STRATEGIE CIRCUITI 1 ANALOGIE CIRCUITO IDRAULICO ANALOGIA CADUTA

  • Slides: 14
Download presentation
STRATEGIE CIRCUITI 1

STRATEGIE CIRCUITI 1

ANALOGIE CIRCUITO IDRAULICO ANALOGIA CADUTA TRA ELEMENTI CIRCUITO GENERATORI TURBINE UTILIZZATORI RUBINETTI INTERRUTTORI TUBI

ANALOGIE CIRCUITO IDRAULICO ANALOGIA CADUTA TRA ELEMENTI CIRCUITO GENERATORI TURBINE UTILIZZATORI RUBINETTI INTERRUTTORI TUBI CAVI DI CONDUZIONE TRA GENERATA DALLA POTENZIALE ELETTRICO POMPA DI PRESSIONE AI CAPI DELLA TURBINA VELOCITA’ DEL POMPE ANALOGIA PRESSIONE CIRCUITO ELETTRICO DI ROTAZIONE DELLA TURBINA COLLEGATE IN CONCORDANZA DI FASE LEZIONE DEL 17 -12 VIII CICLO –DF 2 TENSIONE CADUTA E AI DI PRESSIONE CAPI TENSIONE AI CAPI UTILIZZATORE LUMINOSITA’ POMPE DEL GENERATORE DELL’ DELLA LAMPADINA GENERATORI COLLEGATI IN SERIE 2008 - 2

ANALOGIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 3

ANALOGIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 3

ANALOGIE Analogia del Treno Circuito Elettrico Vagoni Elettroni Movimento dei vagoni Movimento degli elettroni

ANALOGIE Analogia del Treno Circuito Elettrico Vagoni Elettroni Movimento dei vagoni Movimento degli elettroni Frequenza alla quale I vagoni passano per una certa posizione sui binari Intensità di corrente Ostacolo sul binario Resistenza elettrica (nuclei atomici) Uomini che spingono i vagoni Pila Fatica muscolare degli uomini Potenza impiegata dalla pila Vibrazione dei vagoni, rumore e calore prodotto dagli ostacoli sui binari Dispersione di calore nei fili e nella batteria, calore e luce nella lampadina LEZIONE DEL 17 -12 - VIII CICLO –DF 2 2008 - 4

ANALOGIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 5

ANALOGIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 5

SOSTITUZIONE DI CONCETTI Si basa sulle concezioni innate degli studenti, valorizzando le intuizioni corrette

SOSTITUZIONE DI CONCETTI Si basa sulle concezioni innate degli studenti, valorizzando le intuizioni corrette e sostituendo ad un concetto non appropriato quello scientificamente accettato. Ad esempio, usando il ciclo PEC, si guida gli studenti a comprendere che in un circuito elettrico quello che si consuma non è la corrente elettrica ma la potenza (o energia) fornita dalla batteria al carico. Si può guidare gli studenti a comprendere anche la batteria fornisce qualcosa di costante, che non è la corrente elettrica, bensì la differenza di potenziale ai suoi capi. LEZIONE DEL 17 -122008 VIII CICLO –DF 2 20082009 6

CONNESSIONE TRA ASPETTI MACROSCOPICI E ASPETTI MICROSCOPICI. Si basa su un modello, simulato al

CONNESSIONE TRA ASPETTI MACROSCOPICI E ASPETTI MICROSCOPICI. Si basa su un modello, simulato al calcolatore, del flusso di carica e della densità di cariche su un conduttore. La corrente è rappresentata graficamente da freccette e sferette mobili, la differenza di potenziale in due punti del circuito da una differente densità delle sferette. I=0 DV = 0 V DV=1, 5 V Circuito aperto DV = 0 V + LEZIONE DEL 17 -122008 DV=1, 5 V VIII CICLO –DF 2 20082009 7

CONNESSIONE TRA ASPETTI MACROSCOPICI E ASPETTI MICROSCOPICI. I I Circuito chiuso con una I

CONNESSIONE TRA ASPETTI MACROSCOPICI E ASPETTI MICROSCOPICI. I I Circuito chiuso con una I resistenza DV = 0 V DV=1, 5 V I + I DV=1, 5 V I/2 Circuito chiuso con due resistenze DV = 0 V I/2 DV = 0 V DV=0, 75 V I/2 I DV=0, 75 V I/2 DV = 0 V I/2 + DV=1, 5 V VIII CICLO –DF 2 2008 - DV = 0 V LEZI ONE DEL I/2 17122008 8

DIFFERENZA DI POTENZIALE COME GRANDEZZA PRINCIPALE Si mette inizialmente in relazione la luminosità di

DIFFERENZA DI POTENZIALE COME GRANDEZZA PRINCIPALE Si mette inizialmente in relazione la luminosità di una lampadina inserita in un circuito con una pila con il numero di Volt indicati sulla pila. Questo numero (differenza di potenziale) è una caratteristica della pila che può essere misurato con il voltmetro. Si guida gli studenti a comprendere che lampadine differenti connesse alla stessa pila possono avere diverse luminosità e che quindi è necessaria un’altra grandezza, diversa dalla d. d. p. per descrivere il comportamento del circuito (corrente). La corrente è diversa dalla d. d. p. : a circuito aperto I=0 ma d. d. p. ≠ 0. Viceversa, se d. d. p. = 0, I=0. Si guida gli studenti a comprendere che la stessa lampadina connessa a pile con la stessa d. d. p. ma di volume diverso, rimane accesa per intervalli di tempo diversi. È quindi necessaria un’altra grandezza per descrivere questo comportamento (energia). L’energia di una pila è diversa dalla d. d. p. : alla stessa. DEL d. d. p. possono corrispondere diverse LEZIONE 17 -12 VIII CICLO –DF 2 2008 - energie e quindi diversa durata delle pile 2008 2009 9

DIFFERENZA DI POTENZIALE COME GRANDEZZA PRINCIPALE Si guida gli studenti a comprendere che la

DIFFERENZA DI POTENZIALE COME GRANDEZZA PRINCIPALE Si guida gli studenti a comprendere che la d. d. p. di una pila corrisponde ad un accumulo di cariche di segno opposto ai suoi terminali. Maggiore la differenza nella densità delle cariche ai terminali, maggiore la d. d. p. della pila Questa differenza di densità di cariche ai terminali della pila è mantenuta mediante reazioni chimiche a spese dell’energia della pila, che dipende quindi da come essa è stata costruita. Quando questa energia si esaurisce, la d. d. p. ai suoi terminali diventa quasi nulla Quando i terminali di una pila sono connessi da un filo di resistenza quasi nulla, la velocità delle reazioni chimiche non è sufficiente a mantenere la differenza di densità di cariche ai terminali e la d. d. p. diventa quasi nulla. LEZIONE DEL 17 -122008 VIII CICLO –DF 2 20082009 10

CARICHE DI SUPERFICIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 11

CARICHE DI SUPERFICIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 11

CARICHE DI SUPERFICIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 12

CARICHE DI SUPERFICIE LEZI ONE DEL VIII CICLO –DF 2 2008 - 17122008 12

CARICHE DI SUPERFICIE • Si mira a fornire agli studenti il meccanismo di funzionamento

CARICHE DI SUPERFICIE • Si mira a fornire agli studenti il meccanismo di funzionamento dei circuiti a livello microscopico. In particolare si guida gli studenti a capire che, in condizioni stazionarie, dopo un transitorio, la corrente che si stabilisce nei fili di un circuito è proporzionale ad un campo elettrico che è il risultato della composizione del campo elettrico dovuto al generatore inserito nel circuito e ad un campo dovuto alla distribuzione delle cariche elettriche si dispongono in maniera appropriata sulla superficie dei fili conduttori del circuito • Si introduce in seguito la d. d. p. tra due punti di un circuito come l’integrale di linea del campo elettrico risultante in un filo conduttore. Si distingue anche tra forza elettromotrice (cioè lavoro non-Coloumbiano per unità di carica) e differenza di potenziale (cioè integrale di linea del campo dovuto all’interazione di Coloumb delle cariche di superficie LEZIONE DEL 17 -122008 VIII CICLO –DF 2 20082009 13

CARICHE DI SUPERFICIE • Si adotta essenzialmente un modello di filo conduttore come sequenza

CARICHE DI SUPERFICIE • Si adotta essenzialmente un modello di filo conduttore come sequenza di anelli di carica. Si guida gli studenti a comprendere che un gradiente della densità di cariche superficiali contribuisce allo stabilirsi di un campo elettrico all’interno del filo. Due anelli di uguale densità di carica producono un campo nullo nello spazio tra essi compreso, mentre anelli di differente densità di carica producono un campo diverso da zero nello spazio tra essi compreso - --- LEZIONE DEL 17 -122008 - ER Es - Ed - - - VIII CICLO –DF 2 20082009 - 14