Aspetti pedagogici e formativi dellistituto dellapprendistato Riflessioni di

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Aspetti pedagogici e formativi dell’istituto dell’apprendistato Riflessioni di Michele Pellerey Catania 6 settembre 2012

Aspetti pedagogici e formativi dell’istituto dell’apprendistato Riflessioni di Michele Pellerey Catania 6 settembre 2012 Ciofs 1

I processi educativi e formativi legati all’attività di apprendistato sono stati attentamente rivisitati negli

I processi educativi e formativi legati all’attività di apprendistato sono stati attentamente rivisitati negli ultimi cinquanta anni, sia in ambito psicologico, sia in ambito pedagogico, sia in ambito lavorativo. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 2

Al cuore di ogni modello di analisi è stata sempre posta la relazione tra

Al cuore di ogni modello di analisi è stata sempre posta la relazione tra esperto e principiante (mastro – apprendista), relazione che implica una transazione continua, spesso anche non intenzionale, tra quanto sa, sa fare, sa essere il maestro e quanto progressivamente apprende l’apprendista. . Catania 6 settembre 2012 Ciofs 3

Negli ultimi venticinque anni tuttavia l’attenzione si è spostata sul reticolo di relazioni che

Negli ultimi venticinque anni tuttavia l’attenzione si è spostata sul reticolo di relazioni che si viene a stabilire tra apprendisti, tra apprendisti e membri dell’organizzazione formativa o lavorativa, tra gli stessi membri dell’organizzazione Catania 6 settembre 2012 Ciofs 4

Nel mio intervento partirò da una veloce rassegna di alcuni dei più significativi apporti

Nel mio intervento partirò da una veloce rassegna di alcuni dei più significativi apporti derivanti dalle ricerche in ambito sia psicologico, sia di organizzazione del lavoro (in particolare di knowledge management), per giungere ad alcuni orientamenti atti a valorizzare l’apprendistato nei processi formativi sia all’interno delle istituzioni e formative (e scolastiche), sia all’interno delle aziende. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 5

1) La psicologia socio cognitiva Catania 6 settembre 2012 Ciofs 6

1) La psicologia socio cognitiva Catania 6 settembre 2012 Ciofs 6

In psicologia una delle possibili schematizzazioni del processo è quella denominata modeling, o apprendere

In psicologia una delle possibili schematizzazioni del processo è quella denominata modeling, o apprendere da modelli, attraverso il meccanismo psicologico dell’esperienza vicaria. Negli studi di tipo socio cognitivo si indicano quattro livelli di progressivo acquisizione delle competenze attraverso le forme di apprendistato, ma non sempre occorre passare attraverso i quattro livelli: questi indicano solo che la padronanza raggiunta in ognuno di essi facilita l’apprendimento successivo. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 7

Livello Nome Descrizione Primo Osservazione Si inducono le competenze tramite l’esperienza vicaria che si

Livello Nome Descrizione Primo Osservazione Si inducono le competenze tramite l’esperienza vicaria che si attua attraverso un’osservazione attenta del modello Secondo Imitazione Si hanno prestazioni di tipo imitativo di forme e di stile proprie del modello sotto modalità di guida sociale Terzo Auto controllo Si hanno manifestazioni di competenza analoghe a quelle riscontrate nel modello, ma messe in atto in maniera autonoma anche se in contesti strutturati Quarto Auto regolazione Si riescono ad attivare competenze adattandole alle esigenze dell’ambiente gestendole in maniera personale autonoma Catania 6 settembre 2012 Ciofs 8

Osservazione critica Occorre verificare attentamento quale orientamento motivazionale all’apprendimento guida l’azione dell’apprendista: egli tende

Osservazione critica Occorre verificare attentamento quale orientamento motivazionale all’apprendimento guida l’azione dell’apprendista: egli tende solo a ripetere in maniera automatica i gesti (e le parole) del suo modello, oppure intende sviluppare, attraverso l’esercizio (anche quello guidato), la competenza manifestata da chi è più esperto di lui? Catania 6 settembre 2012 Ciofs 9

2) La psicologia dell’attività socioculturale Catania 6 settembre 2012 Ciofs 10

2) La psicologia dell’attività socioculturale Catania 6 settembre 2012 Ciofs 10

La psicologia dell’attività socioculturale (da Vygotsky in poi) ha fondato e valorizzato uno dei

La psicologia dell’attività socioculturale (da Vygotsky in poi) ha fondato e valorizzato uno dei concetti più ricchi di conseguenze pedagogiche anche, se non soprattutto, in campo di apprendimento professionale: si tratta del concetto di “zona di sviluppo prossimale”. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 11

La zona di sviluppo prossimale è costituito dalla fascia cognitiva e operativa entro la

La zona di sviluppo prossimale è costituito dalla fascia cognitiva e operativa entro la quale un soggetto riesce a svolgere, con il sostegno di un esperto, o in collaborazione con un pari più capace, mediante degli scambi comunicativi attivati, compiti che non sarebbe in grado di svolgere da solo. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 12

È nel momento in cui agisce in un contesto sociale, valorizzando forme di comunicazione

È nel momento in cui agisce in un contesto sociale, valorizzando forme di comunicazione valide, che egli si appropria di nuovi strumenti cognitivi e operativi che gli serviranno ad alimentare la sua competenza al fine di risolvere in maniera autonoma problemi analoghi a quelli affrontati con l’aiuto di altri. Il ruolo degli artefatti linguistici e strumentali. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 13

Zona di sviluppo potenziale Zona di sviluppo prossimale Zona di sviluppo attuale Catania 6

Zona di sviluppo potenziale Zona di sviluppo prossimale Zona di sviluppo attuale Catania 6 settembre 2012 Ciofs 14

Osservazione critica Si tratta di un’ampia zona che si trova tra le zona di

Osservazione critica Si tratta di un’ampia zona che si trova tra le zona di sviluppo potenziale e la zona di sviluppo attuale. Occorre riconoscere che è abbastanza difficile individuare per ciascuno con precisione questa zona, perché essa è molto variabile e soggettiva, ma è certamente qui che la formazione dovrebbe concentrare le sue forze. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 15

3. Gli studi sull’organizzazione del lavoro e il cosiddetto knowledge management Catania 6 settembre

3. Gli studi sull’organizzazione del lavoro e il cosiddetto knowledge management Catania 6 settembre 2012 Ciofs 16

Un contributo essenziale è venuto dagli studi dell’ungherese Michael Polanyi (Budapest 1891 – Northampton

Un contributo essenziale è venuto dagli studi dell’ungherese Michael Polanyi (Budapest 1891 – Northampton 1976), che ha messo in luce il fatto che noi in genere conosciamo più di quello che siamo in grado di esprimere: si tratta della cosiddetta conoscenza inespressa (o tacita), in molti casi inesprimibile. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 17

Le conoscenze inespresse (o tacite) non possono essere insegnate esplicitamente, ma sono comunicate in

Le conoscenze inespresse (o tacite) non possono essere insegnate esplicitamente, ma sono comunicate in maniera informale tramite modalità che vengono denominate “ostensive”, in quanto osservabili e interiorizzabili e basate sul meccanismo dell’esperienza vicaria che deve trasformarsi in esperienza diretta tramite l’esercizio e la partecipazione attiva alla pratica considerata. Si tratta di forme recentemente messe in luce dalle ricerche sui “neuroni specchio”. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 18

Gran parte di questa conoscenza caratterizza proprio le qualità dell’esperto, che sulla base della

Gran parte di questa conoscenza caratterizza proprio le qualità dell’esperto, che sulla base della basta esperienza accumulata: riesce a cogliere agevolmente il qua dro completo e articolato del le situazioni da affrontare e di conseguenza a decidere e ad agire in modo fluido, appropriato e senza sforzo. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 19

Sono caratterizzate da quattro aspetti interrelati. In primo luogo il soggetto percepisce e valuta

Sono caratterizzate da quattro aspetti interrelati. In primo luogo il soggetto percepisce e valuta gli stimoli che gli arrivano in maniera integrata cercando di cogliere una totalità significativa. Ciò è possibile perché si tende a cogliere e integrare quanto di percepisce da fuori senza perdersi dietro singoli dettagli. Ci si colloca all’interno delle situazioni e si colgono le cose dall’interno di esse. Il processo di integrazione o di generazione del significato è un processo fluido non governato da regole. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 20

Il concetto di "conoscenza tacita" si è diffuso nel mondo delle imprese in particolare

Il concetto di "conoscenza tacita" si è diffuso nel mondo delle imprese in particolare tramite i lavori di due studiosi e consulenti giapponesi, I. Nonaka e H. Takeuchi, che hanno cercato di mettere in evidenza le complesse dinamiche sociali che stanno alla base della creazione della conoscenza nelle organizzazioni. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 21

Processo di creazione e diffusione della conoscenza in una organizzazione Conoscenze tacite Conoscenze esplicite

Processo di creazione e diffusione della conoscenza in una organizzazione Conoscenze tacite Conoscenze esplicite Conoscenze tacite Socializzazione Esternalizzazione Conoscenze esplicite Interiorizzazione Combinazione Catania 6 settembre 2012 Ciofs 22

Socializzazione: da tacito. Condivisione della conoscenza tacita tra persone che fanno esperienza comune nello

Socializzazione: da tacito. Condivisione della conoscenza tacita tra persone che fanno esperienza comune nello stesso contesto. È il processo di condivisione dell’esperienza che avviene tra un apprendista e il suo maestro: si creano modelli interpretativi e schemi d’azione condivisi e nuove abilità pratiche, anche senza l’utilizzo del linguaggio. I “medium” di questa attività sono l’osservazione, l’imitazione e la pratica, facoltà che necessitano di tempo per affinarsi e dare vita a un universo condiviso di significati esperienze. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 23

Esternalizzazione: da tacito a più esplicito. Si cerca di comunicare la conoscenza tacita attraverso

Esternalizzazione: da tacito a più esplicito. Si cerca di comunicare la conoscenza tacita attraverso narrazioni e concettualizzazioni che valorizzano analogie, metafore, ipotesi o modelli. La metafora è già una forma di concettualizzazione dell’esperienza che porta a un simbolo, a un riferimento astratto, favorendo lo sviluppo di un reticolo di riferimenti basati sull’analogia. Diventa questa la base di un possibile lavoro di trasferimento di un’abilità o di una competenza da un contesto a un altro, da una situazione di lavoro a un’altra. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 24

Osservazione critica: Si preferisce in generale oggi come già sembrava suggerire Polanyi raggruppare le

Osservazione critica: Si preferisce in generale oggi come già sembrava suggerire Polanyi raggruppare le due dimensioni, tacita ed esplicita, della conoscenza nella categoria del "sapere pratico", elaborato da una comunità di attori sociali sulla base di risorse cognitive ed orientamenti comportamentali "situati", non contrapposto al sapere esplicito di natura tecnico professionale di cui la comunità dispone, ma costruito a partire da esso, attraverso esperienze condivise nella vita della comunità. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 25

4. Le comunità di pratica Catania 6 settembre 2012 Ciofs 26

4. Le comunità di pratica Catania 6 settembre 2012 Ciofs 26

Il passaggio dalla considerazione della relazione apprendista maestro a quella di un sistema di

Il passaggio dalla considerazione della relazione apprendista maestro a quella di un sistema di relazioni sociali allargate, che mette in luce le reciproche influenze tra apprendisti di diverso livello di competenza e soggetti a diverso livello di competenza, specializzazione e responsabilità. In tale contesto la pratica professionale assume i tratti di un “fare in un contesto storico e sociale che dà struttura e significato all’attività”. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 27

“La prima caratteristica della pratica come fonte di coerenza di una comunità è l’impegno

“La prima caratteristica della pratica come fonte di coerenza di una comunità è l’impegno reciproco dei partecipanti. La pratica non esiste in astratto. Esiste perché le persone sono impegnate in azioni di cui negoziano reciprocamente il significato. In questo senso, la pratica non risiede nei libri o negli strumenti, anche se può coinvolgere tutti i tipi di oggetti. Non risiede in una struttura preesistente, anche se non nasce in un vuoto storico. La pratica risiede in una comunità di persone e nelle relazioni di impegno reciproco attraverso le quali esse fanno tutto ciò che fanno. L’appartenenza a una comunità di pratica è dunque un patto di impegno reciproco. È ciò che definisce la comunità» . (Wenger) Catania 6 settembre 2012 Ciofs 28

5. La prospettiva filosofico pedagogica Catania 6 settembre 2012 Ciofs 29

5. La prospettiva filosofico pedagogica Catania 6 settembre 2012 Ciofs 29

Lo sviluppo delle competenze culturali e professionali proprie dell’apprendistato può essere riletto nella prospettiva

Lo sviluppo delle competenze culturali e professionali proprie dell’apprendistato può essere riletto nella prospettiva di una tradizione antica, riprendendo il concetto di “abito” come disposizione interna stabile che attraverso la pratica ripetuta diventa come una seconda natura che guida, talora anche in maniera automatica, l’agire della persona. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 30

Il concetto di abito si fonda su quanto Aristotele ha elaborato intorno all’idea di

Il concetto di abito si fonda su quanto Aristotele ha elaborato intorno all’idea di una qualità propria della persona acquisita attraverso l’esercizio, qualità che però viene distinta dalla sua messa in pratica. Non basta possedere una disposizione ad agire bene, occorre di fatto voler agire e voler agire bene. Quando le due cose, attraverso la pratica, si saldano tra loro, è facile che, data l’occasione o la sollecitazione di una situazione, ci si impegni immediatamente ad agire senza un particolare ulteriore processo decisionale. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 31

Queste qualità in un linguaggio moderno potremmo definirle anche abilità pratiche consolidate; tuttavia, se

Queste qualità in un linguaggio moderno potremmo definirle anche abilità pratiche consolidate; tuttavia, se esse sono unite a un patrimonio conoscitivo congruente che consente di interpretare correttamente le esigenze poste dalle varie situazioni di studio, di lavoro o di vita quotidiana per affrontarle in maniera valida ed efficace, esse possono essere denominate competenze. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 32

6. Trasformare l’ambiente formativo in una comunità di apprendimento professionale centrato sullo sviluppo di

6. Trasformare l’ambiente formativo in una comunità di apprendimento professionale centrato sullo sviluppo di competenze intese come abiti sia di pensare, sia di agire (in particolare abiti di lavoro work habits). Catania 6 settembre 2012 Ciofs 33

a) Il primo elemento da considerare riguarda lo sviluppo di un ambiente formativo di

a) Il primo elemento da considerare riguarda lo sviluppo di un ambiente formativo di tipo istituzionale che garantisca la presenza di autentiche forme di apprendistato sia culturale, sia professionale. In altre parole aiutare ciascuno a sviluppare le competenze intese valorizzando gli apporti provenienti dalla psicologia socioculturale, dalla psicologia dell’attività socioculturale, dalle indicazioni di Polanyi, Nonaka e Takeuchi, dagli apporti di Wenger e collaboratori, ecc. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 34

b) In secondo luogo favorire lo sviluppo di relazioni produttive tra allievo e artefatti

b) In secondo luogo favorire lo sviluppo di relazioni produttive tra allievo e artefatti culturali e tra allievo e strumenti tecnologici, attraverso una pratica guidata al fine di favorire l’acquisizione di una adeguata famigliarità nell’usarli dai vari punti di vista possibili. A seconda degli ambiti professionali occorre comunque promuovere forme di integrazione personale con quegli artefatti e strumenti, anche elementari, che li caratterizzano (quasi a costituirne estensioni, o protesi, delle proprie facoltà fisiche e sensibili) Catania 6 settembre 2012 Ciofs 35

c) Guidare lo sviluppo di competenze intese come abiti, cioè come disposizioni stabili a

c) Guidare lo sviluppo di competenze intese come abiti, cioè come disposizioni stabili a pensare e agire in maniera valida e produttiva sia dal punto di vista personale, culturale e professionale. Oggi vengono chiamati abiti morali, abiti mentali, abiti di lavoro. Da questo punto di vista ogni comunità formativa dovrebbe promuovere una cultura educativa pratica che interpreti in maniera valida e significativa quanto descritto nel quadro delle competenze culturali e professionali che caratterizzano qualifiche, diplomi professionali e titoli scolastici. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 36

A questo proposito occorre sottolineare la necessità, se si vogliono sviluppare forme di apprendistato

A questo proposito occorre sottolineare la necessità, se si vogliono sviluppare forme di apprendistato istituzionale rivolto al conseguimento di qualifiche e diplomi, di strutturare a partire da tale quadro di competenze quello che si chiama un profilo formativo per competenze articolato secondo unità di apprendimento adeguatamente progettate, che permettano di certificare le competenze da esse considerate. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 37

d) Favorire la transizione tra ambiente formativo e ambiente di lavoro. Qui si apre

d) Favorire la transizione tra ambiente formativo e ambiente di lavoro. Qui si apre un capitolo estremamente impegnativo. Non basta parlare di alternanza, di stages in azienda, ecc. Occorre prefigurare un sistema almeno nella sua concezione di base “duale” in cui quanto promosso nell’istituzione formativa e quanto sperimentato in un contesto lavorativo abbiano nel tempo un equilibrio progressivamente orientato a promuovere esperienze vive di tipo lavorativo reale, non simulato. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 38

7. Trasformare l’ambiente lavorativo in una comunità di apprendimento professionale all’interno del quale si

7. Trasformare l’ambiente lavorativo in una comunità di apprendimento professionale all’interno del quale si sviluppano veri e propri abiti di lavoro Catania 6 settembre 2012 Ciofs 39

a) In primo luogo si tratta di accettare un apprendista come un membro effettivo

a) In primo luogo si tratta di accettare un apprendista come un membro effettivo della comunità di lavoro, anche se la sua partecipazione alle attività lavorative vere e proprie sarà progressiva, è quella che viene spesso definita legittimazione periferica. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 40

b) Chiarire bene sia all’apprendista, sia a quanti avranno a che fare con lui,

b) Chiarire bene sia all’apprendista, sia a quanti avranno a che fare con lui, la dinamica propria dell’apprendimento da uno o più modelli e il trasferimento tramite esperienze condivise della conoscenze tacite, cercando di sollecitarne qualche forme di concettualizzazione e il collegamento con almeno alcune di quelle esplicite acquisite in altri contesti. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 41

c) Favorire un sistema di feedback sistematici rispetto alla progressione che si può riscontrare

c) Favorire un sistema di feedback sistematici rispetto alla progressione che si può riscontrare nelle sue abilità e competenze. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 42

d) Ma tutto ciò non è realizzabile, senza una strutturazione più chiara delle unità

d) Ma tutto ciò non è realizzabile, senza una strutturazione più chiara delle unità di apprendimento per competenze, il cui sviluppo e integrazione progressiva porta a quelle competenze che sono previste per affrontare e superare la valutazione e certificazione finale prevista dalle diverse qualifiche o dei diplomi professionali. Catania 6 settembre 2012 Ciofs 43

Grazie Catania 6 settembre 2012 Ciofs 44

Grazie Catania 6 settembre 2012 Ciofs 44