Freedom Writers 2007 Riferimenti a Agosti A 2013

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Freedom Writers (2007) Riferimenti a Agosti A. , 2013, Pratiche didattiche sullo schermo. Per

Freedom Writers (2007) Riferimenti a Agosti A. , 2013, Pratiche didattiche sullo schermo. Per un pensare riflessivo sull’insegnamento, Franco. Angeli, Milano

 • Avvenimenti occorsi a una classe e alla sua insegnante nell’a. s. 1992;

• Avvenimenti occorsi a una classe e alla sua insegnante nell’a. s. 1992; • Erin Gruwell è una docente di lettere al primo incarico in una classe con elementi problematici; • La scuola fa parte di un programma di integrazione che ha prodotto la perdita del 75% di studenti più validi in due anni (lo afferma il capo dipartimento dell’istituto)

 • Nella classe ci sono diversi gruppi etnici: latinoamericani, cambogiani, afroamericani, cinesi e

• Nella classe ci sono diversi gruppi etnici: latinoamericani, cambogiani, afroamericani, cinesi e un solo studente di pelle bianca • Tale presenza multietnica genera dei territori divisi in classe nei quali gli studenti si raggruppano per etnia, riflettendo la loro presenza nel territorio della città; • La scuola si conferma come perpetuazione dell’assetto sociale, invece di rappresentare opportuna di crescita e di superamento di barriere (tutto ciò all’inizio della storia)

 • La scuola è vista come parcheggio in attesa che gli studenti ne

• La scuola è vista come parcheggio in attesa che gli studenti ne escano per le classi superiori o che rinuncino autonomamente e, nel frattempo, l’unica preoccupazione è quella di evitare che si verifichino incidenti; • I ragazzi percepiscono tale situazione e stentano a capire che la docente (Erin) prende a cuore le loro situazioni e che è interessata ai loro vissuti

 • Il film presenta come la docente, anche compromettendo la sua vita familiare

• Il film presenta come la docente, anche compromettendo la sua vita familiare (si separerà dal marito), si guadagnerà il rispetto e la considerazione degli studenti: trovano in lei qualcuno disposto ad ascoltare le loro voci e storie; • Mette in atto pratiche didattiche opportune e propone ai ragazzi di scrivere quaderni-diario che gli studenti accettano e riempiono con gli spaccati della loro vita; • Questo dispositivo narrativo cementa il rapporto e permette alla classe di divenire e schierarsi come tale

 • Erin inizia il suo percorso con un incontro con il capo dipartimento

• Erin inizia il suo percorso con un incontro con il capo dipartimento che la mette in guardia e dichiara lo sguardo della scuola sugli studenti ed Erin dichiara i suoi intenti diametralmente opposti [3. 50 m] • Anche un collega esprime lo stato d’animo dei docenti di quella scuola: in un primo colloquio [11. 10 m] e anche in seguito [35. 50 m] • Dopo un inizio poco promettente , una prima svolta si ha quando la docente propone un brano di un rapper di successo che gli studenti mostrano di conoscere e sembrano voler dire che non cadono all’amo; lei reagisce e, “finalmente” per gli studenti, mostra il suo vero volto; • gli studenti l’hanno smascherata; fin da subito non credevano e non volevano accettare un docente che cercava di dimostrare che fosse a suo agio e con il sorriso sulla bocca; • Erano abituati a vedere docenti demotivati, forse “avversari”, e pensano che anche Erin sia così, solo che cerca di reprimersi;

 • Un’altra svolta [27 m-34 m] si ha quando la docente, in risposta

• Un’altra svolta [27 m-34 m] si ha quando la docente, in risposta a un foglietto con la caricatura di un ragazzo afroamericano con le labbra ingigantite disegnato da uno studente e fatto girare fra i banchi, sfida gli studenti sul loro terreno dicendo che esisteva una banda molto più potente delle loro che, nel passato, facendo anche girare immagini simili (con ebrei con il naso grande e anche con africani con labbra grandi) per istigare al diverso, aveva prodotto un sterminio quasi totale di una razza; introduce, prendendo la palla al balzo, il tema dell’olocausto come esplicitazione al massimo livello di avversione razziale; • Nella discussione che espliciterà, in seguito, il tema dell’olocausto, è anche occasione per ribadire, da parte dei ragazzi, che non si fidano di lei, che deve smetterla di fare finta di essere una persona che capisce le loro situazioni

 • Si apre una discussione, dura, ma vera che scuote gli studenti; •

• Si apre una discussione, dura, ma vera che scuote gli studenti; • Erin veste anche il ruolo di persona che ragione/discute con loro; • Erin: “quando sei morto guadagni rispetto forse? ” • Uno studente: “Si” • Erin: “sai quando muori che cosa succede? che marcisci sotto terra …. . ” • …………. . • Alla fine un ragazzo chiede cosa sia l’olocausto e si scopre che nessuno ne conosce il significato

 • Da qui in poi inizia tutto il percorso che avvicinerà la docente

• Da qui in poi inizia tutto il percorso che avvicinerà la docente ai ragazzi • La docente sa sfruttare in modo appropriato un fatto spiacevole (la caricatura) per proporre un itinerario di studio e approfondimento che porterà i ragazzi alla scoperta dell’olocausto e alla costruzione di cosa ciò significa; • Invece di raccontare e trasmettere, si può interagire per costruire; • Ciò è una prerogativa non solo di un docente, ma anche di un educatore (non che un docente non sia un educatore) durante la sua attività, ad esempio, in una comunità per minori;

 • Una didattica dell’inaspettato/una educazione dell’inaspettato; • Ricordiamo che “nella quotidianità, l’educatore non

• Una didattica dell’inaspettato/una educazione dell’inaspettato; • Ricordiamo che “nella quotidianità, l’educatore non fornisce soluzioni, ma aiuta a trovarle; il nascere di un problema, rappresenta l’occasione per discuterne: non occorre dare risposte che risolvano e che veicolano la regola sottesa e la impongono; occorre argomentare fino a giungere a quella regola, però attraverso una sua costruzione”;

 • “Ogni formatore che proceda in modo non dogmatico sa quanto sia importante

• “Ogni formatore che proceda in modo non dogmatico sa quanto sia importante aspettarsi qualcosa di inaspettato. L’imprevisto non è un ostacolo, un incidente, un elemento di disturbo o il frutto di un errore come potrebbe essere giudicato da una logica rigidamente programmatoria. […]. Quando […] la situazione si presenta con elementi inaspettati, l’applicazione degli schemi pre-formulati è inadeguata e va messa da parte […]; si dovrà allora far riferimento alle conoscenze e all’esperienza, ma soprattutto alla creatività o artisticità per inventare una nuova contromossa” (A. Agosti, Pratiche didattiche sullo schermo, pp. 52 -52)

 • Erin riesce a cogliere l’opportunità della curiosità sul tema dell’olocausto per condurre

• Erin riesce a cogliere l’opportunità della curiosità sul tema dell’olocausto per condurre i ragazzi verso nuovi significati e valori

 • Durante le discussioni, non c’è nel comportamento di Erin la rivendicazione del

• Durante le discussioni, non c’è nel comportamento di Erin la rivendicazione del ruolo del docente; sicuramente lei giudica e non approva i modi degli studenti; spesso è ferita e rimane in silenzio, però non si preoccupa della difesa del ruolo come succede, invece, nel film La scuola, sia da parte del docente protagonista che dei suoi colleghi.

 • Un altro momento [39 m] significativo per cercare di far superare agli

• Un altro momento [39 m] significativo per cercare di far superare agli studenti i loro steccati, che portano anche in aula, si ha quando Erin fa giocare al gioco della linea. Gli studenti debbono avvicinarsi alla linea e rimanerci in base alle domande del docente. • Su temi che li toccano da vicino e che ruotano su significati che li coinvolgono emotivamente, essi si ritrovano faccia a faccia e soffrono allo stesso modo al di là di appartenenze a etnie e gang diverse; • Gli studenti si guardano molto e in quei momenti perdono la maschera e diventano veri

 • Erin propone quindi di scrivere dei diari personali [43. 30] che, se

• Erin propone quindi di scrivere dei diari personali [43. 30] che, se loro lo permetteranno, potranno essere letti dalla docente; • La scrittura come rielaborazione di se stessi e mezzo per farsi, eventualmente, conoscere dalla docente • La scrittura ricorre molto nel film: gli studenti scriveranno a Miep Gies, che poi inviteranno nella loro scuola, che è una delle persone che hanno nascosto Anna Frank • Scriveranno ancora per pubblicare in un libro i loro diari • Notare anche qui la diversità della gestione dei diari da parte di Erin e da parte del docente di La classe

 • Dopo il secondo anno Erin dovrà abbandonare la classe, come previsto dal

• Dopo il secondo anno Erin dovrà abbandonare la classe, come previsto dal regolamento scolastico; • Si apre un dibattito, in sedi istituzionali, fra Erin e il capo dipartimento dell’istituto [1. 42. 15 m e 1. 49 m] (in un colloquio emerge in tutta la sua maestosità la grettezza di un collega della docente che dice, rivolgendosi alla Erin: “e sta anche per divorziare”), condotto spesso, da parte di quest’ultima, sulla linea di un livore personale

 • Dall’ultimo colloquio si può tratte spunto sulla ripetibilità o meno di pratiche

• Dall’ultimo colloquio si può tratte spunto sulla ripetibilità o meno di pratiche educative/didattiche, quando il capo dipartimento dice sarcasticamente “I suoi metodi sono impraticabili, impossibile da applicare con regolarità. Che succederebbe se tutti insegnassero in questo modo? Abbiamo milioni di ragazzi che ogni anno entrano nel sistema di istruzione di questo paese, e abbiamo bisogno di garantire al maggior numero di studenti di beneficiarne, non solo a casi speciali. E lei crede di poter creare questa famiglia ad ogni corso, ogni anno? Con ogni studente che avrà? ” e Erin risponde “non lo so”.

 • Una pratica educativa che si è dimostrata efficace, può essere ripetuta in

• Una pratica educativa che si è dimostrata efficace, può essere ripetuta in altre situazioni con educandi diversi? • Esistono buone pratiche confezionate e pronte da riutilizzare? • Possono discendere da queste delle strategie universali? • Possono sicuramente servire come canovaccio iniziale, avendo studiato e compreso bene la situazione educativa che si sta affrontando, ma poi durante l’itinerario si dovrà essere pronti nel sentire gli accadimenti e piegare, modificare, ristrutturare l’azione intrapresa. • L’agire educativo è complesso, non (solo) complicato!