GAL Gargano PO FEAMP 20142020 Mis 4 63

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GAL Gargano – PO FEAMP 2014/2020 Mis. 4. 63 – Int. 2. 3 «Interventi per una commercializzazione 2. 0” Cagnano Varano (FG), 27/09/2019 MONITORAGGI ISTITUZIONALI DELLE ACQUE MARINE E LAGUNARI AI FINI DELLA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE SFRUTTABILI PER LE ATTIVITA’ DI PESCA E ACQUACOLTURA Dr. Nicola Ungaro* *Direttore Tecnico Scientifico ARPA Basilicata (già Direttore Scientifico f. f. di ARPA Puglia nonché Direttore dell’U. O. C. Ambienti Naturali - Responsabile dell’U. O. S. Biologia Mare e Coste).

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente La Legge 132/2016 ha istituito il Sistema

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente La Legge 132/2016 ha istituito il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), un sistema a rete costituito sul territorio nazionale da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), 19 Agenzie Ambientali Regionali (ARPA) e 2 Provinciali (APPA). L’SNPA è un esempio di sistema federativo consolidato, che coniuga conoscenza diretta del territorio e dei problemi ambientali locali con le politiche nazionali di prevenzione e protezione dell'ambiente, così da diventare punto di riferimento, tanto istituzionale quanto tecnico-scientifico, per l'intero Paese. Nicola Ungaro

I monitoraggi delle acque, il ruolo delle ARPA Le Agenzie Regionali e Provinciali per

I monitoraggi delle acque, il ruolo delle ARPA Le Agenzie Regionali e Provinciali per la protezione dell’Ambiente (ARPA/APPA) hanno sempre svolto, e continuano a svolgere, un ruolo di primo piano (talvolta esclusivo) nel monitoraggio istituzionale delle acque, comprese quelle superficiali interne, di transizione o marine, che includono quelle a specifica destinazione d’uso ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e s. m. i. . Con l’entrata in vigore della Legge 132/2016, istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), tale evidenza si è concretizzata ancor di più con il «Documento istruttorio ai fini della determinazione dei LEPTA (Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali)» , licenziato dal Consiglio SNPA nel mese di gennaio 2018. Infatti, nel Catalogo Nazionale dei Servizi, tra le 97 prestazioni elencate hanno particolare rilievo proprio quelle relative al monitoraggio della qualità delle acque, attualmente realizzate dalla quasi totalità delle Agenzie. Nicola Ungaro

I monitoraggi delle acque, il ruolo delle ARPA Tali attività di monitoraggio sono peraltro

I monitoraggi delle acque, il ruolo delle ARPA Tali attività di monitoraggio sono peraltro previste da Direttive Comunitarie, tra le quali si possono menzionare la Direttiva 2000/60 CE -“Acque”, la Direttiva 2006/7 CE “Acque di Balneazione” e la Direttiva 2008/56 CE -“Strategia Marina”. Le citate Direttive sono state recepite dallo Stato Italiano e rese attuative dai rispettivi Decreti Legislativi 152/2006 s. m. i. , 116/2008 s. m. i. , e 190/2010 s. m. i, per ognuno dei quali sono attualmente in corso attività svolte direttamente dalle ARPA/APPA. L’importanza di queste attività per il Sistema è peraltro acclarata dal primo Piano Triennale delle Attività SNPA 2018 -2020, nel quale sono state inserite, tra gli obiettivi prestazionali da garantire, proprio alcune di queste specifiche tipologie di monitoraggio. Solo per quanto previsto dal D. Lgs. 152/2006 e s. m. i. per le acque superficiali, si fa riferimento a più di 8000 corpi idrici con circa 4400 stazioni di monitoraggio, allocate nei circa 90000 km di reticolo idrografico e circa 9000 km di costa. Nicola Ungaro

Le acque marine e lagunari, il ruolo delle ARPA Esiste uno stretto legame tra

Le acque marine e lagunari, il ruolo delle ARPA Esiste uno stretto legame tra l’attuazione dei monitoraggi, i risultati degli stessi, la valutazione, e la gestione degli ambienti marini e lagunari; infatti, sia nelle Direttive Comunitarie che negli atti di recepimento da parte dello Stato Italiano si fa esplicito riferimento alla classificazione dello stato di qualità ambientale, ai profili di rischio sul mancato raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati, e ai programmi di misure da adottare per migliorare uno stato di qualità che eventualmente non risulti “buono”. Il raggiungimento ed il mantenimento dello stato di qualità “buono” delle acque marine e lagunari può rappresentare una ipoteca per lo sviluppo sostenibile di talune attività fondamentali per molti territori italiani, tra le quali il turismo, la pesca e l’acquacoltura; infatti, una tra le prerogative più importanti per attrarre i flussi turistici è rappresentata da un ambiente non perturbato, sano e pulito, e inoltre, la qualità degli ambienti acquatici condiziona in qualche modo la disponibilità quali-quantitativa delle risorse biologiche (nonché la loro salubrità), e quindi le attività di pesca e acquacoltura. Nicola Ungaro

I Corpi Idrici Superficiali…. . D. Lgs 152/2006 Articolo 74 - Definizioni 1. Ai

I Corpi Idrici Superficiali…. . D. Lgs 152/2006 Articolo 74 - Definizioni 1. Ai fini della presente sezione si intende per: c) acque costiere: le acque superficiali situate all'interno rispetto a una retta immaginaria distante, in ogni suo punto, un miglio nautico sul lato esterno dal punto più vicino della linea di base, che serve da riferimento per definire il limite delle acque territoriali, e che si estendono eventualmente fino al limite esterno delle acque di transizione; 2. Ai fini della presente sezione si intende inoltre per: a) acque superficiali: le acque interne, ad eccezione delle sole acque sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere, tranne per quanto riguarda lo stato chimico, in relazione al quale sono incluse anche le acque territoriali ; b) acque interne: tutte le acque superficiali correnti o stagnanti e tutte le acque sotterranee all'interno della linea di base che serve da riferimento per definire il limite delle acque territoriali; Nicola Ungaro

I Corpi Idrici Superficiali…. . e) acque di transizione: i corpi idrici superficiali in

I Corpi Idrici Superficiali…. . e) acque di transizione: i corpi idrici superficiali in prossimità della foce di un fiume, che sono parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente influenzati dai flussi di acqua dolce; h) corpo idrico superficiale: un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, un fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, nonché di acque di transizione o un tratto di acque costiere ; Nicola Ungaro

Le acque superficiali funzionale…. a specifica destinazione D. Lgs 152/2006 Articolo 79 - Obiettivo

Le acque superficiali funzionale…. a specifica destinazione D. Lgs 152/2006 Articolo 79 - Obiettivo di qualità per specifica destinazione 1. Sono acque a specifica destinazione funzionale: a) Le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile; b) Le acque destinate alla balneazione; c) Le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci (salmonicoli e ciprinicoli). d) Le acque destinate alla vita dei molluschi. Nicola Ungaro

L’inquinamento delle acque …. . 1. Ai fini della presente sezione si intende per:

L’inquinamento delle acque …. . 1. Ai fini della presente sezione si intende per: cc) inquinamento: l’introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana, di sostanze o di calore nell’aria, nell’acqua o nel terreno che possono nuocere alla salute umana o alla qualità degli ecosistemi acquatici o degli ecosistemi terrestri che dipendono direttamente da ecosistemi acquatici, perturbando, deturpando o deteriorando i valori ricreativi o altri legittimi usi dell’ambiente. Lo stato delle acque …. . 2. Ai fini della presente sezione si intende inoltre per: p) stato delle acque superficiali: l'espressione complessiva dello stato di un corpo idrico superficiale, determinato dal valore più basso del suo stato ecologico e chimico ; q) buono stato delle acque superficiali: lo stato raggiunto da un corpo idrico superficiale qualora il suo stato, tanto sotto il profilo ecologico quanto sotto quello chimico, possa essere definito almeno "buono"; t) stato ecologico: l'espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali, classificato a norma dell'Allegato 1 alla parte terza del presente decreto ; u) buono stato ecologico: lo stato di un corpo idrico superficiale classificato in base all'Allegato 1 alla parte terza del presente decreto; z) buono stato chimico delle acque superficiali: lo stato chimico richiesto per conseguire, entro il 22 dicembre 2015, gli obiettivi ambientali per le acque superficiali fissati dalla presente sezione ossia lo stato raggiunto da un corpo idrico superficiale nel quale la concentrazione degli inquinanti non superi gli standard di qualità ambientali fissati per le sostanze dell'elenco di priorità di cui alla tabella 1/A della lettera A. 2. 6 dell'allegato 1 alla parte terza; Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali è stato

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali è stato regolato da due successivi Decreti Ministeriali: - D. M. 14/04/2009, n. 56 "Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e - D. M. 08/11/2010, n. 260 "Regolamento recante i criteri tecnici per la l'identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo ; classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo. Nel primo D. M. sono indicate le linee guida per impostare i piani di monitoraggio dei corpi idrici superficiali in conformità a quanto richiesto dall’applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque (WFD, 2000/60/CE), mentre nel secondo D. M. , che include ed integra il primo, oltre a riprendere le tipologie di monitoraggio sono indicate le metodiche e le procedure per la classificazione dello stato dei corpi idrici. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. In particolare, per quanto riguarda i Corpi Idrici

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. In particolare, per quanto riguarda i Corpi Idrici Superficiali (C. I. S. ), l’obiettivo del monitoraggio è quello di definire un quadro generale, il più possibile esauriente, dello stato ecologico e chimico delle acque all’interno di ciascun bacino idrografico ivi comprese le acque marino-costiere. Tale quadro generale è in seguito utilizzato per la classificazione di tutti i corpi idrici superficiali. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Tipologie di Monitoraggio Il monitoraggio dei C. I.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Tipologie di Monitoraggio Il monitoraggio dei C. I. S. si articola in tre tipologie: - Monitoraggio di Sorveglianza; - Monitoraggio Operativo; - Monitoraggio di Indagine. Monitoraggio di Sorveglianza Lo scopo del Monitoraggio di Sorveglianza è quello di integrare e convalidare le informazioni utili alla tipizzazione ed all’identificazione dei corpi idrici superficiali, di classificare inizialmente gli stessi, e di fornire indicazioni per impostare i successivi programmi di Monitoraggio. Tale monitoraggio deve essere condotto sia sui corpi idrici non a rischio sia sui corpi idrici probabilmente a rischio di non raggiungere il “Buono Stato Ambientale” ai sensi della Direttiva 2000/60. Il Monitoraggio di Sorveglianza deve essere svolto per almeno un anno per ogni arco temporale sessennale. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Tipologie di Monitoraggio Operativo Lo scopo del Monitoraggio

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Tipologie di Monitoraggio Operativo Lo scopo del Monitoraggio Operativo è quello di stabilire lo stato dei corpi idrici identificati “a rischio” di non soddisfare gli obiettivi ambientali prefissati (stato “buono”), di valutarne le variazioni nel tempo, e di classificarli. Si ribadisce che tale monitoraggio deve essere condotto solo sui corpi idrici “a rischio” di mancato raggiungimento dello stato ambientale “buono”. Il Monitoraggio Operativo deve essere svolto con frequenza annuale, tranne che per gli elementi di qualità biologica che devono essere monitorati ogni tre anni (con l’eccezione del fitoplancton che è comunque monitorato ogni anno). Monitoraggio di Indagine Lo scopo del Monitoraggio di Indagine è quello investigare circa le ragioni di eventuali superamenti degli standard di qualità, per avere un quadro conoscitivo più dettagliato sulle cause che impediscono il raggiungimento degli obiettivi, o per valutare l'ampiezza e gli impatti dell'inquinamento accidentale. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Cosa monitorare e con che frequenze Per definire

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Cosa monitorare e con che frequenze Per definire un quadro generale sullo stato ecologico e chimico delle acque, e per consentire la classificazione dei C. I. S. , è necessario monitorare, nelle differenti categorie di acque, una serie di parametri afferenti agli Elementi di Qualità Biologici, Idromorfologici, Chimici e Chimico-Fisici. Tali Elementi di Qualità (EQ) possono variare notevolmente sia nella definizione del parametro che nella frequenza con la quale gli stessi parametri vengono misurati. I parametri da valutare nell’ambito degli EQ “Biologici” sono quelli relativi alle Macrofite, alle Diatomee, al Fitoplancton, alle Macroalghe, alle Fanerogame, al Macrobenthos ed alla Fauna Ittica; i parametri da valutare nell’ambito degli EQ “Idromorfologici” sono essenzialmente di tipo idraulico e geomorfologico; i parametri da valutare nell’ambito degli EQ “Chimici e Chimico-Fisici” possono essere divisi in “parametri di base” (es. temperatura, ossigeno, macronutrienti, ecc. ) ed “inquinanti” (sostanze dell’elenco di priorità e altre sostanze non in elenco). Il ruolo degli Elementi di Qualità viene chiaramente evidenziato in entrambi i citati D. M. 56/2009 e 260/2010, dove peraltro sono riportate le esigenze minime in termini di parametri e frequenze di monitoraggio nelle differenti categorie di C. I. S. Tra gli EQ considerati, quelli “biologici” (EQB) rivestono un ruolo prevalente nella classificazione dello stato ecologico. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Su quali Corpi Idrici Superficiali Il monitoraggio di

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Su quali Corpi Idrici Superficiali Il monitoraggio di sorveglianza è realizzato su un numero sufficiente e, comunque, rappresentativo di corpi idrici al fine di fornire una valutazione dello stato complessivo delle acque superficiali di ciascun bacino e sottobacino idrografico compreso nel distretto idrografico. Ove tecnicamente possibile, è consentito raggruppare corpi idrici purché appartenenti allo stesso tipo e fortemente affini e tra questi sottoporre a monitoraggio solo quelli rappresentativi. Il monitoraggio operativo deve essere effettuato per tutti i corpi idrici che sono stati classificati a rischio di non raggiungere gli obiettivi ambientali sulla base dell’analisi delle pressioni e degli impatti e/o dei risultati del monitoraggio di sorveglianza e/o da precedenti campagne di monitoraggio, o in cui sono scaricate e/o immesse e/o rilasciate e/o presenti sostanze chimiche prioritariamente causa di inquinamento. Anche nel caso del monitoraggio operativo, ove tecnicamente possibile, è consentito raggruppare corpi idrici e limitare il monitoraggio solo a quelli rappresentativi. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S. In seguito ai risultati ottenuti dal monitoraggio, e dopo avere individuato le condizioni di riferimento, si procede alla fase di classificazione dei Corpi Idrici Superficiali. Il D. M. 260/2010 indica i sistemi di classificazione separandoli per le due tipologie “Stato Ecologico” e “Stato Chimico”. Stato Ecologico Per ogni categoria di acque, e per ognuno degli Elementi di Qualità (EQ), il D. M. 260/2010 individua le metriche e/o gli indici da utilizzare, le metodiche per il loro calcolo, i valori di riferimento e i limiti di classe (soglie) per i rispettivi cinque stati di qualità (Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo). Stato Chimico Viene attribuito, per ogni C. I. S. , in base alla conformità dei dati analitici di laboratorio rispetto agli Standard di Qualità Ambientale (SQA), di cui alle tabelle riportate alla lettera A. 2. 6 del D. M. 260/2010 così come modificate dal D. Lgs 172/2015. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S. Stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali Stato Ecologico Stato chimico ü Elementi di Qualità Biologica (EQB) Elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico ü Elementi fisico-chimici a sostegno degli elementi biologici üElementi chimici a sostegno (altri elementi non appartenenti all’elenco di priorità) ü Elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La valutazione dello Stato Ecologico dei C. I.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La valutazione dello Stato Ecologico dei C. I. S. : le metriche/indici per gli Elementi fisico-chimici a sostegno degli EQB Acque di Transizione: Azoto inorganico disciolto (DIN), Fosforo reattivo (P -PO 4), Ossigeno disciolto Acque Marino-Costiere: INDICE TRIX Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. La fase di Classificazione dei C. I. S. Sintetizzando: la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici è effettuata, su base annuale/triennale, considerando i risultati relativi al monitoraggio dei seguenti elementi: - elementi di qualità biologica (EQB); - elementi di qualità fisico - chimica: ossigeno, nutrienti e altro; - elementi di qualità chimica: inquinanti specifici di cui alla Tab. 1/B del DM 260/2010. Sintetizzando: la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici è effettuata, su base annuale/triennale, valutando i superamenti degli standard di qualità di cui alla Tab. 1/A del D. Lgs. n. 172/2015. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. I Corpi Idrici Superficiali pugliesi C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. I Corpi Idrici Superficiali pugliesi C. I. S. individuati in Puglia: - Corsi d’acqua/Fiumi = n. 38 C. I. ; - Laghi/invasi = n. 6 C. I. ; - Acque Transizione = n. 12 C. I. ; - Acque Marino Costiere = n. 39 C. I. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il Piano di Monitoraggio dei C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il Piano di Monitoraggio dei C. I. S. in Puglia Dall’applicazione dei i criteri in precedenza menzionati, e tenendo conto dell’indicazione della Regione Puglia di allocare un solo punto di monitoraggio per ogni C. I. S. (tranne nei casi in cui è emersa l’assoluta necessità di posizionarne più di uno), nell’attuale piano regionale approvato sono individuati n. 191 punti di monitoraggio, così suddivisi: - Fiumi (CA) = 38; - Laghi (LA) = 6; - Acque Transizione (AT) = 15; - Acque Marino-Costiere (MC) = 84; Oltre a questi, il piano di monitoraggio include anche i punti per il monitoraggio delle acque a specifica destinazione d’uso: - Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile ( AP) = 2; - Acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci salmonicoli e ciprinicoli ( VP) = 20; - Acque destinate alla vita dei molluschi (VM) = 26. Nicola Ungaro

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il Piano di Monitoraggio dei C. I. S.

Il monitoraggio dei Corpi Idrici Superficiali…. Il Piano di Monitoraggio dei C. I. S. in Puglia • Monitorati Elementi di Qualità Chimici, Fisici e Biologici (anche in immersione subacquea). • Più 50. 000 determinazioni analitiche in campo e in laboratorio all’anno. Nicola Ungaro

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei molluschi La normativa ambientale di riferimento, il D. Lgs. n. 152/2006, richiede che le acque superficiali destinate alla vita dei molluschi siano ritenute idonee nel rispetto di determinate caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche. Secondo detta norma le acque si considerano idonee alla vita dei molluschi qualora i campioni, prelevati nello stesso punto per un periodo di dodici mesi, secondo la frequenza minima indicata, rispettano i valori di cui alla Tabella 1/C dell'Allegato 2 alla parte terza del citato Decreto Legislativo. In particolare, i risultati analitici devono essere conformi ai limiti tabellari nel 100% dei campioni prelevati per i parametri “sostanze organoalogenate” e “metalli”, nel 95% dei campioni per i parametri “salinità” e “ossigeno disciolto” e nel 75% dei campioni per gli altri parametri riportati nella tabella 1/C. Il monitoraggio e la classificazione ai fini ambientali non deve essere confuso con quello previsto dalla normativa sanitariaveterinaria sull’argomento, vedasi ad esempio i Regolamenti (CE) 853 e 854 del 2004. Nicola Ungaro

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei molluschi in Puglia Attualmente in Puglia sono 19 le aree designate come destinate alla vita dei molluschi, ricadenti in 17 Corpi Idrici Superficiali. Tali aree sono monitorate da ARPA in 26 punti. Nicola Ungaro

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei

Il monitoraggio delle Acque a specifica destinazione funzionale…. Le acque destinate alla vita dei molluschi in Puglia Le attività di controllo sono incluse nell’ambito del più vasto Piano di Monitoraggio dei Corpi Idrici della Regione Puglia, di cui costituiscono parte integrante. Nei punti monitorati, si eseguono campionamenti e misure in campo per l’analisi delle matrici: acque, con frequenza mensile (esclusivamente per i parametri salinità e ossigeno disciolto), trimestrale o semestrale; biota (molluschi), con frequenza trimestrale o semestrale. Oltre al monitoraggio dei parametri imposti dalla Tabella 1/C del D. Lgs. 152/2006, sono prelevati ed analizzati ulteriori campioni di biota per la valutazione della conformità rispetto ai limiti massimi imposti dai Regolamenti CE n. 1881/2006 e n. 1259/2011, che definiscono i tenori massimi di contaminanti nei prodotti alimentari. Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» - Parametri chimico-fisici colonna d’acqua; -

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» - Parametri chimico-fisici colonna d’acqua; - Contaminazione (acqua, sedimenti e biota); - Input nutrienti; - Microplastiche; - Specie non indigene; - Rifiuti spiaggiati; - Habitat pelagici (fito e zooplancton); - Habitat bentonici (coralligeno e fondi a maerl); - *Habitat delle praterie di Posidonia oceanica (Dir. Habitat); - *Specie bentoniche protette: Patella ferruginea, Pinna nobilis (Dir. Habitat); - *Mammiferi marini: Tursiops truncatus (Dir. Habitat); - *Avifauna Marina: Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii), Berta maggiore (Calonectris diomedea), Gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii), Berta minore (Puffinus yelkouan) (Dir. Uccelli). Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Il Piano di Monitoraggio Strategia Marina

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Il Piano di Monitoraggio Strategia Marina in Puglia Più di 80 stazioni di monitoraggio; monitorati Elementi di Qualità Chimici, Fisici e Biologici (anche in immersione subacquea) • Più di 15. 000 determinazioni analitiche in campo e in laboratorio all’anno. Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Primi risultati del monitoraggio «Marine Litter»

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Primi risultati del monitoraggio «Marine Litter» in Puglia…. . Rifiuti spiaggiati Microplastiche Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Microplastiche nei mari Pugliesi 2013 -2014

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Microplastiche nei mari Pugliesi 2013 -2014 Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Microplastiche nei mari Pugliesi 2015 -2017

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Microplastiche nei mari Pugliesi 2015 -2017 Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2013 -2014

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2013 -2014 Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2015 -2017

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2015 -2017 Per la Puglia, nel triennio 2015 -2017 si sono osservati in media 654 rifiuti per 100 m di spiaggia; la macro categoria maggiormente rappresentata sul totale è quella della «Plastica e Polistirene» (con una media di 550 rifiuti per 100 m, 84% del totale), con percentuali tra il 72% e 93% a seconda delle spiagge; in questa categoria spicca, sia per numerosità che percentuale relativa, la spiaggia di Bosco Isola Lesina. Nicola Ungaro

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2015 -2017

Il monitoraggio ai sensi della Direttiva «Strategia Marina» Rifiuti spiaggiati in Puglia 2015 -2017 La spiaggia di Bosco Isola Lesina è la spiaggia con la maggiore presenza di rifiuti a causa della sua posizione rispetto alla corrente costante discendente tipica della costa occidentale del Mare Adriatico. Tra i rifiuti più frequenti ci le «reti da cozze» in materiale plastico. Nicola Ungaro

Il Progetto Comunitario IPA-ECOSEA: le calze per mitilicoltura in cotone bio-degradabile la Regione Puglia,

Il Progetto Comunitario IPA-ECOSEA: le calze per mitilicoltura in cotone bio-degradabile la Regione Puglia, nell’ambito del Progetto Comunitario IPA-ECOSEA e con la collaborazione tecnico-scientifica di ARPA Puglia, ha sviluppato una specifica azione pilota per sperimentare l’utilizzo di calze per la mitilicoltura in materiale diverso da quello plastico. In pratica, si tratta della sperimentazione di una tecnica di mitilicoltura con strumento automatizzato a corda continua (di tipo neozelandese) per l’incalzamento dei mitili, usando calze di rete in cotone bio-degradabile in sostituzione di quelle in plastica. Il metodo innovativo per la mitilicoltura, sperimentato con successo in Nuova Zelanda, ha previsto l’uso di una macchina automatizzata presso due impianti di mitilicoltura offshore nelle acque pugliesi a nord del Gargano. Nicola Ungaro

Il Progetto Comunitario IPA-ECOSEA: le calze per mitilicoltura in cotone bio-degradabile MITILICOLTURA OFFSHORE 1

Il Progetto Comunitario IPA-ECOSEA: le calze per mitilicoltura in cotone bio-degradabile MITILICOLTURA OFFSHORE 1 Metodo tradizionale = 3. 8 cm Metodo neozelandese = 3. 6 cm MITILICOLTURA OFFSHORE 2 Metodo tradizionale = 4. 6 cm Metodo neozelandese = 4. 5 cm Nicola Ungaro