PROGETTO MEMORIA Scuola secondaria di primo grado 20152016

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PROGETTO MEMORIA Scuola secondaria di primo grado 2015/2016 L’Istituto “Mahatma Gandhi“ ha invitato il

PROGETTO MEMORIA Scuola secondaria di primo grado 2015/2016 L’Istituto “Mahatma Gandhi“ ha invitato il Sig. Sami Modiano il giorno 30 Novembre 2015 alle ore 11: 00 ad un incontro con le classi terze. “Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo”. Nato nella Rodi degli anni Trenta, un’isola nella quale ebrei, cristiani e musulmani convivono pacificamente da secoli, Sami non conosce la lingua dell’odio e della discriminazione. Alla promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, frequentava la terza elementare della sua scuola, dalla quale, essendo ebreo, si trovò improvvisamente espulso. A 13 anni nell’inferno di Auschwitz. Birkenau vedrà morire familiari e amici fino a rimanere solo al mondo a lottare per la sopravvivenza. Dal 2005 Modiano si dedica a far conoscere la sua storia nelle scuole medie e superiori.

NOI E SAMI MODIANO NELLA NOSTRA SCUOLA -30 Novembre 2015 -

NOI E SAMI MODIANO NELLA NOSTRA SCUOLA -30 Novembre 2015 -

Vorrei tirare fuori quel malessere che mi ha lasciato questa storia che non riguarda

Vorrei tirare fuori quel malessere che mi ha lasciato questa storia che non riguarda solo gli ebrei, ma tutti noi, perché il mondo sia al corrente e non dimentichi, perché tutte le genti morte e soprattutto le testimonianze di questi uomini non rimangano solo un ricordo affievolito, perché tutto ciò non accada mai più. Noi, nuova generazione, dobbiamo farci portavoce di tutta quella gente che soffre a causa della guerra ed io sono orgoglioso come tutti gli altri di portare avanti il sogno di Sami, cioè di un mondo unito, dove tutti siamo fratelli senza distinzione. Ci sono stati momenti particolarmente forti, come quando ha parlato della sorella, un’immagine costante nel corso della sua vita ed anche durante gli attimi più brutti, dove solo la morte era la sua unica fonte di fuga, la sorella non risparmiava la sua bontà d’animo nei riguardi di Sami, che si sentirà per sempre protetto da questa figura quasi materna. Nel racconto di Sami persistevano fortemente due parole “mai più”. Mai più la guerra, mai più l’olocausto, mai più il concetto di razze e soprattutto, anche se a volte sembra impossibile, mai più pregiudizi. Samuele III D