LABORATORIO 3 GESTIONE DELLA CLASSE E PROBLEMATICHE RELAZIONALI
LABORATORIO 3 GESTIONE DELLA CLASSE E PROBLEMATICHE RELAZIONALI Liceo Scientifico “P. Metastasio”- Scalea (Cs) Formatore: Maria Maddalena Paolino Scuola Sec. 1°, Istituto “G. Caloprese”- Scalea (Cs) s. a. Santa Domenica Talao (Cs) 19 aprile 2016
Perché ho scelto di insegnare? E’ questa la prima domanda che noi insegnanti, precario, neoassunti, di ruolo, dovremmo porci analizzando anche i motivi della scelta della nostra disciplina piuttosto che di un’altra. Ognuno di noi deve avere una chiara visione del percorso intrapreso senza dimenticare che siamo stati anche noi alunni e che, come tali, conosciamo le dinamiche interne alla classe, le loro problematiche e relazioni. Come ex alunni abbiamo saputo osservare i comportamenti dei nostri insegnanti, giudicato, valutato le loro competenze e l’attenzione ai nostri bisogni. A distanza, di anni ricordiamo i “prof” da noi definiti positivi, quelli che hanno saputo trasmetterci valori ed educarci alla vita, e i prof negativi che, al contrario ci hanno fatto odiare la scuola. Essere insegnante, oggi, per molti di noi è frustrante e faticoso ma…è stata una nostra scelta e, pertanto, dobbiamo affrontare il nostro lavoro con amore e passione se vogliamo che la nostra sia una mission gratificante per noi e per i nostri ragazzi.
LA GESTIONE DELLE RELAZIONI DELL’INSEGNANTE Nella scuola, l’insegnante intreccia molte relazioni : insegnanti e studenti, insegnanti e famiglie, insegnanti e insegnanti, insegnanti e dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA, cui vanno aggiunte l e relazioni con il territorio
STILI DI INSEGNAMENTO Ogni insegnante fa il suo ingresso a scuola con un suo stile di insegnamento che deve essere flessibile e variabile secondo il contesto della classe per evitare insuccessi e abbandoni scolastici. • Convergente: pianifica le lezioni e i tempi, chiarisce gli obiettivi prefissati e i tempi per raggiungerli. • Riflessivo: spinge gli alunni a problematizzare e a trovare collegamenti logici. Non ama essere sbrigativo ed è attento alle differenze • Pragmatico: cerca sempre di collegare l’attività al vissuto dei ragazzi con esempi attinti dalla quotidianità • Evitante: cerca di evitare discussioni inutili che hanno lo scopo di far perdere tempo alle lezioni. • Esplorativo: sollecita gli alunni a non dare niente per scontato, a trovare nuove piste , a chiedersi i perché e a trovare soluzioni. In medio stat virtus (Aristotele)
STILI DI COMPORTAMENTO Autoritario: pone molte regole. Se non sono rispettate, reagisce con note sul registro Autorevole: propone e condivide le regole con gli alunni. Se non le rispettano, ne discute per capire il problema Supportivo: impone regole deboli per non urtare la sensibilità dei ragazzi Permissivo : non propone regole e lascia che i ragazzi facciano quasi tutto quello che vogliono. Inesistente: non dà regole perché per lui è come se la classe non esistesse. (E’ più intento a leggere il giornale o a chiacchierare al telefono)
L’ALUNNO E I DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO VISIVO-VERBALE UDITIVO VISIVO-NON VERBALE CINESTETICO
LA GESTIONE DELLA CLASSE La gestione della classe non deve essere considerata come un sinonimo di disciplina, ma come un ambiente dove l’insegnante deve favorire l’apprendimento e la formazione dei ragazzi. Indipendentemente dall’ordine di scuola, in uno stesso istituto, a volte, esistono: CLASSI perfette con alunni tranquilli, collaborativi, costanti nello studio e con ragazzi diversamente abili e stranieri ben integrati. CLASSI problematiche con alunni vivaci, poco rispettosi delle regole, poco inclini alla collaborazione e all’integrazione. In genere, molti ragazzi “odiano la scuola”. CLASSI numerose Siamo tutti consapevoli che non è facile gestire una classe con numerose differenze personali e culturali ma è necessario trovare strategie didattico/educative funzionali e alternative che non possono essere uguali per entrambe.
DIFFICOLTÀ DEI DOCENTI NELLA GESTIONE DELLA CLASSE Roland (1991) individua 5 difficoltà condivise da molti docenti: • Fronteggiare le turbolenze della classe, gestire i conflitti e le situazioni problematiche; • Confrontare i comportamenti dei ragazzi con quello di una classe “normale” e standard; • Assumere la prospettiva dei ragazzi nelle situazioni che si presentano in classe; • Organizzare le attività di classe, pianificare e preparare una lezione ben strutturata; • Essere spontanei nel proprio comportamento e usare l’umorismo
Alunni difficili, maleducati e Bulli All’interno di una classe, indipendentemente dall’ordine di scuola, possono verificarsi fenomeni di bullismo. Occorre, però, sempre fare una distinzione tra alunni difficili, maleducati e bulli altrimenti si rischia di generalizzare e di etichettare. Indicatori per riconoscere il bullo: ( Tratto ed adattato da D. Olweus Il bullismo a scuola, Giunti, Firenze, 1996. ) • • • Ha preso in giro pesantemente i compagni e/o li ha ridicolizzati. Ha intimidito, minacciato uno o più compagni. Ha umiliato e/o comandato a bacchetta uno o più compagno. Ha picchiato, spinto, aggredito fisicamente i compagni non per gioco. È coinvolto in liti e scontri Ha danneggiato, rubato, sparso in giro o nascosto oggetti di altri studenti. Se la è presa con uno o più compagni più deboli o indifesi. Durante i momenti di interazione libera tra pari (intervallo, mensa…), ha isolato uno o più compagni. Ha diffuso voci non vere sul conto di uno o più compagni. Ha provocato o si è contrapposto esplicitamente al personale docente o non docente della scuola.
LE NOTE DISCIPLINARI: soluzione al problema? Alcuni esempi di note disciplinari • L’alunno… sta in piedi mentre l’insegnante spiega. • L’alunno… fa apprezzamenti alla mia macchina • L’alunno… chiede di andare in bagno, ma non ritorna in classe • L’alunno… ride continuamente e disturba la lezione • Per il suo compleanno, l’alunno…ha buttato dalla finestra la borsa della compagna definendolo “il suo regalo”. Decide di fare un regalo anche a me: una vacanza in un luogo di villeggiatura chiamato “quel paese”…. L’alunno…entra dalla porta ed esce dalla finestra • Lo studente D. giustifica le assenze dei giorni 15, 16, 17, 18 aprile dicendo di avere avuto 1 gravidanza isterica. . • Non è possibile svolgere la lezione causa olezzo nauseabondo proveniente da luogo ignoto • La classe segue con molta stanchezza già dalla prima ora il tema introdotto dall'insegnante. Tutti dichiarano di essere stanchi della scuola.
QUALE SOLUZIONE? • Stabilire poche regole chiare e semplici da discutere e condividere con i ragazzi e con i colleghi ( È importante discuterne con gli alunni qualsiasi sia la loro etc. ) • STABILIRE delle conseguenze precise per chi le infrange e attuarle • DISCUTERE del problema e trovare soluzioni • CHIEDERE al ragazzo se ha compreso il perché del rimprovero. • USARE in modo appropriato le punizioni. • ATTUARE interventi mirati sul gruppo classe, gestiti in collaborazione con il corpo docente e d’intesa con le famiglie coinvolti nel patto di responsabilità (in caso di atti gravi avvisare il Dirigente scolastico) • PRESTARE attenzione alle vittime Il passaggio dall’accettazione delle regole del gioco alle accettazioni delle disposizioni disciplinare della scuola può avvenire attraverso il gioco che non ammette frodi alle regole
IL “RIFIUTO” DELL’ALUNNO RIFIUTO DELLA DISCIPLINA RIFIUTO DELL’INSEGNANTE RIFIUTO DELLA SCUOLA
IL VOTO A SCUOLA: QUESITO APERTO • Il voto è l’espressione della personalità di un ragazzo? • Un 10 è sinonimo di intelligenza e un 4 di stupidità • Quali elementi (emozione, preparazione, paura ecc. ) possono influire sul voto? • Il voto genera conflitti all’interno della classe? • E’ importante insegnare ai ragazzi ad autovalutarsi e a valutare?
E ALLORA… QUALI COMPETENZE RELAZIONALI E COMUNICATIVE DELL’INSEGNANTE? All’insegnante è richiesto di creare un clima sereno che favorisca fiducia, attenzione, interesse e partecipazione • L’ingresso a scuola, spesso è traumatico per i ragazzi. Dobbiamo prestare attenzione nei primi giorni di scuola perché l’accoglienza è fondamentale per istaurare un buon rapporto. • L’accoglienza deve essere costante • Sorridere sempre quando si entra in classe. Un insegnante che entra in classe con il muso lungo, deprime i ragazzi, molti dei quali entrano a scuola imprecando. • Comunicare con i gesti: girare tra i banchi, sedersi tra i banchi è importante perché i ragazzi ti sentono come uno di loro. E poi, per i docenti, non è piacevole, ogni tanto, ritornare alunno?
Il tono di voce: alternare il tono per attirare l’attenzione. Usare sempre lo stesso tono è come recitare una cantilena: alla fine ci si addormenta Parlare con toni sicuri: è importante infondere sicurezza e affidamento Usare io al posto di tu: non riesco a spiegare con questo vocio, non capisco come fanno i tuoi compagni a concentrarsi se parli sempre. Chiedere scusa : l’insegnante chiede scusa quando sbaglia (non si è infallibili) insegna ai ragazzi a riconoscere i propri errori Usare parole di cortesia: per piacere, per favore sono sinonimo di educazione Ascoltare i bisogni dei ragazzi: non possiamo dire non ho tempo perché ho un programma da svolgere. Spesso una conversazione è più formativa di una lezione cattedratica.
• Prevedere uno sportello di ascolto degli alunni • Pausa : una pausa fa bene sia ai ragazzi sia ai docenti. Un docente riuscirebbe a seguire una lezione per ore senza muoversi? • Proporre indovinelli, far raccontare barzellette può essere un momento piacevole per alunni e insegnanti • • Far ascoltare musica sia nelle attività individuali sia di gruppo • Ricordare i compleanni soprattutto nella scuola primaria e secondaria di 1° • Non “ETICHETTARE” • Mantenere la calma RISPETTARE se vogliamo essere rispettati
IL LAVORO DI GRUPPO: APPRENDIMENTO COOPERATIVO Il gruppo non è una somma di individui ma un insieme di persone che condividono gli stessi interessi. Nel lavoro di gruppo si condividono impegno e responsabilità. Ognuno apprende dall’altro e anche l’alunno demotivato e con difficoltà deve contribuire al buon funzionamento dell’attività. Ognuno è una risorsa per l’altro. Le risorse dei compagni, poi, sono importanti sia per gli alunni stranieri sia per gli alunni diversamente abili e bes perché favoriscono una maggiore inclusività. Importante e la funzione dell’insegnante che si deve porre come facilitatore e mediatore culturale e relazionale. Nelle pluriclassi, oggi presenti in molte istituzioni scolastiche, il lavoro di gruppo è uno dei metodi vincente.
COMPETENZE DIDATTICO- E ORGANIZZATIVE • Programmare e organizzare coinvolgendo gli alunni • Ogni obiettivo di apprendimento da raggiungere deve essere chiaro e adeguato agli alunni • Pianificare le attività individualizzate e personalizzate • Favorire l’apprendimento utilizzando tecniche diverse • Programmare le verifiche intese come momento formativo (quando alcuni alunni sono “interrogati”, tutta la classe deve essere coinvolta) • Organizzare tempi, materiali, aula • Prevedere momenti di autogestione Chi lavora con gli alunni diversamente abili sa che il progetto personalizzato si fonda soprattutto su un’impostazione che vede “legati” aspetti cognitivi e affettivo - relazionali
COMPETENZE TECNOLOGICHE Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente : “La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”
Qual è l’insegnante ideale? Dal WEB: lettere agli insegnanti • Caro Maestro, le scrivo questa lettera perché mi sento di doverle un ringraziamento per quello che ha fatto in questi ultimi anni per me. Oggi non le sto scrivendo per lamentarmi, ma per ringraziarla per lo spiraglio di luce che mi ha concesso. Lei, però, non è un semplice professore, lei è un maestro di vita, lei mi ha fatto capire cosa voglia realmente dire insegnare, farsi amare da una classe, ha fatto tutto quello che era possibile per farci appassionare, tanto che, dopo soli due mesi, la classe pendeva dalle sue labbra. • Cara professoressa, con questa lettera la volevamo ringraziare per tutte quelle volte che ci ha saputo ascoltare. Esatto. Ascoltare. Un verbo semplice da dire ma difficile da applicare. Lei lo ha saputo fare. Lei ci ha saputo comprendere quando avevamo subito un torto da altre persone. • - «Cara maestra, è finita, finalmente è finita, non la scuola, ma tutta l’ansia che mi hai fatto provare, tutta l’avversione per lo studio che mi hai procurato, a volte perfino il rancore che ho sentito verso i miei compagni, a causa tua. Non so davvero da dove cominciare, sono talmente tante le cose per le quali vorrei “ringraziarti”: per tutte le volte che mi hai fatto sentire un incapace, per tutte le volte in cui mi hai rimproverato pur sapendo che non ero stato io, per quella volta in cui mi hai umiliato sbattendo mille volte il libro sul banco» . Dalle numerose ricerche sulla scuola effettuate dagli studiosi i pareri degli studenti sono unanimi. Gli alunni vogliono un insegnante che sappia far rispettare le regole, che sia giusto, gentile, comprensivo, serio , equilibrato. Un insegnante che conosca la sua materia sappia insegnare ad imparare e, soprattutto, ascoltare i propri studenti. Un insegnante che sia operatore e cooperatore della formazione integrale del ragazzo Un insegnante che sappia adattare il proprio stile alla classe presa come gruppo e che abbia un “abito” su misura per ogni alunno.
LETTERA DI ABRAM LINCON ALL’INSEGNANTE DI SUO FIGLIO, 1830 Caro professore, insegni al mio ragazzo che non tutti gli uomini sono giusti, non tutti dicono la verità; ma la prego di dirgli pure che per ogni malvagio c'è un eroe, per ogni egoista c'è un leader generoso. Gli insegni, per favore, che per ogni nemico ci sarà anche un amico e gli faccia capire che vale molto più una moneta guadagnata con il lavoro che una moneta trovata. Gli insegni a perdere, ma anche a saper godere della vittoria, lo allontani dall'invidia e gli faccia riconoscere l'allegria profonda di un sorriso silenzioso. Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri, ma gli conceda anche il tempo per distrarsi con gli uccelli nel cielo, i fiori nei campi, le colline e le valli. Nel gioco con gli amici, gli spieghi che è meglio una sconfitta onorevole di una vergognosa vittoria, gli insegni a credere in se stesso, anche se si ritrova solo contro tutti. Gli insegni ad essere gentile con i gentili e duro con i duri e gli faccia imparare a non accettare le cose solamente perché le hanno accettate anche gli altri. Gli insegni ad ascoltare tutti ma, nel momento della verità, a decidere da solo. Gli insegni a ridere quando è triste e gli spieghi che qualche volta anche i veri uomini piangono. Gli insegni ad ignorare le folle chiedono sangue e lo esorti a combattere anche da solo contro tutti, quando è convinto di aver ragione. Lo tratti bene, ma non da bambino, perché solo con il fuoco si tempera l'acciaio. Gli faccia conoscere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli trasmetta una fede sublime nel Creatore e gli insegni ad avere fiducia anche in se stesso, perché solo così può avere fiducia negli uomini. So che le chiedo molto, ma veda cosa può fare, caro maestro. Da: Orizzonte scuola
TESTI E FILM CONSIGLIATI • • • P. Bertolini e L. Caronia, Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di intervento, La Nuova Italia, Firenze 1998 E. Menesini, Bullismo, che fare? Prevenzione e strategie di intervento nella scuola, Giunti, Firenze 2000 G. Petter, Psicologia e scuola dell’adolescente. Aspetti psicologici dell’atteggiamento secondario, Giunti, Firenze 1999 Sopravvivere nelle classi difficili, Paul Blum, Erickson Star bene insieme a scuola, Francescato D. , Putton A. , Carocci L' arte di insegnare. Consigli pratici per gli insegnanti di oggi –Isabella Milani • • • • Una scuola per Malia L’attimo fuggente Stelle sulla terra Io speriamo che me la cavo L’uomo senza volto La guerra dei fiori rossi Vado a scuola Will Hunting, genio ribelle Arrivederci ragazzi Billy Elliot Matilda sei mitica Il maestro di Vigevano Auguri professore Un anno di scuola Addio MR. Chimps! La classe
L’ANNO SCOLASTICO VOLGE AL TERMINE…
Nella scuola ci sono troppi “prof” anziani. E’vero ma…. “vecchi” e giovani devono essere costantemente animati dall’amore e dalla passione per il proprio ruolo per creare un clima vivo e ricco di sollecitazioni capace, finalmente, di far amare la scuola.
A tutti voi neoassunti un “AD MAIORA” per una vita scolastica sempre aperta al successo
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