LA MATEMATICA NELLA COSTITUZIONE Interdisciplinare II La Costituzione

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LA MATEMATICA NELLA COSTITUZIONE Interdisciplinare II

LA MATEMATICA NELLA COSTITUZIONE Interdisciplinare II

La Costituzione contiene parole del linguaggio matematico, che ormai usiamo ogni giorno. La matematica

La Costituzione contiene parole del linguaggio matematico, che ormai usiamo ogni giorno. La matematica ha sempre avuto questo linguaggio e questi simboli?

La matematica non ha sempre avuto il linguaggio complesso per il quale è nota

La matematica non ha sempre avuto il linguaggio complesso per il quale è nota e, non si usava il nostro stesso simbolismo. Ad esempio scorrendo i testi degli antichi non troviamo nemmeno il simbolo di “=”, che ha fatto la sua comparsa solo nel 1575 un matematico dell’epoca per evitare di dover sempre riscrivere la parola ha pensato a questi due segmenti, scritti in forma più allungata, perché secondo lui non ci potevano essere due cose più uguali di due segmenti. Solo con il sedicesimo secolo comincia il crescendo che ci porterà a scrivere la matematica come la conosciamo oggi.

Per renderci conto di come sia stato tortuoso il percorso, pensiamo alle cifre indo-arabiche,

Per renderci conto di come sia stato tortuoso il percorso, pensiamo alle cifre indo-arabiche, introdotte in Europa all’inizio del 1200 da Leonardo Fibonacci: hanno faticato a imporsi, in un’epoca in cui le cifre romane sembravano essere abbastanza per la matematica di allora, eppure la loro introduzione ha aiutato la matematica a progredire più speditamente, basti pensare alla difficoltà di eseguire le moltiplicazioni con i numeri romani. Non è rimasta grande traccia dei simboli “cattivi” che, con il tempo, sono stati superati da quelli più convenienti e, quindi, dimenticati.

La nascita dei simboli più importanti: I NUMERI • • rinvenuto a Ishango, al

La nascita dei simboli più importanti: I NUMERI • • rinvenuto a Ishango, al confine tra Zaire e Uganda; è un manico in osso, detto OSSO DI ISHANGO; è risalente a circa ventimila anni fa; presenta incisioni raccolte in diversi gruppi, su tre righe; • sebbene non vi sia accordo sulla natura delle incisioni, si può affermare che la popolazione paleolitica di Ishango possedeva il concetto di numero.

SISTEMA DI NUMERAZIONE ARABO I numeri nacquero in India tra il 400 a. C.

SISTEMA DI NUMERAZIONE ARABO I numeri nacquero in India tra il 400 a. C. ed il 400 d. C. Furono trasmessi in Europa nel X secolo attraverso il lavoro di matematici ed astronomi arabi i numeri vennero chiamati "numeri arabi". evoluzione della scrittura dei numeri arabi in Europa

La nascita degli altri simboli Del linguaggio matematico moderno, fatto di simboli riconosciuti in

La nascita degli altri simboli Del linguaggio matematico moderno, fatto di simboli riconosciuti in tutto il mondo, la maggior parte è stata introdotta dopo il XVI secolo. Prima di allora la matematica era scritta usando parole, un processo faticoso che rallentava le scoperte matematiche. Eulero (1707 -1783) è stato il responsabile di molte delle notazioni oggi in uso La notazione matematica moderna rende molto più facile il lavoro del matematico, perché è estremamente compressa: pochi simboli contengono una grande quantità di informazioni.

Perché sono così utilizzati i simboli matematici? economicità del loro uso universalità del linguaggio

Perché sono così utilizzati i simboli matematici? economicità del loro uso universalità del linguaggio rendere più comprensibili le cose Nella Matematica il simbolismo si rivelerà ben presto essenziale in ogni campo.

In base a cosa sono stati scelti i simboli matematici? I simboli matematici sono

In base a cosa sono stati scelti i simboli matematici? I simboli matematici sono stati scelti con criteri arbitrari: come abbreviazioni di parole o come simboli grafici di concetti, o solo per scelta casuale. N numeri naturali x Nel Seicento, in particolare, la scelta era spesso dovuta a esigenze pratiche: si prendeva un simbolo pronto in tipografia e quindi riproducibile sulle copie stampate

Il primo matematico a usare il simbolo per indicare l’infinito fu l’inglese John Wallis

Il primo matematico a usare il simbolo per indicare l’infinito fu l’inglese John Wallis nel 1655. Il simbolo fu accettato, ma venne utilizzato solo dal 1800. Sembra che sia stato scelto da Wallis sulla base di quello usato nel tardo impero romano per indicare il valore 1000, numero associato anche a grande quantità. Pare che il simbolo di infinito derivi da deformazioni della lettera greca phi (F).

I simboli > e < di maggiore e di minore furono introdotti nel 1631

I simboli > e < di maggiore e di minore furono introdotti nel 1631 dal matematico T. Harriot. Alcuni autori ritengono che si sia ispirato ad un tatuaggio visto sul braccio di un indigeno americano. Questo, però, sembra poco credibile. Molto probabilmente, alla base vi è una questione molto semplice: ad esempio, per dire che 6 è maggiore di 2, l’idea era quella di apporre due punti accanto alla cifra 6 (il numero più grande) e un solo punto accanto alla cifra 2 (il numero più piccolo), cioè 6: • 2 Analogamente, per dire che 2 è minore di 6, l’idea era la medesima 2 • : 6 Congiungendo i puntini apposti accanto alle cifre si ottengono i due modi di scrivere introdotti da Harriot 6>2 2<6

L’attuale simbolo √ di radice quadrata deve la sua origine ad un monaco agostiniano

L’attuale simbolo √ di radice quadrata deve la sua origine ad un monaco agostiniano del 1500 circa sebbene l’operazione di estrazione di radice quadrata fosse già presente dall’antichità. Un filosofo latino nel 500 d. C. chiamava la radice radix (radice, origine, fonte) a voler indicare da dove il quadrato traeva le sue origini. Infatti si pensava che la radice servisse solo per trovare il lato di un quadrato dalla sua area. Successivamente iniziarono a indicarla con la lettera iniziale di radix, cioè con R. Dal carattere maiuscolo si passò a quello minuscolo r e, per deformazione, si giunse al simbolo attuale: