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Pedagogia sperimentale Pietro Lucisano Silvia Zanazzi L’inclusione a scuola Cenni storici, inquadramento normativo e

Pedagogia sperimentale Pietro Lucisano Silvia Zanazzi L’inclusione a scuola Cenni storici, inquadramento normativo e principali questioni aperte

La scuola di tutti Ø Un miliardo di persone - circa il 15% della

La scuola di tutti Ø Un miliardo di persone - circa il 15% della popolazione globale - ha qualche forma di DISABILITA’ e affronta quotidianamente OSTACOLI di natura sociosanitaria, educativa, riabilitativa e culturale. Ø Gli studenti con disabilità in molti paesi non sono inseriti nelle scuole di tutti. Ø L’Italia è uno dei pochi paesi che praticano l’inclusione scolastica coerentemente con le linee guida della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità. Ø La comunità pedagogica in Italia ha maturato la convinzione che un’istruzione di qualità si possa avere solo se si includono persone con 2

Le radici storiche Ø Le radici storiche della scelta italiana sono molto profonde. Ø

Le radici storiche Ø Le radici storiche della scelta italiana sono molto profonde. Ø La scuola esercitò un’importante funzione inclusiva, contribuendo a costruire una cultura nazionale attraverso la diffusione dell’italiano, quando “la situazione linguistica dell’Italia appena unificata era uno degli aspetti in cui si palesavano le profonde fratture che nel corso storico si erano create non solo tra regione e regione ma anche tra l’una e l’altra delle classi sociali esistenti nel paese” (De Mauro, 1963, p. 45). Ø Diversi decenni dopo, negli anni ’ 60 le migrazioni interne crearono nuovi bisogni di inclusione (Canevaro) e la scuola pubblica se ne fece carico. 3

I fattori che hanno influito Tra la fine degli anni ’ 60 e gli

I fattori che hanno influito Tra la fine degli anni ’ 60 e gli anni ’ 70 si crearono le condizioni politiche e sociali per una scelta netta a favore dell’integrazione scolastica e per l’approvazione di norme che posero le basi della scuola di tutti. Diversi fattori che contribuirono a questa scelta (D’Alessio): Storico politici: l’influenza dei movimenti di protesta ispirati da idee di giustizia ed equità sociale. Socioeconomici: massimizzare il potenziale della forza lavoro e favorire la ripresa economica negli anni della ricostruzione. Pedagogici: la tradizione pedagogica inclusiva rappresentata da figure come Maria Montessori, Don Lorenzo Milani, ed altri educatori/pedagogisti. Religiosi: l’ideologia politica improntata all’inclusione e alla solidarietà diffusa dalla Chiesa Cattolica. Medici: il movimento di riforma della psichiatria culminato con l’approvazione della legge 180/1978. 4

Le principali tappe La nostra Costituzione, fortemente improntata alla tutela dei diritti civili, è

Le principali tappe La nostra Costituzione, fortemente improntata alla tutela dei diritti civili, è da considerarsi come l’inizio del percorso. Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori

Quadro normativo Legge 118/1971 introduce il diritto di accesso alle scuole di tutti per

Quadro normativo Legge 118/1971 introduce il diritto di accesso alle scuole di tutti per gli studenti con disabilità, mentre le scuole speciali (istituite con la riforma Gentile del 1923) rimangono solo per le persone con disabilità gravi. Dal rapporto della Commissione Falcucci: “La preliminare considerazione che la Commissione ha ritenuto di fare è che le possibilità di attuazione di una struttura scolastica idonea ad affrontare il problema dei ragazzi handicappati presuppone il convincimento che anche i soggetti con difficoltà di sviluppo, di apprendimento e di adattamento devono essere considerati protagonisti della propria crescita. In essi esistono, infatti, potenzialità conoscitive, operative e relazionali. Favorire lo sviluppo di queste potenzialità è un impegno peculiare della scuola, considerando che la funzione di questa è appunto quella di portare a maturazione, sotto il profilo culturale, sociale, civile, le possibilità di sviluppo di ogni bambino e di ogni giovane” (Ministero della Pubblica Istruzione, 1975). 6

Quadro normativo Legge 360/1976 - gli studenti ciechi possono accedere alla scuola di tutti.

Quadro normativo Legge 360/1976 - gli studenti ciechi possono accedere alla scuola di tutti. Legge 517/1977 – gli studenti sordomuti possono accedere alla scuola di tutti. Chiusura di tutte le classi differenziali (istituite dalla legge 1859/1962) e diritto degli studenti con disabilità di accedere alla scuola di tutti, con il supporto di un insegnante di sostegno. Legge 104/1992 - sistematizza ed approfondisce le tutele previste per gli alunni con disabilità e le misure finalizzate alla loro inclusione nel sistema scolastico. Legge 170/2010 - prevede il riconoscimento formale dei DSA (dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia) al fine di predisporre misure specifiche. Direttiva 27/2012 e Circolare applicativa 8/2013 - regolamentano 7

Quadro normativo La Buona Scuola e Decreto 66/2017 “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica

Quadro normativo La Buona Scuola e Decreto 66/2017 “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”: • utilizza il termine “inclusione” al posto di “integrazione”; • sistematizza i provvedimenti emanati precedentemente in maniera frammentata; • adotta ufficialmente il modello ICF come paradigma per la costruzione del profilo di funzionamento dell’alunno; • introduce l’inclusione tra i criteri di valutazione della scuola; • costituisce nuovi organi consultivi a livello regionale e locale con il coinvolgimento delle associazioni di persone con disabilità; • concede maggiore discrezionalità alle scuole nel determinare le ore di supporto necessarie per ogni alunno. 8

Tipologie di supporto Alunno con sostegno - è lo studente i cui genitori hanno

Tipologie di supporto Alunno con sostegno - è lo studente i cui genitori hanno formalmente richiesto il sostegno a seguito di una diagnosi di disabilità certificata. Solo in questo caso lo studente ha diritto all’insegnante di sostegno. Alunno DSA - presenta un disturbo dell’apprendimento certificato ed è anche in questo caso la famiglia a dover richiedere il riconoscimento di tale disturbo in ambito scolastico. Alunno BES - ha uno svantaggio di natura socioeconomica o culturale/linguistica. In questo caso non è la famiglia a richiedere il riconoscimento e non vi è alcuna certificazione. E’ la scuola a decidere quanti e quali alunni necessitano di particolari attenzioni. 9

Implicazioni didattiche ALUNNO CON SOSTEGNO PEI Piano Educativo Individualizzato ALUNNO DSA o BES (in

Implicazioni didattiche ALUNNO CON SOSTEGNO PEI Piano Educativo Individualizzato ALUNNO DSA o BES (in senso stretto) PDP Piano Didattico Personalizzato L’INSEGNANTE Di SOSTEGNO è presente in classe se è stato richiesto per uno studente con disabilità certificata, ma è un docente di supporto assegnato all’intera classe, e non al singolo alunno. Il docente di sostegno ha il compito di facilitare le relazioni all’interno del gruppo classe e fare da supporto nei processi di apprendimento di TUTTI coloro che hanno difficoltà e in quelli di insegnamento per i docenti curriculari. 10

Valutazione Le organizzazioni internazionali, tra cui l’UNESCO in prima linea, l’OCSE e la Banca

Valutazione Le organizzazioni internazionali, tra cui l’UNESCO in prima linea, l’OCSE e la Banca Mondiale hanno confermato la “bontà” della nostra scelta inclusiva e invitato gli stati membri a proseguire sulla medesima strada. Le motivazioni a favore della scuola per tutti sono di diversa natura: pedagogica: importanza di avere una scuola in grado di insegnare a persone con caratteristiche e stili di apprendimento diversi, beneficiando tutti gli alunni; sociale: importanza di avere una scuola che educa al rispetto e alla valorizzazione delle differenze individuali, gettando le basi per una società inclusiva; economica: costi inferiori della scuola per tutti rispetto ad un sistema di scuole “normali” e scuole “speciali”, pur riuscendo a mantenere elevata la qualità dell’istruzione (UNESCO). 11

Evidenze scientifiche Mentre negli anni ’ 70 fu fatta una scelta su basi ideologico-politiche,

Evidenze scientifiche Mentre negli anni ’ 70 fu fatta una scelta su basi ideologico-politiche, ancora poco supportata da evidenze scientifiche, oggi possiamo dire che i risultati finora ottenuti ci incoraggiano a proseguire sulla strada intrapresa, pur segnalando molteplici aree di miglioramento (Vianello, Di Nuovo). Studi sul punto di vista di docenti, pari e genitori e sulle loro opinioni riguardo l’efficacia del modello dal punto di vista didattico e socio-educativo. Studi sull’efficacia del modello dal punto di vista didatticoformativo e sociale. Tutti concordano sul fatto che studiare in una scuola inclusiva abbia risultati positivi in termini di comprensione e valorizzazione delle differenze.

Principali criticità “microesclusioni” (D’Alessio) meccanismi di “push out” e pull out” (Ianes) 13

Principali criticità “microesclusioni” (D’Alessio) meccanismi di “push out” e pull out” (Ianes) 13

La direzione da seguire “Il principio fondamentale dell’educazione inclusiva è che tutti gli alunni

La direzione da seguire “Il principio fondamentale dell’educazione inclusiva è che tutti gli alunni dovrebbero imparare insieme, indipendentemente dalle difficoltà o differenze che possono avere. Gli individui con bisogni educativi speciali devono avere accesso alle scuole di tutti, le quali devono adottare un approccio in grado di rispondere adeguatamente a questi bisogni assicurando un’istruzione di qualità, attraverso curricula adeguati, assetti organizzativi funzionali, strategie didattiche mirate, utilizzo di risorse specifiche e costruzione di relazioni sul territorio” (UNESCO, Salamanca Statement, 1994) 14

Riflessioni conclusive TUTTI hanno bisogni educativi unici, e quindi speciali. La scuola di tutti

Riflessioni conclusive TUTTI hanno bisogni educativi unici, e quindi speciali. La scuola di tutti deve essere progettata per tutti ancor prima che arrivino a frequentarla alunni con disabilità, disturbi dell’apprendimento o bisogni educativi speciali in senso stretto. La “normalità” è l’insieme di tante “specialità”. 15

Principali riferimenti bibliografici Canevaro, A. (2017), L'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Trent' anni

Principali riferimenti bibliografici Canevaro, A. (2017), L'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Trent' anni di inclusione nella scuola italiana. Trento: Erickson D’Alessio, S. (2011). Inclusive education in Italy. A critical analysis of the policy of integrazione scolastica. London: Sense Publishers De Mauro, T. (1963), Storia linguistica dell’Italia unita. Bari: Laterza Ianes, D. (2015). Esserci o non esserci? Meccanismi di push e pull out nella realtà dell’integrazione scolastica italiana. In Vianello, R. , Di Nuovo, S. (a cura di). Quale scuola inclusiva in Italia? Trento: Erickson Ministero della Pubblica Istruzione (1975), Relazione conclusiva della Commissione Falcucci concernente i problemi scolastici degli alunni handicappati. Tratto da: www. edscuola. it UNESCO (2009), Policy Guidelines on Inclusion in Education. Tratto da: www. unesco. org UNESCO (1994). Salamanca Statement and Framework for Actions on Special Needs Education. Tratto da: www. unesco. org Vianello, R. , Di Nuovo, S. (2015) (a cura di), Quale scuola inclusiva in 16

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