Convegno VGR VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO NEGLI

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Convegno VGR VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO NEGLI INSEDIAMENTI CIVILI ED INDUSTRIALI VIII° edizione

Convegno VGR VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO NEGLI INSEDIAMENTI CIVILI ED INDUSTRIALI VIII° edizione Valutazione del rischio di incidente rilevante nell’incenerimento dei rifiuti Elisabetta Bemporad Annalisa Guercio Roma, 14 Settembre 2016

AGENDA Ø introduzione Ø quadro nazionale incenerimento Ø considerazioni sull’assoggettabilità degli inceneritori al D.

AGENDA Ø introduzione Ø quadro nazionale incenerimento Ø considerazioni sull’assoggettabilità degli inceneritori al D. lgs. 105/2015 Ø caratterizzazione del rischio di incidente rilevante negli impianti di incenerimento Ø concetto di prevenzione globale Ø SGS-PIR Ø SGSL-R

introduzione Ø Applicabilità della Seveso ai rifiuti esplicitata nella Direttiva 2003/105/CE (sostituita) Ø Circolare

introduzione Ø Applicabilità della Seveso ai rifiuti esplicitata nella Direttiva 2003/105/CE (sostituita) Ø Circolare DCPST/A 4/RS/400 del 31/01/07 Min. Interno per inceneritori soggetti agli obblighi di cui all’art. 5, commi 1 e 2, D. lgs. n. 334/1999 (impianti destinati all’eliminazione totale o parziale di sostanze solide mediante combustione, punto 3 allegato A) sopra soglia sotto soglia Ø D. lgs. 105/2015 e + r u d e Ø D. lgs. 81/2008 Titolo IX (con rimando c o anche r p o al Titolo XI ove pertinente) t n e applicazione BAT inclusa m Ø D. lgs 152/2006 (AIA, a n i d r prevenzione incidenti e riduzione o o C conseguenze ambientali) Il D. lgs. 105/15, in ossequio al principio del divieto di gold-plating, ha eliminato gli obblighi per i gestori di stabilimenti “sottosoglia”.

incenerimento in Italia QUADRO NAZIONALE AL 2014 44 impianti di incenerimento per RU, FS,

incenerimento in Italia QUADRO NAZIONALE AL 2014 44 impianti di incenerimento per RU, FS, CSS Nord: 29 unità (66% del totale; 70, 4% di RU totali inceneriti) Lombardia: 35, 6% Emilia Romagna: 18, 0% Campania: 13, 3% Piemonte: 8, 2% Lazio: 7, 0% Veneto: 4, 3% Friuli Venezia Giulia: 2, 9% Sardegna: 2, 7% Toscana: 2, 5% Centro: 8 unità Sud: 7 unità + impianti dedicati ai rifiuti speciali (ca. 40) Trentino: 1, 6% Molise: 1, 5% Puglia: 1, 2% Calabria: 1, 2%

incenerimento in Italia L. 264/2014 da cui bozza di D. P. C. M. •

incenerimento in Italia L. 264/2014 da cui bozza di D. P. C. M. • capacità attuali e potenziali degli impianti di incenerimento in esercizio (autorizzati e non) • fabbisogno residuo per il trattamento dei rifiuti • individuazione nuovi impianti di trattamento termico Prevista la realizzazione di 12 nuovi Impianti: 3 al Nord, 4 al Centro, 5 al Sud

incenerimento in Italia Tecnologia combustione impianti RU Griglia mobile 84 -86% Letto fluido e

incenerimento in Italia Tecnologia combustione impianti RU Griglia mobile 84 -86% Letto fluido e letto fluido ricircolato 12 -13% Tamburo rotante Recupero energetico impianti RU 1 -3%

assoggettabilità al d. lgs 105/15 impianti dedicati principalmente ai RU che trattano anche RS

assoggettabilità al d. lgs 105/15 impianti dedicati principalmente ai RU che trattano anche RS Quantità di rifiuti 2014 inceneriti = 6, 3▪ 106 t, t suddivisi in: • ca. 2, 7▪ 106 t RU indifferenziati • ca. 1, 7▪ 106 t FS da RU e 3, 2▪ 105 t FS da RS • ca. 9, 1▪ 105 t CSS da RU e 2, 2▪ 105 t CSS da RS • ca. 4, 3▪ 105 t altri rifiuti speciali (compresi rifiuti sanitari), di cui 5, 2▪ 104 t pericolosi.

assoggettabilità al d. lgs 105/15 rifiuti speciali inceneriti (2013) • rifiuti prodotti dal trattamento

assoggettabilità al d. lgs 105/15 rifiuti speciali inceneriti (2013) • rifiuti prodotti dal trattamento chimico-fisico di rifiuti industriali e acque reflue: 3, 3▪ 105 t (38, 2%), di cui 9, 6▪ 104 t pericolosi • rifiuti della lavorazione del legno, carta e affini: 1, 2▪ 10 5 t (13, 6%) • rifiuti sanitari: 1, 13▪ 105 (13, 2%), di cui 1, 06▪ 105 t pericolosi • rifiuti della produzione di prodotti chimici organici di base: 9, 5▪ 10 4 t (11, 2%) di cui la maggioranza (9, 2▪ 105 t) pericolosi • rifiuti dal trattamento meccanico di rifiuti: 7, 5▪ 105 t (8, 7%), di cui 4, 4▪ 105 t pericolosi. NON PERICOLOSI 444. 625 t PERICOLOSI 408. 664 t (ca. 48%)

caratterizzazione rischio IR Ciclo lavorativo Ingresso rifiuti Ricevimento Stoccaggio Movimentazione acqua aria gas naturale

caratterizzazione rischio IR Ciclo lavorativo Ingresso rifiuti Ricevimento Stoccaggio Movimentazione acqua aria gas naturale Termovalorizzazione Recupero termico Utenze termiche Recupero energetico Smaltimento finale Rete elettrica Scorie Ceneri Residui Trattamento fumi Emissioni gassose calce/bicarbonato carbone attivo ammoniaca Trattamento acque reflue

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con potenziale “rilevanza Seveso” Additivi Caratteristiche Acido Cloridrico (2533%) Reagisce con la maggior parte dei metalli sviluppando H 2. Altamente corrosivo. Provoca gravi ustioni per ingestione, inalazione e contatto con occhi e pelle Altamente corrosivo e provoca Acido Solforico gravi ustioni per ingestione, (generalmente al 65%) inalazione e contatto con occhi e pelle Miscele in acqua di desossigenanti (carbazide, idrazina, acido eritorbico, dietilidrossilamina) e ammine organiche alcalinizzanti Biocida-Alghicida: miscele in soluzione acquosa di agenti antibatterici (sali di ammonio quaternario, cloro derivati tiazolonici) Impiego/ consumi In All. I D. lgs 105/15 rigenerante per treni demineralizzazione trattamento acque reflue Consumo: 0, 14 -10 kg/t rifiuti condizionamento acqua di raffreddamento rigenerante treni di demineralizzazione Prodotti classificati come pericolosi. Provocano gravi danni anche permanenti per ingestione, condizionamento per inalazione e contatto con occhi, acqua di alimento pelle e vie respiratorie. Alcuni dei generatori di vapore componenti sono sospetti di attività cancerogena Prodotti classificati come pericolosi, che possono causare irritazioni/ustioni alle vie respiratorie, provocare ustioni a contatto con pelle e con occhi condizionamento dell’acqua di raffreddamento Parte 2 n. 16 se gas liquefatto S. I. = 25 t; S. S. = 250 t no (a parte una notifica di autoclassificazione che include la classe/categoria Ox. Liq. 2) Esempi: Semicarbazide: Parte 1 - H 2 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t Idrazina: Parte 2 n. 33 S. I. = 0, 5 t; S. S. = 2 t Esempi: 2 -ottil-2 H-isotiazol-3 -one: Parte 1 - H 2, E 1 S. I. = 50 t, 100 t; S. S. = 200 t composti di ammonio quaternario, benzil-C 8 -18 -alchildimetil, cloruri: Parte 1 E 1 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con potenziale “rilevanza Seveso” Additivi Ipoclorito di Sodio Caratteristiche Irritante, a contatto con acidi si decompone liberando gas tossici. Corrosivo. Provoca ustioni per ingestione, inalazione e contatto con occhi e pelle Può produrre bruciature alla pelle e seri danni agli occhi. Soluzione I vapori sono estremamente acquosa di irritanti per gli occhi e le vie Ammoniaca respiratorie. Le soluzioni (generalmente al ammoniacali sono caustiche e 25%) o Urea (al quindi altamente irritanti per le mucose, gli occhi e la pelle. I 45%) vapori di ammoniaca sono infiammabili Nocivo. Può produrre pericolo di Catalizzatore gravi danni alla salute in caso di composto da esposizione prolungata per pentossido di V inalazione. Possibilità di effetti su supporto di irreversibili. Possibile rischio di diossido di Ti danni ai bambini non ancora nati Impiego / consumi disinfezione correnti uscenti dal trattamento acque reflue In All. I D. lgs 105/15 Parte 2 n. 41 se in miscele* classificate Aquatic Acute 1 [H 400] con Cl attivo < 5 % e non classificate in alcuna delle categorie di pericolo in Parte 1 S. I. = 200 t; S. S. = 500 t altrimenti Parte 1 E 1 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t (*) A condizione che la miscela non sia classificata Aquatic Acute 1 [H 400] in assenza di ipoclorito. reattivo per trattamento NH 3: Parte 1 E 1 fumi dosato all’ingresso del S. I. = 50 t; S. S. = 200 t trattamento di abbattimento ossidi di azoto (De. NOx) Urea: no Consumo: 0. 5 - 5 kg/t reattivo presente all’interno del catalizzatore per l’abbattimento degli ossidi di Azoto e Diossine (De. NOx catalitico) V 2 O 5: Parte 1 E 2 S. I. = 200 t; S. S. = 500 Ti. O 2: no

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Chemicals di uso comune negli impianti di incenerimento con potenziale “rilevanza Seveso” Additivi Caratteristiche Ossigeno Può causare od alimentare un incendio per le sue proprietà comburenti – generalmente utilizzato liquefatto quindi in pressione e criogenico Infiammabile e, secondo provenienza/ trattamento tossico per inalazione (può provocare sonnolenza o vertigini), cancerogeno e mutageno Potenzialmente cancerogeno e, secondo provenienza/ trattamento, tossico per aspirazione, irritante (pelle), può provocare danni agli organi (timo, fegato) in caso di esposizione prolungata o ripetuta Gas naturale Gasolio Impiego / consumi In All. I D. lgs 105/15 combustibile ausiliario Parte 2 (se liquefatto) n. 18 S. I. 50 t - S. S. 200 t utilizzato come reagente Parte 2 n. 25 nel caso di combustione S. I. = 200 t; S. S. =2000 t arricchita o gassificazione Consumo: 4, 5 -20 m 3/t rifiuti combustibile ausiliario Parte 2 n. 34 lett. c) S. I. = 2500 t; S. S. = 25000 t

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Inquinanti comunemente presenti nei residui di combustione con potenziale

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Inquinanti comunemente presenti nei residui di combustione con potenziale “rilevanza Seveso” Residui Caratteristiche trattamento Idrocarburi aromatici, anche clorurati, la cui presenza è possibile nei fumi, particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso Aeriformi presenti nei fumi, o Gas ad effetto rilasciati dai rifiuti in fermentazione, in grado di serra (CO 2, assorbire la radiazione CH 4, N 2 O) infrarossa e indurre il riscaldamento dell’atmosfera Composti volatili che Gas acidificano l’acqua di lavaggio, rendendola corrosiva HCl, NOx, per materiali da costruzione e SOx dannosa per la flora Composti organici del Carbonio (IPA, PCDD, PCDF) Formazione - presenza In All. I D. lgs 105/15 fumi combustione residui combustione depositi su superfici scambio termico (sporcamento sezione di recupero energetico) corpi di riempimento (torri lavaggio) PCDD/F (compresa la TCDD), espressi come TCDD equivalente (nota 20): Parte 2 n. 32 solo S. S. = 0, 001 t fumi di combustione fermentazione di masse di rifiuti CH 4: Parte 1 P 2 S. I. = 10 t; S. S. = 50 t N 2 O Parte 1 P 4 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t fumi di incenerimento SO 2 Parte 1 H 2 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t SO 3 Parte 2 n. 31 S. I. = 15 t; S. S. = 75 t

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Inquinanti comunemente presenti nei residui di combustione con potenziale

assoggettabilità al d. lgs 105/15 Inquinanti comunemente presenti nei residui di combustione con potenziale “rilevanza Seveso” Residui Caratteristiche trattamento Ossidi di azoto Gas acidi volatili Mercurio Metallo volatile Cadmio Cromo Piombo Nickel Metalli pesanti Formazione - presenza fumi di incenerimento, prodotti durante la combustione in presenza di eccessi d’aria o per ossidazione di composti organici azotati residui di combustione sotto forma di ossidi che dopo il raffreddamento si depositano sulle particelle solide In All. I D. lgs 105/15 NO 2: Parte 1 H 2, P 4 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t Parte 1 H 2, E 1 S. I. = 50 t; S. S. = 200 t Composti del Cd (con Parte 1 E 1: alcune eccezioni)* S. I. = 50 t S. S. = 200 t Composti del Cr VI* *ad eccezione dei composti residui di combustione generalmente Composti del Pb* specificamente come ossidi e come sali di reazione classificati (es. cloruri, solfuri, ecc. ) Composti del Ni in Parte 2 n. 11 forma polverulenta solo inalabile: Ni. O, Ni. O 2, S. S. = 1 t Ni. Sx, Ni 3 S 2, Ni 2 O 3

scenari incidentali impianti incenerimento AREA DEL GUASTO/ DIFETTO/ MANCANZA ESEMPI (EVENTI INIZIATORI) rottura fusti/manichette

scenari incidentali impianti incenerimento AREA DEL GUASTO/ DIFETTO/ MANCANZA ESEMPI (EVENTI INIZIATORI) rottura fusti/manichette sovra-riempimento Movimentazione rifiuti serbatoi rilascio e innesco gas in ingresso o materie infiammabili in prime (carico/scarico) trituratori perdita contenimento/ incendi in deposito Alimentazione e rifiuti pretrattamento rifiuti perdita contenimento di NH 3 o sol. ammoniacali Stoccaggio rifiuti POSSIBILI MISURE TECNICHE DI PREVENZIONE/MITIGAZIONE/ CONTROLLO stoccaggio in sicurezza sistemi di contenimento opportunamente dimensionati (V ≥ max capacità, pavimentazione a tenuta, drenaggio in apposite aree di raccolta, ecc. ) sistemi di assorbimento argine per reagenti liquidi allarme di alto livello miscelazione e trattamento rapidi dei rifiuti in ingresso rilevatori d’incendio e impianto antincendio a sprinkler progettazione e manutenzione del sistema di carico verifica dei rifiuti da caricare

scenari incidentali impianti incenerimento AREA DEL GUASTO/ DIFETTO/ MANCANZA ESEMPI (EVENTI INIZIATORI) Sistema di

scenari incidentali impianti incenerimento AREA DEL GUASTO/ DIFETTO/ MANCANZA ESEMPI (EVENTI INIZIATORI) Sistema di controlli perdita contenimento camera di combustione Movimentazione e stoccaggio dei residui Trattamento fumi (es. interruzione alimentazione, carenza reagenti, ostruzioni, danni strutturali) di tubazioni/serbatoi combustibili (gasolio, GPL, GNL) con incendio guasto al sistema FGT perdita contenimento di residui del FGT POSSIBILI MISURE TECNICHE DI PREVENZIONE/MITIGAZIONE/ CONTROLLO controllo della qualità dei rifiuti alimentati manutenzione dei sistemi di insufflazione dell’aria controllo in remoto di parametri di processo stoccaggio in sicurezza sistemi di drenaggio controllati o contenuti gruppi d’emergenza per ventilatori/pompe allarme di basso livello per i reagenti manutenzione delle pompe ridondanza di apparecchiatura (es. sistemi di alimentazione di minori dimensioni multipli) controllo parametri chiave Ø potenziale criticità critici “sensu Seveso” delle aree di stoccaggio per gli additivi di processo e per i rifiuti potenzialmente pericolosi e delle relative strutture di contenimento; Ø necessità di verificare nel Rd. S la compatibilità delle BAT stoccaggio rifiuti con le misure di prevenzione e mitigazione RIR

La prevenzione «globale» prevenire i rischi per l’ambiente che abbiano la potenzialità di agire

La prevenzione «globale» prevenire i rischi per l’ambiente che abbiano la potenzialità di agire anche sui rischi cosiddetti professionali, specifici dell’attività, garantendo perciò la tutela anche dell’uomo-lavoratore

La prevenzione «globale» Esempio (dagli scenari incidentali): prevenire la fuoriuscita di sostanze pericolose per

La prevenzione «globale» Esempio (dagli scenari incidentali): prevenire la fuoriuscita di sostanze pericolose per l’ambiente, garantendo un corretto stoccaggio, all’interno di serbatoi o contenitori realizzati con materiale compatibile e opportunamente dimensionati, dotato di segnaletica, sottoposto a manutenzione periodica e programmata, effettuata da personale formato e addestrato, il cui impiego è regolato da procedure e istruzioni di lavoro stabilite, applicate, condivise e oggetto di informazione, formazione e addestramento ha il duplice effetto positivo di prevenire anche i rischi professionali

La prevenzione «globale» e i SG I Sistemi di Gestione costituiscono una parte del

La prevenzione «globale» e i SG I Sistemi di Gestione costituiscono una parte del sistema complessivo di gestione dell’organizzazione che comprende: • struttura organizzativa • attività di pianificazione • responsabilità • azioni di coinvolgimento • pratiche • procedure • processi • risorse necessarie per: sviluppare, attuare, raggiungere e mantenere attiva la politica dell’organizzazione nella materia oggetto del SG, nell’ottica del miglioramento continuo SGS-PIR [UNI 10617] CICLO DI DEMING (PDCA) SGSL [Linee Guida UNI-INAIL]

La prevenzione «globale» e i SG Importanza di Sistemi di Gestione in impianti complessi

La prevenzione «globale» e i SG Importanza di Sistemi di Gestione in impianti complessi Gestione integrata di rischi di incidenti rilevanti e di SSL Sistemi di Gestione della Sicurezza per la Prevenzione dei rischi di Incidente Rilevante (SGS-PIR) Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL-R)

Confronto tra SGS-PIR e SGSL -R • SGS-PIR obbligatorio; SGSL-R volontario • medesimo ciclo

Confronto tra SGS-PIR e SGSL -R • SGS-PIR obbligatorio; SGSL-R volontario • medesimo ciclo virtuoso teso al miglioramento continuo • ruolo centrale dell’Organizzazione • processo di analisi iniziale e VR • importanza delle procedure e del controllo operativo, soprattutto durante la manutenzione in impianti caratterizzati da elevato contenuto tecnologico, alto livello di automazione e remotizzazione dei controlli • ruolo centrale dei quasi incidenti nella fase di Verifica • congruenza degli indicatori

Confronto tra SGS-PIR e SGSL -R Struttura SGS-PIR (D. lgs. 105/2015) Elementi chiave a)

Confronto tra SGS-PIR e SGSL -R Struttura SGS-PIR (D. lgs. 105/2015) Elementi chiave a) Organizzazione e personale b) Identificazione e valutazione pericoli rilevanti c) Controllo operativo d) Modifiche e progettazione e) Pianificazione emergenza f) Controllo prestazioni g) Controllo e revisione

La prevenzione «globale» e i SG Struttura delle LI SGSL-R Approccio organizzativo INTRODUZIONE ai

La prevenzione «globale» e i SG Struttura delle LI SGSL-R Approccio organizzativo INTRODUZIONE ai SGSL GLI STRUMENTI DI LAVORO Politica del sistema Procedure Risorse Indicatori di prestazione Ciclo PDCA Pianificazione Attuazione Verifica Riesame direzione allegati Minicicli - focus • macchine e attrezzature • manutenzione e pulizia • appalti • lavoro su strada • circolazione di veicoli su strada • lavoro in quota • stress lavoro correlato Novità in LI 2016 • infortuni su strada • lavori in quota • ambienti confinati

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Ø Struttura SGS-PIR incentrata sui contenuti tecnici SGSL-R incentrata sulle

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Ø Struttura SGS-PIR incentrata sui contenuti tecnici SGSL-R incentrata sulle azioni di sistema (PDCA) Ø Approccio sistemico Forte rilevanza dei sistemi tecnici nel SGS-PIR Forte rilevanza dei sistemi organizzativi nel SGSL-R LI SGSL-R - 2. 2 POLITICA – Alcuni obiettivi minimi nel Documento SGS-PIR Documento POLITICA – esempio obiettivi [LG ISPRA 70/2011] prevenzione dei rischi per la SSL e miglioramento continuo delle condizioni di SSL prevenire ed evitare ogni possibile tipologia incidentale mediante una efficace identificazione dei possibili pericoli derivanti dalle proprie attività, l’analisi dei rischi ad essi associati e la valutazione delle conseguenze considerare la SSL ed i relativi risultati come parte integrante della gestione complessiva dell’organizzazione salvaguardare la salute e la sicurezza, dei lavoratori, della popolazione circostante e dell’ambiente

Confronto SGSL-R e SGS-PIR LI SGSL-R - 2. 2 POLITICA – Alcuni obiettivi minimi

Confronto SGSL-R e SGS-PIR LI SGSL-R - 2. 2 POLITICA – Alcuni obiettivi minimi nel Documento far sì che i lavoratori siano sensibilizzati e formati per svolgere i loro compiti in sicurezza in modo che siano in grado di assumersi le loro responsabilità in materia di SSL SGS-PIR Documento POLITICA – esempio obiettivi [LG ISPRA 70/2011] assicurare l’informazione, la formazione, l’addestramento e la sensibilizzazione di tutte le persone che operano nell’impianto, riguardo le tematiche relative alla sicurezza; SGS-PIR Documento POLITICA – esempio obiettivi [LG ISPRA 70/2011] progettare e gestire gli impianti ed i processi nelle fasi di normale attività e nei transitori in modo da tenere sotto controllo, eliminare o minimizzare ogni rischio di incidente rilevante assicurare che l’esecuzione dei lavori avvenga seguendo quanto richiesto dalle procedure operative in modo da limitare il più possibile errori che possono portare all’instaurarsi di una situazione di pericolo predisporre misure atte a garantire che le aziende terze adottino comportamenti coerenti con la politica della Società RILEVANZA DELL’ASPETTO TECNICO-OPERATIVO PESO DELLE DITTE TERZE NEL GARANTIRE LA SICUREZZA

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Ø Controllo operativo SGS-PIR: controllo operativo del processo e di

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Ø Controllo operativo SGS-PIR: controllo operativo del processo e di tutte le attività dello stabilimento rilevanti ai fini della sicurezza: gestione della documentazione procedure operative criteri e procedure di manutenzione, ispezione e verifica approvvigionamento di apparecchiature, materiali e servizi SGSL-R: complesso delle attività, delle regole e dei criteri fissati, delle responsabilità e delle autorità, delle risorse umane e strumentali necessarie al fine di garantire le migliori condizioni possibili di SSL

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Caratteristiche inceneritori: elevato contenuto tecnologico elevato livello di automazione remotizzazione

Confronto SGSL-R e SGS-PIR Caratteristiche inceneritori: elevato contenuto tecnologico elevato livello di automazione remotizzazione dei controlli Attività chiave: ispezione e controllo della funzionalità dell’impianto interventi di manutenzione meccanica, termoidraulica, elettrica e strumentale Durante tali attività può avvenire l’intervento prettamente “manuale” dell’operatore, da cui può scaturire un’esposizione diretta a una pluralità di rischi, compreso quello di incidente rilevante. Importanza del controllo operativo Introduzione di un focus specifico del SGSL-R su pulizia e manutenzione realizzato sulla base di concetti propri dell’ambito degli impianti a rischio di incidente rilevante: prolungamento del ciclo di vita di macchine, attrezzature ed impianti, attraverso il controllo dei rischi legati ad invecchiamento e corrosione; stabilità operativa; limitazione al minimo degli interventi manuali straordinari; procedure operative e istruzioni congruenti con analisi di sicurezza sistemi di permessi di lavoro.

Incidenti negli inceneritori Ø gli incidenti relativi ad impianti di incenerimento sono rari Ø

Incidenti negli inceneritori Ø gli incidenti relativi ad impianti di incenerimento sono rari Ø si tratta essenzialmente di incendi e/o esplosioni legati a: non corretta identificazione dei pericoli dei rifiuti introdotti oppure non corretta applicazione di procedure di movimentazione e stoccaggio o di manutenzione. ESEMPIO Tipo incidente QUASI INCIDENTE Stabilimento INCENERITORE Data Marzo 2012 Unità coinvolte / evoluzione ESPLOSIONE di 2 kg di nitrato di sodio in tamburo rotante Conseguenze Danni strutturali Causa probabile Accumulo di materiale esplosivo non combusto nello spazio anulare tra cilindro rotante e aspiratore Azioni Misure organizzative aggiuntive per evitare l’accumulo di materiale nella tramoggia di scarico es. cicli di controllo e pulizia, monitoraggio e controllo del materiale

Confronto SGSL-R e SGS-PIR LI SGSL-R – Esempi di Indicatori Controllo operativo: indicazione di

Confronto SGSL-R e SGS-PIR LI SGSL-R – Esempi di Indicatori Controllo operativo: indicazione di misure e strumenti n° nc rilevate circa l’applicazione delle procedure n° infortuni, incidenti e quasi incidenti n° segnalazioni di criticità del sistema pervenute all’anno n° verifiche di ac adottate a seguito di nc rilevate Procedure operative n° nc rilevate nell’applicazione procedure n° infortuni e incidenti per non applicazione procedure n° ore di addestramento su procedure n° di procedure elaborate/ aggiornate/ eliminate. Manutenzione costi manutenzione correttiva e preventiva/costo tot costi interventi effettuati in condizioni d’emergenza/costo tot durata indisponibilità di impianti e attrezzature di lavoro per manutenzione/ disponibilità totale attesa tempo tra due guasti successivi n° di manutenzioni a guasto *IR-Indicatori di risultato **IP-Indicatori precursori SGS-PIR – Esempi di indicatori (Allegato H d. lgs 105/15) Procedure operative e manutenzione (sorveglianza) IR*: n° di attività critiche per la sicurezza osservate per le quali non sono state eseguite tutte le fasi previste dalle procedure specifiche. IP**: n° totale di attività critiche per la sicurezza oggetto di osservazione IR: n° di volte che il trasferimento di sostanze pericolose non avviene come previsto a causa di procedure operative errate o poco chiare. IP: percentuale di procedure riviste o sottoposte a revisione entro il periodo indicato nella programmazione Ispezione/manutenzione IR: n° di perdite di contenimento dovute a guasti su componenti critici (ad es. manichette flessibili, giunti, pompe, valvole, flange, tubazioni fisse, serbatoi o strumentazione). IP: percentuale di componenti critici che operano secondo le specifiche richieste quando sono ispezionati o testati. IP: percentuale delle attività di manutenzione programmate completate nei termini previsti.

Conclusioni q RIR negli inceneritori correlabile principalmente alla presenza di chemicals e materie ausiliarie

Conclusioni q RIR negli inceneritori correlabile principalmente alla presenza di chemicals e materie ausiliarie di processo, ed eventualmente ai residui di combustione (più rilevanti in termini di rischi per la salute) q la concorrenza di diverse normative, la complessità tecnologica degli impianti e le difficoltà nell’identificazione dei pericoli che si continuano a riscontrare, suggerirebbero l’esigenza di azioni specifiche di sensibilizzazione e formazione q potenzialità e sinergie dei SGSL, pur con alcune differenze di approccio, ai fini della tutela dei lavoratori e della popolazione nell’area di influenza di questo tipo di impianti (prevenzione globale) q possibilità di implementare agevolmente un SGSL-R partendo da un SGS-PIR q possibilità di implementare agevolmente un SGS-PIR partendo da un SGSL-R

FINE “Una scintilla trascurata fa un fuoco possente” [Robert Herrick] DOMANDE O SUGGERIMENTI? E

FINE “Una scintilla trascurata fa un fuoco possente” [Robert Herrick] DOMANDE O SUGGERIMENTI? E …………. . GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE!