La letteratura delle origini Matteo Feroldi 3ATg Anno
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La letteratura delle origini Matteo Feroldi 3^ATg Anno scolastico 2019/2020
Per orientarmi nel tempo
Che cos’è la letteratura
La nascita del volgare Durante i secoli del suo lungo dominio, Roma aveva imposto a tutti i popoli conquistati le sue leggi e la sua lingua, il latino. Tuttavia, con l’arrivo dei popoli germanici, il latino cominciò a mescolarsi con le lingue degli invasori. Quindi il latino rimase la lingua colta degli eruditi e della Chiesa, mentre la lingua volgare (da vulgus, popolo) era parlata dal popolo. Il volgare si affermò prima nella lingua parlata, successivamente in quella scritta.
Il dialetto che, nel Trecento, finirà col prevalere su tutti gli altri e col divenire la «lingua italiana» sarà il toscano, più specificatamente il fiorentino. Ancor oggi la nostra lingua nella sua struttura fondamentale è toscana e più particolarmente fiorentina.
Le prime testimonianze del volgare italiano L’Indovinello veronese e il Placito capuano sono considerate le più antiche testimonianze di volgare italiano. Sono documenti scritti per un pubblico di cultura non elevata, per gente che sentiva la lingua latina estranea alla propria vita e che voleva avere consapevolezza di ciò che le accadeva intorno.
Indovinello veronese (VIII-IX secolo) Il testo sembra descrivere il lavoro di un aratore, ma si riferisce in realtà a quello di uno scrivano. Su una base latina si inseriscono elementi volgari: «Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et negro semen seminaba» “Spingeva avanti i buoi (le dita della mano), arava i prati bianchi (le pagine del libro, bianche prima di essere scritte), teneva un aratro bianco (la penna d’oca) e seminava un seme nero (l’inchiostro)”.
Questo brevissimo testo è una prova di penna: in pratica, l’anonimo scrivano lo scrisse sul margine superiore di un foglio di pergamena, facente parte di un codice proveniente dalla Spagna, per provare la qualità della penna d’oca con cui si accingeva a trascrivere un documento.
Foglio pergamenaceo su cui è scritto l’Indovinello veronese.
Placito capuano (960) Nell’antichità, con il termine «placito» si intendeva il parere del giudice su una lite o una disputa. In questo caso, la lite, per il possesso di alcuni terreni, è tra l’abate di Montecassino e un nobile. Il giudice emette la sentenza a favore del monastero basandosi, in mancanza di altre prove, sul giuramento in volgare di tre testimoni procurati dall’abate, i quali confermano il regolare possesso delle terre da parte del monastero.
Il testo, costituito dal verbale del processo, è scritto interamente in latino, la lingua usata dai giudici, che erano persone colte. Ma a un certo punto, il giudice, per scrupolo di esattezza, volle che fosse trascritta tale quale, nella lingua in cui era stata pronunciata (e cioè in volgare), la dichiarazione resa da un testimone a favore dell’abbazia. Ecco il passo in questione:
Veduta aerea dell'abbazia di Montecassino, fondata da san Benedetto da Norcia nel 529 e ricostruita dopo il bombardamento americano del 1944.
La nascita della letteratura italiana La storia della letteratura italiana inizia con la scrittura dei primi testi poetici e narrativi in lingua italiana, avvenuta nel XIII secolo (il Duecento), quando le città del Centro e del Nord dell’Italia divennero liberi Comuni, con una certa indipendenza dall’Impero e dal Papato. Nel sud dell’Italia la letteratura nacque e si sviluppò grazie all’imperatore Federico II di Svevia.
La Scuola siciliana e l’amore cortese In Sicilia, sede principale della corte imperiale di Federico II di Svevia, l’imperatore radunò intorno a sé filosofi e poeti, che tra il 1230 e il 1250 diedero vita alla cosiddetta Scuola siciliana.
Il tema principale della poesia della Scuola siciliana era l’amore cortese, cioè l’amore praticato nelle corti. Era l’amore che un cavaliere nutriva nei confronti di una dama, considerata come una creatura superiore e irraggiungibile, che doveva servire con umiltà, lealtà e nobiltà d’animo.
Giacomo da Lentini
Le origini della letteratura francese Alle origini della letteratura francese vi sono le canzoni di gesta (chansons de geste), narrazioni di imprese compiute da cavalieri in epoche passate, generalmente durante il regno di Carlo Magno*. Si tratta di testi destinati a essere cantati – canzoni, appunto – da un giullare accompagnato dal suono di una semplice melodia, nelle piazze o nelle corti. *Ricorda: Carlo Magno venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, dal papa, la notte di Natale dell’ 800.
Prendiamo ad esempio la Chanson de Roland, la Canzone di Rolando o di Orlando, la più celebre chanson de geste, che racconta la parte finale della guerra combattuta da Carlo Magno per allontanare i Saraceni dalla Spagna. Roland è uno dei paladini cristiani, un eroe che combatte fino alla morte per il proprio sovrano in difesa della religione cristiana, una specie di santo-guerriero che accetta il proprio destino fino al martirio.
La morte di Rolando a Roncisvalle.
FINE
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