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Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento ©

Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 1

Paolucci, Signorini La storia in tasca Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento Volume

Paolucci, Signorini La storia in tasca Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento Volume 4 5. L’età napoleonica 6. Con il Congresso di Vienna inizia l’età della Restaurazione 7. Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Capitolo 5 L’età napoleonica Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento

Capitolo 5 L’età napoleonica Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Napoleone Bonaparte Dalla coalizione antifrancese del 1793 alcuni paesi erano già usciti ma restavano

Napoleone Bonaparte Dalla coalizione antifrancese del 1793 alcuni paesi erano già usciti ma restavano ancora in armi l’Austria, l’Inghilterra e quasi tutti gli Stati italiani. Contro l’Austria furono allestite tre armate: due marciavano verso Vienna attraversando la Germania, la terza doveva intervenire in Italia. L’armata d’Italia era piuttosto piccola ma aveva un generale d’eccezione, Napoleone Bonaparte. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 4

Per danneggiare l’Inghilterra Napoleone organizza la campagna d’Egitto Sconfitta l’Austria, alla Francia restava da

Per danneggiare l’Inghilterra Napoleone organizza la campagna d’Egitto Sconfitta l’Austria, alla Francia restava da battere soltanto l’Inghilterra. L’isola era difesa dal mare e da una flotta che sembrava imbattibile, perciò Napoleone scartò l’idea di attaccarla direttamente. Decise invece di ostacolarne il commercio, occupando l’Egitto, che gli Inglesi usavano come base per i loro traffici con le Indie orientali. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 5

Le repubbliche dell’Italia napoleonica Nel triennio 1796 - 1799 sorsero in Italia e in

Le repubbliche dell’Italia napoleonica Nel triennio 1796 - 1799 sorsero in Italia e in Europa, con l’appoggio dei francesi, numerose repubbliche, chiamate «repubbliche sorelle» per sottolineare la comunità d’ideali rivoluzionari che le legava alla Francia. La Lombardia, unita nel luglio 1797 a parte del Veneto e dell’Emilia, formò la repubblica cisalpina. Nello stesso anno nacque anche la repubblica ligure, nel 1798 la repubblica romana e l’anno successivo la repubblica partenopea o napoletana. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 6

L’Europa si coalizza per la seconda volta contro Napoleone Mentre Napoleone Bonaparte era ancora

L’Europa si coalizza per la seconda volta contro Napoleone Mentre Napoleone Bonaparte era ancora isolato in Egitto, Austria, Turchia, Russia e il re di Sicilia Ferdinando di Borbone, cacciato dal trono di Napoli, si accordarono con l’Inghilterra per formare una seconda coalizione antifrancese. Nella 1799 un forte esercito austrorusso scese in Italia e fece crollare tutte le repubbliche erano sorte nella penisola sotto la protezione francese. La sorte più drammatica toccò alla repubblica partenopea. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 7

Napoleone imperatore Il 9 novembre 1799, certo della fedeltà dell’esercito, Napoleone impose l’abolizione del

Napoleone imperatore Il 9 novembre 1799, certo della fedeltà dell’esercito, Napoleone impose l’abolizione del Direttorio e formò un nuovo governo formato da tre consoli: il consolato. Primo console fu Bonaparte stesso, a cui una nuova costituzione, votata subito dopo, assegnò poteri simili a quelli di un dittatore. Bonaparte si fece nominare console a vita e poi, nel 1804, imperatore dei francesi. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 8

Napoleone conquista l’Europa Alla testa di un grande esercito, Napoleone passava di successo in

Napoleone conquista l’Europa Alla testa di un grande esercito, Napoleone passava di successo in successo. Occupò Vienna e, più tardi, Berlino. Riportò ad Austerlitz, nel 1805, una sfolgorante vittoria sull’esercito austro-russo, infine batté i Prussiani a Jena (1806) e di nuovo gli austriaci a Wagram (1809). Tutta l’Europa occidentale, dal mare del Nord al Mediterraneo, dalla Spagna alla Polonia, era ormai nelle sue mani. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 9

Il crollo dell’Impero napoleonico Nel 1812 Napoleone organizzò la campagna di Russia. Avvicinandosi il

Il crollo dell’Impero napoleonico Nel 1812 Napoleone organizzò la campagna di Russia. Avvicinandosi il terribile inverno russo, fu costretto a ordinare la ritirata che si trasformò in una catastrofe senza precedenti. Napoelone a Sant’Elena, da cui ritorna nel 1814 conquistando il potere. Le potenze europee non tardarono a formare un’altra coalizione (la settima) e nella pianura di Waterloo, in Belgio, Napoleone fu definitivamente sconfitto, il 18 giugno 1815. Gli Inglesi, a cui si consegnò, lo esiliarono a Sant’Elena, una sperduta isoletta dell’Atlantico. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 10

Capitolo 6 Con il Congresso di Vienna inizia l’età della Restaurazione Paolucci, Signorini La

Capitolo 6 Con il Congresso di Vienna inizia l’età della Restaurazione Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Inizia l’età della Restaurazione Dopo l’esperienza napoleonica, i rappresentanti degli Stati europei, riuniti nel

Inizia l’età della Restaurazione Dopo l’esperienza napoleonica, i rappresentanti degli Stati europei, riuniti nel Congresso di Vienna (1814 -1815), decisero il futuro politico dell’Europa ispirandosi a due criteri fondamentali: l’equilibrio di potere fra gli Stati e la legittimità. Il Congresso insomma voleva restaurare (ossia ristabilire) la situazione politica precedente la rivoluzione francese. Per questo motivo il periodo che segue il congresso di Vienna, dal 1815 al 1830, fu poi detto «età della Restaurazione» . Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 12

Rinascono i governi assoluti Fra i governi restaurati alcuni mantennero il codice civile e

Rinascono i governi assoluti Fra i governi restaurati alcuni mantennero il codice civile e altre riforme introdotte in età napoleonica. Altri invece riportarono in vigore le monarchie assolute. Così, ad esempio, Vittorio Emanuele I re di Sardegna abolì il codice napoleonico, restituì ai nobili titoli e cariche. Anche Ferdinando VII, il restaurato re di Spagna, si affrettò ad abolire la costituzione napoleonica del 1812 ed introdusse nuovamente il tribunale dell’Inquisizione. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 13

Le sètte segrete I governi della Restaurazione si preoccuparono anche di combattere le idee

Le sètte segrete I governi della Restaurazione si preoccuparono anche di combattere le idee rivoluzionarie e a reprimere manifestazioni di dissenso. Nuove protagoniste dei moti insurrezionali furono le sètte segrete, ovvero gruppi di persone che avevano idee politiche in contrasto con quelle dei governi. Alcune di esse, come ad esempio la massoneria, esistevano già dal Settecento. In Italia la più importante fu la carboneria. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 14

I primi moti scoppiano nel 1820 - 1821 Fra il 1820 e il 1821,

I primi moti scoppiano nel 1820 - 1821 Fra il 1820 e il 1821, le società segrete decisero di passare dalle parole ai fatti e un’ondata di ribellioni si abbatté su tutta l’Europa meridionale, dove i sovrani restaurati avevano agito con maggiore durezza. La prima ad insorgere fu la Spagna, seguita dal Portogallo e, poco dopo, dal Regno delle Due Sicilie. Fu poi la volta del Piemonte dove, allo scoppio del moto (marzo 1821), il re abdicò in favore del fratello Carlo Felice che però allora era assente dal regno. Così Carlo Alberto si trovò a reggere temporaneamente lo Stato e, sotto la pressione degli insorti, concesse una costituzione liberale. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 15

Le rivolte vengono soffocate Le potenze della Santa Alleanza, alla quale nel frattempo avevano

Le rivolte vengono soffocate Le potenze della Santa Alleanza, alla quale nel frattempo avevano aderito molti altri Stati europei fra cui la Francia, organizzavano interventi armati a difesa degli interessi dei sovrani. A Napoli la rivoluzione fu soffocata da un esercito austriaco. In Piemonte gli insorti furono sconfitti dall’esercito regio, fiancheggiato da truppe austriache (mentre Carlo Alberto si rifugiava a Firenze, abbandonando i patrioti al loro destino). In Spagna la Restaurazione fu imposta nuovamente con la forza nel 1823 da un esercito francese. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 16

Si fa strada l’idea di nazione Il sentimento nazionale si fece più vivo che

Si fa strada l’idea di nazione Il sentimento nazionale si fece più vivo che mai dopo il Congresso di Vienna. Popoli che avevano in comune lingua, religione, storia e cultura acquistarono a poco coscienza di far parte di una stessa nazione e molte persone sentirono il bisogno di lottare perché il loro paese diventasse uno Stato politicamente unito, libero e indipendente. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 17

Si diffonde un nuovo movimento culturale: il Romanticismo Al risveglio del sentimento nazionale contribuì

Si diffonde un nuovo movimento culturale: il Romanticismo Al risveglio del sentimento nazionale contribuì anche un nuovo movimento culturale, il Romanticismo. I romantici si opposero, almeno in parte, alle idee illuministe. Invece della ragione esaltarono il sentimento, la fantasia, la libertà creatrice dell’artista. Scoprirono nuovamente l’importanza della religione, studiarono la storia del passato e molti di loro parteciparono attivamente alla lotta dei popoli per la libertà e l’indipendenza. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 18

Capitolo 7 Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia

Capitolo 7 Rivoluzioni nazionali in America Latina e in Europa Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

In America Latina la lotta per l’indipendenza è guidata dai creoli Nelle colonie, all’inizio

In America Latina la lotta per l’indipendenza è guidata dai creoli Nelle colonie, all’inizio dell’Ottocento, la società coloniale era dominata dai bianchi divisi in due gruppi: gli europei ed i creoli. Quest’ultimi erano ricchi, possedevano miniere e piantagioni e controllavano il commercio dei prodotti coloniali. Tuttavia, soprattutto nell’America spagnola, le alte cariche dell’esercito, e dell’amministrazione, erano assegnate dalla madrepatria a funzionari spagnoli, situazione che danneggiava gli interessi degli esportatori creoli che iniziarono a pensare di rendersi indipendenti. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 20

Le colonie conquistano l’indipendenza L’occasione per la rivolta si presentò nel 1808, quando Napoleone

Le colonie conquistano l’indipendenza L’occasione per la rivolta si presentò nel 1808, quando Napoleone invase la penisola iberica: allora in tutta l’America Latina, da Città del Messico a Buenos Aires, scoppiò la rivoluzione. A favore degli insorti si schierò la Gran Bretagna. I due artefici principali della riscossa Sudamericana furono il venezuelano Simón Bolívar e l’argentino José de San Martín. In poco più di vent’anni tutta l’America centromeridionale si liberò dalla dominazione coloniale. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 21

Gli Stati Uniti si impegnano a garantire l’indipendenza degli Stati americani Nel 1823, il

Gli Stati Uniti si impegnano a garantire l’indipendenza degli Stati americani Nel 1823, il presidente degli Stati Uniti, James Monroe, proclamò nel suo messaggio al congresso che in avvenire nessuna potenza europea avrebbe più dovuto colonizzare territori americani. Se ciò fosse avvenuto, gli Stati Uniti avrebbero considerato l’aggressione come un attacco al loro stesso paese. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 22

L’abolizione della tratta dei neri La tratta degli schiavi fu abolita nel XIX secolo,

L’abolizione della tratta dei neri La tratta degli schiavi fu abolita nel XIX secolo, prima dalla Danimarca (1804), poi dall’Inghilterra (1807), dagli Stati Uniti (1808), dall’Olanda (1814) e, dopo le guerre napoleoniche e la solenne condanna del Congresso di Vienna, da tutte le altre nazioni europee. L’abolizione legale della tratta però non fece cessare il traffico di schiavi attraverso l’Atlantico, perché in America la domanda di manodopera schiavista continuò, per rifornire le nuove piantagioni di zucchero e di cotone degli Stati Uniti, di Cuba e del Brasile. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 23

A Parigi la Rivoluzione porta sul trono un re sostenuto dai borghesi Nel 1824

A Parigi la Rivoluzione porta sul trono un re sostenuto dai borghesi Nel 1824 a Luigi XVIII, re costituzionale, successe il fratello Carlo X, accanito sostenitore della monarchia assoluta per diritto divino, sostenuto dagli aristocratici ma osteggiato dai borghesi. Il nuovo sovrano, a causa dell’elettorato a lui ostile, decise di sciogliere il parlamento a lui contrario. Allora i parigini insorsero per tre giornate, poi dette «gloriose» (dal 27 al 29 luglio 1830), e Carlo X fu costretto a fuggire. La corona fu offerta a un suo lontano parente, Luigi Filippo, duca d’Orléans. Questi fu incoronato re «per volontà della nazione» (cioè dei sudditi) e non «per diritto divino» . Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 24

Il Belgio insorge e si rende indipendente dall’Olanda Il Belgio insorse nell’agosto del 1830,

Il Belgio insorge e si rende indipendente dall’Olanda Il Belgio insorse nell’agosto del 1830, chiedendo il distacco dall’Olanda, a cui era stato unito dal Congresso di Vienna. Le richieste dei Belgi furono sostenute da Francia e Inghilterra che erano interessate a smantellare uno Stato forte presso i loro confini. Così, nonostante l’opposizione delle potenze orientali (Austria e Russia soprattutto), ancora legate agli accordi della Santa Alleanza, il Belgio ottenne l’indipendenza e si diede una Costituzione che fu la più avanzata d’Europa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 25

In Polonia e in Italia le insurrezioni vengono represse Diversa fu la sorte della

In Polonia e in Italia le insurrezioni vengono represse Diversa fu la sorte della Polonia – che lottò eroicamente, ma invano, per la sua indipendenza dall’Impero russo – e dell’Italia. Qui l’insurrezione partì da Modena nel febbraio 1831 e si diffuse poi a Parma, a Bologna e in altri territori pontifici (Romagna, Marche, Umbria). Ma come rapidamente si era propagata, altrettanto rapidamente fu repressa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 26

L’Inghilterra sceglie la strada delle riforme In Inghilterra non si giunse a una rivoluzione

L’Inghilterra sceglie la strada delle riforme In Inghilterra non si giunse a una rivoluzione perché il governo, spinto dai fatti di Francia, realizzò nel 1832 un’importante riforma elettorale che concesse il diritto di voto a un numero molto più ampio di cittadini, fra cui tutti i borghesi, i liberali, che finirono per conquistare la maggioranza in parlamento. L’Inghilterra, come la Francia, divenne un punto di riferimento politico per i rivoluzionari di tutta Europa. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 27

Mazzini chiama il popolo a combattere per l’unità e l’indipendenza dell’Italia Il 1831 fu

Mazzini chiama il popolo a combattere per l’unità e l’indipendenza dell’Italia Il 1831 fu l’anno delle insurrezioni nell’Italia centrale, infelicemente concluse con la repressione austriaca e il mancato appoggio francese. I fatti del 1831 ed altri simili episodi convinsero Giuseppe Mazzini che gli italiani dovevano conquistare da sé l’indipendenza nazionale senza fare affidamento sull’aiuto straniero. I moti mazziniani (1833 - 1834) furono scoperti ancor prima di iniziare o vennero rapidamente repressi. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 28

10 I federalisti propongono una unione di Stati sotto la guida di un sovrano

10 I federalisti propongono una unione di Stati sotto la guida di un sovrano Dopo il fallimento dei moti mazziniani, l’iniziativa passò ai liberali di idee moderate che erano contrari alle rivoluzioni. Poiché l’unità repubblicana voluta da Mazzini sembrava irrealizzabile, i liberali moderati si orientarono verso il federalismo. Si proposero cioè di realizzare non «l’unità» d’Italia, ma «l’unione» degli Stati italiani in una confederazione in cui nessuno Stato avrebbe perduto la sua autonomia. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 29

I sovrani d’Italia concedono riforme e costituzioni Nel 1846, salì sul trono pontificio un

I sovrani d’Italia concedono riforme e costituzioni Nel 1846, salì sul trono pontificio un nuovo papa, Pio IX, che poco dopo la sua elezione concesse alcune riforme. L’atteggiamento del pontefice aveva entusiasmato il popolo e gli altri sovrani si videro costretti a imitarlo, sulla via delle riforme, per evitare la rivolta del popolo. Come in una reazione a catena furono concessi costituzioni e statuti negli altri Stati italiani: in Toscana, in Piemonte, nello Stato della Chiesa. Lo statuto promulgato a Torino da Carlo Alberto (Statuto Albertino) rimarrà in vigore per cento anni, dal 4 marzo 1848 al 1°gennaio 1948, quando sarà sostituito dalla Costituzione della Repubblica italiana. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013 30