LA COMPOSIZIONE FONETICA DEL PRIMO VOCABOLARIO DEL BAMBINO
LA COMPOSIZIONE FONETICA DEL PRIMO VOCABOLARIO DEL BAMBINO °Claudio Zmarich *Marco Dispaldro °Maria Cristina Caselli °Pasquale Rinaldi °Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C. N. R. , Padova (CZ)-Roma(MCC e PR) *Università degli Studi di Padova IV° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Scienze della Voce, Università della Calabria, Arcavacata di Rende (Cosenza), 3 -5 dicembre 2007
INTRODUZIONE: STATO DELL’ARTE Oggetto: le relazioni tra frequenza lessicale e sviluppo fonetico n ESTERO: n molte ricerche di tipo diretto su bambini anglofoni (composizione fonetica delle produzioni lessicali infantili), per es. : n n per età, Inventari Fonetici (età 15 -30 mesi): Stoel-Gammon (1985), Dyson (1987); per stadi lessicali, de Boysson Bardies et al. (1992, crosslinguistico, da 0 a 25 parole); ricerche di tipo indiretto (composizione fonetica dei target lessicali infantili, tramite per es. il Mac. Arthur): Stoel-Gammon (1998), Fletcher et al. (2004) ITALIA: n ricerche di tipo diretto: n n n per età, Inventari Fonetici (età 18 -27 mesi): Bortolini, Fior, Bonifacio & Zmarich (1996); Zmarich e Bonifacio (2005); per stadi lessicali (da 0 a 25 parole): Bortolini (1993); Giulivi, Zmarich, Vayra e Farnetani (2006); Zmarich, Stocco, Giulivi e Vayra (questo convegno) ricerche di tipo indiretto: assenti (ma cfr. Zmarich, Dispaldro, Rinaldi e Caselli, inviato per la pubbl. )
INTRODUZIONE: Stoel-Gammon (1998) “Sounds and words in early language acquisition”. In Exploring speech-language connection (P. Rhea, editor), Vol. 8, Baltimore: Paul H. Brookes Publ. , pp. 25 -52. n n n Il parlato ha una componente di abilità motoria che si rinforza ad ogni nuovo uso (attraverso il feedback uditivo e cinestetico): i bersagli lessicali con foni e strutture già presenti nel babbling del b. saranno tentati prima ed usati di più dei bersagli lessicali lontani dal babbling, che saranno evitati (Schwartz & Leonard, 1982); In un primo periodo, i patterns fonologici influenzano l’acquisizione lessicale, ma più tardi l’influenza diventa bidirezionale; I b. che producono una grande quantità e varietà di sequenze di babbling cominciano a parlare prima e producono prima un ampio vocabolario, rispetto ai b. con un babbling limitato; I b. con un vocabolario più ampio hanno anche un inventario più ricco di foni e tipi sillabici; Le analisi di frequenza basate sul mac. Arthur (PVB) sono analisi sui Type (ogni parola diversa è considerata solo una volta) e non sui Token (sono considerate tutte le ripetizioni di ogni parola)
INTRODUZIONE: scopi n n In questo studio ci proponiamo di analizzare la composizione fonetica delle parole che compongono il Primo Vocabolario del Bambino (o PVB, cfr. Caselli M. C. & Casadio, P. , 1995, Il primo vocabolario del bambino, Franco Angeli, Milano), in relazione alla frequenza lessicale (% dei bambini che producono quella parola) e all’età (bambini di 18 -23 mesi, 24 -29 e 30 -36). per problemi di spazio e amore di semplicità qui analizzeremo solo i foni consonantici scempi iniziali delle parole n Questa scelta cmq tiene conto della salienza della parte iniziale delle parole nella produzione e percezione linguistica, soprattutto infantile.
INTRODUZIONE: CAVEAT non presenteremo altre analisi di frequenza che lo strumento ci consentirebbe facilmente, per es. : n n n n dei singoli foni consonantici e vocalici delle classi consonantiche in posizione non iniziale di parola; dei gruppi consonantici; delle classi vocaliche; delle classi consonantiche riferite alle posizioni di sillaba (onset, coda) delle co-occorrenze intrasillabiche Consonante-Vocale (verifica delle associazioni preferenziali predette da Davis & Mac. Neilage, 1995, tra i luoghi articolatori di C e V, perché i vincoli biomeccanici tra articolatori che modellano il babbling sono così forti e connaturati all’organizzazione motoria umana e alla trasmissione culturale tra generazioni, che si ritrovano cristallizzati anche nell’organizzazione seriale delle lingue odierne, Mac. Neilage et al. 2000) e un po’ meno facilmente: n n n in base alla lunghezza di parola (in n. di sillabe) delle forme sillabiche di parola (in termini di sequenze di tipi sillabici) dei pattern accentuali
MATERIALI E METODI: codifica informatica (cfr. Zmarich e Miotti, 2003) n n Ogni parola del PVB (nuova ediz. Caselli, Stefanini e Pasqualetti, 2007) è stata suddivisa in sillabe (Nespor, 1993). Ogni sillaba = un caso in una matrice di SYSTAT (v. 8. 0), Foni costituenti la sillaba trascritti con l’alfabeto fonetico SAMPA (in caratteri ASCII) in colonne differenti (CCC)V(CC). La matrice codifica anche per: n caratteristiche fonetiche: n n n tipi sillabici (solo C e V; /j/ e /w/ = C); posizione della sillaba nella parola (iniziale, mediana, finale, monosillabo); voci lessicali a cui i casi sillabici appartengono; per ogni fono: categorizzazione in classi fonologiche naturali derivate dalle categoria IPA (1999) di MODO e LUOGO. caratteristiche lessicali: n n % generale dei bambini che producono le parole (dai 18 ai 36 mesi). % dei bambini che producono le parole per ciascuna fascia d’età: 18 -23, 24 -29, 30 -36 mesi.
MATERIALI E METODI: VARIABILI n n RANGHI DI FREQUENZA LESSICALE: le parole del PVB sono state suddivise in quartili, con riferimento alla % generale dei bambini che le producono a prescindere dall’età, (1 -25%, cioè prodotte da meno del 26% dei bambini ecc. , 26 -50%, 51 -75%, 76 -100%); FASCE D’ETA’: le parole del PVB sono state ordinate in base alle % dei bambini che le producono all’interno di ciascuna fascia di età: 18 -23, 24 -29, 30 -36 mesi. n Per escludere l’influenza delle parole più frequenti (sempre le stesse a ciascuna età), per ogni fascia è stato analizzato solo il terzo quartile (cioè le parole prodotte dal 50 -75% dei bambini)
MATERIALI E METODI: tipo di analisi n n VALUTAZIONE STATISTICA: tra le colonne estreme (frequenza: 1 -25% vs. 76 -100%; età: 18 -23 vs. 30 -36) di ogni tipo sillabico o classe fonologica è stato applicato il test del Chi-quadro. Confronto con le frequenze delle classi fonologiche nelle produzioni lessicali effettive, e con i target effettivi, di 13 bambini, dai 18 ai 27 mesi (Zmarich C. , Bonifacio S. , 2005, Phonetic inventories in Italian children aged 18 -27 months: a longitudinal study, Proceedings of INTERSPEECH’ 2005 EUROSPEECH, Lisboa, September 4 -8, 2005, 757 -760). n Frequenze calcolate su un lessico individuale > 10 parole (type) < 50
RISULTATI: % dei tipi sillabici in tutte le voci del PVB, suddivise in quartili in base alla % dei bambini che le producono p<. 05 n n n Database costituito da 1797 sillabe per 670 parole. Il tipo sillabico più frequente è sempre CV (+semplice realizzabile dal solo ciclo mandibolare), il meno frequente CCCVC. Diversità legata alla frequenza lessicale: nelle parole meno frequenti i tipi sillabici più complessi (con i gruppi consonantici) aumentano, i meno complessi (V) diminuiscono.
RISULTATI: % delle consonanti scempie iniziali di parole del PVB, classificate per modo e suddivise in quartili in base alla % dei bambini che le producono p<. 05 n p<. 01 Diversità legate alla frequenza lessicale: nelle parole più frequenti (76 -100%) prevalgono le categorie universali e più semplici caratteristiche del babbling (occlusive orali e nasali). Le categorie articolatoriamente più complesse e linguospecifiche (fricative, vibranti e approssimanti laterali) hanno % più alte nelle parole meno frequenti (1 -25%)
RISULTATI: % delle consonanti scempie iniziali di parole del PVB, classificate per luogo e suddivise in quartili in base alla % dei bambini che le producono n Diversità legate alla frequenza lessicale: nelle parole più frequenti prevalgono le bilabiali (strategia “Labial-Coronal”, usata dal b. con le primissime parole, per uscire dallo schema reduplicativo del babbling e facilitare l’articolazione della sillaba iniziale, Mac. Neilage et al. 2000). In quelle meno frequenti prevalgono labiodentali e soprattutto dento-alveolari, e aumentano palatali e palatoalveolari (=fricative e affricate)
% dei TIPI SILLABICI in tutte le voci del PVB attestate nel 3° quartile (prodotte dal 50 -75% dei b. ) in ciascuna fascia di età (18 -23; 24 -29; 30 -36) PVB n n Nel PVB la sillaba CV è vicina al 60% tipico dei target reali, mentre nelle produzioni effettive fino a 21 mesi ha le % altissime tipiche del babbling (circa 80%) semplificazione articolatoria dei target adulti Le sillabe CVC e CCV nel PVB evolutivamente appaiono più statiche dal punto di vista evolutivo, mentre le produzioni effettive mostrano un progressivo aumento verso le % tipiche dei target reali. n n Produzioni Effettive I “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m. Inoltre I primi 3 tipi sillabici del PVB=LIP Comune la tendenza del PVB e delle produzioni effettive a ridurre evolutivamente le % della sillaba V.
% delle consonanti scempie classificate per MODO e iniziali delle parole del PVB attestate nel 3° quartile (prodotte dal 50 -75% dei b. ) in ciascuna fascia di età (18 -23; 24 -29; 30 -36) Produzioni Effettive PVB n n n I “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m. Le occlusive del PVB evidenziano nell’arco temporale una riduzione fino al 35%, ma le % si mantengono sempre molto inferiori a quelle tipiche dei target reali (45%), per non parlare delle produzioni effettive che fino a 21 mesi hanno le % altissime tipiche del babbling (circa 60%), anche se poi scendono verso il target. Le fricative e affricate hanno nel PVB % maggiori dei target reali e molto superiori alle produzioni effettive Il caso della vibrante /r/, relativ. molto frequente nei target reali, è relativ. poco frequente nel PVB e per nulla frequente anche a 27 mesi nelle produzioni effettive, e illustra il ruolo della complessità articolatoria.
% delle consonanti scempie classificate per LUOGO e iniziali delle parole del PVB attestate nel 3° quartile (prodotte dal 50 -75% dei b. ) in ciascuna fascia di età (18 -23; 24 -29; 30 -36) Produzioni Effettive I “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m. PVB p<. 05 n n PVB: Diversità legata all’età di acquisizione: nelle parole acquisite prima prevalgono le bilabiali (strategia “Labial-Coronal”, usata dal b. con le primissime parole, per uscire dallo schema reduplicativo del babbling e facilitare l’articolazione della sillaba iniziale, Mac. Neilage et al. 2000). In quelle acquisite dopo aumentano le alveolari/dentali, labiodentali e palatoalveolari verso le % dei target reali.
CONCLUSIONE E DISCUSSIONE n n Chiunque si occupi del primo sviluppo linguistico sa che l’aspetto fonetico delle parole da produrre rappresenta per il bambino una sfida non meno importante di quella rappresentata dagli aspetti cognitivi. Dai risultati esposti, le parole + frequenti sono anche + complesse dal punto di vista fonetico di quelle - frequenti, e la complessità articolatoria, insieme alla frequenza dell’input lessicale e al peso informativo (=contrastività fonologica), è senz’altro un fattore che contribuisce a differenziare le produzioni in base all’età. n Le caratteristiche fonetiche + universali e – linguospecifiche si ritrovano nei target lessicali acquisiti prima e comuni alla maggioranza dei bambini, le meno universali e + linguospecifiche nei target lessicali acquisiti dopo eo meno frequenti.
CONCLUSIONE E DISCUSSIONE n n n Le prime regolarità fonetiche della lingua nativa che i bambini apprendono derivano dalle proprietà statistiche del parlato circostante, che sono relative ai fasci di co-occorrenze fonetiche nei token in sequenza, e che riflettono la frequenza d’uso. Il tipo di inizio bottom-up delle categorie fonologiche ha successo grazie al circuito di percezione-produzione operante nella comunità linguistica, che riflette la contrastività e la discriminabilità delle categorie della grammatica adulta. Una volta che il bambino ha acquisito un piccolo lessico, il sistema fonologico viene ulteriormente raffinato e migliorato ricorrendo al feedback interno derivato dalla statistica sui type lessicali (Zmarich e Luppari 2006, da Pierrhumbert, 2003)
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