Tempo di Quaresima Dal Mercoled delle Ceneri alla

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Tempo di Quaresima Dal Mercoledì delle Ceneri alla Domenica di Resurrezione "Cristiani non si

Tempo di Quaresima Dal Mercoledì delle Ceneri alla Domenica di Resurrezione "Cristiani non si nasce, cristiani si diventa"

2° Domenica di Quaresima Secondo annuncio della passione (Mc 9, 30 -37)

2° Domenica di Quaresima Secondo annuncio della passione (Mc 9, 30 -37)

“Davvero questo uomo è Figlio di Dio” La Crocifissione di Hans Memling Museo St.

“Davvero questo uomo è Figlio di Dio” La Crocifissione di Hans Memling Museo St. Annen di Lubecca © Scala Archives

Da Gerusalemme al Golgota 20 Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della

Da Gerusalemme al Golgota 20 Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. (Marco 15, 20)

Il Golgota 22 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio»

Il Golgota 22 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio» . (Marco 15, 22 -27)

Cristo ei «ladroni» 24 Poi lo crocifissero […]. 25 Erano le nove del mattino

Cristo ei «ladroni» 24 Poi lo crocifissero […]. 25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26 La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei» . 27 Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. (Marco 15, 22 -27)

Maria Giovanni Maddalena? [25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, […] e Maria

Maria Giovanni Maddalena? [25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, […] e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!» . [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!» . E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Giovanni 19, 25 -27)

La divisione della tunica […] presero le sue vesti e ne fecero quattro parti,

La divisione della tunica […] presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. [24]Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. (Salmo 21, 19) (Giovanni 19, 23 -24)

La lancia nel costato [33]Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto,

La lancia nel costato [33]Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, [34]ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. […] [36]Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. (Giovanni 19, 33 -36)

La leggenda della lancia di Longino

La leggenda della lancia di Longino

La Lancia del Destino o Lancia di Longino (in latino Lancea Longini) è la

La Lancia del Destino o Lancia di Longino (in latino Lancea Longini) è la lancia con cui Gesù sarebbe stato trafitto al costato dopo essere stato crocifisso. Viene talvolta anche indicata con l'espressione Lancia Sacra, che però indica anche una reliquia specifica, appartenente ai tesori del Sacro Romano Impero, la cui tradizione è in parte sovrapposta a quella della Lancia di Longino.

Assente nei racconti dei Vangeli sinottici, la lancia è menzionata solo nel Vangelo di

Assente nei racconti dei Vangeli sinottici, la lancia è menzionata solo nel Vangelo di Giovanni (19: 31 -37), in cui si racconta che, durante crocifissione, i soldati romani intendevano praticargli il crurifragium, la tipica rottura delle gambe del condannato che ne accelerava la morte; prima di procedere, si accorsero che Gesù era morto e che quindi il crurifragium era inutile, ma, per accertarsi che fosse deceduto, un soldato lo colpì con una lancia: « Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. » (Giovanni, 19, 33 -34)

Il più antico riferimento alla conservazione della lancia come reliquia è presente nel racconto

Il più antico riferimento alla conservazione della lancia come reliquia è presente nel racconto del pellegrino Antonino di Piacenza, il quale, intorno al 570, descrisse i luoghi santi di Gerusalemme, raccontando di aver visto nella basilica del monte Sion «la corona di spine con la quale Nostro Signore fu incoronato e la lancia che lo colpì nel fianco» . Secondo la Catholyc Enciclopedya, la presenza della reliquia a Gerusalemme sarebbe stata attestata mezzo secolo prima da Cassiodoro e sarebbe stata nota a Gregorio di Tours.

"Terra Santa - Lungo le strade di un Pellegrino del VI secolo" “Riferirò del

"Terra Santa - Lungo le strade di un Pellegrino del VI secolo" “Riferirò del viaggio fatto sotto la protezione del beato Antonino martire, a partire da quando sono uscito dalla città Piacentina, in quali luoghi mi sono recato da pellegrino, cioè i luoghi santi. Uscimmo da Costantinopoli e giungemmo nell'isola di Cipro, nella città di Costanza , nella quale riposa sant'Epifanio". Città bella, ricca di delizie, ornata di palme da datteri. . . “. Questa il paragrafo iniziale del manoscritto “Itinerarium Antonini Placentini”, “resoconto” del cammino di fede compiuto in Terrasanta da un anonimo pellegrino del sesto secolo, manoscritto poi pubblicato nell’VIII secolo conservato nella Biblioteca Stiftsbibliothek di San Gallo (Svizzera)

LONGINO Il nome del soldato che colpì Gesù non è presente nel Vangelo di

LONGINO Il nome del soldato che colpì Gesù non è presente nel Vangelo di Giovanni; l'opera più antica a farne il nome, chiamandolo col nome di Longino, è il Vangelo di Nicodemo, copiata assieme ai manoscritti del tardo IV secolo degli Atti di Pilato. Il nome "Longinos" compare anche in una miniatura dei Vangeli di Rabbula, un manoscritto conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze e miniato da un certo Rabulas nel 586; nella miniatura, il nome ΛΟΓΙΝΟC (Loghinos) è scritto in caratteri greci sopra il soldato che colpisce Gesù. Nel romanzo The Spear di Lous de Vohl (1955), il soldato è identificato con Gaio Cassio Longino.

37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38 Il velo del tempio si

37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38 Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39 Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» . (Marco 15, 37 -39)

La folla 29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e

La folla 29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30 salva te stesso scendendo dalla croce!» . 31 Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32 Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!» . (Marco 15, 29 -32)

33 Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre

33 Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. […] 38 Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. (Marco 15, 33 -38)

22 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio» (Marco 15,

22 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio» (Marco 15, 22)

Il Sepolcro 46 Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse

Il Sepolcro 46 Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. (Marco 15, 46) La Resurrezione [1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. (Giovanni 16, 1)

Autore Hans Memling Data 1470 -1471 circa Tecnica olio su tavola Dimensioni 56, 7×

Autore Hans Memling Data 1470 -1471 circa Tecnica olio su tavola Dimensioni 56, 7× 92, 2 cm Ubicazione Galleria Sabauda, Torino

SECONDA SCHEDA Secondo annuncio della Passione, morte e resurrezione in Marco (Mc 9, 30

SECONDA SCHEDA Secondo annuncio della Passione, morte e resurrezione in Marco (Mc 9, 30 -37)

Usciti da là, procedevano attraverso la Galilea, e non voleva che alcuno lo sapesse.

Usciti da là, procedevano attraverso la Galilea, e non voleva che alcuno lo sapesse. 31 Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno e, uccisolo, dopo tre giorni risorgerà» . 32 Ma essi non capivano quella parola e avevano timore di interrogarlo. 33 E vennero a Cafarnao. E arrivato in casa li interrogava: «Che cosa discutevate per la strada? » . 34 Ed essi tacevano; tra loro infatti avevano discusso per la strada chi fosse più grande. 35 E sedutosi, chiamò i Dodici e dice loro: «Se uno vuole essere primo, sarà di tutti ultimo e di tutti servo» . 36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciatolo, disse loro: 37 «Chiunque accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chiunque accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» . 30

Col secondo annuncio di passione Gesù presenta un’altra volta ai soli discepoli il suo

Col secondo annuncio di passione Gesù presenta un’altra volta ai soli discepoli il suo modello messianico di dedizione e servizio fino alla morte

“Il Figlio dell’uomo” Figlio dell’uomo è un’espressione che indica l’uomo che raggiunge la sua

“Il Figlio dell’uomo” Figlio dell’uomo è un’espressione che indica l’uomo che raggiunge la sua pienezza ed entra nella condizione divina; Gesù è il Figlio di Dio in quanto rappresenta Dio nella sua condizione umana, ed è il Figlio dell’uomo in quanto raffigura l’uomo nella sua condizione divina. Quindi il Figlio dell’uomo è l’uomo che ha la condizione divina.

“Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini” Ecco c’è un’opposizione tra il

“Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini” Ecco c’è un’opposizione tra il Figlio dell’uomo, colui che ha la pienezza, e gli uomini, quelli che non aspirano a questa pienezza. E sono questi che lo rifiutano, lo uccidono, “ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”.

Quindi è un insegnamento serio, un insegnamento drammatico, ed è un insegnamento chiaro. Gesù

Quindi è un insegnamento serio, un insegnamento drammatico, ed è un insegnamento chiaro. Gesù non sta parlando in parabole. Però, scrive l’evangelista, “Essi non capivano queste parole” Abbiamo visto già nell’episodio della guarigione del sordo, che non si tratta di problemi fisici, ma di problemi interiori “non c’è peggior sordo di chi non vuol capire” L’ideologia nazionalista, il loro ideale di successo è tale che impedisce loro di comprendere le parole molto chiare di Gesù.

“Avevano timore a interrogarlo”, perché hanno paura che Gesù confermi quello che loro hanno

“Avevano timore a interrogarlo”, perché hanno paura che Gesù confermi quello che loro hanno intuito ma non accettavano. Quindi non è che proprio non capissero, non accettavano quello che Gesù diceva.

 «E vennero a Cafàrnao» . Quando fu in casa Gesù li interrogò Loro

«E vennero a Cafàrnao» . Quando fu in casa Gesù li interrogò Loro non vogliono interrogare ed è Gesù che interroga loro, “e chiese loro: «Di che cosa stavate discorrendo per la strada? » . Ecco, questa indicazione ‘per la strada’ è sintomatica, ‘per la strada’ è il luogo della semina infruttuosa. ‘Per la strada’ il seme viene gettato per terra, ma vengono gli uccelli e subito lo raccolgono. E Gesù, spiegando queste immagini, diceva che era Satana che rendeva inutile la parola. L’immagine di Satana in questo Vangelo è l’immagine del potere, del successo.

“Ed essi tacevano”. Tacciono perché hanno il senso di colpa perché sanno che hanno

“Ed essi tacevano”. Tacciono perché hanno il senso di colpa perché sanno che hanno fatto qualcosa che Gesù non approva. “Per la strada infatti avevano discusso” Gesù ha chiesto di cosa stessero discorrendo, invece loro hanno discusso, quindi un discorso animato su chi “tra loro chi fosse più grande”, il più importante.

“Ed essi tacevano”. E’ questo il tarlo che rode i discepoli, l’idea di grandezza,

“Ed essi tacevano”. E’ questo il tarlo che rode i discepoli, l’idea di grandezza, l’ambizione di essere uno il più importante degli altri.

“Sedutosi chiamò i Dodici” Gesù si siede nella posizione di colui che insegna E’

“Sedutosi chiamò i Dodici” Gesù si siede nella posizione di colui che insegna E’ strano, è una casa palestinese, non è molto grande, perché Gesù deve chiamare? L’evangelista avrebbe potuto scrivere: ‘Gesù disse …’, invece Gesù li deve chiamare. Perché? I Dodici lo seguono, ma non lo accompagnano, non gli sono vicini interiormente. Gli sono vicini fisicamente, ma la loro modo di pensare è lontano.

Gesù è il Dio che per amore si mette a servizio degli uomini. Gesù

Gesù è il Dio che per amore si mette a servizio degli uomini. Gesù ha detto che il Figlio dell’uomo non é venuto per essere servito, ma per servire, loro invece pensano soltanto a comandare. Ecco perché deve chiamare i Dodici, perché sono lontani.

 «E disse loro» loro hanno discusso chi vuol essere il più grande e

«E disse loro» loro hanno discusso chi vuol essere il più grande e Gesù non accetta, ma accetta che nella comunità ci sia il primo. Il primo significa il più vicino a lui “se uno vuole essere primo, sarà di tutti ultimo e di tutti servo” Quindi nella comunità non idee di grandezza, non c’è nessuna persona più importante, più grande, ma ci sono persone più vicine a Gesù. Quali sono? Quelle che si mettono a servizio di tutti. Quelli che, liberamente e volontariamente, mettono la loro vita a servizio degli altri.

“E preso un bambino” I Dodici li deve chiamare. Allora, come spesso, Gesù ricorre

“E preso un bambino” I Dodici li deve chiamare. Allora, come spesso, Gesù ricorre all’immagine dei bambini

“Lo pose in mezzo a loro” Questo bambino è l’immagine del vero seguace di

“Lo pose in mezzo a loro” Questo bambino è l’immagine del vero seguace di Gesù, di quello che s’è fatto ultimo fra tutti. In mezzo è il posto di Gesù, ebbene al suo posto egli pone il bambino che si mette al servizio degli altri. “Abbracciandolo” Gesù si identifica con lui, Gesù si identifica con l’ultimo della società.

 «Chiunque accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chiunque

«Chiunque accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chiunque accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» . E’ questa l’immagine del discepolo che veramente si mette al servizio degli altri

Gesù garantisce che dove c’è una persona che per amore, liberamente e volontariamente, si

Gesù garantisce che dove c’è una persona che per amore, liberamente e volontariamente, si mette a servizio degli altri, in questa persona si manifesta la sua presenza e la presenza di Gesù porta quella di Dio stesso. L’uomo che si mette a servizio è l’unico vero santuario dal quale si irradia l’amore di Dio.

È la via delle beatitudini, della Pasqua dolorosa che conduce alla Pasqua di Resurrezione

È la via delle beatitudini, della Pasqua dolorosa che conduce alla Pasqua di Resurrezione «Resurrexit tertia die»

Filmato «Lasciate che i bambini vengano a me» Filmato «The prayer of the children»

Filmato «Lasciate che i bambini vengano a me» Filmato «The prayer of the children»