre 24, 1 20, 8 19, 0 18, 4 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Le determinanti socio-demografiche della domanda Famiglie più piccole, più anziani, più stranieri, meno italiani

Le determinanti socio-demografiche della domanda Famiglie più piccole, più anziani, più stranieri, meno italiani N. componenti per famiglia Quota popolazione con 65 anni e più (val. %) Quota stranieri residenti (val. %) 1991 2001 2011 1992 2001 2011 Torino 2, 30 2, 17 2, 04 16, 8% 22, 3% 1, 3% 4, 0% 14, 1% Genova 2, 40 2, 20 1, 99 21, 2% 25, 6% 23, 9% 1, 4% 2, 6% 8, 3% Milano 2, 30 2, 11 1, 90 18, 2% 22, 8% 3, 9% 7, 0% 16, 4% Venezia 2, 60 2, 30 2, 04 18, 8% 23, 8% 0, 8% 2, 1% 10, 8% Bologna 2, 30 2, 06 1, 86 23, 4% 26, 6% 1, 5% 3, 9% 12, 7% Firenze 2, 40 2, 19 2, 00 22, 0% 25, 6% 2, 5% 5, 3% 13, 5% Roma 2, 70 2, 42 14, 6% 19, 0% 3, 1% 3, 9% 10, 7% Napoli 3, 40 2, 96 2, 56 12, 6% 15, 6% 0, 9% 3, 1% Bari 3, 10 2, 82 2, 37 12, 2% 17, 2% 0, 7% 0, 8% 2, 8% Palermo 3, 20 2, 92 2, 58 11, 4% 14, 7% 1, 5% 1, 4% 3, 1% Pisa ITALIA 23, 6% 26, 7% 26, 2% 25, 9% 25, 5% 21, 7% 18, 0% 20, 5% 17, 5% 2, 24 2, 83 2, 59 Fonte: elaborazione Censis su dati Istat 4, 1% 2, 40 15, 3% 18, 7% 20, 3% 0, 5% 2, 3% 7, 5%

Le determinanti socio-demografiche della domanda Il fondamentale apporto dell’immigrazione La presenza straniera nelle città

Le determinanti socio-demografiche della domanda Il fondamentale apporto dell’immigrazione La presenza straniera nelle città italiane: percentuale sul totale Fonte: elaborazione Censis su dati Istat

Le determinanti socio-demografiche della domanda Senza gli immigrati, città in crisi demografica Andamento della

Le determinanti socio-demografiche della domanda Senza gli immigrati, città in crisi demografica Andamento della popolazione residente esclusi gli stranieri 2006 -2011 (val. %) Resto della provincia 5, 9 1, 5 -5, 1 Bari Napoli Firenze -0, 1 -3, 0 -3, 5 -5, 3 Bologna Venezia Milano -1, 0 0, 7 0, 4 -4, 0 -5, 3 Fonte: elaborazione Censis su dati Istat -3, 9 -3, 8 Palermo 0, 9 Genova Torino 1, 1 3, 6 3, 2 2, 7 Roma Comune capoluogo -3, 1

Le determinanti socio-demografiche della domanda Immigrati e condizione abitativa: assenza delle politiche, precarietà diffusa

Le determinanti socio-demografiche della domanda Immigrati e condizione abitativa: assenza delle politiche, precarietà diffusa Altro (usufrutto, presso luogo di lavoro) 20, 2% In proprietà 15, 1% Famiglie di soli stranieri Altro (usufrutto, presso luogo di lavoro) 12, 5% In affitto 16, 0% In affitto 64, 7% In proprietà Famiglie di soli 71, 6% italiani In Italia la grande maggioranza degli immigrati risolve il problema casa da solo, con le proprie risorse, data la quasi totale assenza di politiche. Secondo l’Istat il 41% delle famiglie di soli stranieri vive in un’abitazione sovraffollata. Secondo un’indagine Sunia il 78% degli inquilini stranieri condivide l’alloggio con uno o più nuclei familiari: 35, 2% con altro nucleo familiare, 43, 0% in coabitazione con più nuclei

Le determinanti socio-demografiche della domanda Con la crisi cambia anche il segno del fenomeno

Le determinanti socio-demografiche della domanda Con la crisi cambia anche il segno del fenomeno migratorio 12, 1 9, 1 42, 7 Ricongiungimento familiare Lavoro Istruzione Altre ragioni 36, 0 Nel 2011 il numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati per ragioni di ricongiungimento familiare ha superato quello dei permessi concessi per lo svolgimento di un’attività lavorativa (che rispetto al 2010 sono diminuiti del 66, 8%)

Le determinanti socio-demografiche della domanda L’evoluzione del fenomeno immigratorio Ambito Fenomenologia Dati Dinamiche dell’

Le determinanti socio-demografiche della domanda L’evoluzione del fenomeno immigratorio Ambito Fenomenologia Dati Dinamiche dell’ immigrazione Crescita quantitativa Al censimento 2001 gli stranieri residenti non raggiungevano il milione di unità, oggi il loro numero supera i 4, 5 milioni I nuovi permessi di soggiorno riguardano sempre più il ricongiungimento familiare piuttosto che il lavoro. La componente romena, comunitaria, non ha bisogno di permesso di soggiorno. Tra le altre in aumento il numero dei permessi di soggiorno a tempo indeterminato: 1, 6 milioni su 3, 5 milioni di soggiornanti non comunitari Le prime 5 nazionalità (Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina) raccolgono il 50, 7% degli stranieri residenti. Nel 1994 i primi 5 paesi raccoglievano un terzo degli stranieri Maggiore stabilizzazione Provenienza geografica meno frammentata Peso crescente delle nuove generazioni I bambini nati in Italia da almeno un genitore straniero sono oggi quasi il 19% del totale dei nati (erano poco più del 2% nel 1992) Effetti sul quadro della domanda Accanto alla domanda di sistemazione temporanea, crescita della domanda di casa in linea con un progetto di inserimento a medio-lungo termine.