ARISTOTELE logica concetti e proposizioni Prof Michele de

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ARISTOTELE (logica: concetti e proposizioni) Prof. Michele de Pasquale

ARISTOTELE (logica: concetti e proposizioni) Prof. Michele de Pasquale

la logica non è una scienza - nel senso che studia dei contenuti particolari

la logica non è una scienza - nel senso che studia dei contenuti particolari - ma una disciplina preliminare alle scienze fornisce gli strumenti necessari per l’indagine scientifica dato che si occupa della struttura del ragionamento il suo campo d’indagine è molto vasto: argomentazioni scientifiche, filosofiche, retoriche, del linguaggio comune

la logica è “analitica”: scompone il pensiero e il linguaggio nelle loro strutture formali

la logica è “analitica”: scompone il pensiero e il linguaggio nelle loro strutture formali (logica formale = considera solo la forma del pensiero) così da poterne controllare la validità la logica si interessa solo della correttezza delle relazioni tra le proposizioni per affermarne la validità o invalidità la scienza, invece, ha il compito di controllare la verità o la falsità delle premesse

Categorie (tratta dei termini che compongono le proposizioni ) per quanto si risalga una

Categorie (tratta dei termini che compongono le proposizioni ) per quanto si risalga una colonna diairetica (= colonna costituita da predicati esprimenti il “che cosa è”), dalla specie al genere, non si giungerà mai alla riunificazione di tutte le colonne sotto un solo genere come sosteneva Platone - ma si arriverà solo ad individuare una pluralità di generi di vertice: le categorie, gène katègorion, (= generi massimi a cui possono essere ricondotti i differenti tipi di predicati) nella proposizione in cui soggetto e predicato appartengono alla stessa colonna diairetica, il genere figura come predicato e la specie come soggetto: le categorie possono figurare solo come predicati e mai come soggetti perchè non esistono generi più estesi di esse

Aristotele individua 10 categorie - la lista riveste un carattere di provvisorietà - che

Aristotele individua 10 categorie - la lista riveste un carattere di provvisorietà - che costituiscono i generi massimi che riuniscono tutti i predicati esprimenti uno stesso aspetto del reale: sostanza, quantità, qualità, relazione, dove, quando, giacere, avere, agire, patire le categorie possono essere considerate in quanto classificazione di predicati cioè generi sommi dei predicati (piano logicolinguistico) in quanto predicati esprimenti la realtà cioè generi sommi ai quali possono essere ricondotti i diversi tipi di enti (piano ontologico)

tenendo presente che ci sono categorie che esprimono più o meno l’essenza (“sono dette

tenendo presente che ci sono categorie che esprimono più o meno l’essenza (“sono dette di un soggetto”) e categorie che determinano questa o quella caratteristica (“sono in un soggetto”), Aristotele distingue: la sostanza: i predicati appartenenti a questa categoria possono “dirsi di un soggetto” (esprimono il che cos’è del soggetto) nell’ambito di proposizioni in cui soggetto e predicato appartengono alla stessa categoria di sostanza le altre categorie: i predicati appartenenti alle altre categorie “sono in un soggetto” (ineriscono a una sostanza) e possono svolgere la funzione di predicato anche in proposizioni il cui soggetto non appartiene al loro stesso ambito categoriale e specificatamente alla sostanza

la sostanza è la più importante delle categorie perchè esprime il “che cosa è”

la sostanza è la più importante delle categorie perchè esprime il “che cosa è” di qualcosa, e perchè le altre categorie (accidenti) dipendono da lei che ne rappresenta il sostrato Aristotele distingue: le sostanze prime: gli individui, gli enti concreti che percepiamo con i sensi (es. un determinato uomo); esse non sono predicati, ma possono essere solo soggetti; costituiscono l’altra estremità rispetto al genere massimo le sostanze seconde: predicati appartenenti alla categoria di sostanza (es: l’uomo); tra loro la specie è più sostanza del genere perchè è più vicina alla sostanza prima

Sull'interpretazione (tratta della funzione di nome e verbo nel giudizio) i cardini della logica

Sull'interpretazione (tratta della funzione di nome e verbo nel giudizio) i cardini della logica sono costituiti dalle proposizioni Aristotele si interessa della proposizioni categoriche (apofantiche), quelle su cui, cioè, si può dare un giudizio di verità o di falsità (la proposizione vera è quella in cui il rapporto espresso è lo stesso che si trova nella realtà) le proposizioni categoriche con lo stesso soggetto e predicato possono essere distinte per qualità (affermative o negative) e quantità (universali o particolari: a seconda della maggiore o minore estensione del soggetto): QUANTIT A’ QUALITA’ QUANTIFICATORE COPULA - PRED. universale affermativa sono universale negativa - SOGG. - tutti gli P S nessun S è qualche S non P particolare affermativa P particolare negativa

tra i quattro tipi fondamentali di proposizione sussistono le seguenti relazioni (teoria dell’opposizione): [queste

tra i quattro tipi fondamentali di proposizione sussistono le seguenti relazioni (teoria dell’opposizione): [queste regole sono solo formali nel senso che dipendono dalla forma delle proposizioni senza alcun riferimento al contenuto delle stesse] ü ü contraddittorietà: quando due proposizioni non possono essere entrambe vere o entrambe false (la verità di una proposizione implica la falsità dell’altra); contrarietà: quando due proposizioni non possono essere ambedue vere, ma possono essere ambedue false; subcontrarietà: quando due proposizioni particolari non possono essere entrambe false subalternità: quando la verità della universale implica la verità della particolare, ma non viceversa. A CONTRARIE E CONTRADDITTORIE SUBALTERNE I A = universali affermative E = universali negative I = particolari affermative O = particolari negative SUBCONTRARIE O