Umanesimo e Rinascimento Due categorie storiografiche solo dallOttocento

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Umanesimo e Rinascimento • Due categorie (storiografiche solo dall’Ottocento) importanti da ridiscutere per comprenderne

Umanesimo e Rinascimento • Due categorie (storiografiche solo dall’Ottocento) importanti da ridiscutere per comprenderne le molte implicazioni • Due categorie tra loro diverse ma intrecciate che talora sono state confuse • Umanesimo più legata alla idea di una tradizione scritta di testi • Rinascimento allude invece alla complessità di una cultura in tutte le sue sfaccettature

Umanesimo • Un movimento di intellettuali con un programma: coltivare le humanae litterae: studiare

Umanesimo • Un movimento di intellettuali con un programma: coltivare le humanae litterae: studiare la tradizione classica latina = modello di civiltà. • Il latino ‘classico’ identifica una nuova figura di intellettuale, investita di una missione morale. • Nasce da una presa di posizione dichiarata e polemica che pone una discontinuità: “Si chiamano studia humanitatis perché formano l’uomo completo” dirà poi Leonardo Bruni. • Resta poi fino ad oggi un metodo intellettuale e pedagogico, un ambito del sapere, un atteggiamento politico-culturale.

Rinascimento • La metafora allude ad un’interpretazione dei contemporanei che implica una morte e

Rinascimento • La metafora allude ad un’interpretazione dei contemporanei che implica una morte e una rinascita, quella della cultura classica. La percezione quindi di essere usciti da un’età di decadenza, anche grazie all’Umanesimo. • Si tratta di una categoria nata successivamente, dalla storiografia dell’arte, ma poi usata dagli storici e resa famosa soprattutto da Burckhardt (1860).

Da Cicerone: Divinitas / Humanitas • Già in Terenzio un nuovo concetto di umanità:

Da Cicerone: Divinitas / Humanitas • Già in Terenzio un nuovo concetto di umanità: “homo sum, humani nihil a me alienum puto”. (163 a. C. ) • Cicerone (106 -43 a. C. ) è il punto di arrivo di una lunga evoluzione, (dalla filosofia greca attraverso lo stoicismo): una nuova idea di humanitas. L’oratore deve eccellere in ogni tipo di sapere e in ogni aspetto della morale. Il poeta incarna l’essenza dell’humanitas. Petrarca lo riprende. • Il concetto ciceroniano di communis humanitas rappresenta inoltre un unico genere umano, un’idea di solidarietà tra gli umani, almeno all’interno dell’urbs/orbis

Un nuovo rapporto tra passato e presente • Petrarca colloca l’antichità classica in un

Un nuovo rapporto tra passato e presente • Petrarca colloca l’antichità classica in un passato lontano e la mette al centro dei suoi studi: il senso della storia • Studia i libri con l’amore e la devozione con cui si studiava il Libro: da lì modelli utili al presente, un pensiero libero. • Un cristianesimo anti-dogmatico e l’autonomia del pensiero laico, il suo valore universale. • Paradosso: la condanna dei secoli bui dalle invasioni barbariche al presente. • La riscoperta dei classici come reintegrazione del presente e del passato, come ripresa di una riflessione storica.

Classicismo militante • Petrarca rilancia il latino classico anche per prendere le distanze da

Classicismo militante • Petrarca rilancia il latino classico anche per prendere le distanze da un lato dal latino della Chiesa e dalla subordinazione della classicità ai propri fini, dall’altra dal volgare, espressione di una cultura municipale considerata chiusa e ormai in crisi. • Contro l’aristotelismo medievale che privilegia le scienze naturali rispetto alla letteratura e alla filosofia morale. • “A cosa serve conoscere la natura delle belve degli uccelli e dei pesci e dei serpenti e ignorare e trascurare la nostra natura di uomini e lo scopo per il quale siamo nati e dove siamo diretti? ”(De sui ipsius et multorum ignorantia).

Tra latino e volgare: il greco • Tra fine Trecento e prima metà del

Tra latino e volgare: il greco • Tra fine Trecento e prima metà del Quattrocento gli umanisti si dedicano allo studio e all’edizione dei testi latini e producono in latino i testi fondativi del movimento. • Il Concilio ecumenico (1439) e la caduta di Costantinopoli in mano ai turchi (1453) portano a Firenze molti dotti greco-bizantini. Si apre così nel secondo Quattrocento una nuova fase di studio diretto dei testi greci. “Erano settecento anni che l’Italia ignorava il greco: eppure è quella la sorgente di ogni dottrina” (Lorenzo Bruni) • L’uso letterario del volgare, mai venuto meno a Firenze, trova poi nella seconda metà del secolo nuovi cultori. • La cultura umanistica in Italia è perciò bilingue e solo per alcuni trilingue.

I generi letterari degli umanisti • Il commento ai testi • L’epistola e la

I generi letterari degli umanisti • Il commento ai testi • L’epistola e la lettera pubblica, su modello petrarchesco, rappresenta l’idea di una comunità di colti che vuole confrontarsi. • L’orazione e l’invettiva, forme più specifiche legate alla propaganda ideale e al conflitto politico e culturale • Il dialogo ciceroniano come forma di disamina delle idee e di persuasione, come metodo socratico e rappresentazione dello scambio democratico e civile • Perde terreno il trattato di tradizione aristotelica come descrizione, analisi ed esposizione organica e argomentata • La storiografia cittadina • La facezia

Altri generi letterari in volgare • • Solo ben oltre la metà del Quattrocento:

Altri generi letterari in volgare • • Solo ben oltre la metà del Quattrocento: Il poema epico- cavalleresco in volgare Il teatro sul modello classico o in dialetto La lirica e altra poesia La novella La scrittura morale e aforistica L’epistolario privato