ESSERE E TEMPO Martin Heiddeger Essere e tempo

  • Slides: 11
Download presentation
ESSERE E TEMPO Martin Heiddeger

ESSERE E TEMPO Martin Heiddeger

Essere e tempo (Sein und Zeit – 1927) è l'opera più importante di Martin

Essere e tempo (Sein und Zeit – 1927) è l'opera più importante di Martin Heidegger. Ha influenzato notevolmente la filosofia contemporanea riguardo l'esistenzialismo e l'ermeneutica. Fu pubblicata inizialmente nell'ottavo volume “Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica” di Edmund Husserl, a cui fu anche dedicato. Ciò è al quanto strano poiché quest’opera segna di fatto il definitivo distacco dalla fenomenologia Husserliana.

Essere e tempo ha come filo conduttore l'elaborazione del problema del senso dell'essere, ovvero

Essere e tempo ha come filo conduttore l'elaborazione del problema del senso dell'essere, ovvero la ripresa della questione ontologica fondamentale che, da Platone ed Aristotele in poi, ha costituito il nucleo centrale della metafisica.

 Di solito quando si usa il termine essere si privilegia il tempo verbale

Di solito quando si usa il termine essere si privilegia il tempo verbale presente, ma può assumere anche altri tempi. Il tempo si articola in passato, presente e futuro.

Il tempo appartiene al senso dell‘essere? Questa domanda è alla base della filosofia ed

Il tempo appartiene al senso dell‘essere? Questa domanda è alla base della filosofia ed è stata dimenticata dai tempi di Platone e Aristotele e ciò ha portato al nichilismo.

Essere è il concetto più generale di tutti non può essere definito se non

Essere è il concetto più generale di tutti non può essere definito se non che ponendosi la domanda di prima. Ogni domanda comporta che ci sia qualcosa che viene cercato (in questo caso l‘essere) e ciò che viene interrogato (ossia un ente). L‘unico ente che può comprendere l‘essere è l‘esserci (Dasein). L‘esserci è rappresentato dall‘uomo. Questo rapportasi dell‘esserci all‘essere tramite la ricerca del senso dell‘essere viene definito esistenza.

 L‘esserci può decidere se rapportarsi o no all‘essere e si avranno così l‘esistenza

L‘esserci può decidere se rapportarsi o no all‘essere e si avranno così l‘esistenza autentica l‘esistenza inautentica

L‘esistenza autentica è caratterizzata dall‘angoscia che si manifesta davanti al nulla, ma proprio nel

L‘esistenza autentica è caratterizzata dall‘angoscia che si manifesta davanti al nulla, ma proprio nel nulla è possibile ritrovare se stessi. La cura all‘angoscia si ottiene solo anticipando la morte, cioè con l‘annichilimento dell‘esserci.

Più precisamente: la morte, si rivela solo nell‘angoscia, quindi l‘esistenza è caratterizzata dall‘essere per

Più precisamente: la morte, si rivela solo nell‘angoscia, quindi l‘esistenza è caratterizzata dall‘essere per la morte. Per guarire da ciò bisogna prendere la decisione di anticipare la possibilità della morte, cioè bisogna fare uso della temporalità. La temporalità autentica è un unico processo di temporalizzazione costituito da tre aspetti diversi: passato, presente e futuro. La temporalità autentica rende dunque possibile l‘unità dell‘esistenza come unità di passato, presente e futuro senza privilegiare il presente. L‘essere è quindi presente, passato e futuro e l‘esserci per relazionarsi ad esso deve storicizzarsi, cioè prendere la decisione di anticipare la morte.

L‘esistenza inautentica Nella quotidianità l‘esserci si manifesta nell‘esistenza inautentica. Questa permette solo di dare

L‘esistenza inautentica Nella quotidianità l‘esserci si manifesta nell‘esistenza inautentica. Questa permette solo di dare un‘idea abbozzata sul senso dell‘essere. Nell‘esistenza inautentica l‘esserci si disperde nella cura del mondo. Si occupa quindi del presente. L‘esserci quindi si configura come essere nel mondo prendendosi cura di esso abitando, occupandosi della famiglia, mantenendo le relazioni…

Il mondo è costituito da cose utilizzabili e presenti ma anche da enti (cioè

Il mondo è costituito da cose utilizzabili e presenti ma anche da enti (cioè gli uomini). Quindi quando si dice che l‘esserci si prende cura del mondo vuol dire che si prende cura degli altri “esserci” e delle cose utilizzabili. Ed è dominato dal Si impersonale (man). Per sottrarsi al dominio del Si bisogna sentirsi situato (bisogna provare paura, quindi interessarsi al proprio bene) e comprendere se stessi. Comprendendo, l‘esserci giunge all‘interpretazione, cioè si appropria di ciò che ha compreso e lo elabora attraverso il discorso.