CIRCUITI CORTICALI Cell stellata Cell piramidale ORIGINE DEL

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CIRCUITI CORTICALI Cell. stellata Cell. piramidale

CIRCUITI CORTICALI Cell. stellata Cell. piramidale

ORIGINE DEL SEGNALE EEG L’ampiezza del segnale EEG é data dal prodotto tra I

ORIGINE DEL SEGNALE EEG L’ampiezza del segnale EEG é data dal prodotto tra I (corrente sinaptica) e Re (resistenza extracellulare). Il segnale generato é quindi di ampiezza ridotta rispetto al segnale sinaptico il cui valore é dato dal prodotto tra I e Rm (resistenza di membrana). La propagazione del segnale sinaptico genera in ogni cellula un campo elettrico, che essendo descritto da un vettore ha intensità, direzione e verso.

Solo quando i vettori hanno la stessa direzione si sommeranno per generare un segnale

Solo quando i vettori hanno la stessa direzione si sommeranno per generare un segnale risultante non nullo. La direzione del campo dipende dall’orientamento dell’albero dendritico. Nel caso delle cellule piramidali i vettori sono paralleli e quindi si sommano. Nel caso delle cellule stellate, la loro simmetria radiale comporta che il loro campo elettrico risultante sia nullo. Il fatto che il segnale EEG sia la somma di tanti campi elettrici, comporta che solo segnali sincroni si sommano. I segnali sincroni sono quelli sinaptici (lenti) e non i potenziali d’azione (veloci).

Il sonno è uno stato di coscienza organizzato in più fasi che possono essere

Il sonno è uno stato di coscienza organizzato in più fasi che possono essere indotte attivamente Il sonno non è una condizione uniforme Definito da quattro criteri comportamentali: Ridotta attività motoria, diminuita risposta agli stimoli, postura stereotipata, reversibilità. Il sonno non-REM: Attività neuronale e metabolica, temperatura del cervello basse Elevato tono parasimpatico, tono muscolare e riflessi presenti. Si suddivide in quattro stadi identificati in base al tracciato EEG Stadio 1, su di uno sfondo di attività a onde di bassa ampiezza e frequenza elevata si inseriscono brevi episodi di onde più lente. Le palpebre si chiudono e gli occhi compiono movimenti rotatori. Stadio 2, Il tracciato mostra segni più evidenti di sincronizzazione: compaiono I fusi e le onde K. L’attività di sfondo è sempre dominata da onde di basso voltaggio e frequanza elevata. Stadio 3, Il tracciato rallenta e compaino le onde delta Stadio 4, Le onde delta dominano nel tracciato. E’ la fase piu’ profonda del sonno non-REM. Il sonno REM Nell’uomo il tracciato assume le caratteristiche di quello dello stadio 1 non-REM L’attività neuronale è in genere elevata, simile a quella di veglia. Certi gruppi di neuroni (nel ponte, talamo e corteccia) possono presentare un’attività più elevata che quella dello stato di veglia. Questa attività è responsabile delle onde ponto-genicolo-occipitali (PGO). Le manifestazioni PGO sono correlate ai movimenti oculari rapidi. Temperatura e metabolismo cerebrale aumentano. Il tono muscolare cade in quasi tutti I muscoli. I riflessi sono fortemente attenuati Variazioni vegetative e attenuazione dei meccanismi omeostatici

Le fasi REM e non-REM si alternano ciclicamente Tipicamente si progredisce dalllo stadio 1

Le fasi REM e non-REM si alternano ciclicamente Tipicamente si progredisce dalllo stadio 1 allo stadio 4. Dopo circa 70 -90 minuti si ritorna agli stadi 3 e 2 e quindi compare la prima fase di sonno REM che dura per circa 10 minuti. Il ciclo si misura tra l’inizio dello stadio 1 e la fine del primo episodio REM: nell’uomo la durata è di 90 -110 minuti Il ciclo si ripete tipicamente per 4 -6 volte per notte Nei cicli successivi cresce la durata dello stadio REM e diminuisce quella degli stadi 3 e 4 Durata complessiva dei vari stadi (giovane adulto): 50 -60% , Stadio 2 non-REM 20 -25% , Stadio REM 15 -20% , Stadi 3 e 4 non-REM 5% , Stadio 1 non-REM

Veglia: 15 -60 Hz /30 m. V detto ritmo beta Fase 1 del sonno

Veglia: 15 -60 Hz /30 m. V detto ritmo beta Fase 1 del sonno non REM: 4 -8 Hz/50 -100 m. V detto ritmo teta Fase 2 del sonno non REM: 10 -15 Hz/50 -150 m. V caratterizzato da oscillazioni dette FUSI che si ripetono periodicamente e durano pochi secondi. Fase 3 del sonno non REM: 2 -4 Hz/100 -150 m. V caratterizzato da onde più lente. Fase 4 del sonno non REM: 0. 5 -2 Hz/100 -200 m. V caratterizzato dalla comparsa di onde lente, detto ritmo delta. Raggiunto questo livello di sonno profondo, la sequenza si inverte e segue un periodo di sonno accompagnato da movimenti oculari rapidi (sonno REM). Il sonno REM è caratterizzato da una attività a basso voltaggio ed elevata frequenza simile all' attività EEG degli individui in stato di veglia.

Variazioni fisiologiche durante le fasi del sonno in un tipico periodo di 8 ore.

Variazioni fisiologiche durante le fasi del sonno in un tipico periodo di 8 ore. La durata del sonno REM aumenta da 10 minuti nel primo ciclo fino a 50 minuti nell' ultimo ciclo; inoltre il sonno profondo a onde lente (fase IV) compare solo nei primi 2 cicli. Possiamo resistere senza sonno REM ma abbiamo bisogno del sonno non REM per sopravvivere.

Funzione del sonno Conservazione di energia, termoregolazione , produzione di ormoni, maturazione neurale, cognitività

Funzione del sonno Conservazione di energia, termoregolazione , produzione di ormoni, maturazione neurale, cognitività (effetti sulla memoria). Sonno e Sogni associati alle diverse fasi di sonno. Caratteristiche dei sogni nel sonno-REM Allucinazioni: sopratutto visive e motorie Cognitività: incongruenze logiche, incertezza spazio-temporale, identità delle persone, struttura narrativa confusa, scadenti prestazioni mnemoniche. Emotività: in genere elevata e dominata da stati di ansia e paura, non influenzata dalla trama del sogno. Processi volitivi e istintivi. Significato del sogno I sogni rivelano le nostre più recondite ansie e sensazioni inconsce. Sono il risultato di un bombardamento caotico della neocorteccia e del sistema limbico da parte di segnali casuali provenienti dal tronco (PGO) e pertanto privi di significato La trama di un sogno è il risultato di un ordine imposto al caos dei segnali nervosi. Quest’ordine deriva dai nostri ricordi remoti e dalla nostra personale visione del mondo. Rilevante per I sogni è il repertorio emotivo dell’individuo Disapprendimento di nozioni erronee (sogniamo per dimenticare) Sogni a contenuto bizzarro e cancellazione di pensieri parassiti (sogniamo per tenere a freno fantasie e ossessioni) Elaborazione e memorizzazione delle informazioni di maggior rilievo acquisite durante la veglia.

I disturbi del sonno Eccessi di sonnolenza (ipersonnie) Disturbi dell’addormentamento e del mantenimento del

I disturbi del sonno Eccessi di sonnolenza (ipersonnie) Disturbi dell’addormentamento e del mantenimento del sonno (insonnie) Disturbi del risveglio da sonno-REM e non-REM (parasonnie) Narcolessia. Sintomi: sonnolenza diurna, cataplessia, paralisi, allucinazioni ipnogene. Quadro EEG: alterata sequenza degli stadi di sonno. Patogenesi: alterata funzione delle strutture tronco encefaliche responsabili dell’attivazione. Eziologia: incidenza familiare, alterazioni poligeniche, associazione con l’antigene classe II del complesso di istocompatibilità maggiore, malattie autoimmuni. Terapia: sintomatica, anfetamine, inibitori MAO, antidepressivi triciclici. Sindrome da apnea ostruttiva nel sonno. Collasso della faringe, alterazione del tono muscolare, alterato controllo del respiro. Insonnie: Insonnia psicofisiologica. La forma più frequente, base emozionale, psicogena. Può essere transitoria o persistente Insonnie da cause ambientali. Rumore, caldo, freddo Insonnie associate a disturbi psichiatrici. Nevrosi, psicosi, quadri EEG. Insonnie da farmaci, somministrazione di psicostimolanti, interruzione di sedativi.

Trattamento: terapie non-farmacologiche (comportamentista, psicoterapia). Terapia farmacologica: ipnotici barbiturici e non barbiturici oggi completamente

Trattamento: terapie non-farmacologiche (comportamentista, psicoterapia). Terapia farmacologica: ipnotici barbiturici e non barbiturici oggi completamente sostituiti da Benzodiazepine (a breve, media e lunga emivita). Antidepressivi sedativi triciclici. Parasonnie: disfunzioni comportamentali associate al sonno agli stadi di sonno o al risveglio: Enuresi: comune nei bambini. Fattori psicologici. Frequente negli stadi 4 e 3. Sonnambulismo. Si verifica più frequentemente negli stadi 3 e 4.

Basi anatomiche dei ritmi circadiani. Le cellule retiniche conteneti melanopsina in grado di percepire

Basi anatomiche dei ritmi circadiani. Le cellule retiniche conteneti melanopsina in grado di percepire le variazioni di luce proiettano al Nucleo soprachiasmatico del talamo. La rimozione di questo abolisce il ritmo circadiano sonno-veglia. Il nucleo invia proiezioni non dirette alla ghiandola pineale. Questa gh. sintetizza e libera la MELATONINA un neurormone che favorisce il sonno. La melatonina nel torrente circolatorio agisce modulando i circuiti del tronco dell' encefalo che controllano il ciclo sonno-veglia.

Neuroni colinergici localizzati in prossimità della congiunzione ponte-mesencefalo, la sua stimolazione provoca il risveglio.

Neuroni colinergici localizzati in prossimità della congiunzione ponte-mesencefalo, la sua stimolazione provoca il risveglio. Inoltre sono coinvolti anche i neuroni noradrenergicidel locus coeruleus e i neuroni serotoninergici dei nuclei del rafe. La stimolazione elettrica del talamo induce un gatto sveglio ad addormentarsi.

Registrazioni da un neurone talamo-corticale in cui si evidenziano: l' attività oscillatoria caratteristica del

Registrazioni da un neurone talamo-corticale in cui si evidenziano: l' attività oscillatoria caratteristica del sonno e una tonica della veglia. Durante le oscillazioni il neurone è iperpolarizzato e attiva i canali Ca++ questi sono responsabili dei Fusi nel sonno II e III nell' EEG. Se si depolarizzano le cellule o si stimola il sistema reticolare attivatore l' attività oscilatoria si trsforma in attività tonica.