NCORA 2 0 Consolidamento e modellizzazione di interventi

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ÀNCORA 2. 0 – Consolidamento e modellizzazione di interventi di comunità per l’autonomia dei

ÀNCORA 2. 0 – Consolidamento e modellizzazione di interventi di comunità per l’autonomia dei titolari di protezione internazionale progetto 3257 – CUP C 99 D 190007 Avviso “Realizzazione di percorsi individuali per l’autonomia socio-economica per titolari di protezione internazionale” – OS 1 – ON 1

Work package 1: DIFFUSIONE METODOLOGIA DI PROGETTO E CONSOLIDAMENTO/ATTIVAZIONE ÉQUIPE MULTIDISCIPLINARI Task 1: Formazione

Work package 1: DIFFUSIONE METODOLOGIA DI PROGETTO E CONSOLIDAMENTO/ATTIVAZIONE ÉQUIPE MULTIDISCIPLINARI Task 1: Formazione e disseminazione del metodo di lavoro (percorsi-obiettivo) nei diversi territori operativi

Su cosa interviene Àncora 2. 0 • Scarsità/assenza di servizi di integrazione per i

Su cosa interviene Àncora 2. 0 • Scarsità/assenza di servizi di integrazione per i titolari di protezione • Individuazione di una “regia” stabile • Radicamento nelle politiche di welfare • Superamento della logica del “progetto” (corrispondenza serviziposto) • Coinvolgimento della comunità locale • Attivazione dei rifugiati come protagonisti (reciprocità-simmetria)

Equipe multidisciplinare interistituzionale • Necessità di individuare un luogo di “regia” mista per le

Equipe multidisciplinare interistituzionale • Necessità di individuare un luogo di “regia” mista per le politiche di integrazione • Discussione e validazione di percorsi per singoli casi • Luogo pubblico e riconoscibile con diverse possibilità di accesso/invio • Disponibilità di risorse economiche e socio-relazionali • Composizione: enti SAI, Comuni (anche non funzionari SAI), Azienda Sanitaria, coop. sociali/consorzi di coop. , Agenzie per la casa, enti di formazione, Camera di Commercio, Centro per l’impiego, rappr. tutor…

Il rifugiato: da oggetto a soggetto delle politiche di integrazione

Il rifugiato: da oggetto a soggetto delle politiche di integrazione

I principali domini dell’integrazione dei rifugiati (Ager & Strang 2008) «Quali sono i processi

I principali domini dell’integrazione dei rifugiati (Ager & Strang 2008) «Quali sono i processi che aiutano a mediare o che offrono un ‘tessuto connettivo’ tra i principi fondamentali della cittadinanza e i diritti da un lato, e i risultati pubblici in settori chiave quali quello del lavoro, la casa, l’istruzione e la salute dall’altro? » • Social bridges (con altre comunità) • Social bonds (con la famiglia e altri connazionali, correligiosi ecc) • Social links (con le strutture/istituzioni dello stato). Laddove sono minacciate la stabilità e la sicurezza (giuridiche) entrano ancor più in gioco la «protezione sociale» connessa alle reti sociali (diversificate) e alla tutela dei diritti

Paradigma partecipativo/negoziale con rapporti di reciproca implicazione. Da adottare nella progettazione e realizzazione dei

Paradigma partecipativo/negoziale con rapporti di reciproca implicazione. Da adottare nella progettazione e realizzazione dei servizi e attività di - Informazione - Orientamento - Accoglienza - Costruzione della autonomia Non un paradigma adattivo, ovvero solo i migranti “verso” le altre componenti della società COMUNITA’ Migranti/ RIFUGIATI TERZO SETTORE/ OPERATORI ISTITUZIONI

Community-based protection • I rifugiati e gli sfollati che vivono in "comunità" temporanee hanno

Community-based protection • I rifugiati e gli sfollati che vivono in "comunità" temporanee hanno spesso nazionalità, religioni, lingue, etnie e background differenti, e non si percepiscono come appartenenti a nessuna comunità. • Approccio incentrato sulla comunità: necessità di lavorare in collaborazione con le persone di competenza/destinatari degli interventi durante tutte le fasi. Tale approccio riconosce la resilienza, le capacità, le competenze e le risorse delle persone interessate. Si basa su di esse per fornire protezione e soluzioni e sostiene inoltre gli obiettivi individuati dalla stessa comunità. • Richiede di comprendere e considerare il contesto politico, la popolazione ospitante, i ruoli di genere, le dinamiche delle comunità e i rischi, le preoccupazioni e le priorità di protezione. • Un approccio incentrato sulla comunità può aiutare le comunità a lavorare per prevenire i problemi sociali e ad affrontare direttamente quelli che si presentano, invece di far intervenire attori esterni, oltre che ad assumersi queste responsabilità. • Questo approccio enfatizza l’autodeterminazione e le capacità della comunità ma non rimuove la necessità di meccanismi di protezione formali e non implica che le comunità debbano essere completamente autosufficienti. (Fonte: UNHCR)

Community-building initiatives …applicate all’ambito delle migrazioni e dei rifugiati Obiettivi: o promuovere contatti (interculturali)

Community-building initiatives …applicate all’ambito delle migrazioni e dei rifugiati Obiettivi: o promuovere contatti (interculturali) significativi o ampliare e diversificare le reti sociali o combattere razzismo e xenofobia (sia tra i nativi che tra gli stranieri) o effetti a cascata sulle comunità più ampie o aumentare le opportunità di inserimento abitativo e lavorativo dei rifugiati. La comunità come «processo in divenire» e non come «premessa» e/o «scenario» del progetto

Multiculturalismo vs. interculturalismo (Romero, 2008) Pluralismo Culturale Livello descrittivo Multicultura Intercultura (= come è)

Multiculturalismo vs. interculturalismo (Romero, 2008) Pluralismo Culturale Livello descrittivo Multicultura Intercultura (= come è) = diversità culturale = relazioni intersezionali Livello normativo Multiculturalismo Interculturalismo (= come dovrebbe Riconoscimento delle Coesistenza nella diversità essere) differenze 1. Principio di uguaglianza 2. Principio di differenza 2. Principio di 3. Principio di differenza interazione positiva Interculturalismo come pratica antiidentitaria modello basato su un misto di somiglianze e differenze (Remotti 2019).

Tutor territoriale per l’integrazione • Attenzione alla creazione di relazioni interculturali calde che non

Tutor territoriale per l’integrazione • Attenzione alla creazione di relazioni interculturali calde che non avvengono (facilmente) nella vita di tutti i giorni • Accompagnamento da parte di operatori e «integrazione» con le altre parti del percorso del rifugiato • Abbinamento di bisogni e risorse su base simmetrica (comunità locale/rifugiati) • Superamento della fase dell’ «accoglienza» : le relazioni durano nel tempo, da tutor si diventa amico/a… “credo che davvero quello che gli manchi siano delle relazioni umane. . . perché comunque quello che era un po’ il mio pensiero prima è: ok, quando uno arriva in Italia ha un lavoro, ha una casa è a posto, e invece non è vero, perché è proprio evidente che non è sufficiente. ” (intervista a un tutor)

Ho sempre voluto imparare a cucire, le ho raccontato che mia nonna che non

Ho sempre voluto imparare a cucire, le ho raccontato che mia nonna che non c'è più faceva di mestiere la sarta e che per me ha un valore simbolico prendere in mano ago e filo. A casa ho una macchina da cucire che fino ad ora ha trovato ospitalità in una mansarda, senza essere mai toccata, la porterò a casa sua.

Cosa si può fare insieme? È una relazione personale, quindi dipende dalle caratteristiche di

Cosa si può fare insieme? È una relazione personale, quindi dipende dalle caratteristiche di ciascuno! INTERSEZIONALITÀ – COMUNITÀ DI DESTINO • invitare ad eventi, iniziative culturali, incontri associativi, occasioni ludiche o riunioni familiari proprie del tutor • garantire almeno un contatto telefonico settimanale ed almeno un incontro mensile dal vivo • raccontare e guidare alla scoperta di luoghi, persone e storie significative per il tutor; • proporre ed organizzare momenti di convivialità, uscite sul territorio, gite e altri momenti di socialità • apprendimento lingua italiana o di altre lingue (conversazione) • accompagnamento alla ricerca di soluzioni abitative in autonomia • supporto nell’ottenimento della patente; • supporto nella lettura e nella comprensione di documenti burocratici e finanziari (es. conto corrente, contratti telefonici e di altre utenze, contratti di lavoro) • aiuto concerto nella conciliazione casa-lavoro (trasporti, baby sitting etc) te il n a r u Ed rus? i v a n Coro

Abbiamo iniziato a fare delle videochiamate. In una di queste sono riuscita a far

Abbiamo iniziato a fare delle videochiamate. In una di queste sono riuscita a far vedere la mia casa ad una delle due ragazze che non l'aveva ancora mai vista e a presentarle la mia coinquilina; fare entrare gli altri, seppur virtualmente, negli spazi domestici è raccontarsi e accogliersi. Non è soddisfare una curiosità superficiale ma trasmettere aspetti della propria personalità. Il contatto può continuare ad avere una forma anche attraverso una pedalata in bicicletta per lasciare un pensiero fuori dall'uscio. Sono gesti che non vanno banalizzati: raccontano di un esserci diverso che è pur sempre un essere presenti.

Prima Colloqui individuali con il rifugiato Colloqui individuali con il potenziale tutor Abbinamento Presentazione

Prima Colloqui individuali con il rifugiato Colloqui individuali con il potenziale tutor Abbinamento Presentazione reciproca e «accordo» (2 + operatore di riferimento) Durante Colloqui regolari con il rifugiato Colloqui regolari con il tutor Incontri misti/di gruppo Corsi di formazione per tutor potenziali e già attivi

Dal punto di vista dell’organizzazione/operatore Trasparenza Trasferibilità Relazioni

Dal punto di vista dell’organizzazione/operatore Trasparenza Trasferibilità Relazioni

Criteri generali 1. 2. 3. 4. Individualizzazione dei percorsi vs standardizzazione dei servizi Centralità

Criteri generali 1. 2. 3. 4. Individualizzazione dei percorsi vs standardizzazione dei servizi Centralità dell’elemento relazionale vs erogazione Progettazione (co-costruita) vs attivazione servizi da parte operatori Equipe multidisciplinare interrelata vs somma di competenze/funzioni Necessità di un modello concettuale-organizzativo Necessità di un modello relazionale Necessità formalizzazione metodo (riconoscibilità)

1. Individualizzazione dei percorsi DISAMBIGUAZIONE CRITICA Senza obiettivi - al tempo • a) CONDIVISI;

1. Individualizzazione dei percorsi DISAMBIGUAZIONE CRITICA Senza obiettivi - al tempo • a) CONDIVISI; • b) MISURABILI; • c) PROGRESSIVI E REALIZZABILI; appare problematico usare la stessa locuzione «progetto individualizzato» . Senza tali caratteri è al più un tempo di accoglienza scandito da scadenze e in cui vengono attivati servizi. Allo stesso tempo, senza una valutazione professionale in entrata, calibrare obiettivi specifici è complesso: Il rischio è che i P. I. possano essere valutati come «positivi» se il «beneficiario collabora» (ossia comprende limiti e vincoli, si comporta adeguatamente) ovvero se vengono attivati i servizi e invece come «negativi» quando il beneficiario «non aderisce» alle proposte, i servizi vengono attivati solo in parte e il progetto appare «fermo» . Spesso scambiamo l’assessment iniziale con l’iniziale lettura dei bisogni (necessariamente) approssimata; gli obiettivi diventano automaticamente le «risposte ai bisogni» (ad es. «autonomia alloggiativa» , «lavoro» ) o la stessa emancipazione dal bisogno di accoglienza e conseguentemente il monitoraggio si sposta da criteri «progettuali» a criteri «relazionali» , ossia sulla qualità (e non infrequentemente sul grado di armonia) della relazione operatore-beneficiario o progetto-beneficiario. Gli stessi obiettivi «educativi» spesso sono risposta a disfuzionalità emergenti in questi rapporti e solo raramente sono ipotizzati all’inizio, proposti e perseguiti come obiettivo a sé.