ANALISI DEI TESTI POETICI A ZANTE di Ugo

  • Slides: 17
Download presentation
ANALISI DEI TESTI POETICI

ANALISI DEI TESTI POETICI

A ZANTE di Ugo Foscolo

A ZANTE di Ugo Foscolo

PARAFRASI Io non toccherò mai più le sacre rive del mare, dove trascorsi la

PARAFRASI Io non toccherò mai più le sacre rive del mare, dove trascorsi la mia fanciullezza, o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde del mare greco, da cui, fanciulla, nacque Venere e rendeva quelle isole fertili con il suo primo sorriso, per cui non passò sotto silenzio le tue nubi limpide e la tua vegetazione l’illustre poesia di colui (Omero) che cantò le peregrinazioni volute dal destino e l’esilio in terre lontane, in seguito alle quali illustre per la gloria e le sventure, baciò la sua rocciosa Itaca Ulisse. Tu non avrai null’altro che il canto del tuo figlio, o mia terra natale; a noi, infatti, il destino ha riservato (prescrisse) una tomba su cui nessuno verrà a piangere.

Livello tematico. Il sonetto (componimento di 14 versi endecasillabi, divisi in due quartine e

Livello tematico. Il sonetto (componimento di 14 versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, con rima alternata o incrociata) è dedicato a Zacinto o Zante, una delle isole Ionie, in quel momento sotto il dominio della Repubblica di Venezia, dove Foscolo è nato. Il tema è quello dell’esilio del poeta e del suo definitivo distacco dalla patria. Una nostalgia e un dolore ancora più forti perché sa che non potrà più fare ritorno nella sua terra. Il testo può essere diviso in diversi nuclei tematici:

Il primo e l’ultimo nucleo tematico sono collegati tra loro in quanto entrambi sono

Il primo e l’ultimo nucleo tematico sono collegati tra loro in quanto entrambi sono autobiografici. Il poeta riesce a legare attraverso varie immagini il presente al passato e la realtà al mito. Zacinto, infatti, non è solo un luogo geografico, ma è anche il luogo immortalato nella poesia di Omero. Foscolo si riconosce in Ulisse, anche se la sua condizione è capovolta rispetto a quella dell’eroe greco: lui sa di non poter tornare, mentre l’altro ritornò in patria. D’altra parte si sente vicino ad Omero perchè come il poeta greco ha descritto la bellezza di Zacinto e l’esilio di Ulisse che ha potuto far ritorno nella sua patria, così egli scrive della sua isola e dell’impossibilità di tornarvi (“Tu non altro che il canto avrai del figlio”).

Livello metrico-ritmico E’ un sonetto costituito da due quartine a rima alternata (ABAB) e

Livello metrico-ritmico E’ un sonetto costituito da due quartine a rima alternata (ABAB) e da due terzine a rima incrociata (CDECED). Il poeta per dare un particolare andamento ritmico ai versi, ricorre spesso alle assonanze (rima imperfetta che si ha quando due parole nella parte finale presentano le stesse vocali, ma non le stesse consonanti), come sponde/onde, tacque/acque. All’inizio del sonetto i tre monosillabi accentati (né più mai), servono a scandire il ritmo del verso e sottolineano l’impossibilità di un ritorno in patria. Il verso finale, con gli accenti sulla seconda, quarta, sesta e decima sillaba, risulta anch’esso fortemente scandito a sottolineare il tema della morte in terra straniera e dell’illacrimata sepoltura.

Livello sintattico Il sonetto è composto di due soli periodi. Nel sonetto classico solitamente

Livello sintattico Il sonetto è composto di due soli periodi. Nel sonetto classico solitamente le strofe coincidono con i periodi, perciò in quattro strofe vi erano quattro periodi, qui il primo invece va dal verso 11 con una sola proposizione principale, a cui si collega la coordinata e una serie di subordinate relative in un flusso di pensieri che arrivano fino alla fine della terza strofa.

Tempi verbali Se esaminiamo i tempi verbali vediamo che prevale il passato remoto nella

Tempi verbali Se esaminiamo i tempi verbali vediamo che prevale il passato remoto nella parte centrale del sonetto (vv. 4 -11), nella quale è ricordato un passato lontano, addirittura mitico che è sereno e armonico. Nei versi 1 e 12 troviamo invece due futuri (toccherò e avrai) introdotti entrambi da una negazione (“né più mai” e “non altro che”), a sottolineare la dolorosa vicenda che lo attende. Un valore particolare ha il verbo prescrisse che si riferisce al triste destino che, ancora prima della nascita, ha deciso per il poeta l’esilio e l’illacrimata sepoltura.

Livello lessicale Le parole chiave del sonetto sono messe in rilievo dalle rime e

Livello lessicale Le parole chiave del sonetto sono messe in rilievo dalle rime e dai frequenti enjambement. Esse si possono raggruppare in due serie: sponde giacque onde nacque feconde tacque fronde acque Come si vede la prima serie di termini contengono tutte la parola onde, quelle della seconda serie comprendono la parola acque. Le onde richiamano nel poeta l’idea della vita, infatti Venere, dea dell’amore, nasce dal mare; le acque invece si presentano come il luogo dell’esilio e della sciagura, dove anche Ulisse si perde. Torna pertanto anche nel lessico la contrapposizione di vita-morte, mitorealtà, eroe classico-eroe romantico. Illacrimata, cioè senza il pianto dei cari, è una parola creata dallo stesso Foscolo.

ALLA SERA di Ugo Foscolo

ALLA SERA di Ugo Foscolo

Parafrasi: Forse per il fatto che della morte tu sei l'immagine, il tuo arrivare

Parafrasi: Forse per il fatto che della morte tu sei l'immagine, il tuo arrivare mi è così caro, oh sera! Sia quando ti accompagnano le nuvole estive e i venti sereni, sia quando porti con te dal cielo nevoso tenebre lunghe e inquietanti, tu, sera, sei sempre da me attesa, e le segrete vie del mio cuore occupi poi con dolcezza. Tu o sera mi fai vagabondare con la mente lungo le orme del pensiero che portano fino alla morte; e intanto passa il triste tempo che sto vivendo e con lui se ne vanno le preoccupazioni per colpa delle quali il tempo si consuma con me; e mentre io osservo la tua pace, dorme lo spirito ribelle che dentro di me si agita.

Il tema generale della poesia. Il tema di questo sonetto del Foscolo è la

Il tema generale della poesia. Il tema di questo sonetto del Foscolo è la sera, vista come l’immagine della morte, la morte intesa come “Fatal quiete”, cioè come una dimensione cosmica atemporale, ma anche come pace dell’anima. La sera è, per Foscolo, l’icona della morte e per questo motivo è molto cara al poeta. Affine a questo tema emerge dalla poesia anche un altro tema fondamentale e cioè il sofferto rapporto tra il desiderio di pace del poeta e il senso angoscioso della vita che lo travaglia. La sera è descritta dal Foscolo sia come portatrice di bei tramonti estivi, accompagnata da venti leggeri, sia come portatrice di serate invernali tenebrose e nevose; ma, in entrambi i casi, la sera è sempre desiderata, perché essa conosce e sorregge i più intimi pensieri e le più segrete aspirazioni del poeta.

Quindi il Foscolo, rivolgendosi direttamente alla sera, dice che la sua esistenza lo induce

Quindi il Foscolo, rivolgendosi direttamente alla sera, dice che la sua esistenza lo induce a meditare sulla vita e sulla morte, sul “Nulla eterno” cioè sulla condizione dell’uomo post-mortem che si configura come un annullamento totale e definitivo della vita. Ma a questa dimensione indefinita ed infinita del “Nulla eterno” si contrappone il tempo immediato e fuggente che passa velocemente portandosi con sé tutte le avversità del poeta; ma intanto, il tempo stesso, in sé stesso e per sé stesso, si distrugge e si dilegua. E mentre il poeta contempla il silenzio e la pace della notte, la sua anima, agitata dalla ribellione interiore, per un attimo si placa e si calma godendosi la dolcezza del riposo.

Analisi della forma. Il genere della poesia è lirico, perché esprime i sentimenti del

Analisi della forma. Il genere della poesia è lirico, perché esprime i sentimenti del poeta. La metrica della poesia. La poesia è un sonetto con rima, secondo lo schema ABABA CDC DCD. Le figure retoriche della poesia. La metafora è la "sera come immagine della morte", la «fatal quiete» , cioè una dimensione cosmica senza tempo, ma anche come pace dell'anima. L’ossimoro, del primo verso è “fatal quiete” e il “Nulla eterno” del decimo verso. L’enjambement è nei versi 5 -6 (inquiete/ tenebre e lunghe). L’antitesi si trova negli ultimi due versi “e mentre io guardo la tua pace, dorme/ quello spirto guerriero ch’entro mi rugge”.

Lessico e tono emotivo della poesia Il lessico è altamente letterario, costruito con parole

Lessico e tono emotivo della poesia Il lessico è altamente letterario, costruito con parole auliche e poetiche. Molti sono i latinismi (reo, aere, secrete, torme, cure) che danno al sonetto un alta forma classica e neoclassica, mentre i sentimenti espressi sono decisamente romantici. Il linguaggio della poesia è molto poetico, dovuto alla scelte di parole letterarie, ai latinismi e allitterazioni delle vocali, ma anche alla presenza di consonanti doppie. Il sonetto è dunque la sintesi della cultura e dei tempi in cui si trovò a vivere Foscolo: dominio delle passioni, proprio dei romantici. La poesia esprime in tono languido e malinconico i sentimenti di pessimismo e di preoccupazione che agitano l'animo del poeta intristito dalle avversità del "reo tempo" ed esprime altresì la sua volontà di allontanarsi dal presente ed immergersi in una dimensione cosmica e fuori dal tempo, nella morte, che è totale annullamento ma anche pace, in cui si placa il tumulto interiore. Ma la sera è anche la confidente del poeta; è il momento in cui il poeta riflette sulla propria vita e sulla morte chiarendo a se stesso la sua visione di vita.