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Acea S. p. A. Rapporti Istituzionali Archivio storico Roma, regina delle acque Lo sviluppo

Acea S. p. A. Rapporti Istituzionali Archivio storico Roma, regina delle acque Lo sviluppo dell’approvvigionamento idrico di Roma dall’età antica ai giorni nostri A cura di Daniela Ukmar ukmar. daniela@aceaspa. it

Sommario I) Gli acquedotti romani (IV sec. a. C. – IV sec. d. C.

Sommario I) Gli acquedotti romani (IV sec. a. C. – IV sec. d. C. ) III) Roma, città delle fontane (XVI – 1870) II) L’Urbe assetata (V – XV sec. ) IV) L’acqua nelle case dei romani (1870 - 2012) 2

Acqua, risorsa e potenza n n n La portata complessiva delle opere idrauliche di

Acqua, risorsa e potenza n n n La portata complessiva delle opere idrauliche di Roma antica superava la quantità giornaliera di acqua disponibile della città odierna. Tale abbondanza, mai raggiunta in nessuna altra parte del mondo, fu il risultato di una compiuta consapevolezza dell’importanza politica della cultura dell’acqua. L’acqua, utilizzata per alimentare spettacolari terme, bagni pubblici, naumachie, fontane e ninfei, divenne simbolo di celebrazione del potere. Frammento della Forma Urbis Romae (III sec. d. C. ) Ricostruzione Giuseppe Gatteschi che raffigura lofantastica sbocco didi un dotto idrico. E’ la del più Serapeo Campense agrafica Campodella Marzio antica testimonianza rete idrica romana. 3

Le maestose vestigia delle opere testimoniano il ruolo chiave esercitato dall’acqua nella civiltà romana.

Le maestose vestigia delle opere testimoniano il ruolo chiave esercitato dall’acqua nella civiltà romana. 1000 anni di ingegneria ed architettura idraulica, e la consapevolezza di un’economia dipendente dalle risorse idriche, ci hanno consegnato decine di chilometri di opere idrauliche, che solcano e rendono unica - la campagna romana. 4

Le fonti testuali antiche n n I Romani raggiunsero livelli eccelsi nelle opere idrauliche

Le fonti testuali antiche n n I Romani raggiunsero livelli eccelsi nelle opere idrauliche giovandosi sia delle conoscenze acquisite dagli Egizi, sia delle tecniche costruttive realizzate dagli Etruschi. Le maggiori fonti testuali antiche, dalle quali si possono trarre informazioni sulle capacità tecniche acquedottistiche romane, sono essenzialmente due: Ø Ø Il De architectura di Vitruvio (I sec. a. C. ), nel quale vengono illustrate le tecniche di conduzione delle acque e la rete idrica urbana; Il De aquaeductu urbis Romae di Frontino (fine I sec. d. C. ), nel quale vengono descritti in maniera dettagliata gli acquedotti coevi della città. 5

De aquis quae in urbem influunt… Acquedotti di età repubblicana: n Acqua Appia (312

De aquis quae in urbem influunt… Acquedotti di età repubblicana: n Acqua Appia (312 a. C. ) n Anio Vetus (269 a. C. ) n Acqua Marcia (144 a. C. ) n Acqua Tepula (125 a. C. ) Acquedotti di età imperiale: n Acqua Iulia ( 33 a. C. ) n Acqua Virgo (19 a. C. ) n Acqua Alsietina (2 a. C. ) n Acqua Claudia (38 d. C. ) n Anio Novus (52 d. C. ) n Acqua Traiana (109 d. C. ) n Acqua Alessandrina (226 d. C. ) 6

TRAIANA ALSIETINA ANIO VETUS CLAUDIA MARCIA APPIA ALESSANDRINA TEPULA ANIO NOVUS IULIA 7

TRAIANA ALSIETINA ANIO VETUS CLAUDIA MARCIA APPIA ALESSANDRINA TEPULA ANIO NOVUS IULIA 7

L’Acqua Appia n n n Nell’anno 312 a. C. il censore Appio Claudio fece

L’Acqua Appia n n n Nell’anno 312 a. C. il censore Appio Claudio fece costruire il primo acquedotto. L’acqua era captata dalla Via Prenestina, a 7 - 8 Km da Roma, all’altezza della località La Rustica. Arrivava in città ad una quota molto bassa. Da Porta Maggiore si dirigeva verso il Celio e, dopo aver attraversato l’Aventino, terminava nel Foro Boario (dove è attualmente la sede dell’Anagrafe). . Presso il Foro Boario si trovava il porto della Roma repubblicana, meta di viaggiatori provenienti da tutto il Mediterraneo. Qui la presenza di acqua potabile si connotava di fini evidentemente propagandistici. 8

L’Anio Vetus n n L’Anio Vetus fu realizzato nel 272 a. C dal censore

L’Anio Vetus n n L’Anio Vetus fu realizzato nel 272 a. C dal censore Manlio Curio Dentato con il bottino della vittoria su Pirro. Aveva origine dall’Aniene, in una località tra Vicovaro e Mandela. Entrava a Roma (dopo un percorso di 64 km) dalla Spes Vetus, l’odierna Porta Maggiore, attraversava l’Esquilino e finiva vicino alla stazione Termini. La sua capacità era di 180. 000 mc circa al giorno. Anio Vetus a Ponte della Mola 9

L’Acqua Marcia La migliore acqua del mondo per freddo e sanità, a testimonianza di

L’Acqua Marcia La migliore acqua del mondo per freddo e sanità, a testimonianza di tutta Roma, è l’Acqua Marcia, tra gli altri doni degli dei concessa a Roma. (Plinio II, I sec. d. C. ) n n n L’esigenza di portare a Roma acqua più pura di quelle dell’Appia e dell’Anio Vetus, intorbidate da depositi d’argilla, sorse nella tarda epoca repubblicana. Nel 144 a. C. il pretore Quinto Marcio Re addusse le acque di alcune sorgenti nell’alta Valle dell’Aniene, presso Arsoli. Il suo percorso era di 91 km e per la sua costruzione fu utilizzata per la prima volta la tecnica delle grandi arcate. Di alta qualità, l’acqua venne distinta dalle altre ut in primis potui tota serviret (riservata agli usi potabili). Speco dell’Acqua Marcia nel Parco degli Acquedotti Acqua Marcia a Via del Mandrione 10

L’Acqua Tepula n n n L’Acqua Tepula proveniva dalla sorgente Preziosa, nei pressi di

L’Acqua Tepula n n n L’Acqua Tepula proveniva dalla sorgente Preziosa, nei pressi di Grottaferrata Il nome era dovuto alla calda temperatura dell’acqua che raggiungeva i 16° - 17°. Fu completata nel 125 a. C. dai censori C. N. Copione e L. Cassio Longino Per risparmiare tempo e denaro il canale venne sovrapposto a quello dell’Acqua Marcia. La sua portata era di 17. 800 mc giornalieri Via del Mandrione: sopra il canale dell’Acqua Marcia si intravede il condotto, in opera reticolata, dell’Acqua Tepula 11

L’Acqua Iulia n n Prendeva il nome dalla gens dell’imperatore Ottaviano, che lo fece

L’Acqua Iulia n n Prendeva il nome dalla gens dell’imperatore Ottaviano, che lo fece costruire nel 33 a. C. Proveniva dalla sorgente Squarciarelli, 12 miglia a sud est della città. Per non dover costruire una nuova serie di arcate, il canale fu posto sopra quello dell’Acqua Tepula. Portava a Roma circa 49. 000 mc di acqua al giorno. Gli acquedotti Marcio e Tepula con brandelli del pavimento dell’Acqua Iulia a Via del Mandrione 12

L’Acqua Virgo n n n L’acquedotto fu fatto costruire da Marco Agrippa nel 19

L’Acqua Virgo n n n L’acquedotto fu fatto costruire da Marco Agrippa nel 19 a. C. e prese il nome, secondo la leggenda, dalla giovinetta che indicò la sorgente ai legionari. La sorgente si trovava all’ottavo miglio della Via Collatina, nella località Salone. Si snodava per circa 21 km, per convogliare l’acqua alle falde del Pincio. Da qui continuava il suo percorso su arcate per giungere alle terme di Agrippa presso il Pantheon. Frammenti Il portone in di Via travertino del Bufalobianco che conduce dell’Acqua allo Virgo specotra dell’Acqua Via del Nazareno Virgo e Via del Bufalo 13

L’Acqua Alsietina n n n L’Acqua Alsietina fu condotta a Roma da Augusto nel

L’Acqua Alsietina n n n L’Acqua Alsietina fu condotta a Roma da Augusto nel 2 a. C. Proveniva dal lago Alsietinus (oggi Martignano) nei pressi di Bracciano, e giungeva a Roma attraverso il Gianicolo, dopo un percorso di circa 33 km. La sua acqua non era potabile. Fu usata per riempire la naumachia in Trastevere e per irrigazione. . Naumachia in Trastevere 14

L’Acqua Claudia Nell’intero mondo nulla è più degno di ammirazione (Plinio II, I sec.

L’Acqua Claudia Nell’intero mondo nulla è più degno di ammirazione (Plinio II, I sec. d. C. ) n n n E’ il più grandioso degli acquedotti di Roma, le cui arcate, universalmente celebri, da 2000 anni caratterizzano il paesaggio della campagna a sud di Roma. Iniziato da Caligola nel 38 d. C. , fu portato a termine da Claudio nel 52. Le sorgenti principali, Cerulea e Curzia, situate nell’Alta Valle dell’Aniene a 68 km da Roma, fornivano acqua di pregiata qualità. All’altezza di Porta Maggiore si staccava un ramo (costruito da Nerone), l’Arcus Neronianus o Caelemontani, che si dirigeva verso il Celio, per poi giungere al palazzo imperiale sul Palatino. Una Acquedotto pianta Claudio del 1472 nel Parco raffigura degli Acquedotti una parte dell’Arcus Caelemontani dietro il Colosseo. 15

L’Anio Novus n n Fu fatto costruire da Caligola nel 38 d. C. e

L’Anio Novus n n Fu fatto costruire da Caligola nel 38 d. C. e fu completato insieme all’acquedotto Claudio nel 52 d. C. Adduceva l’acqua dal fiume Aniene da una sorgente a 38 miglia ad est di Roma, nei pressi di Subiaco. E’ senza dubbio l’opera più imponente dell’architettura idraulica romana. Al VII miglio della Via Latina, presso Capannelle, il condotto si sovrapponeva a quello dell’acquedotto Claudio. Spechi dell’Anio e dei dell’Acqua Anio Novus presso. Novus la Villa Quintili Claudia parco degli Acquedotti sulla Vianel Appia 16

L’Acqua Traiana n n Fu costruito nel 109 d. C. Le sorgenti erano presso

L’Acqua Traiana n n Fu costruito nel 109 d. C. Le sorgenti erano presso il lago di Bracciano: da qui giungeva a Roma dopo un percorso di 32, 5 km, durante il quale seguiva per un primo tratto la via Cassia e la via Clodia, poi l’Aurelia fino a Porta San Pancrazio. Dal colle del Gianicolo riforniva l’VIII regio, Trans Tiberim (Trastevere), e alimentava le Terme di Traiano. E’ stato scoperto nel 1912, in via Angelo Masina. Il percorso dell’acquedotto 17

L’Acqua Alessandrina n n E’ l’ultimo di epoca romana in ordine cronologico. Fu voluto

L’Acqua Alessandrina n n E’ l’ultimo di epoca romana in ordine cronologico. Fu voluto nel 226 d. C. dall’imperatore Alessandro Severo. L’acqua proviene da Pantano Borghese, sulla via Casilina, e giunge a Roma su tipiche arcuazioni in laterizio, che seguono la Via Prenestina e la Via Labicana fino a Porta Maggiore. Fu utilizzata per le terme Alessandrine in Campo Marzio. Acquedotto pressi di Togliatti Tor Bella Acquedotto Palmiro Acquedotto Alessandrinoanei a. Via Tor Tre Teste Monaca 18

Il funzionamento degli acquedotti: il percorso n n n Lontano dall’areaera urbana, parte Fondamentale

Il funzionamento degli acquedotti: il percorso n n n Lontano dall’areaera urbana, parte Fondamentale la posizione del percorso erasituate sotterraneo: delle sorgenti, semprei in pozzi verticali garantivano posizione più alta della città. l’altezza Il percorso necessaria dell’adduzioneper era mantenere la discesa, e meticolosamente pianificato. il canale (specus) veniva scavato L’acqua si I muoveva grazie nella roccia. pozzi venivano esclusivamente lasciati aperti allaperforza ladi gravità, in quanto manutenzione. Lungol’acquedotto lo specus fungeva da scivolo fino allo erano presenti degli sfoghi in sbocco. caso di piena. L’acquedotto era città, progettato In prossimità della l’acquain modo tale che ogni singola una parte addotta passava attraverso corresse dove piùlain odel più tracciato piscinae limariae, basso di quella rallentava precedente, velocità di flusso per e leggermente più in alto di quella consentire il deposito di fango e successiva. altre impurità. Lungo ildipercorso una grossa pietra Prima essere sotterraneo, definitivamente distribuita, in superficie, 70 metri, segnalava l’acqua passavaogni attraverso una vasca dettala piscina limaria, per consentire alledoveva impurità di presenza del canale sotterraneo: essere depositarsi. In alcuni acquedotti si trovavano rispettata una distanza di sicurezza di circa 1, 30 simili vasche ancheromani lungo il percorso. Gli funzionavano a metriacquedotti dal suo passaggio “gravità”; il disegno indica un esempio generico di uno schema altimetrico 19

Dove confluivano acquedotti? n n n Vicino alla città, il flusso veniva garantito da

Dove confluivano acquedotti? n n n Vicino alla città, il flusso veniva garantito da serie di arcate di altezza elevata, che raggiungevano anche i 30 metri. Per sfruttare l’altezza naturale dell’Urbe, gli acquedotti puntavano dritti alle parti più alte, come a Porta Maggiore. Essa costituiva un punto strategico della distribuzione delle acque nella città, dove confluivano almeno sette grandi acquedotti. gli Sei diverse acque (Marcia, Tepula, Iulia, Claudia, Anio Novus e, forse, Alessandrina) raggiungevano Roma da Porta Maggiore (Porta Praenestina). L’acqua entrava in città dal vicino colle Esquilino, per essere distribuita a gran parte dei quartieri 20

La distribuzione idrica: i castella n n Il principale sbocco di un Molti castelli

La distribuzione idrica: i castella n n Il principale sbocco di un Molti castelli avevano l’aspetto di fontane o ninfei, decorati, acquedotto, castellum con statue, rilievi e mosaici. conteneva una o per più vasche Erano sorvegliati evitare manomissioni per rallentareeilinquinamento flusso idrico e far sedimentare le ultime Le immagini a lato raffigurano le rovine di impurità. Daunquiimponente l’acqua castello negli attuali giardini di giungeva. Vittorio all’esterno da piazza Emanuele, comunemente denominato alcuni bocchettoni. Trofei di Mario (tardo III sec. n d. C. ) Dal dalle castellum principale decorazioni originali collocate ai suoi altre parti della laticittà raffiguranti armi barbariche, venivano raggiunte da rami scudi e armature. n minori che terminavano con numerosi castelli secondari. L’acqua, giunta in città, veniva inserita in “castelli acquari”, che servivano per distribuirla, privilegiando gli usi pubblici, come fontane e terme, rispetto a quelli privati Rovine di un castello acquario in P. zza Vittorio Emanuele II 21

Gli acquedotti in frantumi Gli acquedotti originari funzionarono fino al VI sec. n Durante

Gli acquedotti in frantumi Gli acquedotti originari funzionarono fino al VI sec. n Durante le guerre gotiche, le popolazioni barbariche, che ripetutamente assediarono Roma, ne danneggiarono gran parte per tagliare le risorse idriche della città. n Insieme alla decadenza e alla devastazione dell’Urbe, le monumentali opere idrauliche caddero in frantumi. n Tra esse solo l’Acqua Vergine e, a periodi alterni, l’Acqua Traiana rimasero in funzione nei 1000 anni successivi. n Roma sparita, Franz Roesler (1845 -1907) 22

L’assedio degli Ostrogoti n I primi danneggiamenti sono n Gli Ostrogoti si accamparono nel

L’assedio degli Ostrogoti n I primi danneggiamenti sono n Gli Ostrogoti si accamparono nel legatidiall’incursione punto intersezione dei Visigoti maggiori nel 409, tra poila dei Vandali di acquedotti, Via Appia e la Via Genserico nel 455 ei degli Eruli Latina, e ne tagliarono condotti per di Odoacre nel 476. assetare la città. assediati, muraronofu, gli n Gli Non privo diinvece, conseguenze sbocchi (presso il Pincio) dell’Acqua probabilmente, anche il Vergine, per bloccare un avvenuto tentativo di devastante terremoto penetrazione degli Ostrogoti a Roma nel 443. l’acquedotto. n attraverso Ma fu soprattutto nel 534, con n L’assedio tolto nel ma re da l’assedio fuposto da 538, Vitige, allora, quasi mille anni, degli per. Ostrogoti, che. Romaglifu privata della sua maggiore acquedotti svolsero un fonte ruolodi approvvigionamento idrico. vicende fondamentale nelle belliche. Sulle rovine delle Terme di Traiano, cadute in abbandono dopo il taglio degli acquedotti da parte di Vitige, sorsero nel medioevo orti e vigne, a caratterizzare paesaggio deldi La cartina visualizzail nuovo gli spostamenti popolazioni nell’area europea a partire dal V sec. colle che aveva ospitato la Reggia d’oro di d. C. Nerone 23

Gli acquarenari n Durante il Medioevo, n Una testimonianza del prezioso l’approvvigionamento idrico di

Gli acquarenari n Durante il Medioevo, n Una testimonianza del prezioso l’approvvigionamento idrico di n L’ospedale di Sanacquarenari Giovanni trae lavoro degli è Roma fu garantito quasi lerilevabile sue origini(XIII sec. ) da questa esclusivamente dal Tevere. dalla fontanella detta Il. Via Cancellieri n Corporazione. L’acqua del, infiume veniva del Facchino Lata. nel giorno di asini festail trasportata dorso degli nracconta Il busto che del a. Facchino , ovvero e vendutad’acqua asi domicilio dalla dell’Ospedale esponeva “una venditore con la sua Corporazione degli pianeta ove sieredi vedeva unantichi asinoè piccola e caratteristica acquarenari, deglibotte, carico di bariliald’acqua ”. acquarii. databile Rinascimento, n quando Il loro nome dovuto della alla il era compito pessima qualità corporazione era giàdell’acqua, in declino, a sabbia fanghiglia. degli amista seguito del eripristino acquedotti romani. L’ospedale San Giovanni (XIII sec. ) trae origine dalla Corporazione degli acquarenari Roma. Fontana sparita , del Franz Roesler Facchino in(1845 -1907 Via Lata. ) 24

La ricostruzione pontificia La resurrezione di Roma inizio L’acqua tornò anche ad ha essere

La ricostruzione pontificia La resurrezione di Roma inizio L’acqua tornò anche ad ha essere dopoi papi il periodo avignonese, ma arte: decorarono gli sbocchi solo nel corso del XVI con sec. principali dei condotti rinacque unfontane, interesse definite per i grandiose monumentali acquedotti. mostre dei rispettivi acquedotti, ai grandi del n similmente Nel 1556 un mediconinfei di Roma passato. suscitò grandi polemiche, denunciando la pericolosità dell’acqua del Tevere, definita “portatrice di peste” n I papi decisero allora di realizzare nuovi dotti, sfruttando, quanto più possibile, ciò che rimaneva di quelli antichi: l’acqua, dopo circa 1000 anni, tornò così a fluire nella città. nn La basilica di S. Pietro (incisione di H. Catenacci, XIX sec. ) 25

Il ripristino dell’Acqua Vergine L’acqua Virgo è l’unico fra gli acquedotti antichi ad essere

Il ripristino dell’Acqua Vergine L’acqua Virgo è l’unico fra gli acquedotti antichi ad essere rimasto continuamente attivo. n Dopo il Medioevo, tuttavia, il percorso del dotto subì un accorciamento e l’acqua non venne più incanalata dalle sorgenti originali. n I lavori definitivi per il suo ripristino furono portati a termine nel 1570 da Papa Pio V. n L’acquedotto riprese la sua portata originaria, con l’aggiunta di una nuova rete sotterranea in diversi rioni della città (Ponte, Parione, Campo Marzio e Sant’Eustachio). n Una pianta del 1590 mostra un tratto non più esistente dell’acqua Virgo sul colle Pincio n 26

La mostra dell’acqua Vergine Nel 1453, nel corso di uno dei molti restauri, papa

La mostra dell’acqua Vergine Nel 1453, nel corso di uno dei molti restauri, papa Nicolò V fece modificare parzialmente la direzione dell’acquedotto e ne decorò lo sbocco con una fontana in Piazza Trevi. n Tre secoli dopo vennero fatti diversi tentativi, tutti sfortunati, per migliorarne l’aspetto. n Solo nel 1751 Francesco Salvi, su incarico di Clemente XII, realizzò l’opera universalmente riconosciuta come Fontana di Trevi, uno dei simboli stessi di Roma. n L’originaria fontana di Piazza Trevi del 1453 (incisione di G. Vasi, 1700) Particolare della Fontana di Trevi che rievoca l’antica leggenda dell’Acqua Vergine 27

Le fontane dell’acqua Vergine Molte fontane del centro storico ricevevano l’acqua Vergine, attraverso i

Le fontane dell’acqua Vergine Molte fontane del centro storico ricevevano l’acqua Vergine, attraverso i suoi numerosi rami secondari. n Le più celebri tra esse sono la fontana dei Fiumi a Piazza Navona, la Barcaccia a Piazza di Spagna, la fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei, la fontana della Rotonda al Pantheon. n Il dipinto raffigura un lavatoio pubblico nel complesso monumentale di Via del Nazareno, dove le acque condotte dall’Acquedotto Vergine affioravano in superficie (Ignoto, sec. XIX) 28

Il ripristino dell’acqua Alessandrina: l’acquedotto Felice n n n n Il. Roma percorso dell’acquedotto

Il ripristino dell’acqua Alessandrina: l’acquedotto Felice n n n n Il. Roma percorso dell’acquedotto sarebbe continuava ad espandersi a passato la villa, ee l’acqua il papa un ritmopresso molto elevato, volle fine dei lavorisoprattutto nel più breve era la insufficiente, in tempo possibile. zone centrali come il Campidoglio, dove Vergine il non Il papal’acquedotto diede all’acquedotto suo giungeva. nome, Acqua Felice, stesso sebbene non. Peretti nacque sotto–i Fu Sisto l’opera V (Felice , 1585 migliori 90) a auspici. fare costruire il nuovo acquedotto, che dalle sorgenti(da di La progettazione frettolosa Pantano Borghese parte di Matteo Bartolani) avrebbe provocò dovuto integrare le antiche rovine un errore nel calcolo dell’altezza dell’acqua dei nuovi Alessandrina. viadotti e l’acqua, condotta refluì indietro. Sisto V verso era Roma, proprietario della grandiosa Domenico Villa Montalto L’architetto Fontana sull’Esquilino, si con trova portò a terminedove i lavori la l’odierna Stazione Termini. modifica del tracciato e nuove livellazioni. L’ultimo tratto di Viadidel Mandrione. A sinistra L’arco monumentale Porta Furba, nel punto insi scorge l’Acqua Felice, addossata all’Acqua Claudia cui l’Acqua Felice incontra Via Tuscolana 29

La mostra dell’Acqua Felice Presso lo sbocco finale dell’acquedotto Felice, Sisto V nel 1587

La mostra dell’Acqua Felice Presso lo sbocco finale dell’acquedotto Felice, Sisto V nel 1587 fece realizzare da Domenico Fontana un’importante mostra, presso le rovine delle Terme di Diocleziano, in Largo Santa Susanna. Sotto l’iscrizione, che ricorda la costruzione dell’acquedotto da parte del papa, ci sono tre nicchie divise da colonne; in quella centrale vi è raffigurato Mosè. n Posta nel sito, la statua si rivelò tozza e sproporzionata ed era conosciuta tra il popolo di Roma con l’appellativo di “Mosè ridicolo”. n Particolare della mostra dell’Acqua Felice raffigurante il cosiddetto Mosè ridicolo 30

Le fontane dell’Acqua Felice L’Acqua Felice, che serviva i rioni d’altitudine media della riva

Le fontane dell’Acqua Felice L’Acqua Felice, che serviva i rioni d’altitudine media della riva sinistra del Tevere, alimenta una trentina di Fontane di grande bellezza, tra le quali le famose Quattro Fontane (1588), quella di P. zza SS. Muti all’Ara Coeli (1589), la fontana del palazzo del Senatore in Campidoglio (1588), e il celeberrimo Tritone in P. zza Barberini (1640). n La fontana di Porta Furba è fra quelle più antiche. Fu eretta da Giovanni Fontana nel 1586 e successivamente fu fatta restaurare da Clemente XII nel 1733, come attestano lo stemma e la lapide dedicatoria. n Fontana di Clemente XII a Porta Furba 31

Il ripristino dell’acqua Traiana: l’acquedotto Paolo Il. L’Acqua nuovo Felice consistente apporto era insufficiente

Il ripristino dell’acqua Traiana: l’acquedotto Paolo Il. L’Acqua nuovo Felice consistente apporto era insufficiente idrico consentì che l’acqua, per l’approvvigionamento dei disponibile unicamente (Regola, nelle rioni occidentali Trastevere). fontane, cominciasse ad entrare case, del come desume da V n nelle All’inizio XVIIsi sec. Paolo (1605 – elenchi 1621) fece alcuni di restaurare utenza l’acqua Traiana, acquistando conservati presso l’Archivio di dal duca Orsini le sorgenti del Stato di Roma. n n territorio di Bracciano. n La rinominò, dal suo nome, Acqua Paola. n I lavori terminarono nel 1618. n L’Acqua Paola riforniva la parte occidentale della città e il nuovo rione (Borgo) dell’area adiacente al Vaticano. Paolo V (Camillo Borghese, 1605 – 1621) 32

La mostra dell’acqua Paola La mostra dell’acquedotto sul Gianicolo fu ultimata solo nel 1690.

La mostra dell’acqua Paola La mostra dell’acquedotto sul Gianicolo fu ultimata solo nel 1690. Per le sue dimensioni viene chiamata dai romani “er fontanone”. n Fu opera di Giovanni Fontana, artefice dell’intero acquedotto. n Anche per la realizzazione di questa fontana vennero asportati molti blocchi di marmo dalle rovine di templi ed edifici del Foro di Traiano. n L’immensa lapide del frontone tramanda alla posterità il nome di Paolo V insieme alla “saluberrima” acqua del Braccianense. n Particolare dello stemma di Paolo V 33

Fontane dell’Acqua Paola Moltissime le fontane alimentate dall’Acqua Paola. n Tra le principali: la

Fontane dell’Acqua Paola Moltissime le fontane alimentate dall’Acqua Paola. n Tra le principali: la fontana di Ponte Sisto (1613), quella di Piazza San Giovanni in Laterano (1607), quella di Santa Maria Maggiore (1615), quella di Piazza Farnese (1626), e la fontana di Santa Maria in Trastevere (restaurata nel 1496). n Vanno ricordate inoltre le bellissime fontane del Vaticano, tutte alimentate dall’acquedotto. n La fontana di P. zza San Pietro (Bernini, 1677) 34

Il ripristino dell’Acqua Marcia: l’acquedotto Acqua Pia Marcia n n n n Pio IX

Il ripristino dell’Acqua Marcia: l’acquedotto Acqua Pia Marcia n n n n Pio IX concesse Nel 1870, poco prima all’Anglo della Americana (costituitasi nel 1867 Breccia di Porta Pia, il papa Pio in IX inaugurò che) la Società Acqua l’acquedotto, Pia Antica Marcia seguiva l’antico tracciato a concessione per la conduzione dell’Acqua Roma delle Marcia. acque dalle sorgenti. Le sorgenti originarie erano L’acqua del nuovo acquedotto state considerate disperse per giunse a Roma nel 1870, ma i lavori molti secoli. di. Esse completamento del da complesso furono rinvenute Luigi Canina, diincaricato darichiesero Pio IX delaltri sistema adduzione ripristino 60 anni. dell’acquedotto. Vari progetti presentati venneroper Furono costruiti due acquedotti però respinti per dalla l’altissimo costo a condurre l’acqua Val d’Arsoli dell’opera. Tivoli un 1865 impianto sifoni in Solo enel un di progetto pressione Tivoli a Roma, presentatodadalla Società Angloche Americana ebbeinl’approvazione venne realizzato varie riprese tra ilpontificia. 1870 e il 1937. Il primo italiano a ricoprire la presidenza L’acquerello (collezione Blumenstihl) raffigura della Società dell’acquedotto Acqua Pia Anticaavvenuta Marcia (1867 l’inaugurazione il 10 – 1871) fu il duca Scipione Salvati, figlio di settembre 1870 Francesco Borghese, vero organizzatore del movimento cattolico conservatore in Italia 35

La mostra dell’Acqua Pia Marcia n n n n Il sito della sua mostra

La mostra dell’Acqua Pia Marcia n n n n Il sito della sua mostra venne Nel 1901 vennero collocate le scelto di non. Mario lontano da quello Naiadi Rutelli, che dove uncoperte tempopersorgeva il rimasero un lungo castello dell’acquedotto. periodo, in quanto ritenute offensive pubblico pudore. del In base al alla concessione 1865, la Società dell’Acqua La scultura centrale di Rutelli. Pia fu Antica Marcia fu pronta solo nel obbligata 1911: all’edificazione della di mostra, raffigurava un groviglio figure che allestì in via provvisoria il umane, un delfino e un polipo, 10 non settembre 1870 per ma fu ritenuta consona l’inaugurazione (venne soprannominatasolenne “fritto dell’acquedotto. misto”) e fu trasferita nel giardino di Piazza Vittorio. Tale occasione rappresentò l’ultima pubblica di Pioil Nel 1913 uscita lo scultore inaugurò IX. Glauco che stringe un delfino, a completamento di quella che Nel 1888 la fontana venne viene definita spostata la più ebella leggermente fu fontana moderna. mutata della la sua. Roma ornamentazione. Particolare della mostra in P. zza Esedra 36

Le fontane dell’Acqua Pia Marcia Se si eccettua la mostra di P. zza Esedra,

Le fontane dell’Acqua Pia Marcia Se si eccettua la mostra di P. zza Esedra, l’Acqua Pia Marcia non alimentava altre grandi fontane. n Prorompeva, bensì, in quasi tutte le fontanelle pubbliche romane, i caratteristici nasoni disseminati in gran numero in ogni parte della città. n Un caratteristico nasone in P. zza Fontanella in P. zza del Campidoglio del Pantheon (fotografia di fine ‘ 800) 37

Il monopolio idrico privato: la Società dell’Acqua Marcia n Dopo 1870, gli acquedotti n

Il monopolio idrico privato: la Società dell’Acqua Marcia n Dopo 1870, gli acquedotti n La neoil Capitale, in enorme e pontifici Vergine, Felice sie trovò Paolo continua espansione, vennero acquisiti dal Comune di sin dai primi anni del secolo Roma. con un approvvigionamento n Erano impianti vetusti, idrico inadeguato al suo igienicamente insicuri, con fabbisogno. dotazioni scarse e in uso solo nelle zone basse della città. n L’approvvigionamento veniva perciò svolto quasi interamente dalla Società Acqua Marcia (Sam), che, in virtù della concessione pontificia del 1865, godeva del monopolio assoluto di installare in città condutture per nuove acque potabili fino al 1964. A metà degli anni ’ 20, i 5 sifoni della Sam garantivano 8000 once giornaliere, mentre i 3 antichi acquedotti municipali ne fornivano complessivamente circa 4700 38

Il nuovo acquedotto Vergine elevato L’incalzante aumento del fabbisogno idrico e l’impossibilità immediata di

Il nuovo acquedotto Vergine elevato L’incalzante aumento del fabbisogno idrico e l’impossibilità immediata di nuovi approvvigionamenti spinsero il Campidoglio a interventi migliorativi degli acquedotti esistenti. n Tra il 1901 e il 1935 fu costruito un impianto di sollevamento dell’Acqua Vergine e vennero, inoltre, apportate importanti modifiche al suo percorso urbano per migliorarne la portata e la distribuzione. n Planimetria Vergine antico e del La mostra deldell’acquedotto nuovo acquedotto sopraelevato fu nuovo Vergine elevato, realizzato dal costruita, alla fine degli anni ’ 30, nel muraglione Governatorato Roma negli anni 1930 -37 del piazzale del di Pincio 39

La nascita dell’AGEA (Azienda governatoriale elettricità e acque) n n Nel Comunecosì di Roma

La nascita dell’AGEA (Azienda governatoriale elettricità e acque) n n Nel Comunecosì di Roma All’ 1937 Aceailvennero affidati gli acquedotti Vergine, Felice, affidò la costruzione del primo Paolo e ilinteramente nuovo Vergine acquedotto di elevato e la gestione epoca moderna della - il rete di distribuzione idrica Peschiera all’Azienda municipale. elettrica comunale (AEM) che n Vennero affidati all’Azienda cambiò la sua denominazione gli Governatoriale impianti di in anche Azienda innaffiamento, le fontane e le Elettricità e Acque (AGEA). fontanelle pubbliche e gli Nel assunserurali la e impianti 1944 delle borgate denominazione di A. C. E. A. del Lido di Ostia Azienda Comunale Elettricità ed Acque. Sopralluogo dei dirigenti Agea presso il cantiere del Peschiera (foto del 1939) 40

La costruzione del primo acquedotto moderno: il I ramo del Peschiera La costruzione del

La costruzione del primo acquedotto moderno: il I ramo del Peschiera La costruzione del Peschiera rappresentò una fondamentale riserva d’acqua per circa due milioni di persone, soprattutto nei nuovi quartieri periferici che stavano sorgendo nell’immediato dopoguerra. n I suoi condotti, dalle sorgenti situate vicino Rieti a circa 60 km da Roma, entrano in città da nord – ovest. n La sua mostra è a Piazzale degli Eroi, vicino al confine settentrionale del Vaticano. n Un ponte dell’acquedotto, privo delledegli tubazioni, del Peschiera in Piazzale Eroi Il Le. La 9 mostra maggio difficoltà 1940, ancora costruttive Mussolini, con furono una venne abbattuto dai bombardamenti alleati nei scenografica drammaticamente cerimonia testimoniate di regime, inaugurò da pressi 32 il di Torrita Tiburtina. completamento lavoratori che vi persero del primo la vita tronco, tra il 1938 fino e alla il centrale 1943 (foto di Salisano fine anni quaranta) 41

L’avvio della municipalizzazione idrica integrale Con delibera comunale dell’autunno del 1964 anche il servizio

L’avvio della municipalizzazione idrica integrale Con delibera comunale dell’autunno del 1964 anche il servizio di distribuzione gestito dall’Acqua Marcia venne conferito all’Acea, mediante la procedura dell’incorporazione. n Prese così avvio la municipalizzazione integrale del servizio idrico romano. n Nonostante l’eredità gravosa lasciata dalla gestione della Sam, fu posta la premessa per la ricomposizione di un sistema unitario della distribuzione idrica nella città di Roma. n La storica sede dell’Acea in P. le Ostiense 42

La rivoluzione dei contatori n Fu l’inizio di dall’ una. A. C. E. A

La rivoluzione dei contatori n Fu l’inizio di dall’ una. A. C. E. A vera. L’attività avviata rivoluzione per Roma (sebbene per l’ampliamento della rete di poco più che simbolica). distribuzione municipale si concentrò immediatamente sul n La Sam, infatti, continuava ad nuovo Vergine elevato, che ilil adottare unicamente Governatorato avevaa lasciato tradizionale sistema bocca incompiuto. tarata, che comportava serbatoi domestici n l’utilizzo Dopo il dicompletamento delle igienicamente poco affidabili. adduttrici e il perfezionamento delle protezioni igieniche, se n L’intera rete di distribuzione, ne progettò rapida della Società la privata, trasformazione sistema dia sprovvista di dalcentri bocca tarata serbatoi a quello ea smistamento, contatore, con era la costruzione piezometri, infatti del serbatoio piezometrico del inadeguata alle moderne Gianicolo. esigenze della città. Gli antigenici serbatoi domestici, i cosiddetti cassoni, installati in una terrazza del centro storico di Roma (foto degli anni ’ 70) 43

L’acquedotto Appio-Alessandrino L’Acea diede priorità all’adduzione di nuove acque e alla realizzazione degli impianti

L’acquedotto Appio-Alessandrino L’Acea diede priorità all’adduzione di nuove acque e alla realizzazione degli impianti destinati a rifornire il fabbisogno idrico della zona sud-orientale della città. n L’appio Alessandrino fu costruito tra il 1964 -1968 e venne alimentato dalle sorgenti di Pantano Borghese e dai pozzi situati a Torre Angela, tra Via Casilina e Via Prenestina, n Fu collegato a uno dei sifoni dell’Acqua Marcia provenienti da Tivoli. n L’Appio Alessandrino eredita le sorgenti dell’acquedotto Felice, attualmente quasi completamente inutilizzato 44

Il 2° ramo del Peschiera in riva sinistra del Tevere Nel 1966 l’Acea iniziò

Il 2° ramo del Peschiera in riva sinistra del Tevere Nel 1966 l’Acea iniziò i lavori per il completamento del sistema acquedottistico Peschiera-Capore. n Grazie alla realizzazione del secondo tronco inferiore in riva sinistra del Tevere, costruito tra il 1966 e il 1971, altri 4000 litri d’acqua al secondo si sono aggiunti alla dotazione idrica della capitale, successivamente integrata, tra il 1979 e il 1981, da altri 4500 litri al secondo captati dalle sorgenti delle Capore. n Saldatura di una grande adduttrice 45

L’acquedotto di Bracciano Per migliorare l’affidabilità del servizio idrico della capitale con una riserva

L’acquedotto di Bracciano Per migliorare l’affidabilità del servizio idrico della capitale con una riserva di acqua potabile per le situazioni di emergenza , venne ultimato nel 1997 il nuovo acquedotto di Bracciano. n Attraverso un complesso sistema di potabilizzazione, l’impianto è in grado di sostituire per circa un mese, con acqua prelevata dal lago, la portata di un grande acquedotto. n 46

Il risanamento idrico sanitario delle borgate n n. Al. Un fabbisogno capitolo idrico si

Il risanamento idrico sanitario delle borgate n n. Al. Un fabbisogno capitolo idrico si faceva significativo della fronte privati o politicacon idrica pozzi degli ultimi 25 anni consortili, con il conseguente – per le dimensioni dell’impegno impoverimento delle falde e il loro tecnico e finanziario richiesto e inquinamento. il suo del significato sociale - fu il n Laper spirale degrado, al limite della sostenibilità, furisanamento – almeno Piano di momentaneamente – arrestata, idrosanitario delle borgate, con l’avvio degli interventi di attuato nel idrosanitario. 1975. risanamento n Oltre il 12% della popolazione della capitale viveva in borgate abusive nelle zone periferiche, nelle quali l’approvvigionamento idrico rappresentava una grave emergenza Posa in opera di condutture in un quartiere periferico di Roma (foto anni ’ 70) 47

Una rete di distribuzione all’avanguardia n n. La. L’Acea costruzione di nuovi (divenuta acquedotti

Una rete di distribuzione all’avanguardia n n. La. L’Acea costruzione di nuovi (divenuta acquedotti Sp. A nel è 1998), andata seppure di pari passo con la nel quadro di riorganizzazione dell’intero sistema una programmazione non di distribuzione idrica per priva di contraddizioni, nel adeguarla alla dinamica di crescita corso della città di un settantennio ha saputo dotare Roma di n Sono stati così realizzati nuovi infrastrutture tecniche serbatoi, adduttrici e centri idrici di moderne e all’avanguardia. zona, che hanno riequilibrato il nsistema Gli acquedottistico acquedotti capitolino. realizzati hanno costituito il necessario n Un’impresa grandiosa, dunque, durata circa un della settantennio, completamento radicale anche se non deldegli tutto impianti ancora trasformazione portata a compimento. di distribuzione, avviati con la graduale sostituzione delle condutture della ex rete della SAM. Il centro idrico dell’Eur, inaugurato nel 1996, è un’opera di elevata ingegneria idraulica, divenuto simbolo del moderno servizio acquedottistico di Roma 48

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Bibliografia Battilossi, Stefano, Acea di Roma 1909 -2000, Franco Angeli, Milano, 2001 Coppa, Pediconi,

Bibliografia Battilossi, Stefano, Acea di Roma 1909 -2000, Franco Angeli, Milano, 2001 Coppa, Pediconi, Bardi, Acque e acquedotti a Roma, 1870 – 1984, Quasar, Roma, 1984 Corsetti, Giampelino, Acquedotti di Roma, F. lli Palombi, Roma, 2001 D’Onofrio, Cesare, Le fontane di Roma, Romana Società Editrice, Roma, 1950 Frontino, Sesto Giulio, De aquaeductu urbis Romae, testo latino con trad. a fronte Legambiente, (a cura di), Il Parco degli Acquedotti, 1997 Mastrigli, Federico, Acque, acquedotti e fontane di Roma, Enzo Pinci, Roma, 1928 Mastrojanni, Alberto, (a cura di), Acqua e luce per Roma, Garzanti, Roma, 1958 Pace, Pietrantonio, Gli acquedotti di Roma, Art Studio Eligio, Roma, s. d. Pocino, Willy, Le fontanelle di Roma, Newton Compton, Roma, 1996 Staccioli, Romolo, Gli acquedotti di Roma antica, Newton Compton, Roma, 1996 66

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Sitografia www. romaonline. net www. activitaly. it www. indire. albacom. net www. capitolium. it www. citrag. it www. map. cs. telespazio. it www. pillos. it www. aceaspa. it www. parcodegliacquedotti. it www. romacivica. it www. geocities. com www. comune. roma. it www. ialth. it www. correrenelverde. it 67