LULTIMA CENA Ghirlandaio Refettorio Ognissanti Firenze Realizzazione ins

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L’ULTIMA CENA Ghirlandaio Refettorio Ognissanti, Firenze Realizzazione: ins. Andrea Gironda – www. andreagironda. it

L’ULTIMA CENA Ghirlandaio Refettorio Ognissanti, Firenze Realizzazione: ins. Andrea Gironda – www. andreagironda. it

IL GHIRLANDAIO Domenico Bigordi, conosciuto come il GHIRLANDAIO (1448 -1494) è un pittore che

IL GHIRLANDAIO Domenico Bigordi, conosciuto come il GHIRLANDAIO (1448 -1494) è un pittore che amava la sua Firenze, tanto da decorare con i suoi meravigliosi dipinti la città. Una pittura pulita, ariosa, semplice; sapeva riconoscere e trasmettere il bello dal suo stile rimanendo fedele ai racconti del Vangelo. Chiamato “Ghirlandaio” per la sua capacità di comporre collane a forma di ghirlande, monili femminili, mentre il padre era un orafo. Le sue pitture infatti sono ricche di gioielli. L’opera in questione si trova a Firenze, nel “Cenacolo di ognissanti” e ha dimensioni importanti 400 x 810 cm, è un affresco ed è databile al 1480, poco prima che il pittore stava per recarsi a Roma per dipingere la Cappella Sistina. L'affresco si trova sulla parete opposta all'entrata del refettorio.

Il refettorio La chiesa, iniziata nel 1251 faceva parte del complesso conventuale degli Umiliati,

Il refettorio La chiesa, iniziata nel 1251 faceva parte del complesso conventuale degli Umiliati, una congregazione religiosa che si dedicava al lavoro, in modo particolare alla lavorazione della lana e del vetro. Nel Quattrocento vi lavorarono Botticelli e il Ghirlandaio Entrando nel refettorio non si capiscono dove finiscono gli elementi architettonici reali e quelli dipinti, creando quindi una certa illusione.

RIFERIMENTI EVANGELICI UNO DI VOI MI TRADIRA’ Mt 26, 20 -25 Venuta la sera,

RIFERIMENTI EVANGELICI UNO DI VOI MI TRADIRA’ Mt 26, 20 -25 Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà» . Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore? » . Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!» . Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io? » . Gli rispose: «Tu l'hai detto» .

Osserviamo l’immagine Osserva attentamente tutti i particolari

Osserviamo l’immagine Osserva attentamente tutti i particolari

La TAVOLA si presenta una forma a "U“ con gli apostoli allineati sul lato

La TAVOLA si presenta una forma a "U“ con gli apostoli allineati sul lato maggiore. Essi sono ordinati a coppie e reagiscono con vari atteggiamenti all'annuncio di Gesù secondo cui uno fra loro lo tradirà: ecco che PIETRO solleva il coltello e lo indica come per difendere il maestro, GIACOMO appare turbato e altri discutono via più pacatamente dell'annuncio. Un apostolo giovane, vestito di verde (san TOMMASO? ), poggia il braccio sul tavolo come per levarsi a discutere con GIUDA, verso il quale invia un penetrante sguardo. Sono molto limitati gli aspetti drammatici, prediligendo una rappresentazione misurata e serena. . I DUE APOSTOLI ALL’ESTREMA DESTRA si indicano il petto, come a chiedersi se il messaggio di Gesù a proposito del tradimento sia rivolto a loro.

A destra di Gesù troviamo GIOVANNI addormentato addosso a lui. La testa di Gesù

A destra di Gesù troviamo GIOVANNI addormentato addosso a lui. La testa di Gesù è frutto di un maldestro restauro avvenuto in tempi moderni. GIUDA, come da tradizione, è separato dal gruppo dei dodici, trovandosi seduto sul lato opposto della tavola di spalle. Le emozioni degli atteggiamenti che il pittore vuole trasmettere restano in superficie, evitando espressioni drammatiche. Ciascun apostolo è caratterizzato quanto basta, e gli atteggiamenti sono tranquilli. Anche Giuda appare sereno e tranquillo.

Ghirlandaio apparecchia le sue mense in modo accuratissimo, troviamo elementi di natura morta e

Ghirlandaio apparecchia le sue mense in modo accuratissimo, troviamo elementi di natura morta e l’eleganza delle tavole rinascimentali e i pasti, non eccessivi, dei conventi. In questi affresco abbiamo bicchieri di Murano molto fini, affusolate bottiglie, coltelli con manici in legno e lame affilate, piatti di stagno e grandi coppe. Abbiamo anche una serie di primizie accanto agli immancabili PANI. Vediamo infatti FRUTTA e ORTAGGI che hanno qui un forte ed interessante valore simbolico. Scopriamoli insieme nelle prossime diapositive!

Attenzione ad alcuni particolari… Natura morta Coltelli La brocca e il bacile ricordano la

Attenzione ad alcuni particolari… Natura morta Coltelli La brocca e il bacile ricordano la lavanda dei piedi Bicchieri di vetro Giuda è l’unico ad indossare i calzari, mentre gli altri hanno i piedi nudi

Abbiamo sulla sinistra delle MELE simbolo del peccato. Poco oltre c’è anche la LATTUGA

Abbiamo sulla sinistra delle MELE simbolo del peccato. Poco oltre c’è anche la LATTUGA simbolo di penitenza, elemento presente anche nella cena pasquale ebraica che ricorda l’amarezza della schiavitù in Egitto. È un cibo dal sapore amaro ma è anche un cibo povero, adatto alla mensa del giovedì santo. Ci sono delle CILIEGIE sparse per tutta la mensa che ricordano le gocce di sangue di Gesù crocifisso. Nella Bibbia questo frutto dal sapore dolce simboleggia anche la gioia che viene dalle opere buone. Ci sono, sulla destra, delle ARANCE che ricordano il Paradiso e la salvezza. È l’antagonista della mela! In alcune opere d’arte Gesù Bambino ha in mano delle arance. Questo frutto arrivò in Sicilia solo nell’XI sec a seguito delle conquiste arabe.

Ghirlandaio vuole evidenziare alcuni elementi botanici molto importanti. I fiorentini tenevano molto ai grandi

Ghirlandaio vuole evidenziare alcuni elementi botanici molto importanti. I fiorentini tenevano molto ai grandi giardini, tanto che spesso chi commissionava il lavoro chiedeva che fossero alberi, fiori, giardini. In questo caso però è chiaro il riferimento all’EDEN, il giardino paradisiaco. Ci sono piante di AGRUMI, CEDRI, LIMONI sempreverdi, ALBERI che portano ricchi frutti e con le foglie che non cadono mai (come l’uomo che non dovrebbe mai cadere nel peccato): “Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Sal 1, 1 -3). Non manca il CIPRESSO, segno di divina sapienza, che decorava il Tempio di Salomone, diventato anche il simbolo di Maria che custodiva il Bambino Gesù. C’è anche la PALMA, simbolo di salvezza e vittoria sulla morte. “Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano” (Sal 92, 13) e pianta che accoglie Gesù a Gerusalemme.

RIFERIMENTI BIBLICI SULLE PIANTE: Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino

RIFERIMENTI BIBLICI SULLE PIANTE: Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Gn 2, 15 Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti. Is 61, 11 Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Lc 6, 43 Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. (Gv 15, 1 -8)

Non mancano gli UCCELLI che volano tra gli alberi, quasi sopra il cenacolo. Sembrano

Non mancano gli UCCELLI che volano tra gli alberi, quasi sopra il cenacolo. Sembrano sequenze di caccia con i rapaci che inseguono altri volatili; a quel tempo la pratica della caccia con i falconi addestrati era molto di moda. Il FALCONE però è simbolo del male e della cattiveria perché attacca vittime inermi e più deboli. In questa scena attaccano ANATRE e FAGIANI, simbolo di anime pure e innocenti; in loro aiuto arriva una QUAGLIA che si sacrifica per salvare gli altri volatili. Un altro uccello che assiste alla scena è il PAVONE, simbolo della vanità; in passato però aveva una grande considerazione perché dalla sua coda aperta si vedevano tanti “occhi”, quindi richiamava la potenza di Dio. Pare che la sua carne non marcisca e quindi era considerato segno di immortalità e quindi facilmente collegabile alla risurrezione. A sinistra dell’affresco c’è una PERNICE. Purtroppo per lei però è simbolo del male: Geremia infatti dice che la pernice “cova uova da lei non deposte” (Gr 17, 11) e quindi è considerata come una ladra e capace di abbandonare ciò che ha preso con l’inganno. È vista come una creatura furba, ingannevole, litigiosa, traditrice… insomma la pernice, poverina, non fa proprio una bella figura. La PERNICE e il PAVONE si scrutano, si tengono d’occhio: è la lotta fra il bene e il male. Se il pavone ricorda Gesù Risorto, la pernice è Giuda che ruba e tradisce.

In un altro dipinto, nel refettorio di San Marco a Firenze, il Ghirlandaio inserisce

In un altro dipinto, nel refettorio di San Marco a Firenze, il Ghirlandaio inserisce un altro animale a noi più comune, il GATTO. Si trova alle spalle di Giuda, seduto sulle zampe posteriori, volge il muso verso gli spettatori e sembra fissarci ammiccando… Come viene visto il gatto nella Bibbia e nell’arte? Veniva adorato dagli Egizi ma ignorato dai testi biblici. È guardato con sospetto dagli scrittori perché ama la vita notturna, ha un’indole sensuale e non si fa addestrare (quindi non ubbidisce e non si sottomette alle leggi). Nel dipinto sembra proprio accompagnare Giuda verso il male; sembra in attesa di mangiare quanto avanza dalla tavola, come Giuda mangia il boccone del traditore.

Merita attenzione la TOVAGLIA: come è disposta sembra quella di un altare dove il

Merita attenzione la TOVAGLIA: come è disposta sembra quella di un altare dove il sacerdote consacra l’Eucaristia; presentano ancora le pieghe così come usavano fare i frati nel convento. Inoltre ha delle decorazioni azzurre (“alla perugina”) e sono di colore bianco ed esprimono candore e purezza. Anche le eleganti bottiglie di acqua e vino, rigorosamente a coppia, ricordano le ampolline della Messa. ACQUA: simbolo di vita e di umanità VINO: fa memoria del sangue di Cristo. In questo affresco il vino è bianco e non rosso come in altri affreschi.