Qfwfq ricorda il tempo in cui i primi

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Qfwfq ricorda il tempo in cui i primi vertebrati acquatici cominciarono a colonizzare la

Qfwfq ricorda il tempo in cui i primi vertebrati acquatici cominciarono a colonizzare la terra: Ormai era chiaro che i tempi dell’acqua erano finiti. Quelli che si decidevano a fare il grande passo erano sempre in numero maggiore. Non c’era famiglia che non avesse qualcuno dei suoi cari là all’asciutto. Tutti raccontavano cose straordinarie di quel che c’era da fare sulla terraferma e chiamavano i parenti. Ormai i pesci giovani non li teneva più nessuno, sbattevano le pinne sulle rive di fango per vedere se funzionavano come zampe, com’era riuscito ai più dotati… C’era la famiglia che viveva a terra da più generazioni, i cui giovani ostentavano maniere che non erano più nemmeno degli anfibi ma già quasi di rettili; e c’era chi s’ attardava ancora a fare il pesce, anzi diventava ancora più pesce di quanto non si usasse essere pesci una volta…La nostra famiglia, nonni in testa, zampettava sulla spiaggia al completo, come non avessimo mai conosciuto altra vocazione. Non fosse stato per l’ostinazione del prozio N’ba N’ga, i contatti col mondo acquatico sarebbero stati perduti da un pezzo. Si, avevano uno zio pesce, e precisamente dalla parte di mia nonna paterna, nata dai Celacanti del devoniano…. Zio N’ba, siamo venuti a trovarla… le abbiamo portato degli insetti nuovi che crescono da noi…Ne aveva mai visto di blatte così grosse? . . . Potete pulirvici quelle verruche schifose che avete addosso, con le vostre blatte puzzolenti…. Ma che verruche! Questo delle verruche era un pregiudizio dei vecchi pesci: che a noi, a vivere all’asciutto, ci venissero tante verruche su tutto il corpo, trasudanti roba liquida…. «da « Lo zio acquatico»

I celacantiformi, o celacanti, sono un ordine di pesci ossei, che comprende una serie

I celacantiformi, o celacanti, sono un ordine di pesci ossei, che comprende una serie di forme estinte e due sole specie attuali, appartenenti entrambe al genere Latimeria. Il celacanto delle Comore (Latimeria chalumnae, Smith, 1939). Noto per la sua pigmentazione azzurro splendente, è la più conosciuta delle due specie esistenti di celacanto.

Marjorie Eileen Doris Courtenay-Latimer 1907 – 2004 Curatrice del museo di storia naturale di

Marjorie Eileen Doris Courtenay-Latimer 1907 – 2004 Curatrice del museo di storia naturale di East London, (Sud Africa), è balzata in tutto il mondo agli onori della cronaca nel 1938 per aver scoperto l'esistenza di esemplari vivi di Celacanto, un pesce primitivo ritenuto estinto da 65 milioni di anni, e in suo onore chiamato Latimeria nel 1939.

Lo zio acquatico I primi vertebrati che nel Carbonifero lasciarono la vita acquatica per

Lo zio acquatico I primi vertebrati che nel Carbonifero lasciarono la vita acquatica per quella terrestre, derivavano dai pesci ossei polmonati le cui pinne potevano essere ruotate sotto il corpo e usate come zampe sulla terra. ------

Pesce con «pinne a lobi» Primi anfibi

Pesce con «pinne a lobi» Primi anfibi

Gli organismi viventi 3, 5 miliardi di anni fa compaiono i batteri unicellulari 600

Gli organismi viventi 3, 5 miliardi di anni fa compaiono i batteri unicellulari 600 milioni di anni fa organismi pluricellulari, invertebrati marini come vermi, meduse, spugne 400 milioni di anni fa le piante terrestri i pesci 350 milioni di anni fa gli anfibi 300 milioni di anni fa i rettili 250 milioni di anni fa i primi mammiferi 200 milioni di anni fa gli uccelli 7 milioni di anni fa compaiono i primi ominidi

Dai pesci agli anfibi Circa 390 milioni di anni fa, gli unici vertebrati presenti

Dai pesci agli anfibi Circa 390 milioni di anni fa, gli unici vertebrati presenti sulla Terra erano i pesci. In alcune rocce più giovani (30 milioni di anni in meno) sono stati trovati animali simili agli attuali anfibi: corpo e capo allineati, collo distinto, arti ben sviluppati con alcune caratteristiche ancora in comune con i «pesci dalle pinne lobate» così chiamati per le grandi pinne ossee attraverso le quali si spostavano sui fondali di laghi e corsi d’acqua poco profondi. Gli scienziati hanno quindi deciso di cercare una forma di transizione all’interno di rocce sedimentarie di età compresa tra i 390 e i 360 milioni di anni fa che si erano formate per la deposizione di fanghi di acqua dolce infatti sia i pesci dalle pinne lobate sia i primi anfibi erano di acqua dolce. Scelsero un’isola del mar glaciale artico vicino alle coste del Canada …

L'isola di Ellesmere, detta anche Terra di Ellesmere, si trova nel territorio del Canada

L'isola di Ellesmere, detta anche Terra di Ellesmere, si trova nel territorio del Canada di Nunavut, è la più settentrionale delle isole artiche canadesi. Copre un'area di 196 235 km², il che la rende la decima isola più grande del mondo e la terza maggiore del Canada.

da « Lo zio acquatico» Tentativi di portarlo a terra con noi ne avevamo

da « Lo zio acquatico» Tentativi di portarlo a terra con noi ne avevamo fatti parecchi, e continuavamo a farne; anzi, su questo punto non s’era mai spenta la rivalità tra i vari rami della famiglia, perché chi fosse riuscito a portare il prozio a casa propria si sarebbe trovato in una posizione diciamo preminente rispetto a tutto il parentado. Ma era una rivalità inutile, perché il prozio non si sognava di lasciare la laguna. «Zio, alla bella età che ha , sapesse quanto ci dispiace lasciarla così sempre solo, in mezzo all’umido… A noi, sa, è venuta un’idea» …attaccavamo… «Me l’aspettavo che l’avreste capita» , interrompeva il vecchio pesce, «ormai il gusto di sguazzare nel secco ve lo siete tolto, è giusto l’ora che torniate a vivere come esseri normali… Qui c’è acqua per tutti, e quanto al mangiare, la stagione dei lombrichi non è mai stata così buona. Potete buttarvi a bagno bell’è ora e non se ne parli più» . . «Ma no zio N’ba. N’ga cos’ha capito? Noi si voleva portarla a star con noi, in un bel praticello. Vedrà che ci si troverà bene, le scaviamo una fossetta umida, fresca: lei ci si rigira come vuole tal quale a qui; potrà anche provare a fare qualche passo intorno, vedrà che ci riesce. E poi alla sua età, il clima di terra è più indicato. Dunque zio N’ba. N’ga non si faccia più pregare: viene? » «No!» Era la risposta secca del prozio, e con una nasata in acqua scompariva dalla nostra vista. . « Nuota a pancia nel fango chi ci ha pulci tra le squame!» che doveva essere un proverbio dei suoi tempi, con l’espressione fango che lui usava, in tutte le occasioni, per indicare la terra…

Ma che occhi grandi che hai!. . . Per vederci meglio…! Uno studio pubblicato

Ma che occhi grandi che hai!. . . Per vederci meglio…! Uno studio pubblicato sulla rivista “Proceeding of the National Academy of Sciences”, sostiene che la colonizzazione della terraferma da parte dei primi vertebrati marini sarebbe stata determinata dallo sviluppo dell’apparato visivo e solo in un secondo momento degli arti. Alcuni ricercatori hanno studiato decine di reperti fossili per studiare quali furono le modifiche più importanti e hanno così scoperto che la grandezza degli occhi è triplicata prima della transizione da acqua a terra; anche la posizione degli occhi, inoltre, è sensibilmente cambiata, con una vista più “frontale”. Secondo gli autori dello studio gli occhi più grandi sono stati un vantaggio enorme per la vista sulla terraferma più che per quella in acqua e il forte aumento del campo visivo ha permesso ai primi pesci “esploratori” di vedere meglio le prede sulla terraferma e in particolare i piccoli invertebrati, come ragni e millepiedi, che abitavano in superficie già da decine di milioni di anni: una “dispensa a cielo aperto” ancora da sfruttare.

La colonizzazione della terraferma da parte dei vertebrati marini sarebbe stata stimolata in primo

La colonizzazione della terraferma da parte dei vertebrati marini sarebbe stata stimolata in primo luogo dallo sviluppo di un sistema visivo più grande ed efficiente, e solo in un secondo momento dallo sviluppo degli arti. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori della Northwestern University a Evanston (Chicago)

Tiktaalik roseae Nel 2004 fu trovato, nelle isole Ellesmere, nell'Artico canadese, un fossile particolare

Tiktaalik roseae Nel 2004 fu trovato, nelle isole Ellesmere, nell'Artico canadese, un fossile particolare che sarà chiamato Tiktaalik roseae che in lingua inuit significa grande pesce di acqua dolce. Aveva ancora branche scaglie e pinne ma aveva caratteristiche di un anfibio: capo appiattito come quello di una salamandra , gli occhi e le narici sulla cima del capo, aveva il collo (i pesci ne sono privi). Soprattutto aveva: costole robuste in grado di pompare aria nei polmoni o attraverso le branchie. Arti simili a quelle dei pesci lobati ma con meno ossa e più robuste che gli permettevano di camminare. Tiktaalik era ben adattato ad una vita in acque basse ma se osserviamo le sue caratteristiche possiamo capire il suo percorso evolutivo. Alcuni dei suoi discendenti avevano pinne/arti abbastanza robusti da potersi spostare tra i corsi d’acqua per evitare predatori o catturare i molti insetti giganti. La possibilità di avventurarsi sulla terraferma era probabilmente un vantaggio, quindi la selezione naturale ha premiato le caratteristiche

Ricostruzione e resti fossili di Tiktaalik roseae vissuto circa 375 milioni di anni fa.

Ricostruzione e resti fossili di Tiktaalik roseae vissuto circa 375 milioni di anni fa.

Tiktaalik che lascia l'acqua per dirigersi sulla terraferma (credito immagine: Zina Deretsky/National Science Foundation

Tiktaalik che lascia l'acqua per dirigersi sulla terraferma (credito immagine: Zina Deretsky/National Science Foundation )

Qfwfq cerca di convincere Lll a lasciare il vecchio e ostinato zio acquatico N’ba

Qfwfq cerca di convincere Lll a lasciare il vecchio e ostinato zio acquatico N’ba N’ga e a seguirlo sulla terraferma per esplorare nuove terre e nuove possibilità! : … Il mare è sconfinato, disse Lll. Smettila di ripetere le fandonie di quel vecchio rimbambito. Il mondo è di chi ha le gambe, non dei pesci, lo sai. So che lui è uno che è uno, disse Lll. Ed io? Nessuno c’è di quelli con le gambe che sia uno come lui. E la tua famiglia? Ci ho litigato, Non hanno mai capito niente. . . Ma sei matta? Non si può mica tornare indietro! Io si! E cosa vuoi fare tu da sola con il vecchio pesce? Sposarlo, tornare pesce con lui e mettere al mondo altri pesci. Addio. E con un’ultima arrampicata delle sue , salì in cima a un’alta foglia di felce e si lasciò andare in un tuffo. Riemerse, ma non era sola: la robusta coda falcata del prozio N’ba N’ga affiorò vicino alla sua e insieme fendettero le acque. Fu una batosta dura per me. Ma poi che farci? Continuai la mia strada , in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch’io trasformandomi. Ogni tanto, tra le tante forme degli esseri viventi incontravo qualcuno che «era uno» più di quanto fossi io: uno che annunciava il futuro, ornitorinco che allatta il piccolo uscito dall’uovo, giraffa allampanata in mezzo alla vegetazione ancora bassa; o uno che testimoniava un passato senza ritorno, dinosauro superstite dopo che era cominciato il Cenozoico, oppure – coccodrillo- un passato che aveva trovato il modo di conservarsi immobile nei secoli. Tutti avevano qualcosa che li rendevano superiori a me… Eppure non mi sarei cambiato con nessuno di loro.