La nazionalizzazione delle masse Unidea politica di nazione

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La nazionalizzazione delle masse Un’idea politica di ‘nazione’

La nazionalizzazione delle masse Un’idea politica di ‘nazione’

L’IDEA DI NAZIONE • L’idea di ‘nazione’ come oggi la interpretiamo nasce con la

L’IDEA DI NAZIONE • L’idea di ‘nazione’ come oggi la interpretiamo nasce con la Rivoluzione Francese. • Pensiamo alle comunità contadine della Francia prima della R. F. Questi contadini non vedevano oltre la dimensione del proprio villaggio, molti non sapevano neppure parlare il francese e quasi nessuno sapeva dove fosse Parigi e cosa stava succedendo. • La ‘nazione’ in quel contesto, era un dato puramente geografico, territoriale. Mancava ciò che oggi identifichiamo come una ‘coscienza nazionale’. • • • Oggi, invece, la ‘nazione’ è intesa come un fenomeno di ‘identità collettive’. Ciò significa che per ‘nazione’, oggi, si intende un territorio delimitato, una coscienza nazionale fondata su una lingua, una storia, una religione, una tradizione, una ‘razza’, un’etnia, una cultura: un popolo che si riconosce in una vicenda collettiva, in un’idea condivisa di ‘nazione’ Quel contadino francese ‘pre-rivoluzione’ era ben lontano dall’intendere la ‘nazione’ come oggi leggiamo questo fenomeno.

LA COSTRUZIONE DELLA ‘NAZIONE’ Se il ‘popolo’ era un soggetto formato da grandi numeri

LA COSTRUZIONE DELLA ‘NAZIONE’ Se il ‘popolo’ era un soggetto formato da grandi numeri (milioni di persone), allora serviva una ‘politica nuova’ che potesse coinvolgere un gran numero di persone e quindi una ‘massa’ di cittadini. Come spiegare a questa ‘massa’ di popolo il nuovo concetto di nazione, fondata su quegli elementi di cultura, di storia, di razza, di identità prima elencati? Le possibili alternative erano: -fare appello alla ragione degli illuministi, alla cultura, alla razionalità. - fare appello all’emozione, al cuore. Trasformare cioè il discorso politico in discorso emozionale, di stile religioso. Scelta, per ovvi motivi, la seconda opzione, si poneva un ulteriore problema: come realizzare questa politica, questa trasformazione mentale e psicologica delle grandi masse.

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ In Francia, ad esempio, la radicalizzazione di questa nuova idea

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ In Francia, ad esempio, la radicalizzazione di questa nuova idea di ‘nazione’ avvenne attraverso quello che potremmo definire come una sorta di «catechismo rivoluzionario o nazionale» , proprio a partire dalla Rivoluzione Francese. Si ricorderà come nella R. F. si procedette ad una sorte di ‘scristianizzazione’ della Francia: all’idea religiosa cattolica si contrappose un’idea estremamente laica della vita pubblica: il culto della nazione si impose attraverso una liturgia laica: la ‘dea ragione’, l’albero della libertà in ogni piazza, il grande ricorso a simboli (il tricolore, il cappello frigio), a immagini che richiamavano l’iconografia religiosa (Marianne al posto della Madonna), i canti, le statue, gli edifici, le feste pubbliche creavano comunità, legami emozionali. Si pensi al Risorgimento italiano, al ruolo che ebbe la letteratura (Foscolo, Manzoni, Carducci), la cultura musicale, le grandi opere di Verdi, le opere teatrali di ispirazione nazional-patriottica, ecc. Tutti questi elementi hanno costituito i principali strumenti per la costruzione di una identità nazionale

MOSSE: La nazionalizzazione delle masse • La ‘nazionalizzazione delle masse’ è un concetto socio-politico

MOSSE: La nazionalizzazione delle masse • La ‘nazionalizzazione delle masse’ è un concetto socio-politico nato nel secondo dopoguerra a seguito di studi effettuati dal tedesco George Mosse. • La "nazionalizzazione delle masse", si riferisce a quell'imponente fenomeno di pedagogia della nazione che ebbe luogo attraverso canali svariati nella Germania del 19° sec. e nei primi anni del 20° (ma le sue analisi si sono rivelate essenziali sia per altri Paesi europei sia per gli Stati Uniti)

 • Questo fenomeno, dotato di simbologie come inni, bandiere, canti, eroi, liturgie, ecc.

• Questo fenomeno, dotato di simbologie come inni, bandiere, canti, eroi, liturgie, ecc. nasce sotto la spinta di movimenti nazionalisti-patriottici, nell’arco del 1800. • La n. d. m. non è solo un fenomeno ‘sociologico’ o culturale ma diventa, nel corso della seconda metà dell’ 800, un modo nuovo di fare politica attraverso quegli strumenti che abbiamo prima elencato. • E di questo modo nuovo di fare politica se ne appropriano movimenti, associazioni, partiti che tendono a diventare ‘partiti e movimenti di massa’. • Se l’idea di ‘nazione’ di ‘indipendenza’, di ‘libertà dallo straniero’, di ‘progresso’ aveva caratterizzato i movimenti rivoluzionari che, ad esempio in Italia, avevano favorito il Risorgimento, nella seconda metà di quel secolo, l’idea di Patria, di sovranità, di ‘nazione’, subisce una fortissima caratterizzazione identitaria.

 • La n. d. m. è quindi un fenomeno sociale che si sviluppa

• La n. d. m. è quindi un fenomeno sociale che si sviluppa nel tempo per consolidare nel popolo la percezione di far parte di una determinata nazione. • Nello stesso tempo è anche quello strumento che i partiti utilizzeranno per diventare partiti di massa. • Nella concezione imperialista della storia, appare del tutto evidente che i richiami alla nazione, alla Patria, al sangue, alla terra condivisa, alla etnia o alla razza (tutte caratteristiche avevano creato e consolidato il concetto di nazione) assumono una caratteristica ben diversa dall’idea risorgimentale di indipendenza dallo straniero e di nazione. • Nella concezione imperialista tutti questi richiami sono declinati in forma ‘aggressiva’. La nazione, una volta formata, per essere ‘grande’ deve essere potente. E la grandezza e la potenza deve esprimersi con la forza delle armi, con un grande esercito, con il rispetto della gerarchia, con una forza che sappia farsi rispettare dalle altre grandi potenze. • Interpreti di questa visione ‘aggressiva’ della nazione sono le forze della destra politica, dai governi di Bismark in Germania a quelli liberali in Italia (conquiste coloniali, società militarizzate come in Germania, grandi eserciti, netta subordinazione alle classi dominanti (gli Junker in Germania, i grandi latifondisti in Italia, ecc. ), repressione del dissenso, polizia utilizzata in difesa del grande capitale o del grande latifondo.

 • Se questa carica identitaria viene estremizzata, se la nostra Patria diventa l’ombelico

• Se questa carica identitaria viene estremizzata, se la nostra Patria diventa l’ombelico del mondo, se non riconosciamo ad altri gli stessi diritti che pretendiamo siano a noi riconosciuti, quale risultato politico possiamo ottenere? • Il risultato, se ci riflettiamo, è il prevalere di un’idea guerresca di Nazione che deve esprimersi con la potenza militare, con l’espansione coloniale, con la forza delle armi. Addirittura con la superiorità della razza. • La stessa guerra, in questa visione, non è più un termine ‘negativo’ ma diventa una possibilità di ‘grandezza’, uno strumento per affermare la potenza della nazione. • Se passa questa idea di nazione e di patria, l’imperialismo e il nazionalismo ottengono la loro giustificazione storica, la loro legittimazione politica e morale. • Questa idea estrema di identità nazionale è esattamente ciò che passa nelle menti delle classi dominanti nell’ultimo quarto del XIXC secolo e nei primi decenni del ‘ 900.

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ • Al fine di ottenere il consenso attorno ai concetti

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ • Al fine di ottenere il consenso attorno ai concetti di nazione e Patria, fu necessario costruire una simbologia ed una liturgia del tutto nuove: statue e gli edifici, le poesie e le narrazioni, le bandiere e gli inni, le pitture e le stampe, i melodrammi e le opere teatrali di ispirazione nazionalpatriottica, poiché - ha osservato Mosse sono stati quelli i principali strumenti per la costruzione di un'identità nazionale. • Vale la pena sottolineare che Mosse ha incluso nella sua analisi partiti così diversi perché ha ritenuto che la "nuova politica", il nuovo stile politico, fossero modalità organizzative e comunicative a cui nessuna formazione politica contemporanea poteva sottrarsi, nemmeno quelle che non si appellavano esplicitamente ai valori del nazionalismo.

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ • Vi sono altri elementi che contribuiscono al consolidamento di

LA COSTRUZIONE DELL’IDEA ‘NAZIONE’ • Vi sono altri elementi che contribuiscono al consolidamento di una coscienza nazionale. • Si pensi a: – La costruzione di una rete viaria e ferroviaria in grado di favorire scambi e conoscenze del Paese – Un sistema scolastico obbligatorio dove si insegnava «non tanto cognizioni utili, quanto un nuovo patriottismo, un amor di patria che superava i confini noti agli alunni» – Un suffragio elettorale che diventava, via, da ‘censitario’ ad ‘universale’ – L’organizzazione di un esercito basato sulla coscrizione militare obbligatoria che costituiva un altro elemento di socializzazione ai valori del nazional-patriottismo e di conoscenza di luoghi e persone distanti dal proprio luogo di origine Tutti questi elementi hanno costituito, in Francia, in Italia, in Germania, in Europa, i principali strumenti per la costruzione di una identità nazionale, consolidando nelle ‘masse’ il senso di appartenenza a specifiche distinte comunità nazionali.

NAZIONALISMO E SOCIALISMO • Il nazionalismo è sempre stato un elemento che caratterizza politicamente,

NAZIONALISMO E SOCIALISMO • Il nazionalismo è sempre stato un elemento che caratterizza politicamente, ancora oggi, lo schieramento di destra. • Il fenomeno della n. d. m. , toccava però anche formazioni politiche al nazionalismo erano estranee, come nel caso dei movimenti socialisti che adottarono strumenti simbolici con propri inni, bandiere, simboli, liturgie, eroi. (Garibaldi, la Rivoluzione, la bandiera rossa, Mazzini, Marx, Rosa Luxemburg, Bava Beccaris, i sindacatui, le Case del Popolo, ecc. ) • Per quanto i vari partiti socialisti insistessero sul loro carattere internazionalista, pure tutta la loro azione politica si svolse all'interno delle cornici istituzionali degli Stati-nazione.

NAZIONALISMO E SOCIALISMO • In effetti è proprio su questa profonda contraddizione che si

NAZIONALISMO E SOCIALISMO • In effetti è proprio su questa profonda contraddizione che si spezzò l'internazionalismo del socialismo europeo, poiché, quando i partiti socialisti vennero chiamati ad assumere una posizione chiara di fronte allo scoppio della Prima guerra mondiale, la maggior parte di essi scelse di dare la priorità agli interessi nazionali: la loro rinuncia a boicottare lo scontro bellico, in quanto naturalmente difforme dall'imperativo dell'internazionalismo proletario, dimostra quanto profondamente fosse stato introiettato il principio secondo cui la vera comunità di appartenenza era quella nazionale. • Il caso Stati Uniti e URSS

Dalla ‘nazione’ al ‘nazionalismo’ • Se l’ 800 era stato il periodo di incubazione

Dalla ‘nazione’ al ‘nazionalismo’ • Se l’ 800 era stato il periodo di incubazione e di nascita del concetto di ‘nazione’, l’ultimo quarto di secolo e i primissimi decenni del ‘ 900 furono gli anni di un crescente nazionalismo aggressivo. • L’amor di patria, le battaglie per l’indipendenza, l’amore per la libertà che avevano caratterizzato ‘democraticamente’ il Risorgimento italiano e l’opera unificatrice della Germania, lasciarono il posto, sotto l’influsso delle destre liberali e oligarchiche, ad una politica aggressiva che si identificava nell’imperialismo e nel colonialismo.

Dalla ‘nazione’ al ‘nazionalismo’ • ‘Patria’ e la ‘nazione’ acquisivano ora concetti diversi. La

Dalla ‘nazione’ al ‘nazionalismo’ • ‘Patria’ e la ‘nazione’ acquisivano ora concetti diversi. La grandezza della patria non la si misurava più con il metro risorgimentale ma con un’idea basata sulla ‘forza, la potenza militare, l’espansionismo territoriale (le colonie). La patria, la sua grandezza, divenne il nuovo mito al quale si potevano sacrificare gli ideali che avevano caratterizzato il nazionalismo ‘democratico’. • Per affermare questa nuova idea di Patria e di Nazione, furono adottati anche in questo caso quegli strumenti ‘sociologici’ che avevano permesso la nascita e lo sviluppo di un sentimento nazionale. • Si comprese, insomma, che l’affermazione del consenso, nel tempo del colonialismo e dell’imperialismo, necessitava anch’esso di quei riti e di quei simboli che avevano caratterizzato la nascita del sentimento nazionale.

LE MASSE DURANTE IL FASCISMO • Alla crisi del partito liberale e al trasformismo

LE MASSE DURANTE IL FASCISMO • Alla crisi del partito liberale e al trasformismo che paralizzò i partiti socialisti nell’immediato dopoguerra, il fascismo offrì la visione di una società rassicurante per le classi alte e medio-alte, una società che avrebbe consentito lo sviluppo economico senza mettere a rischio i confini sociali e le tradizioni nazionali. • • Il fascismo fu anche mobilitazione di massa, utilizzo di nuove tecnologie informative (si pensi alla radio) al servizio degli obiettivi politici, sociali ed economici del regime Mussolini non intese soltanto "fare gli italiani", ma rifarli secondo schemi che avrebbero facilitato i suoi progetti di conquista e colonizzazione. • Anche in questo caso, come nel nazismo, l’utilizzo dei simboli e degli strumenti tipici del fenomeno sociale che va sotto il nome di ‘nazionalizzazione delle masse’ risultò vincente. • La liturgia fascista e poi nazista adottò una LITURGIA TESA A CREARE l’‘UOMO NUOVO’. Al concetto di Patria fu associato il concetto di ‘razza superiore’. La colonizzazione fu descritta come ‘civilizzazione’, l’espansionismo territoriale fu descritto come ‘spazio vitale’, la grandezza del Paese fondata sulla forza degli eserciti e sulla disciplina militare. •

LA LITURGIA DEL FASCISMO La costruzione della ‘nazione’, l’ideologia nazionalista e l’adozione di questa

LA LITURGIA DEL FASCISMO La costruzione della ‘nazione’, l’ideologia nazionalista e l’adozione di questa nuova politica rivolta alle ‘masse’ necessitava quindi di una LITURGIA: • La fiamma: indica purificazione, rinascita • La bandiera • Il monumento nazionale come punto di riferimento e culto della nazione • Il saluto romano • L’aquila che rappresenta la potenza di Roma • L’epiteto ‘duce’ che ricorda la guida del comandante militare • Il fascio littorio che tiene insieme i rami (il popolo) • Il passato letto come mito

La ‘liturgia’ e la ricerca del consenso • • Al consenso contribuì anche lo

La ‘liturgia’ e la ricerca del consenso • • Al consenso contribuì anche lo stato di effervescenza collettiva prodotto dalla guerra, che già alla fine del conflitto aveva dato vita a vari movimenti come il combattentismo, l'arditismo, il futurismo politico, il fiumanesimo. Aspetti che avevano creato uno stato d'animo di esaltazione e di vitalismo che i fascisti traducevano in un senso di missione rigeneratrice della nazione. L'adesione ai Fasci era vissuta come un atto di consacrazione della propria vita alla patria. Attraverso l'esperienza politica dei suoi militanti, provenienti da più movimenti ma accomunati dal culto della nazione, la sacralità della patria, il mito della guerra. Le manifestazioni di religiosità nazionale non erano nuove al nostro Paese ma il fascismo elaborò di questa una versione originale nella quale divennero determinanti i miti che esso creò. Attratti dal nazionalismo e dall'attivismo, veterani e studenti aderirono al fascio di combattimento e al movimento tra 1919 e 1920.

CONCLUSIONE • La ‘nazionalizzazione delle masse’ è un fenomeno sociologico che contraddistingue il periodo

CONCLUSIONE • La ‘nazionalizzazione delle masse’ è un fenomeno sociologico che contraddistingue il periodo che vede, in Europa, la nascita del concetto di ‘nazione. • Questo fenomeno utilizza forme di convincimento e di reclutamento politico basate sulle emozioni, sul sentirsi partecipi ad un progetto comune. • E’ rivolto a grandi masse di uomini che, con la seconda rivoluzione industriale e con il suffragio elettorale, compaiono sulla scena sociale al finire dell’ 800. • Fa leva sulla comunanza di lingua, sangue, terra, etnia. • Fulcro di questo nuovo modo di far politica è la simbologia utilizzata, la ripetizione del ‘rito’, la storia raccontata come mito.

CONCLUSIONE • Tutte le grandi organizzazioni, partiti, sindacati, movimenti, devono fare i conti con

CONCLUSIONE • Tutte le grandi organizzazioni, partiti, sindacati, movimenti, devono fare i conti con queste masse che si presentano alla ribalta della storia. • Nel periodo del colonialismo e dell’imperialismo, il mito della nazione e della Patria diventa così, per la quasi totalità degli uomini, un forte sentimento di appartenenza. • Un sentimento identitario talmente forte che spaccherà lo stesso movimento socialista che, antinazionale ed internazionalista per vocazione, finirà con l’appoggiare i rispettivi governi nel periodo precedente e successivo della grande guerra. • Questo sentimento, attraverso la simbologia e la liturgia politica, crescerà a dismisura nell’esperienza del fascismo e del nazismo spiegandone, almeno in parte, il consenso e l’adesione.