Islam e questioni di genere tra discriminazioni e

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Islam e questioni di genere tra discriminazioni e pregiudizi

Islam e questioni di genere tra discriminazioni e pregiudizi

Nel Corano si parla molto di donne. Alcune sure sono a loro dedicate, come

Nel Corano si parla molto di donne. Alcune sure sono a loro dedicate, come la sura IV, sura delle donne, vv. 127 -130). Il Corano concede alla donna alcuni diritti prima inesistenti in Arabia: - Diritto alla vita (Cor. 16, 58 -59) - Diritto ad un contratto matrimoniale - Diritto alla proprietà e all’eredità - Diritto ad un donativo nuziale - Diritto all’istruzione. Una legislazione rivoluzionaria per l’epoca e il contesto (penisola arabica nel VII secolo).

Come nelle altre Sacre Scritture (Torah, Bibbia) all’uomo viene riconosciuta una superiorità sociale sulla

Come nelle altre Sacre Scritture (Torah, Bibbia) all’uomo viene riconosciuta una superiorità sociale sulla donna, del tutto usuale per l’epoca in cui fu rivelato. Gli uomini sono preposti alle donne, perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per mantenerle; le donne buone sono dunque devote a Dio e sollecite della propria castità, così come Dio è stato sollecito di loro; quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele; ma se vi ubbidiranno, allora non cercate pretesti per maltrattarle; ché Iddio è grande e sublime. (Corano 4, 34). Esse agiscano con i mariti come i mariti agiscono con loro, tuttavia gli uomini sono un gradino più in alto, e Dio è potente e saggio. (Corano 2, 228).

I credenti e le credenti • Dal punto di vista religioso, le donne hanno

I credenti e le credenti • Dal punto di vista religioso, le donne hanno gli stessi doveri degli uomini, devono rispettare come gli uomini i pilastri dell’islam, commettono gli stessi peccati e incorrono nelle stesse pene. • Il Corano proclama la sostanziale uguaglianza religiosa fra uomo e donna di fronte a Dio.

DONNE E RELIGIONI L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e

DONNE E RELIGIONI L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio, la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo, né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. (Lettere ai Corinzi, 11, 7 -8). Come in tutte le comunità di fedeli, le donne nelle assemblee tacciano, perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (Lettere ai Corinzi, 14, 34 -35). Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è il capo della moglie, come anche Cristo è il capo della Chiesa […] e come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. (Lettere agli Efesini, 5, 22) Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto non ebreo, Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto schiavo, Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto donna… (Benedizione del mattino della tradizione ebraica)

Donne della tradizione islamica Khadijia Prima (e unica finché fu in vita) moglie di

Donne della tradizione islamica Khadijia Prima (e unica finché fu in vita) moglie di Muhammad e primo essere umano a convertirsi all’Islam. Veneratissima nella tradizione islamica, incarna l’ideale di donna autonoma e matura, sensibile e intelligente. ‘A’isha Ultima (e più giovane) moglie di Muhammad, figlia del futuro califfo Abu Bakr, è una donna dal carattere forte. Alla morte di Muhammad, guida in battaglia la propria fazione contro quella di ‘Ali, genero del Profeta e primo «imam» degli Sciiti, nella battaglia del Cammello (656). È una delle più importanti trasmettitrici di hadīth della storia dell’Islam e quindi riveste anche un ruolo nella formazione dell’ortodossia islamica. Fatima Figlia prediletta di Muhammad, archetipo della sposa e madre, moglie di ‘Ali e madre di Hasan e Husayn (secondo e terzo imam dello Sciismo), fu lei a dare una discendenza al Profeta. Molto venerata, in particolar modo dagli Sciiti, è considerata un modello di castità e devozione per le donne islamiche.

Islam e discriminazioni: il diritto di famiglia • Il matrimonio è per l’Islam una

Islam e discriminazioni: il diritto di famiglia • Il matrimonio è per l’Islam una scelta molto gradita a Dio. • «Quelli che vivono da celibi sono della peggior specie; quelli che muoiono da celibi della più ignobile» (hadīth del profeta) • Nell’Islam il matrimonio (nikāh) non è un sacramento ma un contratto formale, ufficializzato davanti a un imām e codificato con quattro elementi essenziali (o «pilastri» ): • Capacità giuridica delle parti; • Consenso dei futuri coniugi; • Intervento del tutore della donna (walī); • Donativo nuziale (mahr). • Qualsiasi altra unione sessuale è considerata zina’ (fornicazione).

La poligamia (ta‘addud al-zawiyyat) • Se temete di non essere equi con gli orfani,

La poligamia (ta‘addud al-zawiyyat) • Se temete di non essere equi con gli orfani, sposate allora di fra le donne che vi piacciono, due o tre o quattro, e se temete di non essere giusti con loro, una sola, o le ancelle in vostro possesso. (Cor. IV, 3) • Il Corano pone un limite di quattro mogli: in realtà si tratta di un rivoluzionario miglioramento rispetto alla precedente situazione, alla poligamia (il termine più corretto sarebbe poliginia) illimitata tipica dell’Arabia pre-islamica in cui un uomo poteva accoppiarsi a quante donne voleva. • Condizioni essenziali della poliginia islamica sono: giustizia ed equanimità verso tutte le mogli. (Cor. IV, 3) • Storicamente limitata alle classi più abbienti e gradualmente abbandonata (o limitata), la poligamia è molto ridotta in epoca contemporanea: - condizioni socio-economiche hanno favorito la diffusione del modello di famiglia mononucleare; - occidentalizzazione del diritto di famiglia (poligamia proibita in Turchia dal 1926, in Tunisia nel 1956; ostacolata in numerosi Stati “islamici” come Marocco, Egitto, Siria, Iraq, Algeria).

Altra discriminazione all’interno del matrimonio è il divieto per la donna di sposare un

Altra discriminazione all’interno del matrimonio è il divieto per la donna di sposare un non-musulmano (II, 221), mentre per l’uomo vi è la possibilità di sposare una donna ebrea o cristiana. E ancora, elemento fortemente discriminante è il talāq, ripudio unilaterale da parte del marito, istituto previsto dal Corano (II, 226 -233). Può essere “revocabile” (raj‘ī) o “definitivo” (bā’in), prevede comunque un compenso speciale per la moglie, oltre a una quota fissa nella successione alla morte del marito e la custodia dei figli minori (diritto che la donna perde qualora si risposi). Per inciso il matrimonio si può sciogliere anche secondo altre modalità, fra cui: il tafrīq (annullamento richiesto dallo sposo o dalla sposa davanti al qādī per motivi gravi, p. e. sterilità, impotenza, maltrattamenti, apostasia). il khul’ (divorzio per mutuo consenso, richiesto dallo sposo o dalla sposa; spesso prevede un’indennità pagata alla moglie).

Discriminazione o pregiudizio? Il velo

Discriminazione o pregiudizio? Il velo

 • Nel Corano la parola hijāb (velo) ricorre in sette versetti, non con

• Nel Corano la parola hijāb (velo) ricorre in sette versetti, non con il significato di capo d’abbigliamento, ma sempre col significato di “tenda, cortina”. • Un solo versetto riporta un dettato divino in materia di abbigliamento femminile: • O Profeta! Dì alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano dei loro mantelli; questo sarà più atto a distinguerle dalle altre e a che non vengano offese. (Cor. XXXIII, 59). • In epoca più recente, durante la colonizzazione europea, il velo comincia ad essere considerato dagli europei un simbolo della sottomissione della donna all’uomo e dell’inferiorità della civiltà islamica rispetto a quella occidentale, presupposto teorico della conquista imperialistica. • Nel corso lotta anticoloniale il velo diviene icona dell’autentica identità islamica dei popoli colonizzati e viene indossato come segno politico. • Il dibattito sul velo (islamici/occidentalizzati) esula dalla tematica squisitamente religiosa e tradizionale per divenire simbolo di una alterità ideologica e politica. • Ancora oggi il dibattito sul velo islamico non si è emancipato da questi presupposti teorici.

Un formidabile simbolo dell’appartenenza religiosa…

Un formidabile simbolo dell’appartenenza religiosa…

… oppure un simbolo politico?

… oppure un simbolo politico?

Il velo politico

Il velo politico

Imposizione o libera scelta?

Imposizione o libera scelta?

Donne musulmane e presa di coscienza dei propri diritti La nascita del femminismo nel

Donne musulmane e presa di coscienza dei propri diritti La nascita del femminismo nel mondo arabo si fa risalire all’egiziana Huda Shaarawi (1879 -1947). Nel 1919 la Shaarawi è a capo dei movimenti antibritannici e nazionalisti femminili. Nel 1923, al ritorno dal congresso dell’Alleanza internazionale per il suffragio femminile di Roma, si toglie il velo in pubblico. Fonda l’Unione Femminista Egiziana (UFE, attiva ancora oggi) che, con i suoi giornali L’Egyptiénne e el -Masreyyah, avanzerà le prime importanti rivendicazioni femministe in Egitto (istruzione, formazione professionale, abolizione della poligamia, diritto di voto). Nasce un dibattito in tutto il mondo arabo sulla questione dell’emancipazione della donna

Nawal al-Saadawi • Nel 1972 pubblica il libro «La donna e il sesso» ,

Nawal al-Saadawi • Nel 1972 pubblica il libro «La donna e il sesso» , in cui denuncia le aggressioni perpetrate contro il corpo delle donne (inclusa la pratica della circoncisione femminile). Il libro diventa uno dei testi fondativi del cosiddetto femminismo radicale. • Autrice di numerosi saggi e romanzi, ha fondato numerose associazioni per la tutela dei diritti umani nel mondo arabo. • Per le sue posizioni radicali ha subito persecuzioni politiche e persino un processo per apostasia. • Nel 2011, a ottant’anni, è tra i manifestanti di Piazza Tahrir.

Fatima Mernissi • Sociologa e femminista marocchina, è autrice di numerosi saggi sui rapporti

Fatima Mernissi • Sociologa e femminista marocchina, è autrice di numerosi saggi sui rapporti fra Islam e democrazia e sulle donne nell’Islam. • Nelle sue opere ha contestato la validità dell’interpretazione dominante dei versetti coranici e soprattutto degli hadith che legittimano la subordinazione delle donne. • Ha studiato le biografie e il ruolo pubblico delle mogli del profeta e delle donne che hanno rivestito ruoli politici, le «sultane dimenticate» , nella storia dell’Islam.

Nadia Yassine, o del femminismo islamico • • • È a capo del ramo

Nadia Yassine, o del femminismo islamico • • • È a capo del ramo femminile del movimento islamico al-Adl wa’l. Ihsan (Giustizia e Spiritualità), molto forte in Marocco. È considerata una dei referenti più importanti nel mondo arabo del cosiddetto femminismo islamico, che rivendica il giusto ruolo della donna nella società, sulla base dei principi coranici e sharaitici. È figura di grande prestigio nel dibattito interno al cosiddetto femminismo islamico, che parte dalle fonti sacre per rivendicare un ruolo delle donne nella società e una parità di genere intesa secondo i parametri previsti dalla shari‘a.

Shirin Ebadi • Avvocato e militante dei diritti umani in Iran. • Premio Nobel

Shirin Ebadi • Avvocato e militante dei diritti umani in Iran. • Premio Nobel per la Pace nel 2003. • Nel novembre 2009 la polizia di Teheran ha fatto irruzione nel suo appartamento picchiando il marito e sequestrandole il premio Nobel. • All'epoca dei fatti Ebadi si trovava a Londra per sfuggire a un mandato d'arresto per presunta evasione fiscale. • Continua ad esercitare il suo lavoro pur essendo oggetto di gravi atti intimidatori.

Empowerment femminile ? • Un numero sempre maggiore di ragazze arriva a livelli alti

Empowerment femminile ? • Un numero sempre maggiore di ragazze arriva a livelli alti di istruzione; • L’età del matrimonio si è sollevata; • Diminuisce il numero dei figli; • Aumenta il numero di donne non sposate; ma… • I paesi MENA hanno il tasso più elevato di disoccupazione femminile nel mondo (persino peggiore per le ragazze laureate). • Discriminazioni di reddito, segmentazione di genere nel mercato del lavoro; precarietà e temporaneità del lavoro; scarse possibilità di scelta.

Forza Lavoro maschile e femminile per aree del mondo (dati dell‘International Labour Organization) http:

Forza Lavoro maschile e femminile per aree del mondo (dati dell‘International Labour Organization) http: //www. ilo. org/wcmsp 5/groups/public/---dgreports/--dcomm/documents/publication/wcms_103456. pdf

La bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro deriva non solo da retaggi

La bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro deriva non solo da retaggi della tradizione, ma soprattutto dalla struttura del mercato del lavoro nei paesi arabi: • Rendite petrolifere (rentier states) – alti salari per gli operai/ lavoro femminile poco necessario. • Industria pesante (anni ‘ 60 e ‘ 70): capital intensive, che favorisce l’occupazione maschile. • A metà degli anni ‘ 80: programmi di riorientamento del mercato come reazione alla crisi petrolifera (le donne entrano nel mondo del lavoro). • Dalla metà degli anni ‘ 90 alla crisi attuale: contrazione delle opportunità di lavoro per la concorrenza internazionale. • Fase seguente le primavere arabe: pochi programmi finora attuati per incrementare l’occupazione per giovani e donne. • La disuguaglianza nel mondo del lavoro è sempre forte.

Le donne come agenti del cambiamento? • Sfera privata: Le donne sopportano il peso

Le donne come agenti del cambiamento? • Sfera privata: Le donne sopportano il peso maggiore del lavoro derivante dal matrimonio e dalla maternità, anche quando lavorano fuori casa. • Sfera pubblica: Le donne studiano e sempre più frequentemente svolgono professioni tradizionalmente riservate a uomini. • Strutture di decision making: Aumenta la presenza nelle istituzioni, nella politica, nei sindacati, nei movimenti islamici. La presenza è ancora bassa ma l’incremento è visibile.

Le primavere arabe

Le primavere arabe

Donne e primavere arabe Egitto Dalla fine dell’era Mubarak si registra un deterioramento delle

Donne e primavere arabe Egitto Dalla fine dell’era Mubarak si registra un deterioramento delle condizioni delle donne nella società. In particolare l’esclusione dal sistema di decision making. Molestie e abusi sono stati registrati durante i giorni di piazza Tahrir e nei mesi seguenti. Tunisia Proteste per evitare un arretramento sui diritti già conquistati (Costituzione tunisina). La situazione in generale non è peggiorata: è rilevante che alle prime elezioni libere dopo la “rivoluzione dei elsomini” il 23% dei seggi sono stati conquistati da donne (soprattutto nel partito vincitore, l’islamico al-Nahda) Il pericolo potenziale che i diritti delle donne vengano calpestati o dimenticati nella fase della transizione democratica è concreto, in particolar modo in Egitto.

Qualche lettura Leila Ahmed, Oltre il velo, La donna nell’Islam da Maometto agli ayatollah,

Qualche lettura Leila Ahmed, Oltre il velo, La donna nell’Islam da Maometto agli ayatollah, La Nuova Italia 1995 Renata Pepicelli, Femminismo islamico. Corano, diritti, riforme, Carocci 2010 Renata Pepicelli, Il velo nell’Islam. Storia, politica, estetica, Carocci 2012 Philippe Fargues, Demography, Migration, and Revolt in the Southern Mediterranean. In: Merlini, Cesare/Roy, Olivier, Arab Society in Revolt. The West‘s Mediterranean Challenge, Washington, Brookings Inst. Press 2012. Anna Vanzan, Le donne di Allah. Viaggio nei femminismi islamici, Mondadori 2013 Amina Wadud, Il Corano e la donna. Una rilettura del testo sacro dal punto di vista femminile, Effatà ed. , 2011