Educazione attiva 2 I metodi attivi dallatto al

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Educazione attiva 2 I metodi attivi: dall’atto al pensiero

Educazione attiva 2 I metodi attivi: dall’atto al pensiero

 • I metodi attivi sono le pratiche e le tecniche in pedagogia che,

• I metodi attivi sono le pratiche e le tecniche in pedagogia che, in una prospettiva educativa, provocano, utilizzano, modificano e perfezionano l’attività del soggetto in formazione

Cos’è l’attività? • L’attività è una condizione che va dall’interno dell’individuo all’esterno: non va

Cos’è l’attività? • L’attività è una condizione che va dall’interno dell’individuo all’esterno: non va confusa con l’agitazione (F. Tosquelles) • Può esserci un gruppo (per esempio una classe o una squadriglia scout) in cui tutti si agitano, ma nessuno fa nessuno sforzo, e può esserci immobilità e silenzio mentre tutti pensano e progettano

L’intenzione dell’educazione attiva • Realizzazione massima della personalità nella prospettiva individuale e sociale. Alcune

L’intenzione dell’educazione attiva • Realizzazione massima della personalità nella prospettiva individuale e sociale. Alcune condizioni: • Rispetto per le esigenze fondamentali del soggetto in formazione dal punto di vista biologico, psicologico, sociale • Considerazione de l’educazione nel suo complesso (intelligenza, creatività, abilità) • Priorità alla formazione sull’informazione

 • L’insegnante o l’educatore non si limita a constatare le capacità: le crea.

• L’insegnante o l’educatore non si limita a constatare le capacità: le crea. Conosce l’attività spontanea dei soggetti con cui è in relazione (osservazione), accetta, incoraggia, sostiene, guida. Crea un clima di sicurezza affettiva. Elimina metodi che lasciano il gruppo passivo; garantisce equilibrio fra lavori di gruppo e individuali; offre occasioni e modi per avere successo; favorisce la cooperazione(*)

Conseguenze istituzionali • Formazione di educatori e insegnanti che segue i criteri indicati precedentemente;

Conseguenze istituzionali • Formazione di educatori e insegnanti che segue i criteri indicati precedentemente; formazione permanente che riflette sull’esperienza; scambi in gruppo per sperimentare; stabilità delle équipe educative • Valutazione formativa e integrata al percorso formativo • Edifici e ambienti coerenti con le modalità di formazione e la vita sociale che vengono proposti

Implicazioni deontologiche • Un insegnante o un educatore deve conoscere la vita attorno a

Implicazioni deontologiche • Un insegnante o un educatore deve conoscere la vita attorno a lui e guardare al futuro per sapere a che futuro – e come – preparare i soggetti con cui lavora; non solo accettare il futuro, ma contribuire a crearlo. Conoscere quale futuro è di fronte a noi, per come le scienze e l’attualità ce lo fanno conoscere è necessario, ma non sufficiente.

 • Chi pratica l’educazione nella prospettiva attiva deve conoscerlo per trarne le indicazioni

• Chi pratica l’educazione nella prospettiva attiva deve conoscerlo per trarne le indicazioni necessarie a praticare un’azione che metta i soggetti in grado di indirizzare il progresso, non solo di subirlo.

mediazione • Aspetto concreto della vita di gruppo (attività, tecnica, oggetto, regole…) che mobilita

mediazione • Aspetto concreto della vita di gruppo (attività, tecnica, oggetto, regole…) che mobilita interesse cognitivo e affettivo e facilita lo scambio

 • I suoi effetti: • Sul singolo: cambiamenti in ordine all’apprendimento e esperienza

• I suoi effetti: • Sul singolo: cambiamenti in ordine all’apprendimento e esperienza di scambio • Sull’istituzione: contenimento, negoziazione; articolazione egli scopi; filtro di conflitti • Distribuzione della reattività: da frontale /lineare (maestro-allievo) a costellazione(maestro-allievo -compagni-strumento) • Distribuzione energia (da reattiva( voglio far piacere/rabbia a…) a costruttiva (scopo, identificazione a un compito, …)