Punti di forza e contraddizioni nella Roma imperiale

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Punti di forza e contraddizioni nella Roma imperiale La stabilità del I e II

Punti di forza e contraddizioni nella Roma imperiale La stabilità del I e II secolo d. C. e la veloce decadenza del III sec. 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 1

RAPPORTO CITTÀ–CAMPAGNA: FORZA E CONTRADDIZIONE CITTÀ ü strumento e luogo di controllo del territorio

RAPPORTO CITTÀ–CAMPAGNA: FORZA E CONTRADDIZIONE CITTÀ ü strumento e luogo di controllo del territorio ü centro di diffusione modello di vita romano ü continuazione processo urbanizzazione iniziato da Alessandro Magno Grande impero mediterraneo dominato dalle città, 90% popolazione lavora la terra e produce agricoltura. Questo per quel tacito accordo sempre esistito tra le aristocrazie urbane e il potere dominante: Roma sostiene i ricchi, nell’Urbe come nelle province, se i ricchi : Ø sono fedeli e sostengono l’imperatore Ø mantengono l’ordine pubblico Ø mantengono le strade CAMPAGNA ü agricoltura unico investimento produttivo oltre la guerra ü intera ricchezza impero basata su agricoltura e campagne ü milioni contadini, piccoli proprietari, affittuari, schiavi lavorano e producono le eccedenze agricole per la città Ø riscuotono i tributi I bravi amministratori possono far carriera nelle amministrazioni imperiali, ottenere la cittadinanza romana, entrare in Senato. PRINCIPIO DI AUTONOMIA E DELEGA 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 2

URBANIZZAZIONE ü ASPETTI POSITIVI Roma ha bisogno di città, dove non ce ne sono

URBANIZZAZIONE ü ASPETTI POSITIVI Roma ha bisogno di città, dove non ce ne sono le costruisce (forma tipica: cardo e decumano), ne favorisce lo sviluppo ü Con le conquiste d’Oriente si impadronisce di molte antiche città (Mesopotamia, Egitto) ü Fondazione molte nuove città nelle conquiste occidentali (pianura padana, Iberia, Gallia, Britannia, Pannonia, Dacia) ü Dopo conquista militare territori, sviluppo rete centri urbani (piccoli, medi, grandi) : principale strumento diffusione romanizzazione (lingua, costumi, cultura, tributi) ü ASPETTI NEGATIVI Città improduttive: consumano e non restituiscono al territorio né ricchezza, né idee, né tecnologie (confronto con medioevo e attualità) ü Crescita tasse e aumento inflazione riducono possibilità della città (riduzione dei lussi, feste, giochi, ecc. ) ü Città incapaci di difendersi: reclutano, in caso di bisogno, masse di contadini che allora non producono più ü Necessaria dotazione per città e relativo territorio di costruzioni difensive Nelle città imperiali dove si svolgono funzioni amministrative, giudiziarie e fiscali, dove si favoriscono commerci e scambi si attua una politica di assimilazione della classe dirigente locale e delle popolazioni assoggettate. La piramide sociale delle città imperiali è formata da 3 grandi gruppi: DUOVIRI/ MAGISTRATI ANNUALI(Consoli) DECURIONI SIMIL/SENATORI 11/22/2020 AUGUSTALI/ CETO EQUESTRE Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) PLEBE 3

LA CRISI DELL’IMPERO NEL II SECOLO d. C. ü ü Causa principale declino impero:

LA CRISI DELL’IMPERO NEL II SECOLO d. C. ü ü Causa principale declino impero: mancanza di conoscenza del concetto di PROGRESSO Causa oggettiva: almeno 3 limiti insuperabili Spazio Le risorse La schiavitù l’impero non si può espandere ancora, ai margini non ci sono ricchezze, territori produttivi; le guerre di espansione sono finite e con loro i ricchi bottini di guerra. l’impero vive di agricoltura e commercio. Beni di lusso per una ristretta fascia di popolazione, non è più possibile aumentare le terre da coltivare (spesso improduttive nei margini dell’impero). Mentalità conservatrice dei latifondisti non sviluppa nuove tecniche, né migliora l’imprenditorialità. da secoli Roma e l’impero sfrutta il lavoro del gran numero di schiavi. Così facendo non si ingegna a trovare nuove strategie di produzione, di lavoro, a inventare macchine o quant’altro possa essere utile all’andare avanti dell’economia. La causa più deleteria: l’aumento della spesa pubblica Dal II secolo le guerre difensive, i limiti della produttività, l’amministrazione complessa di un impero così vasto (3 continenti) portarono a un forte aumento della spesa pubblica: 60% delle entrate serviva per la difesa, l’amministrazione assorbiva il resto. Dopo il 160 fu profondo il deficit dello stato. Marco Aurelio dovette vendere beni propri per sanare parte del deficit delle guerre contro i Marcomanni. Furono aumentate le imposte e fu coniata una maggior quantità di moneta. Ma così si ebbe una svalutazione del denarius già a partire dal governo di Commodo fino ad arrivare al 50% del suo valore con Settimio Severo. La svalutazione produsse l’aumento dei pressi, le maggiori imposte ridussero le rendite dei proprietari latifondisti, e così si incrinò il rapporto di fiducia tra ricchi e governo imperiale 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 4

LA CRISI DELL’IMPERO NEL III SECOLO d. C. ROTTURA EQUILIBRIO IMPERO Marco Aurelio nel

LA CRISI DELL’IMPERO NEL III SECOLO d. C. ROTTURA EQUILIBRIO IMPERO Marco Aurelio nel 166 respinge i Parti ma porta nell’impero la peste che provoca il 30% di morti tra la popolazione: riduzione produzione agricola e quindi dell’economia dell’impero I confini dell’impero cominciano a essere travolti, truppe di Quadi e Marcomanni arrivano fino a Aquileia – NECESSITÀ GUERRE DI DIFESA limes incapaci di garantire PROTEZIONE DEL TERRITORIO Nel 175 si diffonde la falsa notizia della morte di Marco Aurelio, le legioni proclamano Avidio Cassio iimperatore, poi ucciso dai suoi soldati quando si seppe che M. Aurelio era vivo. Ciò fu la dimostrazione di un vuoto di potere. I Germani potevano raggiungere Roma. La dinastia dei Severi (193 -235) ebbe in Settimio Severo il suo capostipite ed in Alessandro Severo il suo ultimo discendente. La nuova dinastia, comprendeva anche i parenti della moglie di Settimio Severo, Giulia Domna. Questi ultimi presero anch’essi il nome di Severo, dal loro capostipite, al momento dell’ascesa al trono. Nei nomina degli imperatori era presente un chiaro riferimento alla dinastia degli Antonini. Il motivo era creare continuità ideale con la precedente dinastia, quasi non ci fosse stata alcuna interruzione. 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 5

LA DINASTIA DEI SEVERI SETTIMIO SEVERO (193 -211) ü ü ü ü Imperatore dopo

LA DINASTIA DEI SEVERI SETTIMIO SEVERO (193 -211) ü ü ü ü Imperatore dopo serie di guerre civili Comandante esercito vittorioso in Pannonia Era un provinciale, proveniva da Leptis Magna (città della Libia) Tendenza a ridurre il ruolo di Roma e dell’Italia nel contesto dell’impero Favore verso province e legioni militari Stretto controllo sul Senato, eliminazione avversari appena nominato, licenziamento pretoriani senza premi né indennità Formazione nuova guardia imperiale reclutando veterani di tutto l’esercito (offerta a tutti i soldati delle stesse possibilità) Costituzione monarchia militare con privilegi all’esercito Accentramento di tutte le decisioni, con esautorazione del Senato Interventi invasivi nella giustizia Politica rafforzamento confini Stato Riorganizzazione amministrazione privilegiando il ceto dei cavalieri Contro inflazione e spese militari, annona militare: derrate alimentari gratuite a esercito 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 6

LA DINASTIA DEI SEVERI ü ü ü Caracalla (211 -217) Continuazione politica del padre,

LA DINASTIA DEI SEVERI ü ü ü Caracalla (211 -217) Continuazione politica del padre, difesa dei confini dai Germani, aumento dotazioni per i militari Conio nuova moneta antoniniana, con metà dell’argento ma di doppio valore (aumento inflazione) Concessione cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero (costitutio Antoniniana) Pagamento maggiori tasse per tutto Eliminazione differenze civili tra cittadini dell’impero non come uguaglianza ma aumenti differenze tra ricchi e meno poveri in particolar modo Spese per edifici pubblici (terme) 11/22/2020 Eliogabalo (218 -222) e ü ü ü Severo Alessandro (222 -235) I successori, frutto delle congiure dispotiche delle donne della famiglia, si mostrarono deboli e troppo orientaleggianti. Questo comportamento disgustò il Senato e l’imperatore venne assassinato dai pretoriani Successore Severo Alessandro, all’inizio fautore di un periodo positivo di governo e collaborazione col Senato Contrasti con l’esercito, reazione imperatore incapace e inadeguata a fronteggiare i Germani Ucciso con la madre dall’esercito (ormai erano i soldati a decidere chi dovesse regnare, strapotere per crisi impero) Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 7

I VOLTI DELLA CRISI ü Epoca di anarchia militare (235 -284): guerra civile permanente

I VOLTI DELLA CRISI ü Epoca di anarchia militare (235 -284): guerra civile permanente ü Conio nuova moneta antoniniana, con metà dell’argento ma di doppio valore (aumento inflazione) ü Massimino il Trace (235 -238): imperatore guerriero ma non politico ü Prima persecuzione sistematica contro i cristiani ü Ostilità da parte del Senato e assassinio imperatore per mano dell’esercito ü Crisi economia : campagne soffocate da pressione fiscale, brigantaggio, inflazione, insicurezza, crollo artigianato e commercio ü Il successo del Cristianesimo 11/22/2020 Elettra Gambardella - IIS Tassara (Sez. Pisogne) 8