VITA MARTINI S Martino di Tours Lopera stata

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VITA MARTINI ( S. Martino di Tours) L´opera è stata scritta da Sulpizio Severo

VITA MARTINI ( S. Martino di Tours) L´opera è stata scritta da Sulpizio Severo alla fine del século IV e destinata al suo amico Desiderio. Sulpizio Severo è nato a Tolosa, coltivò amore agli studi e presto diventa giureconsulto. Perduta la moglie e mosso dall´esempio de S. martino, abbandonò il secolo e si ritirò nella solitudine dopo aver distribuito tutto ai poveri e alla Chiesa. Visse umile e penitente monaco in Marmontier fino all´anno 420. Fu amico di S. Paulino de Nola e è stato accusato di aver professato gli erroi dei pelagiani ma sembra che ne facesse abiura formale. Scrisse uma Chronica o Historia Sacra dall´origine del mondo fino all´anno 400 dopo Cristo. Scrisse anche due opere che possono essere ritenuti come uma continuazione della prima: Vita Martini e Dialoghi. Sono scritti in lingua molto scadente e com uno stile che rivela più lo scopo di edificare che le cure letterarie.

Quale sarebbe il obbietivo della opera? La edificazione spirituale dei lettori: “Mi sembra, pertanto,

Quale sarebbe il obbietivo della opera? La edificazione spirituale dei lettori: “Mi sembra, pertanto, di fare opera utile descrivendo la vita di un uomo santissimo, che sarà di esempio agli altri e che inciterà i lettori alla vera saggezza ed alle virtù divine. Quanto faremo sarà nel nostro interesse, attendendoci non il vano ricordo degli uomini ma un eterno premio da Dio. Poiché se non abbiamo vissuto in modo tale da poter essere di esempio agli altri, ci siamo adoperati affinché sai consocito Colui che è certamente degno di imitazione”(6).

La diffusione dell´ideale monastico Il testo descrivere la vita monastica con bastanza dettagli: “Circa

La diffusione dell´ideale monastico Il testo descrivere la vita monastica con bastanza dettagli: “Circa ottanta discepoli si formavano sull´esempio del loro grande maestro. Nessuno possedeva beni di esclusiva proprietà. Tutto ciò che i monaci avevano era messo in comune. Era vietato acquistare o vendere qualsiasi cosa, come si pratica in molti monasteri. Non vi si esercitava alcuna arte ecezione fatta per la copiatura de codici cui si dedicavano unicamente i più giovani, mentre i monaci anziani si dedicavano unicamente alla preghiera. I monaci, di regola, uscivano dalle loro celle soltanto per recarsi nei luoghi di preghiera. Quase tutti vestivano um saio di pelo di cammelo. Era considerata grave infrazione vestire abiti più raffinati. Cosa straordinaria perché molti monaci – da quanto si narra – appartenevano a nobili famiglie, avevano ricevuto una buona educazione ed avevano vissuto in maniera de tutto diversa. Ciò nonostante, essi si dedicavano ad uma vita di umiltà e di mortificazione”.

Alcuni dati della vita di Martino nacque in 316 d. C a Sabaria, in

Alcuni dati della vita di Martino nacque in 316 d. C a Sabaria, in Pannonia ( Ungheria), fu educato in Italia, a Pavia. I suoi genitori erano pagani; suo padre un simplice soltato imperiale che dopo è stato promosso tribunus, un officiale superiore. Anche Martino seguì la carriera militare e nella giovenezza fu ammesso alla Scuola di Cavalleria. Servì sotto l´imperatore Costanzo e il Cesare Giuliano, ma contro la sua volontà perché da infanzi aspirava servire Dio. Con appena dieci anni si rifugiò in una chiesa e chiese di diventare catecumeno. All´etá di dodici anni avrebbe voluto ritirarsi in convento per prendere i voti ma il padre contrario alle aspirazioni relifiose del figlio, lo consegnò ai militare.

Il periodo militare Era molto umile e caricatevole. Aveva un schiavo e com lui

Il periodo militare Era molto umile e caricatevole. Aveva un schiavo e com lui faveva l´inversione del suo rango e del suo ruolo, benché dominus, lo serviva. La sera ritirava le sue calzature e le puliva, prendeva i pasti com lui ed, il più delle volte, lo serviva a tavola. Assisteva i malati, soccoreva i poveri, nutriva gli indigenti, vestiva gli ignudi e del suo stipendio riservava per sé appena il necesario per il cibo quotidiano. Queste qualità gli valsero uma notevole ammirazione da parte dei suoi commilitoni. Provavano per lui grande affeto e rispetto.

Esempio di carità Nel mezzo dell´inverno dell´anno 355, quando di solito il clima è

Esempio di carità Nel mezzo dell´inverno dell´anno 355, quando di solito il clima è più freddo, incontro, presso la porta della città di Amiens, un mendicante quase nudo che chiedeva soccorso ai passanti. Martino aveva soltanti gli abiti che indossava, avendo già destinato il superfluo a simili opere di misericordia. Con la spada che aveva in cintura divise la sua clamide e com la metà rivestì il mendicante. La notte seguente, nel sonno, vide cristo vestito di quella parte della sua clamide che egli aveva donato al mendicante: “ Martino, ancora catecumeno, com questa clamide mi há rivestito”, dice il Signore.

Martino combatte con l´arma della fede Rifiutando l´ordine di Giuliano di partecipare alla bataglia

Martino combatte con l´arma della fede Rifiutando l´ordine di Giuliano di partecipare alla bataglia contro i barbari che hanno invaso la Gallia romana perché, come soldato di Cristo, combattere non gli era licito e contra l´accusa di che usava la religione per nascondere la sua paura di combattere, Martino ha risposto: “Se tu attribuisci a viltá il mio comportamento e non alla mia fede cristiana, sono pronto ad andare domani in bataglia inerme nel nome del Signore Gesù Cristo, protetto non da scudo né da elmo ma soltanto dal segno della croce, certo di poter penetrare illeso nelle schiere nemiche”. Questo non è accaduto perché hanno messo Martino in carcere ma, com la sua preghiera, la bataglia non è proseguita; nel giorno successivo, i nemici cedettero il loro equipaggimento ed ottennero la pace.

L´incontro con S. Ilario di Poitiers Lasciato l´esercito dopo due anni che è stato

L´incontro con S. Ilario di Poitiers Lasciato l´esercito dopo due anni che è stato battezzato, Martino si recò presso Ilario che lo accolse com benevolenza. Voleva fare l´ordinazione di Martino ma lui rifiuto dicendo che non era degno e, con la benedizione di Illario, Martino va alla sua cittá natale a visitare i genitori.

L´incontro con i briganti Nel atttraversare le Alpi, si smarrì ed inappò nei briganti

L´incontro con i briganti Nel atttraversare le Alpi, si smarrì ed inappò nei briganti gli legarono le mani dietro la schiena e lo affidarano ad uno di loro che avrebbe dovuto spoliarlo. Quando ha detto chi era e cominciato a fare una esortazione al brigante chi esercita il brigantaggio non è degno della misericordia di Dio, ha fatto si che il brigante credesse in Dio e gli chiesse di pregare Dio in suo favore. Poi lo lascio seguire sulla strada.

Il demonio lo minaccia Aveva già oltrepassato Milano quando incontro um demonio, in apparente

Il demonio lo minaccia Aveva già oltrepassato Milano quando incontro um demonio, in apparente specie umana che lo minaccia: “Dovunque andrai e qualunque iniziativa prenderai io ti contrasterò”. Martino gli rispose: “ Il Signore è il mio rifugio, non temerò ciò che mi fará l´uomo”. Il demonio si sottasse alla sua vista e sparì.

L´eresia ariana si diffonde Proseguendo il suo viaggio raggiunge L´Italia. Lí ha udito che

L´eresia ariana si diffonde Proseguendo il suo viaggio raggiunge L´Italia. Lí ha udito che l´eresia ariana si diffondeva in Gallia e che Illario era stato mandato in esilio dagli eretici. A Milano, Martino si rifugiò in un romitaggio, ma Auzenzio, viscovo ariano di Milano individuò il suo rifugio, lo coprì di insulto, lo perseguitò e lo espulse dal territorio. Si rifugiò in compagnia di un presbitero nella isola de Gallinara (vicino a Albenga). Lí fu costretto a cibarsi di radici; ha ingerito dell´elleboro che é tossico ma, com intense preghiere, riuscí a scongiurare l´avvelenamento.

Voleva incontrare Ilario a Roma Martino si incamminò alla volta di Roma sperando di

Voleva incontrare Ilario a Roma Martino si incamminò alla volta di Roma sperando di raggiungere Ilario che adesso era libero del suo esilio. Ma giunto a Roma aprese che Ilario era gìa ripartito, perciò si incamminò verso Poitiers dove Ilario Lo accolse paternalmente.

Il catecumeno e il giovane servo tornano a vivere Un catecumeno chiese ed ottenne

Il catecumeno e il giovane servo tornano a vivere Un catecumeno chiese ed ottenne di entrare nel monastero fondato dal Martino ( Ligugé). Pochi girni dopo fu vittima di um violento attacco di febbre al quale non sopravisse. Martino comosso dalla prematura fine di quel giovinetto versò in lacrime, ordinò a tutti di allontarnarsi dalla cella dove giaceva il corpo del catecumeno. Chiusa la porta, si distese presso il cadavere. Si sollevò leggeramente e, guardando fisso il volto del difunto, attese, com assoluta fiducia, l´effetto dele sue preci e della misericordia del Signore. Trascorse circa due ore egli vide il catecumeno muoversi ed a poco vide palpitare le sue palpebre per recuperare la vista. Martino si diede a ringraziare il Signore riempiendo la cella del miracolo con il clamore delle sue espressioni di gratitudine. Anche ha restituitto la vita di un giovane servo della casa di Lupicinus che si era tolto la vita.

Martino vescovo Siccome la fama di santità di Martino si difusse, fu considerato degnissimo

Martino vescovo Siccome la fama di santità di Martino si difusse, fu considerato degnissimo discepolo degli apostoli; il popolo voleva farlo vescovo ma essendo difficile fargli abandonare il monastero, Rusticio di Tours finse di aver la moglie gravemente ammalata e lo indusse ad uscire per socorrerla. Gli abitanti lo condurre alla Cattedrale. Tra i vescovi presenti aveva resistenza di questa elezione sostenendo che Martino era um personaggio spregevole, che, tra l´atro, aveva la chioma incolta ed indossava uma veste sudicia, e non era degno di essere elleto vescovo. Ma il popolo giudicava più saggiamente e vedeva in lui le straordinarie virtù. Il suo principale oppositore, un certo Defensor riceve un severo biasimo dalla lettura di um versetto profetico. La voluntà di Dio si manifestò nella scelta di Martino come vescovo. “Dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti è stata resa lode a causa dei tuoi avversari onde tu possa distruggere il nemico ed il difensore”.

Il confronto con il paganesimo Dopo aver distrutto un tempio pagano molto antico, incominció

Il confronto con il paganesimo Dopo aver distrutto un tempio pagano molto antico, incominció ad abbater un pino che si trovava vicino a quel tempio e che è stato consagrato ad um culto demoniaco. La folla dei pagani oposse resistenza. Un pagano gli disse: Se hai fiducia in quel Dio che dichiari di adorare, noi taglieremo l´albero e tu riceverai tra le tue braccia prima della sua cadutta. Martino si aprestò a fare quanto gli era richiesto. Il pino stava per abbattersi su Martino quando egli alzò uma mano contro l´albero che cadeva opponendogli il segno della croce. A quel punto parve che qull´albero fosse spinto indietro da um uragano. Il pino si abbatté sul lato opposto e per poco non travolse coloro che colà si erano sposti, ritenendo il luogo più che sicuro. Da tutti fu invocato il nome di Cristo e fu manifestato che in quel giorno la cristiana salvezza era giunta in quei luoghi.

Il confronto con il paganesimo Un certo giorno un pagano tentò di colpire Martino

Il confronto con il paganesimo Un certo giorno un pagano tentò di colpire Martino con un coltello mentre stava distruggendo certi idoli pagani, ma l´arma fu strapatta dalle mani dell´aggressore e scomparve nel momento stesso in cui quest´ultimo tentava di colpire Martino. Ma in generale, quando i contadini (pagani) cercavano di imporgli con la violenza di non distruggere i loro santuari, Martino, con la veritá della fede li induceva a collaborare alle distruzioni dei templi.

Martino e la grazia delle guarigioni A Treviri Martino há guarito uma fanciulla colpita

Martino e la grazia delle guarigioni A Treviri Martino há guarito uma fanciulla colpita da uma paralisi così grave che da molto tempo non riusciva a compiere il minimo movimento; Ha libertato il servo di un certo Tetradius, personaggio di famiglia proconsulare, che era posseduto da un demonio che lo torturava, e una cuoca che il demonio l´aveva posseduta. A Parigi incontrò, presso la porta, un lebbroso con il volto orribilmente sfigurato da quella malattia. Egli lo bació e lo benedisse. Immediatamente il lebbroso guarì.

Martino e la grazia delle guarigioni Un certo Arborius, ex Prefetto, la cui figlia

Martino e la grazia delle guarigioni Un certo Arborius, ex Prefetto, la cui figlia era stata colpita da uma gravissima febbre quartana, le mise sul petto, in assenza di Martino, una sua lettera appena pervenutagli. Poco dopo la febbre cessò; Paulinus ( viscovo di Nola) fu afflito da un grande bruciore agli ochi; le pupile erano oscurate da una specie di nebbia che gli occludeva la vista. Marino toccandogli occhi con un pennelino, lo sollevò daí dolori e gli restituì la vista.

Rapporto con l´imperatore Massimo Martino non adulava l´imperatore a differenza dei vescovi convenuti dalle

Rapporto con l´imperatore Massimo Martino non adulava l´imperatore a differenza dei vescovi convenuti dalle varie regioni dell´Impero che recatisi a Treviri per rendere omaggio al sovrano. Quando egli dovette supplicare il sovrano a favore dei suoi fedeli, più che pregarlo gli impose di fare quanto egli desiderava. Alla corte imperiale si comportava non diversamente da come si sarebbe comportato in un convito offertogli da ben più modesti personaggi.

A Martino apparivano gli angeli e il diavolo Riguardo gli angeli si narra che

A Martino apparivano gli angeli e il diavolo Riguardo gli angeli si narra che egli abbia scambiato colloro qualche parola. Quanto al Diavolo, Martino era sempre in grado di roconocerlo sia che si presentasse nella sua naturale sostanza, sia che il Diavolo assumesse qualsiasi altra figura del male spirituale.

Martino e la fede nel perdono e nella misericordia di Dio Il diavolo riproverava

Martino e la fede nel perdono e nella misericordia di Dio Il diavolo riproverava Martino di aver accolto in monasterio alcuni monaci che avevano perduto la grazia de battesimo per vari peccati comessi. Martino risposse che gli antichi peccati erano cancellati da una sucessiva migliore condotta dei monaci e dal perdono ottenuto per la misericordia del signore e che, comunque , i peccati di coloro che avessero cessato di peccare dovevano essere perdonati. Il diavolo replicò che il perdono nos spettava ai colpevoli che, in quanto tali, non meritavano clemenza alcuna da parte del Signore, e che ciò valeva anche per coloro che hanno commesso un solo peccato. “Se tu stesso, miserabile Diavolo, rinunciassi a perseguitare gli uomini e ti pentissi di tutte le tue malefatte in questo momento, o anche nel giorno del giudizio, potrei prometterti misericordia da parte mia confidando sinceramente nella grande misericordia di Gesù Cristo nostro Signore”.

E tante altre cose Se è vero che le vicende della sua vita possono

E tante altre cose Se è vero che le vicende della sua vita possono essere, bene o male, narrate a parole, nessuno potrá mai descrivere appieno la profunditá della sua vita interiore, il suo quotidiano comportamento, né la sua anima continuamente tesa verso il cielo. Sono, comunque, certo che questo libricino sarà gradito alle persone sante.