I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO I PRIMI SECOLI

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I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La filosofia della Gnosi significa conoscenza. Designa quella particolare

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La filosofia della Gnosi significa conoscenza. Designa quella particolare illuminazione che alcune correnti religiose-filosofiche ritenevano di possedere, codificata in determinate formule, o immagini, o concetti. I principali sono i seguenti: 1. la conoscenza gnostica riguarda Dio e la salvezza ultraterrena. Si presenta come una dottrina segreta, rivelata da Cristo a pochi discepoli, e trascritta nei Vangeli gnostici; 2. la concezione del mondo degli Gnostici è pessimistica, espressione di una umanità angosciata: essa infatti vede il cosmo come regno del male e considera la nostra permanenza in esso come un esilio;

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La filosofia della Gnosi 3. gli uomini a seconda

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La filosofia della Gnosi 3. gli uomini a seconda del loro rapporto con la Gnosi sono distinti in pneumatici (quelli più partecipi della conoscenza e destinati alla salvezza), ilici (cioè legati alla terra e destinati alla perdizione) e psichici (aperti all'una o all'altra destinazione); 4. questo mondo è stato creato da un Demiurgo malvagio (il Dio del Vecchio Testamento) e viene riscattato da un Dio buono (Cristo); 5. la derivazione della realtà cosmica e intelligibile dall’unità primordiale è spiegata per via allegorica con la separazione di coppie di esseri eterni (detti "Eoni") in un ordine fantastico, quanto mai complicato.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Gli apologisti greci del Il secolo: Giustino fu il

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Gli apologisti greci del Il secolo: Giustino fu il primo Platonico cristiano e il più importante degli Apologisti. Riprese da Filone la dottrina del Logos, che identificò con Cristo: negli uomini sono presenti "semi" del Logos grazie ai quali ogni uomo può conoscere parte della verità. Concepì l'anima umana come mortale per natura, perché tutto ciò che viene dopo Dio, in quanto è generato, è corruttibile. Altri Apologisti del Il secolo furono: - Taziano, discepolo di Giustino, fiero avversario della filosofia greca; - Atenagora, che fornì la prima prova razionale dell'unicità di Dio e si impegnò sul problema trinitario; - Teofilo di Antiochia, che riprese la dottrina del Logos di Giustino per

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La Scuola catechetica di Alessandria: Clemente e Origene Clemente

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La Scuola catechetica di Alessandria: Clemente e Origene Clemente (nato intorno al 150) si propose di dimostrare la perfetta armonia fra fede e ragione che c'è nel Cristianesimo. La filosofia non rende la verità più forte, ma difende la fede dagli attacchi dei nemici della verità. Dio, per Origene (185 -253), è una realtà incorporea, e la sua natura trascendente lo rende incomprensibile alla mente umana. Gesù, unigenito figlio di Dio, è «la sapienza di Dio sostanzialmente sussistente» , nella quale esistono da sempre le Idee di tutti gli enti esistenti. Per quanto il Figlio sia della stessa natura del Padre, Origene, forse influenzato dalla struttura ipostatica del pensiero medioplatonico-neoplatonico, lo ritiene subordinato al Padre: infatti mentre il Padre è unità assoluta, il Figlio esplica molteplici attività.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La Scuola catechetica di Alessandria: Clemente e Origene L'incarnazione

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO La Scuola catechetica di Alessandria: Clemente e Origene L'incarnazione dell'anima umana dipende dal peccato, ma il corpo in sé non è negativo, perché può diventare strumento di espiazione e purificazione. Tuttavia, Origene non ritiene che una sola vita sia sufficiente a realizzare pienamente la purificazione, e quindi ammette l'esistenza di più mondi susseguentisi l'un l'altro e la dottrina della reincarnazione delle anime. Alla fine tutto sarà esattamente uguale al principio (= apocatastasi) e l'originaria purezza della creazione sarà reintegrata.

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I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO L'età della Patristica e il Concilio di Nicea La

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO L'età della Patristica e il Concilio di Nicea La promulgazione dell'editto di Costantino nel 313 consentì alla fede cristiana di manifestarsi pubblicamente uscendo dalla clandestinità. Ciò influì anche sulla riflessione teologica la quale, mentre andava sempre più misurandosi con la filosofia e le discipline profane, registrava l'accendersi di dibattiti e polemiche sul contenuto della dottrina. Se l'evento principale del IV secolo fu il Concilio di Nicea (325) che fissò il "Credo" e cioè il simbolo della fede dei Cristiani, l'evento filosofico più significativo fu il tentativo di recuperare la cultura classica all'interno della fede.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Gregorio di Nissa e i Padri Cappadoci Tre sono

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Gregorio di Nissa e i Padri Cappadoci Tre sono i punti principali del pensiero di Gregorio di Nissa (335 -394), il maggiore tra i luminari di Cappadocia: 1) la prevalenza del mondo intelligibile su quello sensibile, che viene concepito come prodotto da qualità e da forze incorporee (colore, forma, estensione, ecc. ); 2) l'antropologia fondata non più sulla somiglianza fra l'uomo e il cosmo, ma sulla somiglianza fra l'uomo e Dio; 3) la possibilità dell'ascesa a Dio rimuovendo tutto ciò che di carnale e di passionale ci separa da Lui.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Lo Pseudo-Dionigi I'Aeropagita Fra il V e il VI

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Lo Pseudo-Dionigi I'Aeropagita Fra il V e il VI secolo visse l'autore di un Corpus di scritti giuntoci sotto il no me di Dionigi Areopagita, il quale tenta una interpretazione del pensiero cristiano sulla base della filosofia di Proclo (filosofo neoplatonico del V secolo). La nota caratteristica del pensiero di Dionigi è l'introduzione della teologia cosiddetta apofatica (negativa), per la quale l'assoluta trascendenza di Dio rispetto al mondo non permette che Egli sia designato da alcun termine, neppure filosofico, dato che ogni termine designa una realtà finita. Non resta quindi che designarlo con una serie di negazioni (dire quel che non è, e non quel che è), oppure addirittura con il silenzio mistico.

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I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Massimo il Confessore e l'ultima grande battaglia cristologica La

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Massimo il Confessore e l'ultima grande battaglia cristologica La filosofia di Massimo il Confessore (579/80 -662) è soprattutto rivolta alla tematizzazione del ruolo centrale di Cristo e alla difesa del dogma della presenza in lui di due volontà, quella umana e quella divina: quindi Cristo può ritenersi vero uomo e vero Dio, a differenza di quanto dicevano i monoergisti (che ritenevano che in Cristo esistesse solo un'energia divina) e i monoteletisti (che ritenevano che in Cristo esistesse solo una volontà divina). Giovanni Damasceno (prima metà dell'VIII secolo), a differenza degli altri Padri, assunse elementi filosofici anche da Aristotele e non solo da Platone. . Il Damasceno in Oriente godette di una autorità pari a quella di cui avrebbe

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Minucio Felice, Tertulliano e gli scrittori cristiani sino al

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Minucio Felice, Tertulliano e gli scrittori cristiani sino al IV secolo I Padri latini anteriori ad Agostino furono scarsamente attratti, se non decisamente ostili alla filosofia greca. Minucio Felice, in particolare, condannava la saggezza greca, accusandola d'essere tanto magniloquente e pomposa, quanto vana, astratta e superficiale. Per lui solo la dottrina cristiana può considerarsi una sapienza del cuore, autentica e profonda. Per Tertulliano, Atene e Gerusalemme non hanno nulla in comune: fede in Cristo e Sapienza umana si contraddicono (da qui la sua celebre affermazione: credo quia absurdum). In verità, l'anima è naturaliter christiana ed è la cultura filosofica che la allontana dal vero. Tertulliano assume, forse da Seneca, una concezione corporeistlca della realtà e di Dio stesso.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Minucio Felice, Tertulliano e gli scrittori cristiani sino al

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Minucio Felice, Tertulliano e gli scrittori cristiani sino al IV secolo Gli scrittori cristiani del III-IV secolo mossero sostanzialmente in tre direzioni: in senso pastorale (come fece Cipriano) in senso teologico (come ad esempio Novaziano) e in senso filosofico (come Arnobio e Lattanzio) ma, in quest'ultimo caso, non sempre in forme originali e adeguate allo scopo. I traduttori e commentatori del IV secolo seppero tenere viva la tradizione filosofica, soprattutto di stampo platonico e neoplatonico - in questo senso ebbero particolare importanza le traduzioni di Calcidio -, mentre alcuni di loro, come Mario Vittorino, trasfusero in ambito teologico gli spunti e le idee acquisite nello studio della filosofia.

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Le figure di Ambrogio, Gerolamo e Rufino Fra i

I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO Le figure di Ambrogio, Gerolamo e Rufino Fra i vari pensatori (filosofi, traduttori, commentatori ed eruditi) del III-IV secolo spicca la figura di Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397. Desunse da Filone il metodo allegorico con cui intese la Sacra Scrittura; ebbe considerevole influsso su sant'Agostino, di cui fu maestro. Vanno ricordati anche Gerolamo, autore della traduzione latina della Bibbia destinata a diventare canonica (la Vulgata), e Rufino, autore di traduzioni in latino dei Padri greci (soprattutto Origene).