Lantico sentiero dellArvin Il sentiero ARVINA si trova
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L’antico sentiero dell’Arvinà
Il sentiero “ARVINA’ “, si trova nel comune di Montù Beccaria e collega le frazioni Casa Bernardini, Casa Borsoni, Bergamasco in direzione di Maccarone Frati.
Il primo tratto del sentiero, di competenza comunale, collega Fondo Zanca a Casa Bernardini per 220 m; è un percorso in salita con il fondo acciottolato, in buono stato di conservazione ed illuminato.
Il percorso si interrompe al passaggio della strada provinciale in frazione Casa Bernardini per poi proseguire fino alla frazione Bergamasco in direzione di Maccarone Frati per circa 2 km.
Questo tratto di strada, una volta comunale, poi declassato a vicinale, attraversa vigneti, campi ed è transitato soprattutto da trattori, mezzi agricoli.
Ai margini del percorso si trovano siepi, rovi, alberi di robinie, sambuchi, tigli, roveri e anche alberi da frutto come ciliegio, melo, amareno, nocciolo, noce, fico, pruno.
Il nome Arvina’ si suppone derivi da “rovi” o da robinie (acacie); “strada dei rovi o delle robinie”.
Il tragitto è silenzioso e permette di ascoltare i suoni della natura: cinguettio di uccelli (gazza, merlo, picchio…. ), ronzio di insetti e fruscio delle foglie al vento….
Un osservatore attento può anche avvistare animali selvatici come volpi, cinghiali, caprioli, lepri, fagiani, ricci…, i loro escrementi o le loro impronte lasciate sul terreno bagnato.
Questo sentiero era la vecchia strada comunale, oggi declassata da “comunale” a “vicinale” ed utilizzata soprattutto a scopo agricolo. Nei campi, a lato del sentiero, si possono osservare alcuni capanni utilizzati come ricovero attrezzi.
Un tempo, questa vecchia strada era l’unica via di comunicazione da Fondo Zanca, cioè da “i piedi del paese” (Zanca-Zanc, sinonimo di gamba in dialetto, vuol dire “andare in fondo”) per le frazioni fino a Maccarone Frati.
Era un sentiero percorso anche da viandanti che giungevano a Montù o da povera gente che si recava a Maccarone Frati per ricevere medicinali, medicamenti o semplicemente un piatto di minestra, offerta dai frati della comunità dei Barnabiti. Tanto è vero che Maccarone dei Frati prende questo nome dalla minestra “i maccaroni” distribuita in questa frazione, una volta cascina dipendente dal monastero.
Forse una volta all’anno, personaggi interessanti percorrevano questi sentieri per giungere nei centri abitati, per esempio l’arrotino, “mulita” che raccoglieva coltelli, forbici o falci da affilare: si sistemava all’ombra di una pianta e a lavoro finito consegnava i vari oggetti ai proprietari.
C’era anche chi impagliava le sedie “le cadreghe”, riparava gli ombrelli o stagnava le pentole di rame, “il cadrighè”.
Questi personaggi erano circondati da bambini molto curiosi e interessati ai vari lavori. Quello che spaventava i bambini era lo spazzacamino “spasacamè”: un uomo mal vestito, sporco di cenere e accompagnato da un ragazzo, un aiutante. Portava sulle spalle strani attrezzi che servivano per togliere la fuliggine dalla cappa dei camini.
“Qualcosa è nascosto. Vai a cercarlo. Vai e guarda lungo il sentiero, qualcosa è perso dietro le colline. Vai! E' perso e aspetta te. . ”
Presentazione realizzata dalle classi 3 C e 4 C Scuola Primaria di Montù Beccaria.
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