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Paolucci, Signorini La storia in tasca Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento Volume

Paolucci, Signorini La storia in tasca Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento Volume 4 5. L’età napoleonica 6. Con il Congresso di Vienna inizia l’età della Restaurazione 7. Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Capitolo 7 Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia

Capitolo 7 Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

In America Latina la lotta per l’indipendenza è guidata dai creoli Nelle colonie, all’inizio

In America Latina la lotta per l’indipendenza è guidata dai creoli Nelle colonie, all’inizio dell’Ottocento, la società coloniale era dominata dai bianchi divisi in due gruppi: gli europei ed i creoli. Quest’ultimi erano ricchi, possedevano miniere e piantagioni e controllavano il commercio dei prodotti coloniali. Tuttavia, soprattutto nell’America spagnola, le alte cariche dell’esercito, e dell’amministrazione, erano assegnate dalla madrepatria a funzionari spagnoli, situazione che danneggiava gli interessi degli esportatori creoli che iniziarono a pensare di rendersi indipendenti. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 3

Le colonie conquistano l’indipendenza L’occasione per la rivolta si presentò nel 1808, quando Napoleone

Le colonie conquistano l’indipendenza L’occasione per la rivolta si presentò nel 1808, quando Napoleone invase la penisola iberica: allora in tutta l’America Latina, da Città del Messico a Buenos Aires, scoppiò la rivoluzione. A favore degli insorti si schierò la Gran Bretagna. I due artefici principali della riscossa Sudamericana furono il venezuelano Simón Bolívar e l’argentino José de San Martín. In poco più di vent’anni tutta l’America centromeridionale si liberò dalla dominazione coloniale. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 4

Gli Stati Uniti si impegnano a garantire l’indipendenza degli Stati americani Nel 1823, il

Gli Stati Uniti si impegnano a garantire l’indipendenza degli Stati americani Nel 1823, il presidente degli Stati Uniti, James Monroe, proclamò nel suo messaggio al congresso che in avvenire nessuna potenza europea avrebbe più dovuto colonizzare territori americani. Se ciò fosse avvenuto, gli Stati Uniti avrebbero considerato l’aggressione come un attacco al loro stesso paese. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 5

L’abolizione della tratta dei neri La tratta degli schiavi fu abolita nel XIX secolo,

L’abolizione della tratta dei neri La tratta degli schiavi fu abolita nel XIX secolo, prima dalla Danimarca (1804), poi dall’Inghilterra (1807), dagli Stati Uniti (1808), dall’Olanda (1814) e, dopo le guerre napoleoniche e la solenne condanna del Congresso di Vienna, da tutte le altre nazioni europee. L’abolizione legale della tratta però non fece cessare il traffico di schiavi attraverso l’Atlantico, perché in America la domanda di manodopera schiavista continuò, per rifornire le nuove piantagioni di zucchero e di cotone degli Stati Uniti, di Cuba e del Brasile. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 6

A Parigi la Rivoluzione porta sul trono un re sostenuto dai borghesi Nel 1824

A Parigi la Rivoluzione porta sul trono un re sostenuto dai borghesi Nel 1824 a Luigi XVIII, re costituzionale, successe il fratello Carlo X, accanito sostenitore della monarchia assoluta per diritto divino, sostenuto dagli aristocratici ma osteggiato dai borghesi. Il nuovo sovrano, a causa dell’elettorato a lui ostile, decise di sciogliere il parlamento a lui contrario. Allora i parigini insorsero per tre giornate, poi dette «gloriose» (dal 27 al 29 luglio 1830), e Carlo X fu costretto a fuggire. La corona fu offerta a un suo lontano parente, Luigi Filippo, duca d’Orléans. Questi fu incoronato re «per volontà della nazione» (cioè dei sudditi) e non «per diritto divino» . Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 7

Il Belgio insorge e si rende indipendente dall’Olanda Il Belgio insorse nell’agosto del 1830,

Il Belgio insorge e si rende indipendente dall’Olanda Il Belgio insorse nell’agosto del 1830, chiedendo il distacco dall’Olanda, a cui era stato unito dal Congresso di Vienna. Le richieste dei Belgi furono sostenute da Francia e Inghilterra che erano interessate a smantellare uno Stato forte presso i loro confini. Così, nonostante l’opposizione delle potenze orientali (Austria e Russia soprattutto), ancora legate agli accordi della Santa Alleanza, il Belgio ottenne l’indipendenza e si diede una Costituzione che fu la più avanzata d’Europa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 8

In Polonia e in Italia le insurrezioni vengono represse Diversa fu la sorte della

In Polonia e in Italia le insurrezioni vengono represse Diversa fu la sorte della Polonia – che lottò eroicamente, ma invano, per la sua indipendenza dall’Impero russo – e dell’Italia. Qui l’insurrezione partì da Modena nel febbraio 1831 e si diffuse poi a Parma, a Bologna e in altri territori pontifici (Romagna, Marche, Umbria). Ma come rapidamente si era propagata, altrettanto rapidamente fu repressa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 9

L’Inghilterra sceglie la strada delle riforme In Inghilterra non si giunse a una rivoluzione

L’Inghilterra sceglie la strada delle riforme In Inghilterra non si giunse a una rivoluzione perché il governo, spinto dai fatti di Francia, realizzò nel 1832 un’importante riforma elettorale che concesse il diritto di voto a un numero molto più ampio di cittadini, fra cui tutti i borghesi, i liberali, che finirono per conquistare la maggioranza in parlamento. L’Inghilterra, come la Francia, divenne un punto di riferimento politico per i rivoluzionari di tutta Europa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 10

Mazzini chiama il popolo a combattere per l’unità e l’indipendenza dell’Italia Il 1831 fu

Mazzini chiama il popolo a combattere per l’unità e l’indipendenza dell’Italia Il 1831 fu l’anno delle insurrezioni nell’Italia centrale, infelicemente concluse con la repressione austriaca e il mancato appoggio francese. I fatti del 1831 ed altri simili episodi convinsero Giuseppe Mazzini che gli italiani dovevano conquistare da sé l’indipendenza nazionale senza fare affidamento sull’aiuto straniero. I moti mazziniani (1833 - 1834) furono scoperti ancor prima di iniziare o vennero rapidamente repressi. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 11

10 I federalisti propongono una unione di Stati sotto la guida di un sovrano

10 I federalisti propongono una unione di Stati sotto la guida di un sovrano Dopo il fallimento dei moti mazziniani, l’iniziativa passò ai liberali di idee moderate che erano contrari alle rivoluzioni. Poiché l’unità repubblicana voluta da Mazzini sembrava irrealizzabile, i liberali moderati si orientarono verso il federalismo. Si proposero cioè di realizzare non «l’unità» d’Italia, ma «l’unione» degli Stati italiani in una confederazione in cui nessuno Stato avrebbe perduto la sua autonomia. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 12

I sovrani d’Italia concedono riforme e costituzioni Nel 1846, salì sul trono pontificio un

I sovrani d’Italia concedono riforme e costituzioni Nel 1846, salì sul trono pontificio un nuovo papa, Pio IX, che poco dopo la sua elezione concesse alcune riforme. L’atteggiamento del pontefice aveva entusiasmato il popolo e gli altri sovrani si videro costretti a imitarlo, sulla via delle riforme, per evitare la rivolta del popolo. Come in una reazione a catena furono concessi costituzioni e statuti negli altri Stati italiani: in Toscana, in Piemonte, nello Stato della Chiesa. Lo statuto promulgato a Torino da Carlo Alberto (Statuto Albertino) rimarrà in vigore per cento anni, dal 4 marzo 1848 al 1°gennaio 1948, quando sarà sostituito dalla Costituzione della Repubblica italiana. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 13

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