ELLENISMO Il grande protagonista della diffusione della cultura

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ELLENISMO Il grande protagonista della diffusione della cultura greca fu Alessandro Magno. Figlio di

ELLENISMO Il grande protagonista della diffusione della cultura greca fu Alessandro Magno. Figlio di Filippo il Macedone, alla morte di questi avvenuta nel 336 a. C. , Alessandro iniziò una strepitosa campagna di conquista che lo portò, nel giro di pochi anni, a costituire un impero immenso, che comprendeva, oltre la penisola greca, l’Egitto, la fascia mediorientale della Palestina e della Fenicia, l’attuale Turchia, la Tracia (attuale Romania) e tutto il vastissimo impero persiano che andava dall’Armenia fino ai confini con l’India. L’arte ellenistica deriva, , dall’arte greca, ma rispetto a questa si presenta con notevoli differenze. In particolare : Nell’arte classica tutto appare misurato, ordinato, proporzionato, in equilibrio. Nell’arte ellenistica questa misura si frantuma, e tutto tende a diventare spettacolare. In pratica l’arte non cerca semplicemente la perfezione, ma tende a stupire e meravigliare. Non cerca semplicemente il bello, ma vuole ottenere la spettacolarità.

SCULTURA ELLENISTICA La scultura ellenistica , pur affondando le sue radici nell’arte classica, ne

SCULTURA ELLENISTICA La scultura ellenistica , pur affondando le sue radici nell’arte classica, ne modifica sostanzialmente lo spirito, accentuando: • da un lato il Pathos e gli aspetti espressivi • dall’altro la visione naturalistica, giungendo a forme di estrema raffinatezza estetica e di crudo realismo. L’influsso degli artisti del IV secolo si sviluppa in due principali correnti: 1. UNO Prosegue il discorso espressivo dinamico di Lisippo e Skopas 2. L’ALTRO si ispira alla bellezza formale di Prassitele. Il centro di produzione artistica dell’ellenismo si sposta dall’Attica e dalla Grecia nell’Asia Minore dove si sviluppano nuove scuole scultoree ( Pergamo, Rodi, Alessandria).

ALTARE DI PERGAMO Sul basamento entro cornici aggettanti, vi è un fregio di dimensioni

ALTARE DI PERGAMO Sul basamento entro cornici aggettanti, vi è un fregio di dimensioni grandiose. Alto 2 m e lungo più di 120. In esso è rappresentata la lotta degli dei contro i giganti, alludeva alla vittoria della civiltà contro il caos. Nel fregio le figure si stagliano ad altorilievo, raggiungendo spesso effetti di tuttotondo. Una caratteristica innovativa è il forte contrasto chiaroscurale. L’altare di Pergamo rispecchia gli effetti e il gusto scenografico dell’arte ellenistica. Il monumento è tra i più rappresentativi della scultura ellenistica e testimonia che l’intento dell’architettura ellenistica è quello di colpire lo spettatore con effetti di maestosità.

RILIEVI DELL’ALTARE DI PERGAMO ATENA E IL GIGANTE ALCIONEO Dalle varie raffigurazioni del fregio,

RILIEVI DELL’ALTARE DI PERGAMO ATENA E IL GIGANTE ALCIONEO Dalle varie raffigurazioni del fregio, la più famosa è quella che ritrae Atena il lotta con il gigante Alcioneo, in cui le due figure si impostano su linee compositive diagonali divergenti e in cui il panneggio è determinante per creare un effetto di chiaroscuro. . Un serpente avvolge nelle sue spire il gigante Alcioneo. Gli occhi rovesciati verso l’alto e profondamente infossati tradiscono il dolore e la disperazione del gigante. Atena si muove in direzione opposta al gigante ma ha la testa girata all’indietro, la dea con il braccio sinistro regge lo scudo, mentre con la mano destra afferra la testa del gigante e lo spinge verso il basso. Firomaco e collabortori Atena e alcioneo, Particolare del fregio con la gigantomachia dell’altare di Perg. MO ALTEZZA 230 cm marmo 166 – 156 a. C. Berlino, Pergamon Museum

GALATA MORENTE Immagine di grande forza e ricca di pathos, esprime un crudo realismo

GALATA MORENTE Immagine di grande forza e ricca di pathos, esprime un crudo realismo l’abbandono del vigoroso e fiero barbaro ferito a morte. La testa è china verso terra e il volto esprime tutto il dolore dell’agonia. Il braccio destro regge il corpo che tenta disperatamente di sollevarsi da terra. Il Galata Morente, statua romana rappresentante un guerriero celtico sconfitto Roma, Musei Capitolini

IL LAOCOONTE Laocoonte mitico sacerdote troiano La versione più nota è quella del secondo

IL LAOCOONTE Laocoonte mitico sacerdote troiano La versione più nota è quella del secondo libro dell’Eneide: sconsigliò ai troiani di introdurre in città il cavallo di legno lasciato dai Greci ingannevolmente come voto; ma quando lo colpì con la sua lancia due serpenti venuti dal mare assalirono e soffocarono i due figli e lo stesso accorso ad aiutarli. I Troiani, credendo che fosse stato ucciso dagli dei per punizione, portarono il cavallo all’interno della città, causando la rovina di Troia. Il dramma vissuto dalle figure è evocato dalla forte contrazione dei corpi nel tentativo di divincolarsi dalla morsa dei serpenti. Per esaltarne il movimento, le figure sono colte in pose articolate distinte tra loro, che però le spire dei serpenti unificano all’interno di una composizione unitaria Laocoonte Marmo altezza 242 cm Copia ellenistica di un originale bronzeo Città del vaticano Musei Vaticani II° libro dell’Eneide di Virgilio