Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito
Sono frutti buoni quelli che vengono dallo Spirito di Gesù. Lo Spirito di Gesù è non cercare di essere servito ma di servire, stare ai piedi del prossimo per lavare i piedi a chiunque. Lo Spirito di Gesù è compatire sempre, sentirsi coinvolti nei bisogni altrui, e mettersi a disposizione per curare, sollevare dove serve. Tutto lo spirito di servizio, di “compassione” dell’uomo, di impegno personale per creare “umanità”, è lo Spirito di Gesù. Se questo è il nostro spirito, siamo innestati in Lui, siamo tralci vivi. José Enrique Galarreta Testo: Gv 15, 1 -8 // Pasqua 5 B. Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez. Musica: Mahler. Sinfonía 5ª. Adagetto.
Il testo di oggi e quello della prossima domenica sono parte del “discorso di addio”. Gesú condivide mensa e confidenze. Apre le sue labbra e il suo cuore durante una cena che profuma di amore e di saluto. Si tratta di due discorsi e di una lunga preghiera che Gesú pronuncia durante l’ultima cena. E’ il suo testamento spirituale.
Gv 15, 1 -8 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Gesù dice di essere la vite intera, includendo tralci e frutto. La potatura, necesaria per dar frutto, è la fatica costante e amorevole del Padre. La perfezione, la crescita, la cura della pianta, rende necessaria la potatura. El Vignaiolo pota i rametti di superbia, di egoismo, di abitudini, di chiusura. . . Pota, con dolcezza e affetto, quanto limita i frutti. Le sue cure puntano sempre ad aiutarci nel dare frutti migliori e più abbondanti. Che cosa devo estirpare da me per dare frutti migliori?
Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. La Parola di Gesù, la relazione di vicinanza con Lui pulisce e libera; aiuta a superare, accettare, usare… quanto la vita ci offre e a dare frutti concreti di giustizia, solidarietà, amore… Vite e tralci sono un tutt’uno. E’ una unione íntima e amicale. I tralci hanno bisogno di ricevere la Linfa, lo Spirito e la Vita dalla vite. La autentica vitalità cristiana si mostra nella “permanenza” in Gesú e nella sua Parola, per poter dar frutto, per avere e comunicare vita.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Solo Gesú può dire “senza di me non potete fare nulla”. Nessuno può o deve tentare di assumere questo protagonismo. E’ LUI la vite, noi i tralci uniti alla vite. L’unione è con LUI. EGLI è colui che dà nuova forza, libertà, vitalità e gioia alla nostra vita. Ogni “tralcio”, unito alla Vite, ha una crescita da sviluppare e una missione da realizzare.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Il Padre sa sa che cosa c’è in ognuno di noi; sa cosa dev’essere tagliato, eliminato, purificato-bruciato. Fa le potature necessarie, con maestria e tenerezza, per darr energia e vita, per orientare, per aiutare a crescere e a dare frutto. Egli lavora in me, rendendo feconda la mia vita, solo che lo lasci agire.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Le espressioni su cui Gesù insiste sono: “permanere” e “dare frutto”. L’immagen della vite e dei tralci mostra il significato di “essere discepoli” nella comunità di Giovanni e per i cristiani di ogni tempo: restare uniti a Gesù, ascoltare, attuare e rendere vita la sua parola e impegnarsi nella necessità di dare frutto. Rendere così gloria al Padre e senso pieno e gioia profonda alla vita. Da che cosa mi accorgo e da che cosa vedono gli altri che sono unito a Gesù?
Il Padre ci pota, ce lo dici Tu. Pota quelli che danno frutto, perché ne diano di più. Ci potano gli amici, il gruppo, la comunità, con relazioni chiare e fraterne; con l’aiuto, la critica e l’esperienza. Ci potano quando mettono in crisi il nostro stile di vita e la scala dei valori; quando ci fanno sbattere contro le incoerenze e le zone oscure della nostra personalità. Alcuni si potano da sé stessi per dare maggior frutto. Sanno dir di no a certe cose. La maggior parte delle potature viene senza cercarle. Te le infligge la vita quando meno te lo aspetti; sono potature involontarie, impreviste, ma dure e dolorose, e non sempre le accettiamo come doni utili. Involontaria o volontaria, a tempo o fuori tempo, assunta o rifiutata, la potatura é il segreto delle persone che si son fatte forti, degli uomini e delle donne che danno frutto, di coloro che “sono vivi”. Potaci, Signore! Potaci, Sempre! Ulibarri, Fl.
- Slides: 8