La civilt cavalleresca LA CIVILT CAVALLERESCA I CASTELLI
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La civiltà cavalleresca
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA I CASTELLI Le invasioni del IX-X secolo cambiano il volto dell’Europa medievale da vari punti di vista: l’insicurezza e l’assenza di un potere centrale portano i feudatari a incaricarsi della difesa del proprio feudo; il paesaggio è fortemente trasformato dalla moltiplicazione dei castelli; il castello diventa il nuovo fulcro della vita politica e sociale.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CASTELLI Se le prime fortificazioni sono di legno, precipitose e precarie, ben presto i castelli sono costruiti in pietra e formati da molti elementi: il mastio, cioè la torre principale, e altre torri le mura incastellamento il fossato il pozzo (garantisce l’autosufficienza idrica).
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CASTELLI Il castello è il principale centro di potere dell’epoca: il signore impone ai contadini che vivono nei dintorni una serie di doveri in cambio di protezione. La sua autorità all’interno del feudo è incontrastata e del tutto assoluta: con la fine dell’impero carolingio una quantità di poteri locali in perenne rivalità ha preso il posto del re.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CASTELLI Il castellano e la sua famiglia vivono all’interno delle mura. A regolare la successione del feudo, divenuto ereditario dopo il Capitolare di Quiertzy (877), è la legge del maggiorascato: tutta l’eredità va cioè al figlio maggiore, mentre gli altri figli, chiamati “cadetti”, restano senza risorse. Per questo molto spesso partono, giovanissimi, e offrono i propri servizi a un altro feudatario.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA I CAVALIERI I cavalieri, cioè i guerrieri a cavallo, sono i combattenti fedeli al castellano. Se in precedenza erano i suoi vassalli, cioè premiati con il dono di benefici, con il consolidarsi del sistema feudale non ricevono più terre né ricchezze: nonostante il prestigio e la fama, dipendono totalmente dal loro signore.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CAVALIERI L’esercito di un signore medievale è composto mediamente da poche decine di cavalieri, armati a spese del signore. Ognuno di loro possiede almeno due cavalli, varie armi di ferro, scudi con le insegne signorili e armature costituite da cotte di maglie di ferro.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CAVALIERI Nel contesto delle Seconde invasioni e dei continui scontri tra feudatari, la potenza militare è fondamentale e la classe dei cavalieri, nonostante le disparità economiche interne, diventa sempre più importante. Le imprese eroiche assumono contorni leggendari: al centro della letteratura epica troviamo le vicende dei cavalieri della Tavola Rotonda e dei paladini di Carlo Magno.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CAVALIERI Idealizzati per qualità come la lealtà, la generosità, l’umiltà o la “purezza di cuore”, in realtà i cavalieri sono uomini educati alla violenza, avidi di ricompense materiali, prepotenti contadini.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CAVALIERI La Chiesa tenta di limitare la violenza e gli abusi della cavalleria trasformando la cerimonia dell’investitura, con cui i signori donavano benefici o feudi, in un rituale religioso che attribuisce ai cavalieri un prestigio sacro e li vincola al rispetto dei valori morali. investitura religiosa del cavaliere
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA I CONTADINI Nel periodo feudale i contadini devono subire le prepotenze del signore, che pretende tasse insostenibili e amministra la giustizia in modo del tutto arbitrario.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / I CONTADINI A partire dagli anni intorno al Mille, i contadini iniziano a reagire organizzando sanguinose rivolte contro i castelli. I signori rispondono ribadendo la propria autorità con una spietata repressione: i cavalieri assumono così anche la funzione di mantenere l’ordine interno.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA L’AMOR CORTESE Alle donne della società feudale sono precluse molte libertà di cui godono invece i loro fratelli: non possono ereditare il patrimonio dei genitori non possono scegliere chi sposare non possono disporre della propria dote, che dal momento del matrimonio diventa proprietà del marito.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / L’AMOR CORTESE Nonostante le molte limitazioni, le donne nobili godono però del privilegio della cultura — preclusa agli uomini perché impegnati a imparare il mestiere delle armi — e le castellane gestiscono l’abitazione e le sue numerose attività durante le frequenti assenze dei mariti, spesso con l’appoggio degli uomini di Chiesa del castello.
LA CIVILTÀ CAVALLERESCA / L’AMOR CORTESE La cultura, la raffinatezza e il prestigio delle castellane ha una grande influenza su alcuni letterati dell’epoca, i cosiddetti trovatori, artisti girovaghi che compongono romanzi in versi. Quello dell’amore di un cavaliere per una dama (quasi sempre sposata con un altro) è infatti il tema principale della loro poesia ambientata nelle corti signorili, per questo chiamata dell’amor cortese.