Perch il Sud rimasto indietro Ugo Pagano La

  • Slides: 24
Download presentation
Perchè il Sud è rimasto indietro? Ugo Pagano

Perchè il Sud è rimasto indietro? Ugo Pagano

La tesi di Emanuele Felice • Il divario Nord-Sud anche se ridotto presiste l’Unità

La tesi di Emanuele Felice • Il divario Nord-Sud anche se ridotto presiste l’Unità ed è legato alla incapacità dei Borboni e/o dei loro contendenti di formare delle coalizioni inclusive che promuovano lo sviluppo. • Esso è, in gran parte, dovuto alla loro incapacità di contendere il potere alle organizzazioni mafiose che pre-esistono l’unificazione. • Il periodo 1848 -1860 diventa quindi cruciale per capire le origini di una divaricazione che potrà essere superata solo eliminando le istituzioni estrattive del Sud.

The fashionable Harvard Theory Felice si fonda su un impianto teorico molto di moda

The fashionable Harvard Theory Felice si fonda su un impianto teorico molto di moda ma anche molto vago: quello di Acemoglu e Robinson che fa risalire il sottosviluppoalla presenza di coalizioni e istituzioni estrattive (invece che inclusive). Emanuele precisa il senso di queste frasi grazie ai contributi in termini di analisi di classi presi dal meridionalismo classico. Tuttavia mi sembra che resti la debolezza fondamentale di Acemoglu e Robinson che non vedono la parziale endogeneità della natura delle coalizioni rispetto al processo di sviluppo.

Inclusività e Sviluppo Economico • Harvard ci informa che le coalizioni estrattive (tese alla

Inclusività e Sviluppo Economico • Harvard ci informa che le coalizioni estrattive (tese alla acquisizione di rendite invece che alla produzione di ricchezza) limitano le occasioni di sviluppo economico. • Ma è anche vero il contrario: in un circolo virtuoso le occasioni di sviluppo favoriscono le coalizioni inclusive. • Istituzioni e coalizioni estrattive sono spesso a loro volta, in un circolo vizioso, il risultato di una carenza delle occasioni di sviluppo. • E’ l’esistenza di questi “equilibri multipli” e di causalità bidirezionali che rende la storia così complessa. • Molte delle occasioni di sviluppo non sono tanto esogene perché dovuti alla geografia in quanto tale ma al fatto che ogni paese si trova ad agire in un contesto internazionale che si evolve spesso anche indipendentemente dalle sue azioni.

Un esempio: Diu e Lepanto • Quando a Lepanto nel 1571 la flotta comandata

Un esempio: Diu e Lepanto • Quando a Lepanto nel 1571 la flotta comandata da Don Giovanni di Austria sconfigge i turchi sembrano aprirsi notevoli prospettive di sviluppo commerciale tanto per Venezia che per il Sud - Italia. • Ma la fine delle fortune turche e italiche era stata già segnata dalla battaglia di Diu del 1509 in cui una coalizione che includeva Veneziani e Turchi era stata sconfitta dai soli portoghesi. Nel tentativo di circumnavigare l’Africa essi avevano costruito navi con vele e cannoni (Cipolla) con cui non potevano competere quelle che i veneziani avevano smontato e rimontato per i turchi. • Al tipo di “globalizzazione” via Medio Oriente che aveva per secoli offerto opportunità di sviluppo al mediterraneo se ne sostituiva una oceanica. Si trattava solo di decidere quale potenza Atlantica avrebbe prevalso (Portoghesi, poi Olandesi infine Inglesi). • Il nuovo tipo di economia globale avrebbe offerto un diverso ventaglio di occasioni di sviluppo che avrebbe favorito la formazione di coalizioni estrattive in certi paesi e inclusive in altri.

Un circolo vizioso pre-unitario? • Se coalizioni estrattive e assenza di occasioni di sviluppo

Un circolo vizioso pre-unitario? • Se coalizioni estrattive e assenza di occasioni di sviluppo si influenzano a vicenda dobbiamo porci questa domanda: Si trova già il Meridione d’Italia, diversamente dal resto del paese, già prima dell’Unità in un circolo vizioso fra sottosviluppo e istituzioni estrattive? • Iniziamo a considerare il livello di sviluppo. Il divario in termini di reddito, se esistente, è difficilmente misurabile e secondo lo stesso Felice non molto notevole. Quanto allo analfabetismo Felice sottovaluta che nel sud si parla una lingua diversa. • Un dato più rilevante e certo sembrerebbe essere l’espansione della rete ferroviaria che era secondo Felice a quei tempi il motore dello sviluppo. • Iniziamo da questo punto.

12 per 1000 e 10 per 100

12 per 1000 e 10 per 100

Locomotive e. . . • Uno dei dati quantitativi su cui Felice basa la

Locomotive e. . . • Uno dei dati quantitativi su cui Felice basa la sua analisi è la maggiore estensione della rete ferroviaria del Nord. • Ma le caratteristiche del territorio rendevano molto costoso lo sviluppo della rete ferroviaria. • Felice dice che sarebbero stati possibili dei trafori ma il primo traforo ferroviario alpino (il Frejus) viene fatto nel 1857 -1871 (mentre la galleria ferroviaria più antica del mondo fu costruita nel 1858 di m. 442, 55 vicino a Nocera). • Uno sguardo alle cartine che abbiamo visto mostra che la morfologia del territorio era e resta una delle variabile più importanti per spiegare la densità della rete ferroviaria. • Mi sembra più rilevante che al Sud gli stabilimenti di Pietrarsa fossero gli unici a produrre locomotive e materiale ferroviario.

. . . e navi a vapore • Limitare l’analisi alla rete ferroviaria è

. . . e navi a vapore • Limitare l’analisi alla rete ferroviaria è in ogni caso poco indicato per una isola e (la parte estrema di) una penisola. La flotta mercantile e militare del Regno delle Due Sicilie sovrastava, prima dell’unità, quella delle altre parti d’Italia. • Il primato nell’uso e nella costruzione del Regno di Sicilia delle navi a vapore mi sembra molto più difficile da trattare con sufficienza del primato ferroviario dovuto alla inaugurazione delle Napoli-Portici nel 1839. • A questo riguardo due altre date mi sembrano molto più rilevanti: - 1818 : costruzione nei Cantieri di Castellammare nell 1818 della nave a vapore Ferdinando I (dotata di un motore inglese) - 1851: il varo negli stessi cantieri della nave militare Ettore Fieramosca munita di una macchina a vapore costruita nelle officine di Pietrarsa

Zolfi e Inglesi • Gli zolfi, e gli inglesi che inzolfano sugli zolfi, sono

Zolfi e Inglesi • Gli zolfi, e gli inglesi che inzolfano sugli zolfi, sono due altri grandi ingiustificati assenti della narrazione di Felice. • Non erano solo la posizione strategica del Sud-Italia e la sua potenza navale ad attirare le attenzioni degli inglesi ma anche il fatto che la Sicilia arrivava a produrre i 4/5 dello zolfo nel mondo. • Il monopolio della produzione dello zolfo era stato dato agli inglesi nel 1818 aveva portato a terribili condizioni di sfruttamento e di deterioramento ambientale. Il controllo semi-mafioso degli inglesi sulla Sicilia risale a quel periodo. • Nel 1839 Ferdinando II cercò di porre fine a queste condizioni di sfruttamento assegnando lo sfruttamento delle miniere alla società francese Taix-Aicard a condizioni molto più favorevoli per i suoi sudditi (sia in termini di condizioni di lavoro e ambientali sia in termini di proventi economici per il regno che avrebbero permesso di abolire la tassa sul macinato).

Lezioni di Economia e Gun-Boat Diplomacy La reazione inglese si espresse prima in termini

Lezioni di Economia e Gun-Boat Diplomacy La reazione inglese si espresse prima in termini di lezioni di economia politica liberale, Gli inglesi sostennero che il Regno Borbonico si sarebbe danneggiato con queste politiche economiche. Come ci racconta De Cecco, Ferdinando II rispose che la patria di Genovesi e Galiani non poteva accettare alcuna lezione in questa materia. Nel 1840 Palmerston passò a metodi didattici più efficaci sequestrando navi napoletane in Grecia e a Malta e minacciò il blocco navale del golfo di Napoli. L’agguerrita flotta del Re dovette rapidamente cedere. Anche le navi varate a Castellammare montavano motori inglesi e si avvalevano di macchinisti inglesi che chiarirono subito di non essere disposti a dirigere le navi contro i loro connazionali. Fu in seguito a questo episodio che a Pietrarsa iniziò la produzione di motori marini e venne aperta una scuola per macchinisti. Nel 1851 veniva varata la Ettore Fieramosca.

1848 • Nel 1848 Ferdinando II fu fra i primo sovrano a concedere una

1848 • Nel 1848 Ferdinando II fu fra i primo sovrano a concedere una Costituzione (29 gennaio). La politica di Ferdinando cambiò dopo pochi mesi anche perché il 27 marzo egli fu dichiarato decaduto in Sicilia, nonostante la costituzione desse totale autonomia all’isola. Gli inglesi favorivano un progetto di distacco dell’isola dal Regno. • La risposta repressiva impedì al sovrano di appoggiarsi sulle forze favorevoli alla democratizzazione e di contrastare in modo valido le forze (espressione dei vecchi privilegi di origine feudale) che, come i proprietari inglesi, si appoggiavano su forme embrionali di criminalità organizzata. • Gli Inglesi che con il futuro senatore del Regno d’Italia Vincenzo Florio fondano nel 1840 la Anglo-Sicilian Sulphur Company Limited e la Società dei battelli a vapore siciliani possono contare sia su appoggi mafiosi che liberali e sono in grado di costruire una peculiare coalizione demo-mafiosa.

Prima coalizione demo-mafiosa e smantellamento industriale • Il decennio 1848 -1860 non è tanto

Prima coalizione demo-mafiosa e smantellamento industriale • Il decennio 1848 -1860 non è tanto importante per il fallimento delle rivoluzioni nel napoletano (come mi sembra sostenga Felice) ma solo indirettamente perché permette di costruire una alleanza demo-mafiosa che, con l’aiuto delle navi e ancor più della sistematica corruzione inglese, permetterà di conquistare il Regno quasi senza opposizione militare. • Come Felice ci dice, Garibaldi entra a Napoli insieme alla camorra. Uno shock istituzionale di questo tipo inquinerà le nascenti istituzioni democratiche e le trasformerà presto in coalizioni estrattive. • Frattanto le occasioni di sviluppo vengono vanificate. La Compagnia di Navizazione delle due Sicilie, privata dei sussidi postali viene fatta fallire a vantaggio del Nord e degli anglo-siciliani. Pietrarsa viene smantellata e le sue capacità produttive vanificate. Il 7 agosto del 1863 i bersaglieri intervenivano nelle officine facendo 5 morti e numerosi feriti.

Istituzioni estrattive e sottosviluppo • Dopo l’unificazione istituzioni estrattive e vanificazione delle occasioni di

Istituzioni estrattive e sottosviluppo • Dopo l’unificazione istituzioni estrattive e vanificazione delle occasioni di sviluppo creano nel Sud una dinamica perversa di rafforzamento reciproco. • Come dice Felice un tentativo di rompere questo circolo vizioso viene fatto dal fascismo soprattutto in Sicilia con l’opera repressiva del prefetto Mori. • A fronte di questa repressione della criminalità organizzata il fascismo non riesce a creare occasioni di sviluppo per il Sud. Come nota Felice, lo sforzo bellico gli impone di concentrare le risorse nei pre-esistenti poli industriali del Nord. • Alla fine agire solo sulla leva della repressione (senza offrire occasioni di sviluppo) creerà solo risentimento e favorirà le condizioni per il successo di una seconda coalizione demo-estrattiva. Di nuovo sotto la regia di potenze straniere. . .

Seconda coalizione demo-mafiosa e industrializzazione fallita • L’importanza della mafia siculo-americana nell’invasione di Sicilia

Seconda coalizione demo-mafiosa e industrializzazione fallita • L’importanza della mafia siculo-americana nell’invasione di Sicilia del 43 (la cosiddetta operazione Husky) è controversa. Quello che conta è che gli americani furono benevolmente accolti da queste organizzazioni e che essi delegarono il potere a chi, contro o indipendentemente dal potere centrale, “controllava” il territorio. • Le organizzazioni criminali, e in generale le coalizioni estrattive, rafforzarono il loro potere non solo in molti parti del Sud ma estesero il loro potere nei gangli dello stato centrale. • L’industrializzazione passiva del dopoguerra fallì per motivi opposti alle politiche fasciste. Essa creò occasioni di sviluppo senza combattere organizzazioni criminali e coalizioni estrattive. Rimase nel Sud un profondo senso di sfiducia nel prossimo (che non fosse parte del suo clan) e nello Stato.

Le guerre passate spiegano la cooperazione? • Una spiegazione che viene avanzata per la

Le guerre passate spiegano la cooperazione? • Una spiegazione che viene avanzata per la maggiore cooperazione a latitudini più elevate in Italia è il maggior numero di guerre che secondo Bowles favoriscono la cooperazione all’interno di ogni comunità. A questo proposito ho avuto uno scambio di idee con Bowles sul Journal of Bioeconomics (2013 e 2014). • Quello che mi preme sottolineare è che le guerre portano a un aumento della cooperazione solo sotto particolari circostanze quali per esempio che i vincitori (cooperative) assimilino o elimino i vinti. • Se invece i vincitori schiavizzano o soggiogano i vinti le guerre lasciano società divise che vedono decrescere il loro livello di cooperazione. • Il modello di Bowles si applica bene alle società mobili di cacciatori ma ha una limitata applicazione fuori da tale contesto.

Inoltre la Costa del Sud era in guerra permanente e in questo senso era

Inoltre la Costa del Sud era in guerra permanente e in questo senso era necessaria una cooperazione continua! Queste due torri di avvistamento a Otranto fanno parte di un sistema difensivo costruito fra il 1500 e 1600 di 379 postazioni per difendersi dagli attacchi dei saraceni.

Ranking su: Trusting Behavior & Contributions to Public Good 1) Cuneo (Piemonte, fedelissima ai

Ranking su: Trusting Behavior & Contributions to Public Good 1) Cuneo (Piemonte, fedelissima ai Savioa) 2) Faenza (Stato Pontificio e città tradizionalmente cattolica) 3) Crotone (Regno delle due Sicilie al di qua del Faro) 4) Ragusa (Regno delle due Sicilie al di là del Faro) I Ranking corrispondono al grado di condivisione del progetto di unità nazionale sotto i Savoia e sono probabilmente correlate all’adesione a leggi e regole astratte basate su un comune feeling di cittadinanza (italiana). Sarebbero presumibilmente invertiti se si trattasse di cooperare, all’interno di una rete, in evasione fiscale di aiutare qualche parente, partecipare alle attività della parrocchia o di collaborare in una organizzazione criminale. Si tratta a mio parere di un lascito del modo in cui è stata costruita l’Italia.

Un equilibrio sociale stabile: Le Società agrarie Immobilità Sociale ed Economica Diversitità culturale orizzontale

Un equilibrio sociale stabile: Le Società agrarie Immobilità Sociale ed Economica Diversitità culturale orizzontale e verticale (Società prevalentemente estrattive senza solidarietà nazionale)

Un equilibrio istituzionale stabile: le società industriali Mobilità Sociale ed Economica Standardizzazione Culturale e

Un equilibrio istituzionale stabile: le società industriali Mobilità Sociale ed Economica Standardizzazione Culturale e Orizzontale (Società prevalentemente inclusive con solidarietà nazionale)

Una difficile transizione Richiede un matrimonio fra uno Stato (il potenziale stato nazionale) e

Una difficile transizione Richiede un matrimonio fra uno Stato (il potenziale stato nazionale) e una “cultura elevata”da popolarizzare Condizioni ideali (Francia e Inghilterra): un singolo Stato che domina su un territtorio con una visione condivisa della “cultura elevata) Italia e Germania: esiste una sposa (la cultura) senza uno sposo (lo Stato Nazionale) Belgio e Svizzera: un caso simmetrico? I difficili Balcani: assenti lo sposo e la sposa?

Condizioni politiche e differenziazione culturale Lealtà a unità politica Assenza di Lealtà a unità

Condizioni politiche e differenziazione culturale Lealtà a unità politica Assenza di Lealtà a unità politica Cultura elevata omogenea A Primi Stati (Francia, Inghilterra) B Lotta per l’Unità Nazionale (Italia, Germania) Cultura elevata disomogenea C Stati Multiculturali. (Switz. , Belgium) D Conflitto etnico (Jug. , India-Pak, Turkey-Greece)

Italia e Germania Gellner assimila i casi di Italia e Germania. Ma esistono delle

Italia e Germania Gellner assimila i casi di Italia e Germania. Ma esistono delle differenze rilevanti. L’unità tedesca è avvenuta intorno al suo Stato più forte e senza bisogno dell’aiuto di una grande potenza e di piccoli potentati locali mobilitati contro il suo Stato più potente. L’adesione di larghe parti dell’Italia a una cultura e solidarietà nazionale è sta bloccata dalle coalizioni estrattive messe in piede per la duplice conquista del Sud. In larghe parti del Sud di Italia persino la lingua italiana è stata un elemento di divisioni fra classi e non un momento unificante. In un mondo diviso in classi e clan non vi sono cooperazione e fiducia generalizzate. Esse vanno ricostruite insieme al ripristino della legalità e alla creazione di occasioni di sviluppo.

Una nuova politica economica? • Gli shock istituzionali del 1861 e del 1943 hanno

Una nuova politica economica? • Gli shock istituzionali del 1861 e del 1943 hanno avuto un impatto devastante sul Sud. Essi sono parte della nostra storia nazionale. L’affievolirsi del senso di responsabilità nazionale e il proliferare degli egoismi regionali rendono più difficile rompere il circolo vizioso fra coalizioni estrattive e carenza di occasioni di sviluppo. • I tentativi precedenti di uscire da questo circolo vizioso sono falliti perché hanno usato macro-politiche hanno agito su uno solo dei motori del circolo vizioso: repressione delle coalizioni estrattive (fascismo) e creazione delle occasioni di sviluppo (primo dopo-guerra). • Penso che in questo senso siano più appropriate le politiche cui ha contribuito Fabrizio Barca che provano ad agire insieme sul superamento delle coalizioni estrattive e sulla formazione delle occasioni di sviluppo in determinati territori. Esistono ormai territori del Sud in cui il circolo vizioso si è rotto mentre esso si espande purtroppo con grande vigore nel resto del paese. . .