ECONOMIE TERRITORIALI DINAMICHE DEL MEZZOGIORNO Luciano Brancaccio Dipartimento
ECONOMIE TERRITORIALI DINAMICHE DEL MEZZOGIORNO Luciano Brancaccio Dipartimento di Scienze Sociali Università di Napoli Federico II luciano. brancaccio@unina. it SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25 -26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929 -2016
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Sud dinamico, Numero monografico di «Meridiana» , n. 84, 2015 8 casi, 4 agroalimentare e 4 industria manifatturiera Regione Area Autore Specializzazione 1 Campania 3 Sicilia 4 Sardegna Palermo. Trapani Oristano 5 Campania Napoli 6 Puglia Murge 7 Puglia Barletta 8 Abruzzo Val di Sangro Luciano Brancaccio (Università di Napoli) Anna Maria Zaccaria (Università di Napoli) Cecilia Manzo (Università di teramo) Domenica Farinella, Benedetto Meloni (Università di Cagliari) Paola De Vivo (Università di Napoli) Lidia Greco (Università di Bari ) Pierfelice Rosato (Università del Salento) Marcello Pedaci (Università di Teramo) Filiera del pomodoro 2 Agro Nocerino Sarnese Nola Agroalimentare e logistica Vitivinicolo Lattiero-caseario Meccanica avanzata per l’aeronautica Mobile imbottito Calzaturiero Automotive I casi di studio provengono da una ricerca realizzata per il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (Ministero dello Sviluppo Economico) nel 2012 -2013 e coordinata da C. Trigilia. 2
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Metodi e fonti § Interviste in profondità a imprenditori, rappresentanti delle categorie di interessi, politici locali (161 in totale) § Dati statistici da fonte secondaria § Letteratura scientifica, grigia e pubblicazioni di carattere locale Obiettivi ü ü fattori di affermazione del settore: caratteristiche strutturali; andamento recente del settore e impatto della crisi globale; fattori intenzionali utili per lo sviluppo, fattori di agenzia; potenzialità del settore: sfide in corso, strategie, risposte alle sfide. 3
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Si tratta di economie territoriali che sopravvivono nonostante il contesto, la mancanza di una politica industriale segnatamente per il Mezzogiorno e la crisi dei globale dei consumi. Mostrano segnali di dinamismo, in alcuni casi importanti performance recenti di crescita del settore con una significativa crescita dell’export. Elementi comuni di affermazione: • • Saper fare diffuso Identità territoriale della produzione (filiere agroalimentari) Sinergie di filiera e relazioni di fiducia particolaristica Disponibilità di saperi specializzati (soprattutto industria manifatturiera) Elementi indicati dai soggetti locali come ostacoli allo sviluppo: • • • Politica parassitaria e burocrazia inefficiente Carenze della logistica e infrastrutture (soprattutto per i trasporti) Problema degli spazi Piccola dimensione aziendale, difficoltà di investimento Difficoltà nell’accesso al credito 4
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno andamento economico Rapporti di cooperazione interni tradizione del distretto dopo la crisi alla filiera Meccanica avanzata Rapporti di filiera e con le Campania Napoli crescita moderata Molto risalente per l’aeronautica università Relazioni verticali di filiera, Agro Nocerino carenza di relazioni orizzontali Filiera del pomodoro Campania crescita sostenuta Molto risalente Sarnese che limitino i costi e aumentino la fiducia. Agroalimentare e Scarsi rapporti di cooperazione Campania Nola crescita moderata Molto risalente logistica orizzontale Relazioni verticali di filiera, Molto risalente la carenza di relazioni orizzontali Mobile imbottito Puglia Murge crescita moderata tradizione, recente la che limitino i costi e aumentino la formazione del distretto fiducia. Non ci sono relazioni orizzontali di cooperazione, hanno come Calzaturiero Puglia Barletta crescita moderata Molto risalente unico riferimento la variabile prezzo, p. 12 Risalente la tradizione, Presenza di relazioni orizzontali Automotive Abruzzo Val di Sangro crescita moderata recente la formazione di cooperazione del distretto (anni 80) Presenza di relazioni orizzontali Lattiero-caseario Sardegna Oristano crescita sostenuta Molto risalente di cooperazione crescita moderata (non Molto risalente la Scarsi e di tipo informale, il Palermo. Vitivinicolo Sicilia particolare impatto della tradizione, recente la successo si basa essenzialmente Trapani crisi) formazione del distretto su storie individuali Caso Regione Area 5
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Fig. 2) I comuni dove è presente la filiera del conserviero (in rosso i comuni del Patto dell’Agro) 6
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Tab. 2) Andamento demografico dell’Agro nocerino sarnese e della provincia di Salerno* 1861 1881 1901 1921 1936 1951 1981 Agro Nocerino Sarnese 108. 039 118. 756 132. 367 150. 324 180. 820 225. 882 301. 919 Provincia di Salerno 525. 328 547. 171 560. 684 580. 270 691. 851 826. 972 990. 209 Agro, 1861 = 100 109, 9 122, 5 139, 1 167, 4 209, 1 279, 5 Salerno, 1861 = 100 104, 2 106, 7 110, 5 131, 7 157, 4 188, 5 Agro/SA% 20, 6 21, 7 23, 6 25, 9 26, 1 27, 3 30, 5 Fonte: elaborazione su dati pubblicati in Montroni (1990). * Per Agro Nocerino Sarnese in questa tabella si intende un’area più vasta di quella del SLL, comprendente anche alcuni comuni della provincia di Napoli 7
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Popolazione residente nei comuni del SLL di Nocera Inferiore. Comune 1991 2001 2011 Angri 29753 29398 33477 Castel S. Giorgio 11. 347 12635 13270 1923 16, 9 Corbara 2420 2455 2481 61 2, 5 Nocera Inferiore 49053 47932 46626 -2427 -4, 9 Nocera Superiore 22326 22641 24826 2500 11, 2 Pagani 33138 32272 34992 1854 5, 6 Roccapiemonte 8751 9081 9002 251 2, 9 S. Marzano sul Sarno 9556 8199 10110 554 5, 8 S. Egidio del Monte Albino 8188 9433 8609 421 5, 1 Siano 9265 10037 9927 662 7, 1 Totale 183797 184083 193320 9523 5, 2 Fonte: elaborazione su dati Istat. 8 Variazione Increment 1991 -2011 o 1991 -2011 (%) 3724 12, 5
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno L’urbanizzazione dell’area napoletana dal satellite. Confronto 19852014 9
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno I fattori localizzativi della filiera. Fattori di ordine ambientale: 1) una situazione climatica ottimale, con temperature miti in inverno e non particolarmente calde in estate, condizioni ideali per la coltivazione dei prodotti ortofrutticoli; 2) la particolare fertilità del suolo dovuta alla stratificazione di materiali alluvionali combinati con apporti piroclastici provenienti dall’attività del vicino Vesuvio, che garantisce più raccolti nel corso dell’anno; 3) una grande disponibilità d’acqua grazie alla presenza di due fiumi (Sarno e Solofrana) e molti corsi sotterranei Fattori di ordine geografico: 1) la vicinanza (circa 40 km) a un mercato di dimensione metropolitana quale quello napoletano; 2) la buona disponibilità di vie di comunicazione con l’esterno: la ferrovia e le due autostrade che consentono un rapido collegamento con i porti di Salerno e di Napoli, raggiungibili rispettivamente in 15 e 30 minuti d’auto; 3) più di recente, la posizione baricentrica tra le aree di coltivazione, oggi collocate 10 principalmente in Puglia, e i mercati del nord.
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno I caratteri strutturali ed evolutivi del distretto conserviero di Nocera: Area ad antica vocazione manifatturiera e ad alta densità demografica. I primi nuclei industriali conservieri nascono in periodo postunitario (es. Cirio nel 1882). Negli anni 1920 si contano già circa 100 aziende conserviere che esportano il prodotto tipico dell’area (ed esclusivo), il pomodoro pelato, negli USA, in Inghilterra e nei paesi sudamericani Repentino sviluppo demografico nella seconda metà 900 e saturazione urbanistica. (al 2011 circa 190. 000 abitanti in 200 kmq; 490 abitazioni per kmq, contro le 345 della provincia di Salerno). Al 2014 le esportazioni di conserve costituiscono oltre il 40% delle esportazioni complessive della provincia di Salerno. Ma il distretto pesa molto anche in relazione all’ammontare delle esportazioni alimentari nel Mezzogiorno: circa il 25%. Nocera è il primo distretto industriale del Mezzogiorno per valore delle esportazioni con oltre 930 milioni di euro (pari a poco meno del 20% del valore dell-export degli stessi distretti). E il secondo distretto agroalimentare italiano, dopo I vini del Monferrato. 11
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Passaggi evolutivi del settore: Anni 50 -60, crisi delle vecchie produzioni, meccanizzazione, crescita repentina del n. di aziende (negli anni cinquanta 55 nuove aziende, negli anni 60, 75; nel 1971 gli addetti del settore in provincia di Salerno sono oltre 6000, nel 1981 salgono a 9. 000). Si consolida la filiera.
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Anni 80, aiuti Cee, intermediazione politica e crimine organizzato, crisi di competitività sul finire del decennio (gli addetti in provincia di Salerno passano nel 1991 a 3850). L’Agro torna a crescere negli anni 90, con circa 2000 addetti nel 1991, 2800 nel 2001 e 3000 nel 2010. Le imprese metalmeccaniche nel 2001 sono circa 100 con 700 addetti. Anni 2009/2011 crisi dei consumi, calo dell’export. 14
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Provincia di Salerno. Unità locali e addetti del gruppo “Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi” (Codice Ateco 91, 15. 3 – Ateco 2007, 10. 3). Unità locali Addetti unità Dimensione media locali UL 1971 151 6114 40, 5 1981 175 9003 51, 4 1991 180 3850 21, 4 1996 265 3748 14, 1 2001 253 4024 15, 9 2011 192 2574 13, 4 Fonte: elaborazione su dati Istat. 15
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Tabella 3. Sistema locale del lavoro di Nocera Inferiore. Unità locali e addetti del gruppo “Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi” (Codice Ateco 91, D 15. 330 – Ateco 2007, 10. 330) 1991 Classe di addetti 0 1 -9 10 -49 50 -249 >=250 Totale Dimensione media delle UL 2001 Unità locali 0 31 20 8 Addetti 0 74 0 1874 0 131 555 941 25 Unità locali 0 66 28 6 2 102 2011 Addetti 0 199 503 611 608 1921 19 Unità locali 6 31 18 3 2 60 Addetti 0 89 407 162 561 1219 20 Fonte: elaborazione su dati Istat. 16
L’architettura istituzionale del distretto Economie di agglomerazione: Legami verticali di filiera, specificità delle risorse tra aziende metalmeccaniche e conserviere. Legami orizzontali di tipo funzionale tra produttori conservieri (alleanze di mercato, rapporti gerarchici e delocalizzazione della capacità produttive). Mancanza di fiducia diffusa, e di leadership riconosciute, élite ristretta fortemente conflittuale. Consorzi di acquisto e di vendita non reggono alla prova della concorrenza interna, incapacità di fare fronte comune per avere il marchio dop per il pomodoro pelato.
Permane un forte frazionamento del capitale: 80% di aziende con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro. da Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università di Salerno, Analisi delle caratteristiche strutturali delle aziende industriali operanti in Provincia di Salerno. Settore Alimentare e Bevande, dicembre 2011.
Si tratta tipicamente di aziende familiari, con una natalità-mortalità molto accentuata e nei casi dei gruppi maggiori (relativamente a un contesto di piccole e piccolissime aziende) caratterizzati dalla trasmissione intergenerazionale della proprietà. da Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università di Salerno, Analisi delle caratteristiche strutturali delle aziende industriali operanti in Provincia di Salerno. Settore Alimentare e Bevande, dicembre 2011.
da Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università di Salerno, Analisi delle caratteristiche strutturali delle aziende industriali operanti in Provincia di Salerno. Settore Alimentare e Bevande, dicembre 2011.
Una delle “domande” più ricorrenti nelle interviste riguarda politiche industriali finalizzate alla tutela e alla promozione del prodotto. Dalle intervista viene una richiesta di un soggetto esterno (quindi estraneo alla rivalità e alle relazioni conflittuali tra i produttori) che sia in grado di creare di un marchio Dop per la lavorazione del pelato. da Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, Università di Salerno, Analisi delle caratteristiche strutturali delle aziende industriali operanti in Provincia di Salerno. Settore Alimentare e Bevande, dicembre 2011.
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Economie territoriali dinamiche del Mezzogiorno Provincia di Salerno, esportazioni di prodotti agroalimentari Valore delle esportazioni in milioni di euro 1200 1000 800 600 400 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 Fonte: elaborazione su dati CCIAA Salerno-Unioncamere Dopo la crisi globale il settore torna a crescere in modo significativo, nel 2015 raggiunge il picco storico di esportazioni per un valore di 1. 134 milioni di euro. Negli ultimi 20 anni il valore delle esportazioni triplica. 22
Risorse Criticità Forte territorializzazione del prodotto, Carattere familiare della gestione aziendale, possibilità di costituire un marchio dop per il problemi di assetto proprietario. pomodoro pelato. Buoni collegamenti con le aree esterne e con i trasporti di lunga distanza. Eccessivo numero e dimensioni troppo piccole delle aziende. Presenza di alcune colture pregiate, come il Stagionalità della produzione. San Marzano. Abbondante disponibilità di acqua. Scarsa diversificazione produttiva. Rapporti di fiducia e cooperazione all’interno della filiera. Scarsa cooperazione tra i produttori conservieri, concorrenza sleale. Manodopera stagionale altamente fidelizzata (in gran parte femminile). Sovraffollamento urbanistico, difficoltà di trasporti e logistica all’interno del SLL. Buona predisposizione all’export, in termini di conoscenza dei mercati e tradizione commerciale. Mancanza di quadri dirigenti qualificati, non ci sono nuovi orientamenti organizzativi e gestionali.
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