MARX il Capitale merce valore lavoro pluslavoro plusvalore

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MARX (il Capitale: merce, valore, lavoro; plus-lavoro, plusvalore) prof. Michele de Pasquale

MARX (il Capitale: merce, valore, lavoro; plus-lavoro, plusvalore) prof. Michele de Pasquale

nei Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica (1859), Marx presenta indicazioni circa la metodologia

nei Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica (1859), Marx presenta indicazioni circa la metodologia che vuol seguire nella sua ricerca: a differenza degli economisti borghesi che descrivono con categorie astratte fenomeni la cui esistenza accetta come un dato, egli ritiene che il compito dell’indagine critica è quello di andare oltre l’apparenza delle cose per coglierne l’essenza interna cogliere l’essenza dei fenomeni significa scoprirne la connessione interna, mettere a fuoco le relazioni dialettiche tra le diverse categorie nella totalità dell’insieme ad esempio produzione, distribuzione, scambio e consumo rappresentano dei membri di una totalità: la produzione è anche consumo (di materie prime e forza lavoro); la distribuzione è in connessione con la produzione (a seconda del ruolo produttivo si ha il corrispettivo nella distribuzione: operaio-salario, capitalista-profitto, proprietario terrierorendita)

il metodo scientificamente corretto è quello che parte da concetti astratti (come lavoro, divisione

il metodo scientificamente corretto è quello che parte da concetti astratti (come lavoro, divisione del lavoro, valore di scambio) organizzandoli in un insieme unitario per arrivare al concreto Marx si rifà ad Hegel quando imposta la sua ricerca a partire dal concetto di totalità e delle relazioni dialettiche in essa operanti, ma gli si oppone quando sostiene che l’elemento ideale è l’elemento materiale trasferito e tradotto nel cervello degli uomini (e non come sosteneva Hegel che il reale è il fenomeno esterno dell’idea) una categoria astratta è sempre il frutto di individui sociali in un determinato stadio della loro storia: quindi l’astrazione ha senso ed è utile perchè rivela i tratti comuni a diverse situazioni ed epoche teoria e storia sono sempre strettamente intrecciate

poichè le categorie più astratte emergono con chiarezza quando i fenomeni concreti cui esse

poichè le categorie più astratte emergono con chiarezza quando i fenomeni concreti cui esse si riferiscono hanno raggiunto il loro pieno sviluppo, lo studio della società borghese - la più complessa e sviluppata organizzazione della produzione - permette anche di comprendere pienamente le economie del passato poichè nella società borghese è il capitale la potenza che domina tutto, esso dovrà essere il punto di partenza e di arrivo dell’indagine

nel Capitale (1866) l’analisi prende le mosse dalla merce (“forma economica di cellula” della

nel Capitale (1866) l’analisi prende le mosse dalla merce (“forma economica di cellula” della società borghese che ne racchiude in sè l’essenza e le contraddizioni) e dal suo carattere di duplicità: merce come mezzo per la soddisfazione di un bisogno (si ha a che fare con le caratteristiche qualitative della merce: a seconda della qualità soddisfano un bisogno) che ha un valore d’uso realizzantesi nel consumo merce come oggetto che viene scambiato sul mercato (si ha a che fare con le caratteristiche quantitative della merce) che ha quindi un valore di scambio lo scambio è possibile se si trova un valore comune grazie al quale le merci si paragonano: il denaro, l’equivalente generale di tutte le merci la formula che esprime il processo di circolazione semplice della merce: M - D [denaro intermediario dello scambio e rappresentazione dell’identica grandezza di valore di due merci qualitativamente differenti] - M

per determinare il valore di scambio delle merci occorre far riferimento ad un elemento

per determinare il valore di scambio delle merci occorre far riferimento ad un elemento comune: il lavoro umano in esse oggettivato come la merce, anche il lavoro presenta un carattere di duplicità: lavoro concreto dal punto di vista del valore d’uso della merce lavoro astratto (il lavoro separato dai suoi contenuti determinati e assunto come unica e identica forza lavoro umana) dal punto di vista del valore di scambio come il valore di scambio, anche il lavoro astratto è soggetto esclusivamente a determinazioni quantitative (si esprime quantitativamente come tempo di lavoro socialmente necessario): il valore di una merce è dato dal lavoro in essa contenuto misurato con il tempo

considerando il processo produttivo - di cui la merce è risultato - si riscontra

considerando il processo produttivo - di cui la merce è risultato - si riscontra la stessa duplicità che caratterizza la merce stessa: processo produttivo come processo di lavorazione (lavoro) finalizzato alla produzione degli oggetti processo produttivo come processo di valorizzazione (valore) finalizzato all’incremento dei valori immessi (= capitale) nel processo nell’economia politica borghese lavorazione e valorizzazione si presentano come una cosa sola: come il lavoro è un dato naturale ed eterno, così la valorizzazione del capitale al contrario, per Marx, il capitale non è una cosa, ma un rapporto sociale fra persone mediato da cose: il processo di produzione in quanto lavorazionevalorizzazione contiene dentro di sè il rapporto del capitale con il lavoro, rapporto di subordinazione del capitale al lavoro

poichè il valore proviene dal lavoro, il capitale non è altro che lavoro morto,

poichè il valore proviene dal lavoro, il capitale non è altro che lavoro morto, oggettivato; il lavoro soggettivo, concreto è lavoro vivo in grado di valorizzare il capitalismo è dominato da una fondamentale inversione (alienazione e reificazione): il lavoro morto comanda il lavoro vivo, i mezzi di produzione utilizzano l’operaio (il dominio del capitalista sull’operaio è il dominio della cosa sull’uomo, del prodotto sul produttore) questo carattere rovesciato del mondo capitalistico si esprime nel feticismo delle merci: le merci appaiono come cose che hanno in se stesse il loro valore, restando nascosti i processi reali della loro valorizzazione

riprendendo il processo di valorizzazione (le merci realizzano sul mercato un valore di scambio

riprendendo il processo di valorizzazione (le merci realizzano sul mercato un valore di scambio maggiore del valore dei mezzi di produzione) la formula che esprime questo processo è la seguente: D [capitale anticipato] - M [merce] - D’ [denaro ottenuto sul mercato che è maggiore del capitale anticipato] gli estremi della formula sono qualitativamente identici (denaro) ma quantitativamente differenti: questa eccedenza sul valore originario che costituisce la ragione stessa dello scambio è il plusvalore

l’origine del plusvalore va cercata nella sfera della produzione (nella relazione D-M) e non

l’origine del plusvalore va cercata nella sfera della produzione (nella relazione D-M) e non in quella della circolazione delle merci (nella relazione M-D’) il plusvalore non può derivare da un aumento dei prezzi delle merci pertanto la formula può essere riscritta così: D-M-M’[il capitale-merce valorizzato nel processo produttivo]-D’

la prima parte della formula: il capitale iniziale (D) compra due cose (M): ü

la prima parte della formula: il capitale iniziale (D) compra due cose (M): ü i mezzi di produzione il cui valore è dato dal tempo di lavoro socialmente necessario a produrli ü la forza-lavoro, cioè la capacità produttiva che verrà utilizzata nel processo di produzione il cui valore è dato dai mezzi di sussistenza necessari a mantenere in vita l’operaio (salario). Essendo una merce, la forza-lavoro ha: • un valore di scambio (da questo punto di vista viene pagata al valore dei mezzi di sussistenza) • un valore d’uso: esso è diverso da quello di tutte le altre merci perchè la forza-lavoro - applicata al processo produttivo - è in grado di produrre una quantità di lavoro superiore a quella in esso oggettivato sotto i rapporti di produzione capitalistici, la forza-lavoro viene utilizzata per un tempo superiore a quello necessario a riprodurne il valore di scambio questo scambio ineguale (l’operaio ha la capacità di produrre un valore maggiore di quello che gli è corrisposto col salario) è all’origine del plusvalore ed è la radice stessa dello sfruttamento capitalistico

FETICISMO è il fenomeno per cui la merce appare come qualcosa che ha valore

FETICISMO è il fenomeno per cui la merce appare come qualcosa che ha valore in se stessa, restando occultati i rapporti di produzione che ne determinano l’esistenza di valore. Come feticcio, la merce esprime in se stessa il carattere rovesciato del mondo capitalistico, in cui i rapporti tra le persone sono trasformati in rapporti tra cose (reificazione) e come tali appaiono alla coscienza.

PLUSVALORE è il valore aggiunto acquisito dal capitale nel corso del processo di produzione.

PLUSVALORE è il valore aggiunto acquisito dal capitale nel corso del processo di produzione. La sua origine è nel pluslavoro fornito dall’operaio (differenza tra il tempo di lavoro prestato contro salario e il tempo di lavoro necessario a riprodurre la forza-lavoro stessa). Il saggio di plusvalore, il rapporto tra il plusvalore totale e il capitale variabile (il capitale impegnato nell’acquisto di forza-lavoro), definisce la misura dello sfruttamento del lavoro. Il plusvalore è assoluto quando risulta dall’aumento della giornata lavorativa; è relativo quando risulta dalla diminuzione del tempo di lavoro necessario ottenuta grazie alle innovazioni tecnologiche e organizzative.